Giro di Svizzera 2014: Verbier, volant Chaves e Martin - Il colombiano vince, il tedesco si difende. Domani tappa decisiva
- Tour de Suisse 2014
- AG2R La Mondiale 2014
- BMC Racing Team 2014
- Garmin - Sharp 2014
- Lampre - Merida 2014
- MTN Qhubeka 2014
- Movistar Team 2014
- Omega Pharma - Quick Step 2014
- Team Europcar 2014
- Team Giant - Shimano 2014
- Team Sky 2014
- Wanty - Groupe Gobert 2014
- Bauke Mollema
- Björn Thurau
- Christian Knees
- Danilo Wyss
- Davide Formolo
- Grégory Rast
- Johan Esteban Chaves Rubio
- José Joaquín Rojas Gil
- Laurens De Vreese
- Louis Meintjes
- Mathias Frank
- Nathan Brown
- Roman Kreuziger
- Rui Alberto Faria da Costa
- Sébastien Minard
- Tom Dumoulin
- Tony Martin
- Uomini
Un giovane colombiano, casualmente nato nel 1990 (e di nome non fa Nairo), vince tanto, tantissimo. Il Tour de l'Avenir a 21 anni, poi alla prima stagione da pro', nel 2012, non fatica troppo, ma si prende sia una tappa della Vuelta a Burgos (arrivo in salita di Lagunas de Neila, duello con il connazionale Sergio Henao vinto) che il Gran Premio Città di Camaiore.
Il 2013 dovrebbe essere la stagione della vera svolta, ma succede quello che può succedere ad ogni ciclista. Cade, e fin qui. Esteban Chaves cade a Laigueglia e riporta: frattura scomposta della clavicola destra, frattura della rocca petrosa sinistra, dello zigomo, del seno mascellare e dello sfenoide destro, oltre a compressioni polmonari, diverse abrasioni e probabili infrazioni costali. Non solo, bisogna ricostruire due nervi del braccio destro che si erano lesionati, il braccio non lo userà mai più come prima ma solo al 70%.
Un ragazzo distrutto in ogni senso, visto che quella stagione la perde totalmente. Chi potrebbe credere in un talento sfasciato in tre, in quattro, dalla sfortuna? L'Orica-GreenEDGE, squadra australiana lungimirante. Puntano a due cose: accaparrarsi i migliori giovani del panorama ciclistico internazionale e far crescere i loro giovanotti. Ah, c'è anche un terzo obiettivo: vincere.
Esteban Chaves, dopo il 2013 da dimenticare, approda così all'Orica, e non pare andar malaccio. Mentre i colleghi corrono il GIro d'Italia lui viene dirottato in California. Sarebbe un peccato, per un colombiano, saltare un Giro dominato appunto dai colombiani. Chaves però corre un bel Tour of California. Chiude al settimo posto e vince anche, a Mountain High Resort, arrivo in salita. È tornato.
Al Tour de Suisse che tra oggi e domani dovrebbe decidersi non s'era visto troppo, ma oggi ha rimediato con gli interessi. Uno scatto a 500 metri dallo scollinamento, il ritmo troppo alto per tutti, figuriamoci per il giovane eppur bravissimo Davide Formolo. Kreuziger e Mollema si coalizzano, allungano, tentano di riprendere il colombiano, ma lo sforzo è vanificato dalla gamba di Chaves.
Vittoria di peso, per Esteban. Una notizia è questa, l'altra è che Tony Martin, in giallo e da staccare su salite pur non troppo severe come queste, tiene botta alla grande ed ora un pensiero al Tour de Suisse, un pensiero più che serio, ce lo fa volentieri.
Da Delémont a Verbier ci sono 219.1 km e due salite: la prima è quella che porta a Vollege, un terza categoria abbordabilissimo, la seconda è quella posta immediatamente prima di Verbier, a 1800 dal traguardo. la fuga va via già nei primissimi chilometri, con José Joaquín Rojas (Movistar), Christian Knees (Team Sky), Gregory Rast (Trek) e Danilo Wyss (BMC) a comandare. Vengono presto raggiunti da Laurens De Vreese (Wanty-Groupe Gobert), Sébastien Minard (AG2R La Mondiale) e Nathan Brown (Garmin-Sharp).
Il gruppo sulle prime tiene i fuggitivi lì a pochi secondi, poi dà il via libera e così dopo 20 km i sette hanno più di 3'. Il vantaggio massimo viene raggiunto al km 119, con 7'15" da colmare per il plotone. A 30 km dall'arrivo i minuti di margine scenderanno drasticamente a 4'40". La tappa entra nel vivo ai -13, con la salitella di Vollege. I fuggitivi hanno 1'25" sul gruppo tirato dalla IAM Cycling di Mathias Frank, Wyss e Rojas allungano, con l'iberico della Movistar che transita per primo al Gpm.
Nella discesa il gruppetto si ricompone e quando si sale verso Verbier, su uno stradone ampio e mai eccessivo dal punto di vista delle pendenze, il plotone della maglia gialla è a 46" di distacco. Mentre la IAM si toglie dalle prime posizioni, tra i fuggitivi allunga Nathan Brown, subito ripreso e superato da Danilo Wyss. Mentre Wyss comanda con un pugno di secondi su Brown e Rojas, dietro il gruppo sale con 56" di distacco. Nessuna accelerazione particolare, Tony Martin non chiedeva altro.
Quando dal gruppo esce Björn Thurau, miglior scalatore della corsa ed evidentemente a caccia di punti, siamo ai -6.5. Lo segue il sudafricano della MTN Qhubeka Louis Meintjes, classe '92. Per un po' sale appaiato a Thurau, poi dal gruppo esce, con un attacco telefonatissimo, Mathias Frank. Non fa il vuoto, chiaramente, ma Thurau e Meintjes vengono riassorbiti. La maglia gialla di Tony Martin è sempre in seconda o terza ruota, i Belkin di Bauke Mollema capiscono che bisogna pur metterlo in difficoltà, questo tedesco. Si piazzano in testa e scandiscono un ritmo deciso, ma non impossibile. Molti dietro perdono contatto, Martin è costantemente in seconda ruota. No, ci vuole di più.
Ci vuole uno scatto da colombiano come quello di Esteban Chaves, che a 500 dal Gpm se ne va in progressione. Davide Formolo, classe '92, nei giorni scorsi votato ala causa di Peter Sagan, non si fa cogliere di sorpresa e con un po' di fatica si riporta su Chaves. Il ritmo del colombiano dell'Orica è però eccessivo ed il veronese della Cannondale è costretto ad alzare bandiera bianca, a salire del suo passo. Prova incoraggiante, la sua, dal momento che con i grandissimi calibri non s'era mai confrontato.
Mentre Chaves prosegue nell'azione e Formolo respira, da dietro partono Bauke Mollema e Roman Kreuziger. Guadagnano subito, ma Tony Martin non si fa intimorire e resta con il primo gruppetto, quello con tutti i migliori. Kreuziger e Mollema si danno i cambi per provare a guadagnare il più possibile, agganciando magari Chaves. Il colombiano però è in vista del traguardo e può esultare tranquillamente. A 3" Kreuziger precede Mollema, a 16" un ottimo Eros Capecchi, a 17" Janier Acevedo, Philip Deignan, Tony Martin, un immenso Davide Formolo, Rui Costa e Mathias Frank.
La classifica generale, nonostante la salita non sia propriamente il terreno di caccia di Tony Martin, sorride al tedesco dell'Omega Pharma-Quick Step, che mantiene la maglia gialla. Non solo, con il secondo in classifica, Tom Dumoulin, che perde 40" da Chaves e 23" dal gruppo Martin, la maglia gialla di Tony pare sempre più al sicuro: se ieri l'olandese della Giant-Shimano era lontano solo 28" da Martin, oggi è a 51", troppi. Terzo posto per Rui Costa, a 1'05", poi Mathias Frank a 1'14", Bauke Mollema a 1'41", Davide Formolo a 1'47", Roman Kreuziger a 1'50" (si starà mangiando le mani dopo i secondi preziosi persi nella crono di ieri...), Janier Acevedo a 2'07", Eros Capecchi a 2'29", Cadel Evans a 2'30".
Domani è il giorno della verità: 156.5 km da Martigny a Saas-Fee, arrivo in salita. Prima però non ci sarà un agevole fondovalle, ma le salite di Veysonnaz (prima categoria), St. Martin (seconda categoria, il nome porterà bene alla maglia gialla?) ed Eischoll (altro colle di prima categoria). La salita finale termina a 800 metri dal traguardo di Saas-Fee, 1807 metri s.l.m.
Chi vorrà attaccare Tony Martin dovrà farlo in modo deciso, non se ne esce. Altrimenti finirà che il più forte cronoman in circolazione si porterà a casa due tappe e la maglia gialla. Obbligati ad attaccare ed a tener d'occhio Esteban Chaves, il giovane talento caduto, dato per quasi perso, infine risorto. E adesso ci sta prendendo gusto.