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Giro d'Italia 2014: Rolland agguanta il sospirato podio - Ma Aru, Majka e Pozzovivo sono vicini | Cicloweb

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Giro d'Italia 2014: Rolland agguanta il sospirato podio - Ma Aru, Majka e Pozzovivo sono vicini

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Ottimo Giro d'Italia fino ad ora per Pierre Rolland © Bettiniphoto

Doveva essere il punto di riferimento dei francesi per le gare a tappe, Pierre Rolland. La promessa che rimane eterna e più di qualche affermazione non coglie. Affermazioni notevoli, certo, perché quando vinci in solitaria all'Alpe d'Huez, e sei il primo transalpino a farlo, 25 anni dopo un certo Bernard Hinault, non si tratta di una combinazione. Se poi ti affermi anche a La Toussuire, sempre al Tour, nel 2012, con Nibali, Froome e Wiggins a darsi battaglia là dietro, la portata dell'impresa cresce.

Eppure Rolland non ha mai spiccato quel volo in grado di portarlo sul podio di un GT, o di pensare solamente di vincerlo. Anche perché finora il classe '86 di Gien, Loiret, si è concentrato solamente sul Tour. Maggior visibilità, certo, ma anche livello dei partecipanti più elevati. Difficile emergere se non sei un fenomeno. Anche partendo da queste (amare) riflessioni, la prima partecipazione di Rolland al Giro sembrava più per onor di firma, per fare la gamba in vista del Tour, non certo per correre con il coltello tra i denti. Invece ha smentito tutti.

Forte di una condizione invidiabile da buona parte del gruppo, Rolland non ha risparmiato attacchi in salita, fughe da lontano, non s'è preoccupato quando vedeva che in salita era possibile restare con i migliori. L'inizio del Giro, con la sciagurata e bagnata cronosquadre di Belfast (Europcar penultima a 1'48" dall'Orica, solo i caduti della Garmin fecero peggio) non lasciava presagire nulla di buono per il galletto vestito di verde. Quello che un tempo, sempre al Tour, portava la maglia bianca di miglior giovane, ma adesso le primavere avanzano. Non sempre è un male.

Rolland è maturato, fisicamente e mentalmente: ha capito che un GT non lo potrà vincere mai, forse, ma provare non costa nulla. E dopo la cronosquadre, è sempre stato più avanti possibile. All'attacco, ha risalito a poco a poco le posizioni della generale. Stasera è sul podio, ma il capolavoro lo compie sulla Stelvio, in discesa nel panico generale è lui, con Sicard, che si porta davanti, in scia alle famigerate moto. Quintana e Gorka Izagirre non faranno altro che seguirlo, così Hesjedal e Rabottini. Rolland, insieme ad Hesjedal, sarà l'ultimo a cedere alle pedalate di Quintana in Val Martello.

Le polemiche post Stelvio, tutte indirizzate più a Movistar che a Europcar, non hanno fatto altro che creare un tacito accordo tra le due formazioni. La squadra francese, prima dell'inizio della salita verso il Rifugio di Panarotta, ha fatto un bel forcing, proseguito in salita. Evans è 3° nella generale, Rolland a 5" da Cadel, che in salita non è parso l'uomo più brillante del gruppo. Dopo la trenata degli uomini di Jean-Réné Bernaudeau, ecco lo scatto di Rolland. Il primo non chiede nulla, ma intanto fa staccare Evans.

Tanto vale proseguire nell'azione. Rolland non si arrende, scatta ancora, e stavolta fa male. Lo seguono i più pronti, i migliori, i più in forma. Non c'è Aru, rimasto attardato (ma recupererà), non c'è Evans, sprofondato da tempo. Pierre Rolland vede quel podio che stamane era lontano solo 5". Nel finale chiudono insieme Aru, Quintana, Urán, Pozzovivo, Rolland e Majka, poco più indietro Hesjedal e Kelderman, decisamente attardato Evans, ormai spacciato anche per il podio.

Podio che, come detto, da stasera ospita sì Quintana ed Urán, ma soprattutto Rolland. Pierre è l'emblema del corridore che s'ingegna per risalire, ce la mette tutta senza essere un fenomeno come Quintana. Ed alla fine ce la fa. Ma attenzione, se la maglia rosa sembra veramente in cassaforte ed anche il secondo posto di Urán, a meno di clamorosi cedimenti del colombiano, non parrebbe in dubbio, il terzo gradino del podio è ambitissimo.

Rolland dovrà difendersi anzitutto da un Fabio Aru intelligentissimo tatticamente, pochi scatti ma buoni. Anche oggi, dopo essere rimasto attardato, è salito del suo passo per poi attaccare alla fine, frapponendo tra sé e gli avversari diretti tre secondi. Il podio è lì, a 2" dal sardo dell'Astana, stesso gap che dovrà colmare un Rafal Majka apparso in crisi (a causa di problemi allo stomaco). Domenico Pozzovivo non sembra più quello bello fresco di inizio Giro, ma è sempre con i più forti in salita.

Il terzo posto è a 23" dal lucano, se l'impresa non è impossibile poco ci manca. C'è poi Ryder Hesjedal, su cui non avremmo puntato una lira (figuriamoci un euro!), né per la vittoria né per un bel piazzamento. Lima di qua, lima di là, il canadese della Garmin-Sharp è a 4'32" dalla maglia rosa, a 1'03" dal terzo posto. C'è la fila di chi sta meglio di lui, più facile che resti nella top ten. Wilco Kelderman perde terreno oggi - e ci sta, a 23 anni - trovandosi così a 1'08" dal podio. La sua onestissima corsa rosa l'ha disputata, tornerà per vincere.

C'è poi Cadel Evans, ormai a 4'59" da Quintana, a 1'30" dal podio di Rolland (per ora). Tra la cronoscalata del Grappa ed il tappone dello Zoncolan i distacchi dei principali attori si assesteranno. Per il podio sembra favorito dal percorso Fabio Aru più che Pierre Rolland: il sardo corre con la saggezza dei veterani, sa gestirsi, è capace di fare il vuoto al momento giusto. Non è detto però che sia Aru che Rolland non possano stare sul podio con Quintana. Urán è sì lontano, molto lontano, ma in salita non s'è mai dimostrato un drago in questa corsa rosa, accumulando tutto il vantaggio nelle prove contro il tempo.

C'è poi Rafal Majka, incognita un po' per la condizione (il mal di stomaco oggi non l'ha fatto rendere al meglio) ed un po' per la leggera discontinuità che lo caratterizza: a livello di tempo, parte alla pari con Aru, ma l'impressione è che più su del 4° o 5° posto il polacco non potrà andare. Non è pericoloso, Pozzovivo, ma dai darlo per morto: 23" dal podio non sono poi così tanti.

Molte sentenze verranno già emesse nella cronoscalata del Grappa di domani, laddove Fabio Aru, nel 2011, vinse la sua prima corsa da dilettante (non era un a crono ma la Bassano Monte Grappa), mentre allo Zoncolan spetterà il compito di essere la montagna che partorirà il terzo ed ultimo grado di giudizio.

Certo, se Aru continua con questa condotta di gara ineccepibile e la gamba di Rolland, la grande, vera rivelazione a scoppio ritardato della corsa rosa, continuerà a girare così, anche Rigoberto Urán dovrà tirar fuori fior di unghie per difendere il suo secondo posto da un sardo e dal galletto scalatore che fa versi con la lingua mentre danza sui pedali. Proprio come il suo compagno di squadra ben più illustre (almento in Francia), Thomas Voeckler.

Francesco Sulas

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