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Giro Rosa 2014: Elisa e Marianne, quello è un rosa che attira - Longo Borghini e Vos pensano in grande

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Elisa Longo Borghini e Marianne Vos, le mani sul trofeo © Anton Vos

Compie 25 anni il Giro Rosa, la più lunga ed al contempo impegnativa gara a tappe femminile del calendario internazionale. Dieci giorni di corsa, nove tappe più un prologo, nessuna salita storica (sembra lontanissimo quel 2010 in cui Mara Abbott vinse la sua prima maglia rosa sullo Stelvio) ma ascese che faranno male a tante. Come nel 2013 si partirà dal Sud, precisamente Caserta.

Il prologo serale, che non si effettuava dal 2009 (a Scarperia vinse Kirsten Wild, quest'anno assente), assegnerà la prima maglia rosa, e non è detto che le pretendenti alla vittoria in notturna non possano combaciare con chi la indosserà alla fine.

Dalla Campania alla Lombardia, con l'ultima tappa che si concluderà alla Madonna del Ghisallo, arrivo in salita che già nel 2006 fu decisivo per l'assegnazione della maglia rosa (Edita Pucinskaite la strappò in via definitiva a Nicole Brändli, ma si saliva dal versante più semplice).

Quest'anno difficile che la salita sul Lago di Como decida le sorti della corsa. Più facile che la solita Marianne Vos guadagni terreno nelle prime tappe, a suon di imboscate, abbuoni e volate. Non c'è solo pianura da Caserta al primo tappone da scossa, la Gaiarine-San Fior, salite e discese venete che faranno male: dopo Ca' del Poggio, Piai, Salita dei Carbonai uscirà fuori tutta un'altra classifica generale, ma il bello dovrà ancora venire.

Già il giorno dopo chi avesse perso potrà attaccare verso Teglio, salita posta all'inizio della Aprica-Chiavenna, ma il vero osso duro sarà l'arrivo in salita di San Domenico di Varzo. Già nel 2013 si arrivò qui, vinse la maglia rosa, Mara Abbott. Potrebbe tranquillamente ripetersi ma sarà da valutare quanto darà alle dirette rivali e quanto avrà perso dalle stesse nelle tappe precedenti.

Già, perché scalatrici come lei o Fabiana Luperini (è la plurivincitrice con 5 maglie rosa, a 40 anni va in cerca della sesta) e Francesca Cauz nelle discese non sono note per essere dei veri e propri draghi. Il vero problema sarà la Rabo Liv di Marianne Vos, che oltre alla fuoriclasse olandese porterà in Italia Anna Van der Breggen e Pauline Ferrand-Prévot.

Trio delle meraviglie, hanno alle spalle gregarie solidissime (Slappendel, Brand, Knetemann, Van Vleuten non hanno bisogno di presentazione, mentre la giovane Niewiadoma farà esperienza). All'Emakumeen Bira hanno fatto faville, monopolizzando il podio, e nei Campionati Nazionali hanno confermato l'eccellente stato di forma. È il gruppo Vos l'alternativa (in)credibile ad una terza vittoria di Mara Abbott: con la loro forza, quella Rabo potrebbe arrivare a San Fior con un paio di minuti, se non di più, sulle avversarie, e recuperare a quel punto sarebbe criticissimo.

Tra scalatrici pure (Abbott, Cauz, Luperini, Häusler Lichtenberg, Stevens, Pooley, Guderzo pure se dice di non stare al top) e chi va bene un po' dappertutto come le Rabo girls, c'è Elisa Longo Borghini. Un anno fa era a letto dopo il brutto incidente occorsole al Campionato Italiano. Stagione compromessa, Giro che saltò, tanta rabbia. Quest'anno s'è data un obiettivo tutto rosa: vola in salita, non ha paura delle discese, migliora sempre più sul passo (fresca Campionessa Italiana a cronometro). Se resterà ai ritmi della Vos nella prima parte di Giro, nella seconda, quella più dura, potrebbe gestirsi e puntare a tenere la Abbott in salita. A San Domenico, oltretutto, avrà motivazioni particolari, essendo quella casa sua. Non è la favorita numero uno ma può diventarlo strada facendo, tutta Italia l'aspetta.

Per le tappe che si concluderanno in volata, non più di tre verosimilmente, oltre ad una Vos a caccia d'abbuoni avremo Giorgia Bronzini che vorrà ben figurare. Shelley Olds è l'arma letale della Alé-Cipollini-Galassia, Lucy Garner la 19enne della Giant-Shimano, tanto talento e voglia di imparare. Tagliaferro, Guarischi, Frapporti, Cucinotta e Confalonieri sono le ragazze italiane su cui fare affidamento. Non ci saranno, tra le altre, Rossella Ratto e la freschissima Campionessa d'Italia Elena Cecchini. Motivazione semplice: l'Europeo Under 23 di Nyon coincide con il Giro Rosa (è già successo ma è geniale, vero?), ognuna ha i suoi obiettivi e le due portacolori della Estado de México-Faren vogliono tornare con una medaglia dalla rassegna continentale.

La Cecchini aveva addirittura pianificato di correre una cinquina di tappe, quindi ritirarsi ed andare agli Europei. La gamba era d'accordo, il patron del Giro Rosa, Giuseppe Rivolta, sarebbe stato ben felice di avere al via per qualche tappa la maglia tricolore, ma l'UCI ha detto no, e così in questi giorni si sta allenando in velodromo. Se proprio vogliamo rigirare il coltello nella piaga, fa scalpore notare come l'altra grande corsa a tappe del femminile, il Thüringen Rundfahrt, prenderà il via venerdì 14 luglio, il giorno dopo la fine della corsa rosa.

Tra Europei, Thüringen e Giro Rosa, la scelta è sempre difficile e le squadre si vedono obbligate a smistare qui e là le forze. A fronte di un calendario femminile totalmente folle, consoliamoci con questi dieci giorni in cui quasi tutte le migliori del lotto si daranno battaglia da Caserta al Ghisallo. Abbott favorita ufficiale, Vos che con quella squadra tutto puote. Ed Elisa Longo Borghini che starà a guardare, magari approfittando delle debolezze dell'una e dell'altra. Sarà divertente scoprirlo.

Francesco Sulas

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