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Giro di Svizzera 2014: Premiata ditta Martin-Trentin - Trenata di Tony e gran vittoria di Matteo. A podio Bennati e Gavazzi

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A Delémont esulta Matteo Trentin. Battuti Daniele Bennati e Francesco Gavazzi © BettiniphotoLa grande squadra fa grande il corridore o viceversa? Bella domanda. Perché se è vero che quando un giovanotto passa all'Omega Pharma Quick Step il giorno prima di compiere 22 anni, e lì resta fino ad oggi, imparerà molto, ma avrà possibilità di fare la sua corsa infinitamente minori. A Matteo Trentin, passato stagista all'allora Quickstep - era il 1° agosto 2011 - è sempre importato imparare dai grandi: Tom Boonen prima, Mark Cavendish poi, passando per Levi Leipheimer, Zdenek Stybar, Tony Martin, Gert Steegmans, Sylvain Chavanel e tanti altri.

Passare dalla vittoria al Liberazione all'esordio in quella squadra all'Eneco Tour non sarà stato facile, eppure Trentin non ha mai palesato difficoltà. Non troppe, almeno. Da buon uomo del Nord (sempre nel 2011 fu 5° al Fiandre Beloften), non poteva che finire da Patrick Lefévère, a fare il gregario per Boonen e soci. Intanto però Trentin imparava, ogni tanto si piazzava, rischiava di finire la prima Sanremo della carriera, quella del 2012, con i primissimi, se una caduta non l'avesse messo fuori gioco proprio negli ultimi metri.

Cresceva e faceva le prove, Matteo da Borgo Valsugana, classe '89. Era tra i più contesi per le corse del Nord (e non) da Boonen, che a 23 anni non è proprio poca roba. Arrivava per forza la prima vittoria da pro'. E non alla corsetta di paese ma al Tour de France, tappa di Lione, la numero 14: fuga e volata ristretta, Trentin entra e regola. Viene dal ciclocross, ogni tanto in inverno porta la divisa Omega Pharma sui campi infangati, ma ormai il suo habitat naturale è l'asfalto, con più di qualche puntata sul pavé (l'OPQS fondamentalmente basa la sua stagione sulle corse del Nord).

Tanto generoso nel servire i capitani durante le stagioni, Matteo Trentin s'è visto oggi ricambiare il favore. Nelle vesti del gregario non c'era lui, ma la maglia gialla, che è incidentalmente pluri campione del Mondo a cronometro. Sì, quel Tony Martin lì dà l'ultima, decisiva trenata. Trentin soffre e stringe i denti. Con il duo OPQS Francesco Gavazzi, Daniele Bennati, Ben Swift, Sergio Henao e Peter Sagan.

Gli altri cedono e serve un Rui Costa in versione turbo per portare sotto il gruppo in cui è rimasto Sacha Modolo. Trentin, dopo aver vissuto a ruota di Martin 2 km di passi(st)one, prende la volata in testa. Vano il recupero di Bannati, così come quelli di Gavazzi e Swift, Trentin può esultare, abbracciare Tony Martin (più di metà vittoria è sua), affermarsi sia come gregario, ormai di lusso, che come uomo su cui poter tranquillamente puntare.

Sesta tappa, 192.8 km da Büren an der Aare a Delémont: frazione mossa, quattro Gpm, ma le montagne vere arrivano tra due giorni. Non prendono il via Matthew Goss e Niki Terpstra mentre abbandoneranno strada facendo Kenny Dehaes, Ruslan Tleubayev, Jaroslaw Marycz e Moreno Moser. Stagione sempre più difficile quella del trentino della Cannondale. Subito in fuga Michael Albasini, Jacopo Guarnieri, Jonathan Fumeaux, Jaco Venter e Vladimir Isaichev, con Danilo Wyss a 40". Non raggiungerà mai la testa della corsa.

Cade Fumeaux, che deve così salutare i compagni di fuga: restano davanti Guarnieri, Venter, Isaichev ed Albasini, gruppo a 3'20". Vantaggio massimo raggiunto dai fuggitivi: 3'52" dopo 73 km di gara. Quando iniziano le salite la Sky di Henao e Swift, l'uomo per il quale si corre oggi, si piazza in testa facendo un ritmo forsennato. Il Col des Rangiers non sarà il Furka ma con gli Sky a menare si staccano in tanti. I fuggitivi vengono ripresi ai -37, sul Gpm scatta Warren Barguil, alla faccia di chi gli vuole male (cioè la sua stessa squadra, la Giant-Shimano, che non lo porterà al Tour. Il francese non l'ha presa proprio benissimo).

Björn Thurau va a racimolare quei punti che servono per tenere la maglia di miglior scalatore mentre Barguil rischia nella discesa e guadagna 20", non di più. Barguil però non può pretendere di arrivare al traguardo, visto che si deve affrontare ancora la veloce salita di Le Rond-Pré. È un terza categoria, ma è pur sempre una salita in cui il singolo viene inseguito dalla Sky, ricompattatasi in testa al gruppo. Alza bandiera bianca, mentre il gruppo sale a 40 km/h.

Ai -15, quando lo scollinamento è vicino, gli Sky si fanno repentinamente da parte e allora si lancia Laurent Didier, lussemburghese della Trek. La IAM chiude e si porta in testa al gruppo appena la strada spiana, l'attacco di Matthias Frank ai -12 non è il massimo dell'efficienza. Tutto il contrario quello di Peter Sagan, partito 500 metri dopo lo svizzero, avvantaggiatosi in discesa. Il gruppo è però lì dietro, sempre tirato dagli uomini Sky. Sagan si rialza, esce Burghardt e raggiunge Sagan, che gli salta a ruota, ma il ricongiungimento avviene ai -3.

Passa un chilometro e la maglia gialla di Tony Martin si porta in testa. Alla sua ruota c'è Matteo Trentin, il campione tedesco si volta e fa un cenno al trentino: fidati, seguimi e vedrai. Trentin si fida, Martin tira così forte che si forma un buco. Restano davanti lui, Trentin, Swift, Bennati, Sagan, Gavazzi ed Henao. L'iridato Rui Costa dà l'anima per riportare davanti il vincitore di ieri, Sacha Modolo, che si rivede in testa quando ormai la volata è lanciata.

Davanti, al centro, Matteo Trentin, con Daniele Bennati che prova a uscire a sinistra, mentre Francesco Gavazzi e Ben Swif battagliano poco dietro, sulla sinistra. Trentin però ormai è lanciato e può esultare. Alle sue spalle podio tutto italiano con Bennati e Gavazzi, quindi Swift e Sagan. Sesta piazza per Modolo, con Rojas che segue, poi Dillier, Henao e Van der Sande.

Classifica generale invariata alla vigilia della cronometro, con il grande favorito di domani, Tony Martin, che comanda sempre con 6" su Tom Dumoulin e 10" su Sagan. A 17" Mollema, a 23" Slagter, a 27" Formolo e Ion Izagirre, a 28" Kreuziger, a 29" Frank, Cattaneo e Kennaugh. Domani settima tappa, la crono di Worb: 24.5 km non piatti piatti, ma in cui un Tony Martin così, dopo aver servito in modo impeccabile Matteo Trentin, potrà scavare dei bei distacchi.

Francesco Sulas

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