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Larciano & Toscana 2014: Yates e Weening, weekend super - La Orica domina le due corse toscane | Cicloweb

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Larciano & Toscana 2014: Yates e Weening, weekend super - La Orica domina le due corse toscane

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Il trionfo del britannico Adam Yates al GP di Larciano © BettiniphotoLa vacanza di fine luglio nel calendario italiano viene colmata quest'anno con successo dalla due giorni toscana che fino all'anno scorso si collocava prima del Giro d'Italia, composta da Gp Industria & Artigianato di Larciano e Giro di Toscana. Una due giorni che vedeva al via due formazioni di particolare interesse, oltre alle solite del sottobosco professional e continental: l'unica World Tour, rappresentata dalla Orica Green Edge diretta per l'occasione da Vittorio Algeri, e soprattutto la nazionale italiana, una formazione "mista", composta da corridori esperti, come il capobanda Pippo Pozzato e Dario Cataldo, ai quali sono stati affidati compiti di gregariato, neoprofessionisti come Davide Formolo e Davide Villella, e anche dilettanti, come Davide Martinelli, Federico Zurlo e Iuri Filosi. Lo scopo dell'operazione, nella testa di Davide Cassani e anche di Marino Amadori, è quello di creare "il gruppo", amalgamare, e probabilmente anche setacciare chi ha spirito di squadra da chi non ne ha, magari reindirizzando i più giovani: niente di meglio di una gara corsa assieme per valutare al meglio le capacità tattiche (più che quelle tecniche, già abbastanza note) degli atleti. 

Il weekend però ha sancito un perentorio 2-0 da parte dell'Orica-Green Edge contro tutti: gli australiani non si sono presentati per fare i turisti ed anzi hanno combattuto alla morte per conquistare i successi, forti di un gruppo di atleti in ottima condizione.

Il primo set si è disputato sabato a Larciano, col classico Gp Industria & Artigianato giunto ormai alla 38esima edizione: un percorso di 200 km con 4 scalate del San Baronto come unica asperità di rillievo. La prima parte è in piano ed è molto tirata, con la nazionale italiana, Pozzato in testa, che controlla le fughe. Alla fine sono in 8 ad andar via al km 41, tra di essi Diego Rosa (Androni) alla ricerca della miglior gamba dopo uno sfortunato Giro d'Italia e l'ex-azzurro a cronometro Gianluca Leonardi (Area Zero), vantaggio massimo 2'40". Il tentativo è poco solerte e viene ripreso al secondo GPM del San Baronto, con 68 km ancora da percorrere, mentre sulla corsa si è abbattuta una pioggia torrenziale e le operazioni sono prese in mano da Orica, Neri Sottoli e Wanty. Sempre sul secondo GPM, è Gianfranco Zilioli (Androni) a passare all'azione, attivando poi in discesa una serie di corridori che daranno corpo a una fuga interessante e consistente. Sono in 19 e dentro ci sono Formolo e Filosi della nazionale, nonchè Bongiorno, Rabottini, Selvaggi col pericoloso Báugnies ed un vecchio volpone come Lagutin. Un'azione ottima, che al passaggio sul traguardo ha 40".

Gli Orica ovviamente si mettono pancia a terra per chiudere, e Yates approfitta subito di un'azione di Villella, sulla terza ascesa del San Baronto, per riportarsi assieme ad altri corridori sui fuggitivi: c'è dunque un rimescolamento, e si forma un gruppo di 40 unità che va a giocarsi la corsa. Al suono dell'ultima campana sono ancora Filosi, Formolo e Bongiorno tra gli altri che provano a portare via un'azione più ristretta, ma non ce la fanno. Però il resto del gruppo è ormai lontano: è l'ultima ascesa del San Baronto a decidere la corsa. Il primo ad accendere le micce è Antonino Parrinello, ancora un Androni, quest'anno sempre protagonista nelle corse italiane. Parrinello arriva a guadagnare 15", ma viene ripreso da un trio di giovani davvero niente male: Adam Yates, Davide Formolo e Manuel Bongiorno. Due neoprofessionisti ed un secondo anno, ma tanto talento in sei gambe. Parrinello non regge il ritmo e si attacca agli inseguitori, ossia Firsanov, Báugnies ed un indomito Ziiloli, mentre davanti Formolo approccia la discesa in maniera agressiva per cercare di staccare i suoi rivali. Con Bongiorno, conoscendolo bene e sapendo che non è un drago, e approfittando del bagnato, riesce a fare il buco: con Yates no. Ed allo sprint finale paga lo sforzo e le sue assenti punte di velocità, venendo battuto nettamente dal 22enne britannico. Terzo successo stagionale per Yates, reduce dalla vittoria al Giro di Turchia, il quale correrà San Sebastian e Vuelta: staremo a vedere il suo comportamento in un GT. Dopo Bongiorno Báugnies batte Parrinello per il quarto posto a 16",  poi a 19" giunge Firsanov e a 28" un esausto Zilioli. Ottavo Andrea Fedi (Neri Sottoli), che sprinta su Davide Mucelli (Meridiana) a 38". Chiude la top ten Matteo Busato per la Mg.Kvis - Trevigiani, a 43".

Altrettanto spettacolo, ma meno competizione al Giro della Toscana, dove l'Orica ha dimostrato una superiorità schiacciante a fronte di una nazionale azzurra sorpresa dagli eventi e deludente su tutta la linea, col solo Villella giunto all'arrivo. Il Giro della Toscana partiva da Empoli e terminava ad Arezzo, disputandosi su un percorso abbastanza variegato: una prima parte in linea non facile, con i GPM di Castellina in Chianti, Monteluco e Civitella della Chiana da affrontare, ed un circuito finale di 10 km da affrontare 6 volte attorno ad Arezzo, con lo strappo di Stoppe d'Arca che scollina a 3 km dall'arrivo: un muretto di un chilometro al 7%. 

La corsa ha subito preso una piega inaspettata, con una fuga di ben 27 corridori che ha preso il largo e messo in apprensione la nazionale azzurra, costringendo un altra volta Pozzato e Cataldo a mettersi a tirare. 3' il massimo vantaggio dela fuga, con dentro tra gli altri due uomini dell'Orica, Cameron Meyer e Sam Bewley, ed un generoso Matteo Rabottini. Quando la fuga sta per essere riprese, a 3 giri dalla fine, avviene un rimescolamento che mette ulteriormente la situazione a favore dell'Orica: restano in 17 davanti, tra i quali Adam Yates e Pieter Weening che riescono a riportarsi sui primi, mentre Cameron Meyer resiste e tira come un mulo. Situazione favorevole, appunto, perchè nessuno della nazionale azzurra è dentro: il solo Villella tenta un inseguimento, che però si rivela vano.

Nel terz'ultimo giro Weening piazza l'affondo su Stoppe D'Arca: con lui van via Roman Maikin (Rusvelo), Marco Canola (Bardiani), Tim De Troyer (Wanty), reduce della fuga del mattino, ed il compagno Adam Yates. I 5 guadagnano un vantaggio consistente, e forti del vantaggio numerico gli Orica piazzano una serie di scatti per sfiancare i rivali. Questo però porta ad un'andatura non collaborativa e difatti nel corso del penultimo giro Báugnies (ancora lui) e Rabottini riescono a rientrare. È però il turno di Yates su Stoppe D'Arca: il giovane britannico riesce a portar con sè Maikin e Báugnies. Gli altri rientrano al suono della campana, tutti tranne Rabottini, verosimilmente cotto. 

Nel corso dell'ultimo giro attacca ancora un inesauribile Yates, a 6 km dall'arrivo: viene ripreso durante l'ultimo scollinamento. In salita il ritmo imposto fa perdere le ruote a Canola e De Troyer, e quando la discesa deve ancora terminare è Weening a piazzare un potente allungo ai -2. Non c'è risposta da parte degli esausti Maikin e Báugnies, e l'andatura cala, tant è che Canola rientra per potersi giocare il podio. Esulta tranquillo invece l'olandese Weening, che torno a vincere in Italia 2 mesi dopo il suo successo al Giro d'Italia, in quel di Sestola. Lo sprint per il secondo posto vede imporsi il vallone Báugnies, un altro che con le strade italiane ha un certo feeling (nel 2010 finì terzo alla Tre Valli Varesine): il ragazzo si era un po' perso ed era finito in una continetal l'anno scorso, la ToWin - Josan, dove però ha ritrovato stimoli, diventando un vincente, conquistando il titolo belga degli élite senza contratto, e ritrovando un posto nel giro giusto: adesso è uno degli uomini più forti della Wanty. È ancora un oggetto del mistero invece Roman Maikin, il terzo classificato, finora noto soltanto per una positività ai campionati russi nel 2013 dal quale però è stato parzialmente scagionato poichè la responsabilità è stata attribuita al medico della squadra. E a maggio ha conquistato anche un secondo posto tra Greipel e Gilbert in una tappa del Giro del Belgio: probabilmente ne risentiremo parlare.

Chi conosciamo invece abbastanza bene è Marco Canola, che dopo il Giro ha aumentato la consapevolezza dei propri mezzi e si dimostra sempre più un antagonista caparbio. Oggi ha pagato la salita ma il quarto posto è stato comunque per lui, davanti all'ottimo Yates. Sesto classificato anche al Toscana Firsanov a 56", dopo aver staccato gli inseguitori sull'ultimo GPM, precedendo un drappello capitanato da Rasmus Guldhammer, alle ultime gare in Tre-For dopo essersi guadagnato una seconda chance in Tinkoff-Saxo (passò professionista alla HTC nel 2010 ma non andò bene): precede Lagutin (Rusvelo), un bravo Luca Chirico (Mg.Kvis-Trevigiani) ed un generoso Zilioli, tutti a 1'06".

Nicola Stufano

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