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Tour de Pologne 2014: Ancora Majka, giù il cappello! - Per Rafal altro centro a Bukowina. Domani crono finale e decisiva | Cicloweb

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Tour de Pologne 2014: Ancora Majka, giù il cappello! - Per Rafal altro centro a Bukowina. Domani crono finale e decisiva

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A Bukowina Tatrzańska vince ancora Rafal Majka © tourdepologne.pl

Forse giusto con un colpo di fucile Rafal Majka potrebbe essere femato, ma non ne saremmo poi così sicuri. Ieri il polacco aveva festeggiato, con una vittoria di tappa aspettata ma non scontata, il prolungamento dell'impegno nel ciclismo di Saxo Bank. Oggi, con le ufficializzazioni dei due Sagan e di Bodnar, ma soprattutto con l'incombere della crono di Cracovia, domani, lo scalatore polacco non aveva altra alternativa se non vincere e staccare il più possibile i diretti rivali nella prova contro il tempo.

Majka va forte da maggio, in pratica: Giro chiuso al 6° posto, non sempre protagonista, ma se sulla tua strada trovi Quintana ed Aru che colpa ne hai? Al Tour nemmeno ci voleva andare: Bjarne, tu mi vuoi morto!, deve aver esclamato al cospetto di Riis dopo aver appreso che il sostituto di Roman Kreuziger era proprio lui. Eppure alla Grande Boucle, ovvero il più grande palcoscenico per il ciclismo, Rafal ha colto due vittorie, le sue prime da pro', a Risoul e Pla d'Adet (con tanto di maglia a pois di miglior scalatore).

Logico che con cotanta gamba il polacco della Tinkoff-Saxo tentasse la conquista del suo Giro di Polonia, con tanta pianura, due tappe per scalatori (ma nemmeno troppo) ed il finale dedicato ai passisti. Majka è stato buonino per le prime quattro frazioni, ha fatto sfogare le ruote veloci e quel Petr Vakoc che la volata ha saputo anticiparla, a Varsavia. Poi, quando si è intravista la prima rampetta, la vittoria.

Ieri, a Strbskie Pleso, era più una volata tra passisti che tengono bene in salita, mentre oggi le asperità, nel circuito di Bukowina, erano otto (ufficialmente, in realtà tutta la tappa era un saliscendi per le strade dei Monti Tatra). Da Bukowina a Bukowina Tatrzańska, zona termale, ci sono 174 km e due circuiti: un primo breve, soli 5300 metri da ripetere tre volte, mentre il secondo misura 38.4 km e viene ripetuto quattro volte.

Subito in fuga otto corridori: Maciej Paterski, Damiano Caruso, Christian Meier, Alexis Vuillermoz, Sergey Chernetskiy, Setgey Lagutin, Johannes Fröhlinger e Davide Malacarne. Il gruppo li tiene sotto controllo, la maglia gialla di Petr Vakoc è appesa a un filo, ad un solo secondo, ma il corridore dell'Omega Pharma-Quick Step prova ugualmente a tenere. Ai -30, nel penultimo giro, provano ad avvantaggiarsi Meier, Vuillermoz e Caruso.

Il plotone non si fa sorprendere, la lezione di Vakoc è servita, e così a 23 km dal traguardo - siamo nell'ultima tornata - la situazione è nuovamente compatta. La Tinkoff-Saxo è davanti a tirare, inutile dire per chi. Ai -13, sulla salita di Sciana Bukovina, Majka dà la prima sgasata davvero seria. Fa il vuoto, ma arrivare al traguardo sarà dura. Rafal lo capisce e porta via un gruppetto. All'interno, oltre allo scalatore polacco, Przemyslaw Niemiec, Ion Izagirre, Wouter Poels, Robert Gesink, Lars Petter Nordhaug, Warren Barguil e Giampaolo Caruso.

Nordhaug ai -12 prova a sfruttare la superiorità numerica della Belkin e scatta, con a ruota un pericoloso Warren Barguil (alla Vuelta farà fuoco e fiamme). È proprio il talento francese in forza alla Giant-Shimano a rilanciare, cercando a sua volta di portare via un drappello, ma chi ci va con un uomo così pericoloso? Barguil tenta e ritenta, ma gli altri sette lo tengono a vista e prima della salita finale che porta a Bukowina Tatrzańska è costretto a rialzarsi.

È proprio su questa rampa nemmeno troppo insistente che piazza l'affondo finale Rafal Majka: forza quando mancano 2200 metri all'arrivo, dietro le gambe sono quel che sono. Se ne va, solo Intxausti e Ion Izagirre provano ad inseguire, ma sarà uno sforzo vano. L'ultimo chilometro spiana un po', e per gli inseguitori di Majka è un bene, ma il polacco non ha difficoltà ad imporsi, oggi come ieri, esultando a pugno chiuso.

Alle spalle del Tinkoff-Saxo la coppia Movistar formata da Beñat Intxausti e Ion Izagirre paga solo 10", mentre Christophe Riblon è 4° a 19". L'altro polacco, targato non Tinkoff ma Lampre, ovvero Przemyslaw Niemiec, chiude al quinto posto con un distacco di 20" e regola un gruppetto contenente Wouter Poels, Warren Barguil, Robert Gesink e Giampaolo Caruso. A 26" uno splendido Gianluca Brambilla, che finché ha dovuto è restato al fianco di Vakoc, ma quando il giovane leader ha perso le ruote dei migliori ha avuto il via libera. Da segnalare anche un bel Davide Formolo, 14° a 48" da Majka e proprio davanti a Vakoc, mentre Davide Rebellin chiude 20° con 1'11" di ritardo.

La nuova classifica generale vede al comando Rafal Majka, naturalmente. Beñat Intxausti è 2° a 18", Ion Izagirre segue a 22". Christophe Riblon è 4° a 39", mentre a 40" troviamo Giampaolo Caruso, Robert Gesink, Warren Barguil e Przemyslaw Niemiec. Gianluca Brambilla è 9° a 46", Marek Rutkiewicz 10° a 47", dieci secondi meglio dell'ex leader Petr Vakoc. A ridosso dei dieci anche Formolo, 13° con 1'08" di ritardo, mentre Rebellin, 19°, è a 1'43".

Domani ultima e decisiva frazione del 71° Giro di Polonia, con la crono nella bella Cracovia, 25 km tondi tondi. Majka non è uno specialista del cronometro ma sa difendersi, e dovrà farlo: Intxausti è un brutto cliente e deve recuperare solo 18", Izagirre, pure staccato di 22", potrebbe fare un bel numero. Insomma, non sarà un'impresa facile per quello scalatore polacco che va a tutto gas da maggio e che quando vince sente il pubblico gridare il suo nome sul traguardo: Maj-ka! Maj-ka! Altro che brividi, caro Rafal.

Francesco Sulas

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