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Giro d'Italia 2014: Nairo vince, Aru fa sensazione - Cronoscalata strepitosa del sardo: 2° dietro a Quintana, riagguanta il podio

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Nairo Quintana, vincitore della cronoscalata del Monte Grappa © Bettiniphoto

Chissà se in futuro ricorderemo questa cronoscalata del Grappa come uno dei primi faccia a faccia tra Nairo Quintana e Fabio Aru. Cauti, ragazzi, cauti. Non corriamo. Magari è un risultato, quello maturato oggi nella terzultima tappa del Giro d'Italia, destinato a rimanere isolato, senza un domani... ma magari lo andremo a cercare quando, tra 5 o 10 anni, dovremo ricostruire le tappe di una rivalità esplosa proprio durante la corsa rosa 2014... Calma, polsi in acqua fredda, non precorriamo i tempi... La tentazione è forte. Ma dobbiamo tenere i piedi per terra. Un passetto alla volta. Ma come resistere?

In una delle frazioni decisive del Giro, una di quelle attese per dirimere la battaglia per la rosa, alcune risposte sono arrivate. La prima e più importante già la immaginavamo, ora giunge la conferma: Nairo Quintana, vincitore anche sul Grappa, porterà quasi certamente la maglia fino a Trieste. La seconda, quella relativa alla lotta per il podio, si arricchisce di una straordinaria prestazione di Fabio Aru. Primo e secondo in cima, i due ragazzi del futuro. Divisi da appena 17"; tra loro e tutti gli altri, un abisso.

È questa superiorità condivisa, oggi, che ci fa lustrare gli occhi immaginando il domani. E anche se - va bene - per ora lasciamo a bagnomaria i voli pindarici, i numeri della cronoscalata sono freddamente impietosi (per gli altri). Nairo ha chiuso la sua prova col tempo di 1h05'37". Appena sesto al primo intertempo (al quale è rimasto in testa fino alla fine Patrick Gretsch, poi naufragato in salita), il colombiano ha operato un laboriosissimo cambio di bici (comprensivo anche di cambio di casco, una novità a questi livelli) quando la strada ha preso a salire, ma in poco più di 10 km ha poi azzerato il gap da tutti quelli che lo precedevano, passando in testa al secondo intertempo, al km 19.

Già lì si è capito che la lotta sarebbe stata tutta tra Nairo e Fabio. Il sardo era andato ancora peggio all'intermedio dei 7.5 km (17esimo a 54" da Gretsch, a 32" da Urán secondo, a 16" dallo stesso Quintana), ma poi ha innestato in salita una marcia impressionante. Ai due terzi della prova, quindi, la maglia rosa guidava con appena 8" sul capitano dell'Astana, ma quest'ultimo era stato il più veloce della prima metà di salita (coperta in 31'51" contro i 31'59" di Quintana, i 32'39" di Rolland, i 32'51" di Urán, i 33'06" di Pozzovivo, autore di una discreta prova).

Mentre Urán, superato nei tempi da Quintana, vedeva sfumare l'idea di riavvicinare - grazie alla prova contro il tempo - il connazionale, allo stesso modo Rolland si rendeva via via conto che non sarebbe stato per niente facile difendere il gradino più basso del podio dall'assalto di Aru. Appena 2" separavano i due alla vigilia; con lo stesso tempo in classifica di Fabio c'era anche il polacco Majka, che però oggi è stato brutalizzato dal sardo: partito 3' dopo Rafal, Aru l'ha raggiunto e superato senza pietà lungo il Grappa, spingendolo fuori dalla lotta.

Anche Pozzovivo era in corsa per agguantare il podio (era a 23" da Rolland), e probabilmente fino al secondo intermedio era anche consapevole di poter resistere bene per poi provare a dire la sua domani sullo Zoncolan: quinto al rilevamento (a 1' da Quintana, a 52" da Aru, a 24" da Urán, a 9" da Rolland), teoricamente il lucano avrebbe potuto rimontare nel finale. Ma l'ultimo tratto ha dilatato le distanze in favore di chi già era avanti, e il discorso si è ridotto ai due dominatori della tappa.

Quintana, sentendo a un certo punto che Aru era dato in ulteriore rimonta, ha alzato il ritmo proprio nei 3 km finali, riprendendosi quello che aveva ceduto all'avversario nella prima parte della scalata, e chiudendo col miglior tempo l'ultimo tratto (23'04" contro i 23'13" di Aru, i 23'54" di Urán, i 24'10" di Rolland, i 24'28" di Pozzovivo) e con esso la crono tutta. All'arrivo, come detto, Nairo ha preceduto di 17" Aru, autore in definitiva di una prestazione eccezionale, e non del tutto prevista da molti che tendevano a sottovalutare il sardo. La risposta dello scalatore di Villacidro è stata fragorosa; alle spalle dei due dominatori, hanno chiuso nell'ordine Urán a 1'26", Rolland a 1'57", Pozzovivo a 2'24".

Sesto di tappa un ottimo Pellizotti, a 3'22" e davanti a Majka (settimo a 3'24"), all'ancora sorprendente Sebastián Henao (ottavo a 3'48"), a Tim Wellens (nono a 4') e a un bravo Dario Cataldo (decimo a 4'10"). La classifica prodotta dalla cronoscalata avrebbe tutti i crismi della definitività, se non fosse che domani c'è ancora una tappetta così così, diciamo... Quintana difenderà sullo Zoncolan 3'07" su Urán, 3'48" su Aru, 5'26" su Rolland, 6'16" su Pozzovivo, 6'59" su Majka. Evans, nonostante una prova non esaltante (chiusa all'undicesimo posto a 4'26" dal primo), risale fino alla settima posizione (a 9'25"), con Kelderman ottavo a 9'29", Hesjedal nono a 10'11", e Kiserlovski a chiudere la top ten, inattaccabile a 13'59" (l'undicesimo, Vuillermoz, è a 22'33").

Una vittoria certamente voluta e cercata, per Quintana, ma più perché il terreno lo chiamava a grandi cose, che non per rispondere alle critiche relative alla tappa dello Stelvio. Critiche che ancora proseguono, visto che ancora oggi Giuseppe Martinelli, direttore sportivo di Aru, si lamentava di quella discesa della discordia. I due corridori, da parte loro, hanno avuto un avvicinamento (dopo l'equivoco della mano non stretta da Fabio a Nairo l'altro giorno), si sono abbracciati, e di sicuro il sardo non si dovrà lamentare - un domani - se avrà chiuso sul podio un Giro vinto da Quintana: sarà un risultato di assoluto pregio e prestigio.

Marco Grassi

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