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Giro d'Italia 2014: Pozzovivo vola, e Aru zitto zitto... - Rolland attacca e recupera, bene Majka e Kelderman

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Domenico Pozzovivo e Nairo Quintana attaccano sulla salita di Oropa © Bettiniphoto

Alla fine, guardando la sola giornata di oggi, non è andata neppure male a Rigoberto Urán. Il problema è che il Giro, quello vero, tutto salite e discese, è appena iniziato, ed il colombiano dell'Omega Pharma-Quick Step ha già ceduto secondi preziosi ai diretti rivali. Se in salita fosse andato come a crono - e l'ipotesi non era così peregrina - sarebbe stata dura metterlo in difficoltà. E invece... e invece il Giro degli scalatori ha visto entrare in scena, appunto, quelli che in montagna vanno meglio.

Di più, coloro i quali, tra gli scalatori, vivono un momento di forma particolare. In senso positivo, chiaramente. In una tappa che presentava tre salite toste - Alpe di Noveis, Bielmonte ed Oropa - sulla prima ascesa non si sono fatte follie, tanto che Petacchi per lunghi tratti guidava il plotone. Più impegnativa la salita di Bielmonte, con Pierre Rolland che provava a recuperare gli oltre cinque minuti di ritardo in classifica, allungando. Ma tutto si decideva verso Oropa.

Movistar ed AG2R La Mondiale in testa, non ci vuole Sherlock Holmes per comprendere la presenza in testa delle due squadre: Domenico Pozzovivo e Nairo Quintana stanno bene e vogliono attaccare la maglia rosa, Rigoberto Urán. E lo fanno, ci pensa Pollicino, che allunga ai -4.

Quintana lo tiene facilmente. Non gli darà un cambio, per poi rifilargli 4" sul traguardo. Machiavellico, efficace, cinico, pratico. C'è anche un olandese della Belkin che prova a seguire i due scalatori, di nome fa Wilco, ma sulle rampe verso il santuario sente i dolori (alle gambe) del giovane Kelderman, si accoda ad Evans, Aru, Urán e Majka.

Vengono su del loro passo, daranno tutto negli ultimissimi chilometri. Pozzovivo ci dà dentro, Quintana sta a guardare. Vorrebbe i cambi, il lucano, ma Nairo non lo soddisferà. Potevano recuperare più terreno su Urán? Sicuramente, ma di salite, da qui a Trieste, ce ne sono abbastanza. Quintana, l'osservatore di ruote posteriori, nei pressi del traguardo allunga, quasi sprinta, mette tra sé e Pozzovivo, nel frattempo raggiunto dall'ottimo Fabio Aru, 4" preziosissimi.

Kelderman recupera nel finale e riduce il passivo da Quintana a 8", come Majka, mentre taglia il traguardo 20" dopo il campesino Cadel Evans. Rigoberto Urán non ha nemmeno provato a seguire Pozzovivo e Quintana, e paga 25". Potevano essere di più, ma la sicurezza del colombiano dominatore della crono di Barolo è stata minata, eccome. Con una settimana di Alpi, e con questi Quintana e Pozzovivo (senza dimenticare Aru, Majka e Kelderman), avrà non pochi grattacapi.

La classifica dei pretendenti alla maglia rosa non è poi così differente rispetto a stamane, se si esclude quel mezzo minuto (anche meno) limato dagli attaccanti di Urán. La maglia rosa ha stasera 32" sull'esperto Cadel Evans, mentre Rafal Majka è a 1'35". Bel salto in avanti di Domenico Pozzovivo, quarto a 2'11", tallonato però da Wilco Kelderman, che deve recuperare 2'33". Nairo Quintana è sì ancora a 3'04" dalla maglia rosa, ma con questa gamba ed una condizione in crescita dà l'impressione di poter veramente colmare il divario.

Poco più indietro del colombiano della Movistar troviamo un superlativo Fabio Aru, a 3'16", mentre Wouter Poels non molla ed è ottavo a 4'01". Interessante la nuova posizione di Pierre Rolland: stamane era 12° a 5'45" da Urán. S'è rimboccato le maniche, ha chiamato l'infaticabile Björn Thurau, se ne sono andati sulla salita di Bielmonte. Non vincerà la corsa, probabile che non arrivi nemmeno a podio, ma ci ha messo il cuore, il coraggio, ha fregato ad Urán ben 38" ed ora è nono. Sicuramente da domani in poi non godrà della stessa libertà.

Perde terreno Robert Kiserlovski, che per due settimane sembrava in formissima: stamane era decimo a 4'41", stasera occupa l'identica posizione, ma con 5'13" da recuperare. Perde un minuto 58" rispetto a ieri, ma è sereno. Non è soddisfatto del risultato odierno ma i suoi obiettivi qui al Giro sono «ancora alla portata». Se lo dice lui.

Domani intanto si risale, una sola volta ma serissima: da Valdengo a Plan di Montecampione solo una salita, quella finale. Sono 20 km, Pozzovivo, Quintana, Aru e chi se la sentirà potrà cercare di mettere in difficoltà Rigoberto Urán. O saltano loro, gli scalatori, o salta lui, la maglia rosa.

Francesco Sulas

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