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Clásica San Sebastián 2014: Il Valverde che vogliamo! - Vince in solitaria su Mollema e Joaquim Rodríguez

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Alejandro Valverde riscatta il Tour vincendo la Clásica San Sebastián © Bettiniphoto

Alejandro Valverde non stava attraversando il miglior momento della sua vita, dopo quel Tour de France. Nella Boucle appena conclusasi il murciano era riuscito infatti a farsi soffiare il podio da due francesi, un arzillo vecchietto (Péraud) ed un giovanotto promettente (Pinot). Sia lo stesso Alejandro che il suo mentore Eusebio Unzué, che praticamente l'ha visto crescere, pensavano a nuovi obiettivi per le stagioni a venire. Tradotto: Alejandro, i GT non fanno per te, se non per qualche tappa. Concentrati su altro, andrà meglio. Valverde, non uno abituato a perdere tempo, cerca subito un nuovo obiettivo. Nuovissimo, fresco fresco, la prima classica dopo il Tour: San Sebastián.

Alejandro, già vittorioso nei Paesi Baschi nel 2008, ha sperimentato il nuovo percorso, con la salita spaccagambe posta a 7 km dal traguardo, quella di Bordako Tontorra. Quei 2500 metri al 9% di pendenza media (ma con punte al 22%) parevano disegnati per Joaquim Rodríguez. Ed infatti è stato proprio Purito a lanciarsi nell'attacco decisivo, ma Valverde era alla sua ruota. C'è stato del gran movimento, su quella rampa di garage basca, ma il vincitore è uscito nella discesa: Valverde, che al Tour aveva attaccato giù dal Tourmalet, senza risultati, quest'oggi ha allungato notevolmente nella picchiata tecnica.

Rodríguez non è riuscito a tenere la ruota del capitano Movistar che ha percorso gli ultimi 4 km da solo, inseguito appunto da Rodríguez, Nieve e Mollema, rientrati dopo lo scollinamento. Nulla da fare per loro, Valverde ha mantenuto quei 14" di vantaggio sufficienti per esultare in tutta tranquillità sul traguardo di San Sebastián.

Amets Txurruka subito in fuga solitaria, Sagan e Gilbert si ritirano
Partono in 149 da San Sebastián, alle 11:45. Subito scatti e controscatti, gruppetti che si formano e si disfano con estrema facilità. Bisogna aspettare 26 km (dei 219.2 previsti) per vedere in avanscoperta uno che in fuga ci va spesso, volentieri da solo: Amets Txurruka. Il basco della Caja Rura-Seguros RGA guadagna, guadagna ed ancora guadagna. Supera l'Alto Iturburu, il primo Alto de Jaizkibel ed il primo Alto Arkale. Il vantaggio massimo del simpatico corridore sale fino a 6'40" sul gruppo dopo 71 km di corsa. Mentre Sagan e GIlbert alzano ben presto bandiera bianca, il gruppo è lì, si sta facendo sotto, ed in vista del secondo, quasi decisivo Jaizkibel, è vicino a Txurruka.

Sullo Jaizkibel vanno via David López, Visconti, Montaguti e De Marchi
Mancano 60 km al traguardo di San Sebastián quando il corridore basco deve rialzarsi ed arrendersi all'inseguimento del plotone. Inizia il secondo Jaizkibel, il gruppo è allungatissimo. La Sky lancia David López García, la Movistar si fa carico dell'inseguimento, ma il corridore iberico non perde terreno. E allora a lui si uniscono Alessandro De Marchi (Cannondale), Giovanni Visconti (Movistar) e Matteo Montaguti (AG2R La Mondiale). Dietro c'è una leggera incertezza, visto che la Movistar, con Visconti davanti, non tira più, né la Sky è intenzionata a far altrettanto, vanificando l'azione di David López García. Simon Gerrans cede ben più di qualche metro durante l'ascesa, ma si riprenderà successivamente. Il quartetto ha intanto messo in cassaforte 42", e con questo vantaggio scollina. Nella lunga discesa, ai -45, si uniscono ai battistrada tre contrattaccanti: Jan Bakelants (Omega Pharma-Quick Step), Alberto Losada (Katusha) e Laurens Ten Dam (Belkin). I sette proseguono nell'azione ma perdono nei confronti del gruppo. All'attacco della penultima salita di giornata, l'Alto Arkale, il gruppo deve recuperare ai fuggitivi solo 16": un gioco da ragazzi.

Fuga ripresa sull'Arkale, l'Orica lavora per Albasini e Yates
Sulle prime rampe è proprio quel Gerrans che pareva in crisi nera lungo l'ascesa dello Jaizkibel a lavorare per Michael Albasini. Che poi l'Orica corra tutta per Adam Yates, talentuoso gemello di Simon (anch'egli Orica e reduce dal Tour), vincitore del GP di Larciano, è un altro discorso. Il ritmo del Campione d'Australia è elevatissimo, i fuggitivi sono ad un tiro di schioppo. Vengono ripresi ai -32, con David López García e Matteo Montaguti che alzano subito bandiera bianca. Albasini invece attacca e si riporta su Bakelants, Losada, Ten Dam, Visconti e De Marchi, ma il gruppo è a pochi metri e li riassorbe. Siamo proprio allo scollinamento, mancano 31.8 km al traguardo e quei 2500 metri al 9% del Bordako Tontorra fanno paura a molti.

Grivko tenta l'anticipo, il gruppo controlla
La paura non coglie l'ucraino dell'Astana Andriy Grivko, che scatta in discesa e guadagna una ventina di secondi sul plotone che ora è nuovamente tirato dagli uomini Movistar. Lo tengono a rosolare, l'ucraino, che intanto conserva 33". Ai -14 però deve arrendersi anche lui, il ritmo del gruppo è davvero troppo elevato. Sta per iniziare la nuova salita della Clásica, quello spauracchio chiamato Bordako Tontorra, e le formazioni principali, su tutte Movistar e Katusha, si fanno vedere nelle prime posizioni del gruppo.

Bordako Tontorra, inizia la rampa e scatta Kolobnev. La corsa s'infiamma
La strada s'impenna, un Katusha attacca: tutti pensano a Purito, ma è il russo Alexandr Kolobnev. Prende subito un buon margine e così dietro si muovono due giovincelli, Adam Yates (il vero leader Orica) e Mikel Nieve, della Sky. Contrattaccano Visconti, Van Avermaet, Mollema e Slagter. La rampa è tosta, alcuni tornanti salgono con pendenze attorno al 22%: Nieve, non certo uno scalatore improvvisato, allunga su Yates e va a riprendere un Kolobnev che ormai ha sparato tutte le sue cartucce. Lo passa agevolmente e resta da solo in testa. Dietro però si fa sul serio...

Arriva l'attacco di Purito e Valverde quasi allo scollinamento
Attacca Purito Rodríguez, in un copione che definire prevedibile è un complimento. Alla ruota del favorito su pendenze simili ci sono Alejandro Valverde e Jelle Vanendert. Il belga cede presto, Valverde resta sulla ruota di Purito e vanno a riprendere Nieve: si forma un terzetto. Rodríguez ai -7.7 prova l'allungo solitario ma ormai siamo allo scollinamento e Valverde si riporta sul catalano della Katusha. Dietro inseguono un Nieve un po' perdutosi nell'ultima parte di scalata, poi Bauke Mollema ed Adam Yates. La discesa lancia Valverde verso la vittoria, mentre Purito Rodríguez perde metri. Dietro Mollema e Nieve inseguono, mentre Adam Yates perde il controllo dell'anteriore in una curva a sinistra e vola a terra. Batte il mento, ha bisogno di qualche punto ma si rialza. Anche se la vittoria è ormai andata. Mollema e Nieve raggiungono Purito ed in tre provano a rosicchiare 12" a Valverde, che però ormai è andato.

La picchiata lancia Valverde verso la sua seconda Clásica
Vince in solitaria, ha tutto il tempo per esultare, tutto quel tempo che al Tour, per esempio, non ha trovato. Una vittoria di prestigio, già assaporata sei anni fa, ma non per questo meno dolce. Vince grazie ad una squadra superba, sempre attenta, brava a lanciare Visconti sullo Jaizkibel. Vince con un colpo dei suoi, un colpo di classe, e si applaude pure, sul traguardo. Meraviglioso! Alle spalle del murciano Mollema precede Rodríguez a 14", con Nieve 4°. Il vincitore della scorsa edizione, Tony Gallopin, è 5° a 26" davanti a Jella Vanendert ed un haimar Zubeldia che su queste strada fa sempre bella figura. Ottavo a 40" Greg Van Averamet precede Giovanni Visconti, con Zdenek Stybar, 10°, a precedere un gruppetto di undici unità a 43". Il nuovo percorso ha dei pro e dei contro. I contro: tutto si decide sulla rampa finale, perciò sono pochi i coraggiosi che tentano l'attacco su Arkale o Jaizkibel. D'altra parte, in quei 2500 metri s'è visto un bello spettacolo, scatti nei denti a ripetizione, una discesa tecnica che di fatto ha deciso la corsa. Il favorito era Purito Rodríguez, l'aspettavano tutti. È sbucato Alejandro Valverde, che un nuovo centro, dopo il Tour decisamente non positivo, l'ha già fatto.

Francesco Sulas

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