Doping&Antidoping: Diego asmando, amara dopa - Salbutamolo al Giro per Ulissi: sospeso
Versione stampabileOh, no! Anche per questo 2014 il ciclismo italiano ha il suo bravo caso doping a sensazione. Esattamente come l'anno scorso (con Di Luca e Santambrogio), è un caso che emerge dal Giro d'Italia, e stavolta riguarda uno dei più promettenti corridori azzurri, Diego Ulissi.
Il fatto di aver visto questo scadente film già centinaia di volte (oddio, magari son solo decine, ma sembrano lo stesso centinaia...) ci permette di prevedere purtroppo un andazzo che, a spanne, si protrarrà per molti mesi, e dopo un estenuante tira&molla giudiziario-sportivo, si concluderà comunque (al 99%) con la squalifica del corridore. Verrebbe da dire: tanto vale, caro Diego, prenderti subito lo stop e attendere sereno il ritorno alle gare.
La sostanza rilevata dai test dello scorso 21 maggio (giorno della Collecchio-Savona, 11esima tappa della corsa rosa) è il famigerato salbutamolo. Non famigerato in quanto sostanza dopante di chissà quale valenza, quanto perché abbiamo avuto a che fare già in passato con esso: tutti ricordano la vicenda che portò alla sospensione di Alessandro Petacchi, trovato anch'egli positivo al salbutamolo, e giustificatosi con le stesse ragioni addotte oggi da Ulissi: l'asma, l'uso del Ventolin (farmaco che contiene la sostanza in questione), e la difficoltà a spiegare quelle concentrazioni eccessive nelle urine («L'atleta stesso e lo staff medico del team intendono approfondire i motivi per cui nelle urine sia stata riscontrata una così abnorme ed elevata presenza di salbutamolo, a fronte di due sole inalazioni effettuate», recita il comunicato della Lampre).
Nel caso del livornese parliamo di 1900 nanogrammi per millilitro, laddove il limite per l'uso consentito del Ventolin è di 1600 ng/ml (e tale limite venne stabilito proprio dopo la vicenda Petacchi, mentre in precedenza il salbutamolo era vietato tout-court). Ulissi aveva la prescrizione medica per due spruzzi (200 ng) nella fase pre-gara, da 200 a 1900 nanogrammi c'è un'evidente distorsione le cui ragioni verranno approfondite («Ulissi respinge con fermezza l'ipotesi di assunzione esogena di una tale quantità di salbutamolo e ha deciso di avvalersi della possibilità, prevista dai regolamenti WADA e UCI, di sottoporsi a uno studio di escrezione urinaria controllato in relazione alla sostanza salbutamolo», ancora dal comunicato Lampre).
Il gioco delle parti è insomma pronto all'ennesima danza, a noi spettatori non rimarrà che assistere alle pubbliche accuse e alle conseguenti difese, consci che la punizione del nuovo "reo" non sposterà di una virgola, né di qua né di là, quel che concerne l'eterna lotta tra doping e antidoping. Anche per questo motivo sopraggiunge una sorta di saturazione: quando di un argomento hai già sviscerato ogni tematica, e quando hai avuto esperienza di ogni possibile eventualità nell'ambito in questione, non resta molto da voler dire.
A parte, naturalmente, segnalare che la sospensione (già attiva per la Lampre, in base ai regolamenti interni del team) non è che necessariamente debba andare ora ad inficiare i bei risultati ottenuti dal livornese al Giro (due tappe vinte a Viggiano e a Montecopiolo).
Per il resto, a cosa gioverebbe fare ipotesi, costruire teorie, giustificare il ragazzo (qualcosa è andato storto nell'assunzione del Ventolin, o il controllo è stato fallace?) oppure gettargli la croce addosso (è stato comunque sventato, è giusto che venga squalificato per un tot, il salbutamolo preso in grandi dosi ha comunque un effetto anabolizzante)? A nulla, non gioverebbe proprio a nulla. E allora restiamo in attesa degli eventi, nella speranza che la squalifica - qualora venissero confermati i risultati anche nelle controanalisi, e qualora la sospensione venisse effettivamente comminata - non sia troppo pesante, e nella consapevolezza che, in questa storia, almeno una consolazione la si può trovare: e cioè che in questi giorni, con gli italiani tutti presi nei processi alla nazionale di calcio, questa positività passerà forse più inosservata rispetto ad altre del passato.