Tour de France 2014: Nibali&Visconti, siculamente al top - Uno domina, l'altro cerca gloria in fuga
Due siciliani alla conquista della Francia? Non avveniva forse da Franco e Ciccio ne "I due sanculotti", ma a parte la provenienza geografica e il fatto di essere anche loro dei sans-culottes (nemmeno i ciclisti indossano le mutande...), le analogie finiscono qui, tra la farsa in costume dei mitici Franchi&Ingrassia e le vicende puramente e duramente sportive dei nostri Vincenzo Nibali e Giovanni Visconti.
Due vite sportive intrecciate a doppio filo da 10 anni, dalle stagioni tra i dilettanti (entrambi in Toscana) all'immediato nascere di una rivalità in strada, dai primi vagiti da professionisti all'apice di due carriere che da un certo momento in avanti hanno preso direzioni distinte. Più in vista Visconti all'inizio (ma il palermitano è anche quasi due anni più anziano del messinese), con tanto di primo di tre titoli tricolori conquistati (già nel 2007), e con 8 giorni in maglia rosa al Giro del 2008, vestendo i panni di uno squadrone internazionale come la QuickStep; più forte sulla distanza Nibali, maturato lentamente ma costantemente, dai primi piazzamenti nelle gare a tappe (per le quali si è presto dimostrato più adatto del corregionale) ai recenti trionfi.
Quando i due si scornavano da under, qualcuno avrà senz'altro pronosticato loro che un giorno li avremmo rivisti ugualmente protagonisti sulle strade del Tour de France, ovvero sul massimo palcoscenico mondiale. Ma si sa che quelli son vaticini che lasciano il tempo che trovano, perché poi i casi della vita e dello sport smontano regolarmente anche le certezze più granitiche, figurarsi una previsione su due imberbi pedalatori.
Invece in questo caso il pronostico si rivela azzeccato, e oggi per la prima volta nella storia due siciliani si sono piazzati su un podio di giornata alla Grande Boucle. Nessuno dei due ha vinto, ma questo finisce quasi con l'essere un dettaglio. Visconti, nel corso di una stagione sfortunata (iniziata con una frattura della tibia in Australia in gennaio), ha dovuto lavorare il doppio dei compagni per raggiungere una condizione buona, e nell'elenco dei convocati Movistar per il Tour il suo è stato l'ultimo nome a essere incasellato, dopo sofferto ballottaggio con Alex Dowsett.
Due settimane di Boucle da comprimario, poi la statura di Giovanni è emersa finalmente oggi, in una delle tappe più dure dell'intero Tour, con quattro colli pirenaici da scalare. Visconti se li è fatti in fuga, con altri uomini (e un paio di suoi compagni, Herrada e Izagirre), per poi arrivare, sull'ascesa di Pla d'Adet, a giocarsi la vittoria. Per un certo tratto il palermitano è stato al comando da solo, dopo aver ottimamente risposto a un'iniziativa di Pierre Rolland, e dopo aver rilanciato ai 9 km, praticamente all'inizio della salita conclusiva.
Ha avuto da gestire mezzo minuto di margine, per 4 chilometri lungo i quali si sarà sentito il capo del mondo, lui che una montagna da Tour l'ha già domata, lo scorso anno al Giro (vincendo la tappa dello sconfinamento culminato sul nevoso Galibier); non ci nascondiamo, per un attimo abbiamo sognato un arrivo in parata dei due amici-rivali (diventati nel tempo molto più amici, dopo qualche screzio del periodo under 23), perché Visconti era lì al comando della corsa, con 30" sui primi inseguitori e un paio di minuti sul gruppo maglia gialla; e Nibali, che a quest'ultimo gruppo dà il nome, essendo - come tutti sanno - proprio lui la maglia gialla, sarebbe prima o poi partito per staccare i rivali di classifica.
Non ci siamo andati poi lontanissimi, col nostro sogno tutto Sicily-oriented. Purtroppo (per Visconti), Majka l'ha pensata diversamente, è rientrato su di lui ai 4 km, e ai 2.5 ne ha salutato la compagnia, andando a vincere solo soletto la sua seconda tappa nella Grande Boucle. Visconti aveva provato a ragionare d'esperienza, risparmiando qualche energia quando sentiva che Majka si avvicinava, per poi provare a tenere lo scatenato polacco, ma non c'è stato verso di salvarsi.
A quel punto, comunque, visto che Valverde era ben lontano, e che fermare anche Giovanni (come era già stato fatto per Herrada e Izagirre) per aiutare il murciano sarebbe risultato abbastanza superfluo, al tre volte campione italiano su strada non è rimasto altro da fare che portare la bici al traguardo, per completare un secondo posto comunque importante, alla prima partecipazione alla corsa francese.
29" i secondi che hanno diviso Visconti dal vincitore Majka, e 17" quelli che son passati dal suo arrivo al passaggio al traguardo di Nibali, terzo di giornata. Lo Squalo dello Stretto ormai (da giorni) non deve fare più molto per mettere al sicuro la sua vittoria del Tour. Anche se gli imprevisti posson sempre capitare, se il ragazzo qui continua a guadagnare un minuto sul secondo ad ogni tappa importante (oggi "solo" 49" su Valverde), non resta troppo altro da aggiungere.
A Pla d'Adet Vincenzo ha controllato da par suo nella prima metà di salita, quando a lavorare c'erano la FDJ e poi Pinot in prima persona, ma ai 5 km dalla vetta ha voluto far da sé, tirando dritto seguìto dal solo Péraud, e scavando altri significativi solchi tra sé e tutti o quasi i rivali della generale. Il livello di superiorità dimostrato anche oggi è quasi imbarazzante, e la speranza dei tifosi italiani è che pure domani tra Tourmalet e Hautacam la sonata sia simile. Se poi dovessimo ritrovare Visconti ancora in fuga, la sonata diventerebbe all'istante un vero concerto. Per ocarina e scacciapensieri.