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Giro d'Italia 2014: Evans e la rosa, capitolo terzo - Cadel nuovo leader, Quintana attende | Cicloweb

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Giro d'Italia 2014: Evans e la rosa, capitolo terzo - Cadel nuovo leader, Quintana attende

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A Montecopiolo Cadel Evans torna a vestire la maglia rosa © Bettiniphoto

C'è chi corre e chi si nasconde, in questo Giro d'Italia che finalmente ha vissuto la sua prima giornata con salite vere, distacchi discreti e coloro che vogliono la maglia rosa tutti (o quasi) là davanti. La sottile linea rosa tra prendere la testa della classifica, puntare a tenerla il più a lungo possibile e magari arrivare a Trieste nell'identica posizione, ed aspettare, portando gli affondi decisivi da Oropa in poi. La prima figura è quella di Cadel Evans, la seconda dei favoritissimi della vigilia, uno su tutti Nairo Quintana, ben lungi dal mettersi in bell'evidenza in queste prime tappe.

Quale dei due atteggiamenti pagherà, lo potremo dire solo una volta terminata la penultima tappa, quella dello Zoncolan, mentre per ora si possono fare solo bilanci parziali. Partiamo dalla maglia rosa, Cadel Evans: giunto in Italia con un Giro del Trentino in tasca e 37 primavere alle spalle, l'australiano che in carriera ha vestito, senza mai conquistarla, la maglia più preziosa di maggio, è all'ultima spiaggia, o quasi. Più che perfetto, lui come la BMC: non perde tempo nella cronosquadre, approfitta della caduta di Montecassino per andare a giocarsi la vittoria con il connazionale Michael Matthews.

Proprio al portacolori dell'Orica, in rosa da sabato, Evans ha strappato oggi la maglia. Passaggio di consegne più che prevedibile, meno scontato il fatto che Cadel tenga fino alla fine. Già domani, con l'arrivo nuovamente all'insù di Sestola, potrebbe perdere qualcosa. La crono di Barolo in teoria lo favorisce, mentre da Oropa allo Zoncolan, passando per Plan di Montecampione, Rifugio Panarotta, Gavia, Stelvio, Val Martello, cronoscalata del Grappa, potrebbero volare i minuti.

Alla luce di quanto visto fino ad oggi, un crollo di Evans parrebbe inimmaginabile. L'australiano però potrebbe patire sulle salite alpine quel che non ha perso al sud e sugli Appennini. Di certo c'è la squadra, una BMC fortissima (Morabito è il migliore mai ammirato, e tra i gregari c'è un certo Samuel Sánchez), ma in rosa c'è lui adesso e finché da quel trono non lo si butterà giù, avrà ragione lui.

Ecco, chi può detronizzare Evans? Teoricamente tutti i primi venti della generale, nella realtà pochi eletti. Uno di questi è Rigoberto Urán, fino ad oggi zitto zitto. In questo silenzio, però, il colombiano dell'Omega Pharma-Quick Step è secondo a soli 57" da Evans. Gli altri sono a più di un minuto. Urán viene fuori alla distanza, è veloce, può prendere abbuoni, e sugli arrivi in quota ha vita abbastanza facile. Fuoriclasse? Forse no, però è il più vicino al sogno colombiano tutto rosa.

Colombia che in realtà non punta solo su Urán, ci arriviamo. Terzo posto, dopo Montecopiolo, per il polacco della Tinkoff-Saxo Rafal Majka. Veste la maglia bianca di miglior giovane della corsa, ha provato a scattare nel finale, oggi, ma non sembra ancora in grado di portarsi a casa una maglia che sia di colore diverso dal bianco. Intendiamoci, è un signor scalatore, ha solo (oddio, solo...) 1'10" da Evans, il primato potrebbe essere suo. I dubbi sono sulla tenuta del polacco nell'ultima settimana, che è sì la più dura, ma pure la più adatta alle sue caratteristiche.

Esce bene dalla prima settimana di Giro Fabio Aru, con tutta l'inesperienza del caso. È alla prima grande occasione in cui corre da capitano (l'Astana, con Scarponi a oltre 11' e dolorante, si affida al sardo) e non delude. Oggi è riuscito a restare senza patemi con i primi, può giocarsi Landa come ottimo partner ed il ritardo di 1'39" non è di chissà quanti secoli.

E che dire di Wilco Kelderman? Il talentuoso olandesino, speranza per le corse a tappe, s'è dimostrato parecchio brillante in questi primi otto giorni. È settimo a 1'44", potrebbe patire le salite più dure, il suo percorso è tutto una scoperta. Alle spalle di Kelderman c'è il favoritissimo della vigilia, Nairo Quintana. Il 24enne colombiano con il viso da indio cinquantenne va fortissimo sulle salite, questo è pacifico. La gamba, anche dopo la caduta di Montecassino, dev'essere buona, visto che oggi ha chiuso davanti ed in precedenza aveva messo a lavorare la sua Movistar.

La squadra, già: sarà solo un'apparenza, ma sia oggi che a Montecassino, salita tutto sommato semplice, Nairo è rimasto solo. Se la Movistar ha un capitano e gregari forti, ma non all'altezza delle avversarie, cosa potrà succedere sulle Alpi? Forse nulla, magari di tutto. Di sicuro Nairo aspetta, aspetta e aspetta. Da Oropa in su, con la crono del Grappa che dovrebbe favorirlo alla grande, avrà tempo e terreno per risalire in graduatoria, magari vestirsi di rosa. Biasimarlo per non andare all'attacco dopo meno di otto giorni di gara è però eccessivo, vedremo cosa succederà già domani.

C'è poi un Robert Kiserlovski insospettabilmente avanti - è nono a 1'49" da Evans - e che potrebbe rimanerci, nella top ten, magari cercando di andare oltre. E poi chi sta carburando, in modo diverso, ma lo sta facendo: Ivan Basso e Domenico Pozzovivo. Sul primo, dopo il Romandia, non avremmo scommesso un centesimo, manco non lo conoscessimo. Ivan è un diesel, patisce sì i cambi di ritmo ma quando è in forma, chi può fermarlo? Chiedere a Evans stesso, che nel 2010 ci lasciò gambe e qualche anno di vita, per provare a tenere il passo del varesino sullo Zoncolan. Basso deve recuperare 2'01", non pochi, ma le Alpi possono lanciarlo per davvero.

Leggermente meglio, come classifica, Pozzovivo. Il lucano, attardato di 1'50" da Evans, oggi ha messo alla frusta la sua AG2R La Mondiale sul Carpegna. Ci aspettavamo una sua fiammata nel finale, ma è evidente che aspetta pendenze ben più aspre. Magari domani andrà a cercare secondi in quel di Sestola, per poi scatenarsi sulle Alpi, dopo aver tenuto nella crono. Un peccato aver raggiunto questo livello, più che buono, a soli trent'anni. Per la classifica c'è anche Pierre Rolland, oggi in grande spolvero, anche se non ha ottenuto nulla, ma la gamba c'è: ha un distacco già importante, 2'56", e non sembra in grado di andare oltre una top ten.

C'è chi corre, scappando dagli avversari, pregando che nessun intoppo né rimbalzo sulle salite si frapponga tra lui ed il traguardo triestino. E chi, come Nairo Quintana, corre sottotraccia, quasi nascosto, tenendo nel mirino la nuova maglia rosa, sicuro di raggiungerla e superarla da Oropa in poi. E se invece Evans tenesse duro, da cagnaccio quale lui è?

Francesco Sulas

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