Giro d'Italia 2014: Quintana, l'impresa è pulita - Checché se ne gracchi in Giro, Nairo martedì non ha infranto alcuna regola
Inevitabile tornare sui fatti di martedì, della discesa dello Stelvio, di Quintana che s'è avvantaggiato, delle "safety moto" e della protesta di quasi tutte le squadre, i cui direttori sportivi avevano inteso che la picchiata in questione sarebbe stata neutralizzata.
Ci torniamo perché ieri una riunione dei ds svoltasi prima della partenza da Sarnonico ha prodotto delle richieste irricevibili, e la cosa ha avuto un risalto molto ampio, e tutto questo chiacchiericcio rischia di lasciare in alcuni appassionati la sgradevole impressione che Quintana (e con lui Rolland, Hesjedal, Izagirre, Sicard e Rabottini) abbia fatto il furbo, abbia approfittato di una situazione ambigua e si sia così avvantaggiato in maniera determinante nella sua rincorsa alla maglia rosa.
Nell'attesa che Nairo risponda con le sue gambe tra oggi, domani e dopodomani (se ne ha ancora, ovviamente; ma abbiamo il vago sospetto che ne abbia eccome), vogliamo spezzare questa lancia in suo favore, ricapitolando i fatti anche a futura memoria.
Partiamo dal presupposto che l'organizzazione, spinta dal peso di pressioni che avrebbe fatto bene a valutare con maggiore razionalità, abbia sbagliato in pieno a farsi venire l'idea delle "safety moto" (ormai sapete tutti di che si tratta, evitiamo di rispiegare). Ma è stato un errore di generosità, e lo perdoniamo a Vegni. Chi invece ha sbagliato senza possibilità di remissione è quel gruppo di direttori sportivi che hanno capito male (o forse alcuni di essi hanno voluto capire male) la comunicazione via radio, e hanno dato per scontato che fosse in via di realizzazione una cosa irrealizzabile con la corsa in movimento e sparpagliata in svariati gruppettini: hanno insomma creduto che ci fosse una neutralizzazione della discesa dello Stelvio.
Piccoli particolari:
1) Nessuno ha mai usato il termine "neutralizzazione" nella comunicazione radio alle ammiraglie. Ci si gioca il Giro e si decide di dar retta a un'interpretazione? Perché se la voce via radio non parla esplicitamente di neutralizzazione, si deve pensare che ci sarà una neutralizzazione? Non sarebbe stato meglio sincerarsi presso la giuria? Non sarebbe, questo, il compito di un qualsiasi direttore sportivo esperto?
2) Nessuno ha ordinato ai corridori di fermarsi in cima allo Stelvio per cambiarsi. Qualcuno (ad esempio Quintana) s'è cambiato in movimento e ha proseguito la sua corsa, e allora che doveva fare, doveva fermarsi per aspettare? E perché avrebbe dovuto farlo, visto che la corsa non era neutralizzata? Quintana ha proseguito e i suoi rivali di classifica non l'hanno seguito. Sarà colpa di Quintana, che ha agito secondo quello che il regolamento gli consentiva?
3) Nessuno ha introdotto, a tappa in corso, la regola secondo cui superare le moto con la bandierina rossa avrebbe comportato delle sanzioni. Le moto con la bandierina rossa non ci sono nemmeno, nei regolamenti del ciclismo, sono un'invenzione estemporanea e hanno al limite funzione di segnalazione, non di parte attiva della corsa. Quindi, proprio volendo andare al sodo, se qualcuno se ne fosse fregato delle "safety moto" nessuno avrebbe potuto punirlo. Diremo di più: qualcuno se n'è effettivamente fregato (ad esempio Dario Cataldo, che era in testa, ha dichiarato di essersi comportato proprio in questo modo) e ovviamente non è stato punito.
4) Ci sono delle foto che testimoniano che il drappello Quintana, secondo quanto predetto dall'organizzazione, era preceduto - come il gruppo maglia rosa - da una "safety moto". Lo scopo di evitare attacchi (ovvero quello per cui queste moto erano state inserite nella corsa) è stato pienamente raggiunto, infatti nessuno dei 6 del gruppetto Quintana ha attaccato gli altri. Al massimo possiamo concedere che in qualche occasione Nairo e i colleghi sentissero l'esigenza di aumentare l'andatura, magari superando occasionalmente la moto. Chi glielo poteva impedire, dato che la corsa non era neutralizzata? Quale regola impediva loro di superare, volendo, la moto? Ancora una volta, quindi, Quintana ha agito nel pieno rispetto dei regolamenti.
5) Tutto quel che ha potuto fare o non fare Quintana (e abbiamo visto qui che non ha fatto nulla di male, e se qualcuno può smentisca i precedenti punti!) non incide minimamente sull'incredibile errore di valutazione di gran parte dei direttori sportivi: se la ricezione di una comunicazione da cui capiscono che la corsa sarà neutralizzata in discesa (anche se nessuno l'ha detto) non sembra loro quantomeno bizzarra (nelle condizioni di gara avviata e battagliata), e non li spinge a chiedere alla giuria di essere più precisa sul tema, non se la possono prendere con Quintana.
Alla luce di questi 5 punti sembra vieppiù sgradevole, sbagliata, oseremmo dire vigliacca, la richiesta avanzata ieri mattina dall'AIGCP (l'associazione di categoria dei gruppi sportivi) di togliere 55" a Quintana e agli altri: secondo la maggioranza delle squadre, questo sarebbe stato il margine guadagnato in maniera non corretta dai sei attaccanti. Peccato che i sei attaccanti, di scorretto, non abbiano fatto proprio niente. Non abbiano violato alcun regolamento, né tantomeno alcuna indicazione della giuria. In base a quale ragione dovrebbero essere penalizzati? Inevitabilmente la giuria è stata conseguente e non ha accolto la richiesta dell'AIGCP.
Ribadiamo: io corridore posso pure tenere la moto imbandierata come punto di riferimento per la discesa, per le curve, per quello che mi pare. Ma se a mio parere quella moto sta tenendo una velocità non adeguata (e magari quella del gruppetto dietro invece scende 5 km/h più veloce, alla faccia della regolarità della corsa), ho tutto il diritto, regolamento alla mano, di imporre la velocità che aggrada a me, in una situazione di corsa non neutralizzata.
Quindi, chiaro come il sole (quel sole che non c'era sullo Stelvio): l'impresa di Nairo Quintana (e di Ryder Hesjedal, e di Pierre Rolland), all'attacco dalla cima dello Stelvio e in grado di resistere fino all'arrivo per 70 km al ritorno del gruppo, è limpida, pulita, netta (oltre che magnifica). Stia tranquillo, il campesino: l'aquila non può essere disturbata dal gracchiare dei corvi (definizione, quest'ultima, che comprende anche quei suoi colleghi che ieri mattina non gli hanno stretto la mano alla partenza della tappa). E lui, in questa storia, vola altissimo: proprio come un'aquila.