Tour de France 2014: The Ramunas' Blitzkrieg Bop - Colpo secco di Navardauskas, Bennati quinto
- TOUR DE FRANCE 2014
- Astana Pro Team 2014
- Cannondale Pro Cycling Team 2014
- Garmin - Sharp 2014
- Movistar Team 2014
- Team Giant - Shimano 2014
- Team Katusha 2014
- Alejandro Valverde Belmonte
- Alessandro Petacchi
- Alexander Kristoff
- Arnaud Gérard
- Cyril Gautier
- Daniele Bennati
- Giovanni Visconti
- Jean-Christophe Péraud
- John Degenkolb
- Martin Elmiger
- Peter Sagan
- Rafal Majka
- Ramunas Navardauskas
- Rein Taaramäe
- Thibaut Pinot
- Tom Jelte Slagter
- Vincenzo Nibali
- Uomini
Ramunas Navardauskas, amato dai velocisti (suoi) e da chi gli prende la ruota, odiato da avversari e titolisti di mezzo globo. Nella passata stagione aveva già colto una vittoria in un GT, al Giro, nella tappa del Vajont. In quel caso, dopo la fuga, precedette Daniel Oss. Lo staccò nella salita che da Longarone porta alla famigerata diga, ebbe modo di esultare.
Oggi Navardauskas ha tentato il tutto per tutto: strada bagnata, gruppo spolpato da paura e ritmo alto, salita di Monbazillac. Il lituano potrebbe benissimo non scattare, visto che in testa alla corsa c'è l'olandese Tom Jelte Slagter, suo compagno di squadra, ma in fuga dal mattino. E allora, immaginando la stanchezza di Slagter, il gruppo che sarebbe piombato su di lui, andando verso Bergerac con Sagan in testa, giustamente intestardito nel voler centrare il primo successo a questa Grande Boucle, il lituano ha deciso di anticipare. Scatto a fine salita, mancano 13 km all'arrivo e Slagter ha già scollinato.
Il gruppo non si cura di raggiungerlo e Navardauskas aumenta il vantaggio, a poco a poco ci crede. Ripreso Slagter, nella discesa Navardauskas porta a 13" il suo vantaggio, poi 20", quindi 24". Gli basteranno 7" sul traguardo per poter esultare. Il gruppo è bloccato dalla strada bagnata, poi una caduta ai 2900 metri coinvolge, tra gli altri, anche Sagan. La prima vittoria della Garmin-Sharp, abbastanza impalpabile, in questo Tour de France, è cosa fatta.
Da Muabourguet a Bergerac ci sono 208.5 km; facili esclusi gli ultimi 13, con la salitella di Monbazillac. Dopo un chilometro attacca Cyril Gautier, con Arnaud Gérard e Martin Elmiger che lo seguono. Dopo 16 km si aggancia anche Taaramäe e così al km 38 abbiamo un quintetto: Cyril Gautier (Europcar), Arnaud Gérard (Bretagne), Martin Elmiger (IAM), Tom Jelte Slagter (Garmin) e Rein Taaramäe (Cofidis) sono al comando della corsa. Il loro vantaggio massimo sarà di 3'35".
In gruppo non si sta tranquilli, tra pioggia battente e vento trasversale. Diverse squadre, le tante che non hanno ancora vinto, si mettono a tirare forte, più che altro per scongiurare una volata con Marcel Kittel ed altri mostri all'interno. E Kittel, ai -85, resta attardato da una foratura, ma non sarà l'unico. Ai -32 attacca Slagter e si porta da solo al comando. Prima Gérard, poi Gautier, Taaramae ed Elmiger vengono ripresi dal gruppo.
Peter Sagan è lì davanti con la sua Cannondale, attacca la salita e vigila, senza tentare l'affondo. Alla lunga la non mossa non si rivelerà vincente (è anche vero che lo slovacco, allungando, si sarebbe portato dietro gente non interessata a tirare per poi vedersi battuta). E siamo ai -13, con Navardauskas che allunga. Nessuno gli va dietro, il lituano ringrazia e mette il turbo. L'inseguimento non viene portato a compimento, può esultare per la quarta volta in stagione (tappa e classifica al Circuit de la Sarthe, Campionato Nazionale a cronometro le altre sue vittorie).
La caduta dei 2900 metri incasina ulteriormente la caccia al lituano, con il gruppo che si spezza, Sagan che resta a terra, impotente di fronte ad una vittoria che proprio non vuole arrivare, Nibali che è sempre attento e schiva i caduti. Ci provano anche ad inseguire Navardauskas, per carità, ma il lavoro dell'Omega Pharma-Quick Step non basta. Navardauskas esulta, con John Degenkolb che a 7" regola Alexander Kristoff, Mark Renshaw, Daniele Bennati, Alessandro Petacchi, Samuel Dumoulin, Julien Simon, Sep Vanmarcke e Jürgen Roelandts.
Classifica generale invariata, con Nibali che mantiene 7'10" di vantaggio su Pinot, 7'23" su Péraud, 7'25" su Valverde, 9'27" su Bardet, 11'34" su Van Garderen, 13'56" su Mollema, 14'15" su Ten Dam, 14'37" su Konig, 16'25" su Zubeldia.
Domani cronometro, la prima di questo Tour: 54 km non certo piatti tra Bergerac e Périgueux. Vincenzo Nibali potrà tentare il colpaccio e magari vincere la prova, se non piazzarsi in zona podio. Gli altri si scorneranno per il podio di domenica, ad oggi occupato da Pinot e Péraud. Tra Alejandro Valverde, quarto, e Thibaut Pinot, secondo, ci sono solo 15" con in mezzo Jean-Christophe Péraud, uno che con le lancette ci sa fare. Anche Ramunas Navardauskas va forte sul passo e nelle crono non è certo fermo, quindi i casi sono due: o ha voluto far le prove per domani, altrimenti ha sbagliato tappa.