Giro dell'Appennino 2014: Adesso Colbrelli non si ferma più - Sonny vince in volata su Bole e Rubiano
- Giro dell'Appennino 2014
- Bardiani Valvole - CSF Inox 2014
- Neri Sottoli - Yellow Fluo 2014
- Alessio Taliani
- Eduard Michael Grosu
- Franco Pellizotti
- Grega Bole
- Ivan Balykin
- Louis Meintjes
- Matteo Rabottini
- Mauro Finetto
- Merhawi Kudus Ghebremedhin
- Miguel Ángel Rubiano Chávez
- Robinson Eduardo Chalapud Gómez
- Rodolfo Andrés Torres Agudelo
- Sonny Colbrelli
- Uomini
Gli serviva una vittoria per sbloccarsi e così è stato: quattro giorni fa Sonny Colbrelli era riuscito a centrare la prima vittoria individuale in carriera dopo due anni e mezzo pieni di piazzamenti, oggi il 24enne bresciano della Bardiani CSF ha subito centrato la seconda andando ad imporsi sul traguardo di Genova nella 75esima edizione del Giro dell'Appennino. La sensazione che da un momento all'altro potesse esplodere un nuovo Colbrelli era nell'aria da tempo dopo la vittoria nella 2a tappa del Giro di Slovenia ha promesso di non fermarsi più: dopo il successo al Giro dell'Appennino è stato lo stesso Colbrelli a paragonare la sua situazione a quella di Sacha Modolo, suo ex compagno di squadra e corridore con cui è stato protagonista nei finali di molte corse.
Superata un'edizione 2013 abbastanza sottotono, il Giro dell'Appennino quest'anno s'è ricollocato in calendario come ultimo test prima dei vari campionati nazionali e ha proposto diverse novità nel percorso: fortissimo il legame della corsa con il ricordo della resistanza partigiana con passaggi a Bosio per i 70 anni della Strage della Benedicta, sul Passo del Turchino e soprattutto sull'inedito versante di Cravasco del Passo della Bocchetta, una salita sempre impegnativa ma più regolare e senza quelle rampe terribili oltre il 10% che in passato hanno fatto grande selezione. L'arrivo nel centro di Genova invece era già stato proposto in passato e probabilmente lo vedremo anche in futuro: la risposta del pubblico sul rettilineo d'arrivo è stata molto positiva e di questi tempi è già tanto.
In partenza ci sono state subito un po' di scaramucce, ma la prima vera fuga è partita dopo 45 chilometri: i primi ad uscire dal gruppo sono stati Ivan Balykin (RusVelo) e Rodolfo Torres (Colombia) che sono stati poi raggiunti dal romeno Eduard Michael Grosu (Vini Fantini). Il terzetto di battistrada ha toccato un vantaggio massimo di appena 3'30" perché squadre come Bardiani, Neri Sottoli e Meridiana non hanno voluto lasciare spazio. In totale i fuggitivi hanno avuto un'ottantina di chilometri di gloria perché il gruppo non ha voluto correre il rischio di sbagliare i conti e s'è rifatto sotto proprio ai piedi della nuova Bocchetta, a circa 60 chilometri dal traguardo.
In salita a fare esplodere la corsa è stato Matteo Rabottini dopo un bel lavoro dei compagni di squadra: a ruota del corridore della Neri Sottoli s'è portato subito l'eritreo Kudus e poi anche Chalapud, Finetto e Firsanov. La nuova ascesa della Bocchetta, con la complicità anche del vento, s'è rivelata meno selettiva e così in testa alla corsa s'è formato un drappello di 14 unità: sulla spinta di Rabottini è nato un nuovo tentativo con Kudus, Zilioli, Firsanov (primo al gpm della Bocchetta) e uno sfortunato Finetto che in discesa ha forato e s'è trovato costretto ad inseguire. In discesa però i 14 battistrada si sono ricompattati ed in prossimità dello scollinamento della terza salita di giornata, il Passo della Castagnola, sono rientrari da dietro altri 10 uomini trainati da un'ottimo Franco Pellizotti.
A questo punto della corsa è salita in cattedra la Bardiani CSF che aveva davanti quattro uomini come l'Androni, ma uno si chiamava Sonny Colbrelli e un altro Enrico Battaglin: erano solo i capitani designati per questo Giro dell'Appennino e dopo essere saliti con il proprio ritmo sulla Bocchetta si sono ritrovati ad essere i più rapidi del gruppo di testa assieme a Finetto e allo sloveno Bole. La Bardiani s'è ritrovata quindi nella posizione di poter gestire la corsa a proprio piacimento anche perché una volta superata la tenera salita dei Giovi restavano solo discesa e pianura per arrivare al traguardo.
Gli uomini di Reverberi anziché tirare a tutta per portare questi 24 uomini fino al traguardo hanno scelto un ritmo regolare per non rischiare di esporsi ai contrattacchi dei rivali. Da dietro quindi sono riusciti a rientrare altri corridori e paradossalmente la situazione in casa Bardiani è migliorata ancora perché il primo a ricongiungersi al primo gruppo è stato un generosissimo Stefano Pirazzi che è riuscito a fare tutto da solo. A 20 chilometri dal traguardo il primo gruppetto s'è infoltito ancora di più fino a contare una quarantina di uomini: mai nei 75 anni di storia del Giro dell'Appennino erano arrivati così tanti corridori a giocarsi il successo negli ultimi chilometri di corsa.
Nel finale il percorso non offriva di certo appoggi per grandi invenzioni, ma qualcuno ha comunque provato ad evitare lo scontatissimo arrivo a ranghi compatti: ai meno cinque c'è stato un tentativo di Meintjes e Taliani che ha toccato al massimo 7" di margine, poco prima dell'ultima cronometro poi è stato il turno di Pellizotti, Tedeschi e dello scatenato Rabottini ma la Bardiani ha fatto buona guardia e non ha lasciato andare via nessuno grazie ad un eccellente lavoro di Pagani, Pirazzi e Zardini in particolar modo.
La volata sul rettilineo in leggera salita di Via XX Settembre non ha avuto praticamente storia: la RusVelo ha tentato di partire lunga con Pomoshnikov e Lagutin, ma su un traguardo con queste caratteristiche non può che vincere il più forte e Colbrelli s'è imposto con un margine nettissimo davanti allo sloveno Grega Bole, secondo e soddisfatto del risultato perché anche lui ha ricosciuto dopo il traguardo che oggi di più non avrebbe potuto fare. Anche Bole, come Colbrelli, sta vivendo un'annata molto ricca di piazzamenti ma lui a differenza del bresciano ha già vinto tre volte prima di oggi: il 28enne della Vini Fantini ha iniziato tardi la stagione visto che è stato ingaggiato solo a marzo ma l'inverno passato a fare sci di fondo ha dato i suoi frutti e adesso sta sparando le ultime cartucce dopo un periodo molto intenso con competizioni in Asia ed Europa.
Sul terzo gradino del podio è salito il colombiano Miguel Ángel Rubiano che è riuscito a dare uno squillo dopo un periodo di non ottimi risultati in seguito al successo nel campionato colombiano; buoni piazzamenti anche per Simone Ponzi, quarto, e Andrea Pasqualon, quinto, mentre la top10 è stata completata nell'ordine da Lagutin, Battaglin, Parrinello, Taborre e Pomoshnikov.
Dopo questo doppio successo Sonny Colbrelli ha subito un altro obiettivo in testa che si chiama Campionato Italiano: se sarà in giornata come era oggi e se sarà supportato ancora da una squadra in stato di grazia la maglia tricolore non sarà certo un'utopia. Intanto da Genova è partita la rincorsa di Colbrelli anche ad un'altra maglia, una tinta d'azzurro: dopo il Campionato Italiano, infatti, Sonny staccherà per un breve periodo per poi ripresentarsi in gruppo nelle corse di agosto con il sogno di conquistarsi un posto per il Mondiale spagnolo di Ponferrada.