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Giro d'Italia 2014: Giù la maschera salendo verso Oropa - Dichiarazioni e Tweet della 13a tappa. Canola: «Volevo far bene»

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Marco Canola (Bardiani-CSF): «Incredibile, una gioia indescrivibile! Voglio prima di tutti ringraziare la mia squadra e dedicare la vittoria alla mia famiglia e agli sponsor. Stamani in riunione avevo detto di essere molto determinato per andare in fuga e farmi vedere. Poi chilometro dopo chilometro mi sentivo sempre meglio e nel finale ho capito che ne avevo di più dei miei compagni di fuga. Con un primo scatto ho dato un nuovo impulso in testa e lì ho iniziato a crederci, sentendo alla radio che il vantaggio era sempre constante intorno al minuto e mezzo. Avevo visto nel giro prima il rettilineo finale e sapevo che dovevo prendere la curva finale davanti. Ho sorpreso gli avversari, sono partito lungo e ce l'ho fatta. Fantastico!».

Nacer Bouhanni (FDJ.fr): «Alcune squadre potevano correre in testa insieme a noi per inseguire la fuga. Ho chiesto loro un aiuto ma non è giunto. Sono deluso perché la mia squadra ha lavorato tutto il giorno e non l'ho ricompensata con una vittoria».

Rigoberto Urán (Omega Pharma-Quick Step): «Manca ancora tanto, al Giro ogni giorno può succedere qualcosa. Ieri ho vinto con un bel vantaggio, vuol dire che sto bene ma ci sono corridori molto forti come Pozzovivo, Quintana e molti altri ancora... Per me ogni tappa significa molto: partecipare a questo Giro mi rende molto contento, essere in maglia rosa mi rende ancora più felice, domani cercheremo di fare un grande risultato. Non so neanche io quale sia la mia specialità, nelle crono quando sto bene vado forte, dobbiamo dire per onestà che quello di due giorni fa non era un percorso per specialisti. Posso andare forte sia nelle classiche che nei Grandi Giri. Ora pensiamo solo alla maglia rosa».

Luca Scinto (Neri Sottoli-Alé): «Sono scocciato e arrabbiato con i miei atleti. C'era in programma la fuga per Fedi, che però ha avuto problemi con il cambio al km 0 e non ha potuto accodarsi al tentativo. Peccato, perché è un atleta abbastanza veloce. Ponzi e Colli per ora in questo Giro non sono pervenuti; almeno non come mi aspettavo. Peccato che una squadra combattiva come la nostra non abbia approfittato proprio nel giorno in cui la fuga è andata in porto. Per me rappresenta una grossa sconfitta. È giusto che sia arrivata la fuga, anche per dare un segno a questo Giro. In molti potranno trovare da questa circostanza stimoli positivi, nella consapevolezza che anche in una tappa banale, quasi interamente pianeggiante, si possa comunque tentare. Penso di avere dei corridori che possono ambire ad una vittoria di tappa: Ponzi, Finetto, Rabottini. Gente che credo che tante altre squadre vorrebbero. Rabottini ha grossi margini di miglioramento, ma deve avere più fiducia in se stesso. Credo ancora ai miei ragazzi. Voglio dare loro un segnale forte, anche attraverso una critica severa. Siamo al Giro e devono dimostrare che corridori sono».

Roberto Ferrari (Lampre-Merida): «Oggi la rincorsa del plotone non è stata così decisa e intensa nel finale come era capitato in tutte le precedenti tappe adatte ai velocisti. Sono sincero: non è stata una grande giornata per me. Sin dalla partenza ho capito che le gambe non rispondevano bene come gli altri giorni, forse ho pagato la giornata particolare rappresentata dalla cronometro di ieri. Quindi, anche se il gruppo fosse riuscito a neutralizzare la fuga, non penso che avrei realizzato una volata dello stesso livello di quelle delle frazioni precedenti. Ora rimangono poche occasioni per noi velocisti, mi auguro di passare bene le tappe di montagna a noi ostiche e presentarmi con ancora energie in serbatoio da scaricare sui pedali per cercare di centrare almeno un podio».

Gianni Savio (Androni Giocattoli-Venezuela): «Complimenti a Marco Canola che ha meritato la vittoria e a Jackson Rodríguez che l'ha sfiorata. Ancora una volta abbiamo dimostrato di onorare il Giro e continueremo a farlo sino a Trieste».

La Redazione

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