Tour de France 2014: Valverde resiste alle alte quote - Disastro Porte, quasi 9' di ritardo
Perduti Froome, Contador e persino Talansky, che sarà ancora giovincello ma ha saputo ribaltare un Delfinato al cospetto dei due sopra citati, per fingere di tenere aperto questo Tour de France (attenzione, abbiamo detto "fingere") ci si è dovuti appellare a nomi che non farebbero, né hanno quasi mai fatto, una buona classifica in un GT neanche sotto tortura.
Vero, tra gli ipotetici sfidanti di Vincenzo Nibali, sempre più padrone del Tour da Sheffield in poi, c'era tal Alejandro Valverde. Lui sì che una Vuelta a España, nel 2009, l'ha vinta, così come al Tour spesso si è classificato nei primi dieci. Senza Contador e Froome, diventava Alejandro il più pericoloso per Nibali, nonostante la generale dicesse che Porte era il più vicino. E tenete a mente questo "era". Valverde ha una squadra più che buona, se lo becchi in giornata può farti passare brutti quarti d'ora. Nemmeno lui però è riuscito a mettere in difficoltà Vincenzo Nibali, anzi, ha finito per buscarle.
Eppure era lui ad andare in testa al gruppetto di chi provava a resistere all'andatura di Kangert, nel frattempo defilatosi. Colpa, o frutto, l'azione di Valverde, del repentino cedimento di Richie Porte. Con il murciano ha provato ad allungare anche Thibaut Pinot, chiaramente interessato a salire sul podio sui Campi Elisi. Niente da fare per loro. Valverde s'è prodotto in un bell'allungo, che sul momento ha spiazzato leggermente Nibali. Niente paura però, il messinese dell'Astana ha saputo tranquillamente riportarsi sul murciano, con Pinot che s'era nel frattempo aggregato. Con Valverde a fare un buonissimo ritmo, Nibali saliva verso Chamrousse fischiettando. Il finale della storia è noto, con Valverde che pagherà 50" alla maglia gialla, Pinot a 53".
Il non colpo di scena, però, c'era stato ad oltre 10 km dal traguardo (ai -12.5, per la precisione). Richie Porte, stamane secondo in classifica a 2'23" da Nibali e divenuto capitano del Team Sky dopo l'abbandono di Froome, arrancava con la zip totalmente aperta. Dava leggermente di spalle e l'agilità non era propriamente nelle sue gambe. Il gruppo dei 21 procedeva con un buonissimo passo, il caldo torrido avrebbe fatto il resto.
Richie dapprima si portava in coda al gruppetto, quindi si staccava, e la Sky metteva il basco Mikel Nieve a sua disposizione, per non perdere un bel quarto d'ora. Il tasmaniano, limiterà i danni con un passivo di 8'48": sinonimo che se prima di oggi nessuno poteva credere in un ribaltone, men che meno da parte di Porte, da domani l'australiano della Sky sarà tranquillamente fuori classifica (è 16° a 11'11" da Nibali). Il suo obiettivo odierno è stato «non abbandonare la corsa», asserisce Porte.
Non è messa come lui, ma poco ci manca, la truppa francese: Bardet è troppo giovane, Pinot è troppo incompiuto, per adesso, Péraud è troppo staccato, Rolland è già troppo fuori classifica. Interessante, nei limiti del possibile, la prestazione di Tejay Van Garderen. Due anni fa fu 5° a oltre 11' da Wiggins, oggi occupa la stessa piazza con un passivo di 5'19". Non s'è troppo staccato in salita, ha perduto solo 1'23" da Nibali ma non ha nemmeno avuto la forza di attaccare, o fingere di farlo.
Come lo statunitense della BMC, mai più tornato ai livelli del 2012 in un GT, anche la coppia Belkin formata da Laurens Ten Dam e Bauke Mollema. Il primo oggi ha tentato un timido attacco ed ha chiuso ottavo a 1'36", il secondo s'è piazzato 13° con 2'09" di ritardo. Per loro la classifica non è chissà che: Mollema è settimo a 6'17", Ten Dam 12° a 9'18". C'è ampiamente spazio per una vittoria, ma le gambe?
In mezzo a costoro stanno benissimo personaggi come l'iridato Rui Alberto Faria da Costa, che verso Chamrousse s'è staccato con Chris Horner per poi precedere il vincitore della Vuelta 2013 di 10". Il portoghese è nono a 8'35", Horner 15° a 10'44". Appena davanti a Rui Costa c'è Jurgen Van den Broeck, che dopo aver tribolato nei primi dieci giorni di Tour, trova il modo di restare tra i principali contendenti ai piazzamenti. In classifica è ottavo a 6'27", nella tappa odierna ha chiuso 12° a 2'09", in un gruppetto comprendente anche Fränk Schleck.
Il Campione del Lussemburgo, oggi 10°, è venuto al Tour per fare classifica ma naviga in 17a posizione con 14' netti di ritardo. Peggio di Porte. In Trek ci si consola con Haimar Zubeldia, 14° a 10'10" da Nibali nella generale, oggi 11° a 2'09" (sempre nel gruppetto di Fränk Schelck, Jurgen Van den Broeck, Bauke Mollema...), da anni sulla cresta dell'onda. Della sua onda, fatta di costanza e nessun picco memorabile, un corridore che nei GT, quando va bene porta a casa la top ten (e buttalo via!).
Domani altra giornata alpina, con arrivo a Risoul dopo la scalata del Lautaret (non così impegnativo) e dell'Izoard, colle mitico e tosto. Il caldo sta facendo strage di contendenti per il podio dei Campi Elisi, e quel che non fa il solleone lo fa Vincenzo Nibali, mai come adesso un sol leone.