Giro d'Italia 2014: Dopo l'ecatombe bisogna rialzarsi - Dichiarazioni e Tweet della 6a tappa. Evans: «Non ho visto la caduta»
Late night visit to the hospital showed a minor fracture of the shoulder. Let's see how it will be in the race. #giro
— Steven Kruijswijk (@s_kruijswijk) 16 Maggio 2014
With Samu watching @taylorphinney doing his best 30' on #trainingpeaks! Thanks for the show buddy! pic.twitter.com/jUgjm4jgS6
— Manuel Quinziato (@manuelquinziato) 16 Maggio 2014
Este cuento se acabo.. Gracias a todos de verdad por vuestros mensajes. Cabeza en el tour y corazón con @angel_vicioso!Mucha suerte hermano!
— Joaquim Rodríguez (@PuritoRodriguez) 16 Maggio 2014
Ervaren hoe glad zuid Italië op de fiets in de regen is? Gooi 10 liter groene zeep op de badkamer vloer en doe dan de macarena op 1 been!
— Jetse Bol (@JetseBol) 15 Maggio 2014
Giro done for this year. Broken hand. Taking home some amazing memories from the first week. Thanks @ORICA_GreenEDGE pic.twitter.com/V9E1Znxqiy
— Brett Lancaster (@bdlancaster) 15 Maggio 2014
Michael Matthews (Orica): «Evans non mi ha detto nulla in corsa. Durante la salita onestamente ho pensato che avremmo potuto parlare per cercare un accordo per riuscire ad andare insieme all'arrivo. Poi invece mi sono accorto che entrambi volevamo fortemente la vittoria di tappa e allora ce la siamo giocato fin sulla linea del traguardo. Tutti vogliono stare davanti, non credo che si cada più che in passato. Semplicemente la strada prima della rotonda era molto larga, dopo la rotonda si riduceva ma tutto nella perfetta normalità delle corse su strada. Tutti volevano stare davanti, qualcuno ha toccato i freni un po' più forte e dietro sono caduti di conseguenza. Anche questo fa parte della gara. Non credo sinceramente che l'azione della BMC sia stato un attacco di squadra, però non è la mia squadra per cui non posso sapere la loro strategia. Per quanto riguarda la mia squadra, il nostro obiettivo era tenere la Maglia Rosa, ci siamo riusciti e abbiamo anche vinto la tappa, non si poteva far meglio di così. Senz'altro questa è la mia vittoria più importante con arrivo in salita. Poi riuscirci battendo un corridore come Cadel Evans e indossare anche la Maglia Rosa, non fa che accrescerne il valore. A dire il vero, sono sempre andato abbastanza bene in salita ma non ho mai avuto troppo fiducia nelle mie possibilità. Forse dopo la vittoria odierna punterò anche a questo tipo di traguardi. Continuiamo con la stessa strategia di squadra, domani ci riproveremo, senz'altro non ci arrendiamo ora, faremo di tutto per tenere la Maglia Rosa e, ovviamente, se capiterà l'occasione, proveremo anche a vincere».
Mairo Quintana (Movistar): «Ho diverse botte sul corpo: la spalla, il gomito, il fianco, entrambe le ginocchia... ad essere onesto era una caduta inevitabile, credo che più di metà gruppo sia finito a terra. Anche nella nostra squadra più della metà; per gli altri credo sia lo stesso. Sono risalito velocemente in bici grazie a Ventono che stava pedalando al mio fianco, e siamo riusciti a chiudere il buco con il gruppo inseguitore dove gli altri miei compagni hanno fatto un lavoro fantastico. Sono stati fenomenali perché stavamo perdendo molto terreno e è stato difficile recuperare. Io devo solo dire grazie perché nonostante i colpi nessuno di noi è finito all'ospedale e restiamo tutti qui a lottare. La prima settimana è stata difficile a causa del maltempo, eravamo già stati sfortunati durante la cronosquadre con che la pioggia che ci ha fatto perdere più del previsto ma in fondo è buono essere arrivati fin qui avendo evitato le cadute e gli incidenti peggiori. Il distacco da Evans c'è, però come detto sono soddisfatto di non aver avuto problemi fin qui. Le cadute degli ultimi due giorni sono state normali perché è stato molto tempo senza piovere in queste zone e appena arrivata l'acqua le strade sono diventate come sapone, è impossibile controllare la bici a 60 km/h. Le mie gambe stanno prendendo il ritmo di gara, ora speriamo di essere al top per sabato con una vera e impegnativa tappa di montagna. E speriamo che giri la fortuna e che la pioggia stia alla larga dal gruppo anche se vedendo le previsione sarà difficile».
Ivan Basso (Cannondale): «Mi sono ritrovato a terra quasi senza accorgermene. Tutto il gruppo aspettava l'ultima salita, chi per vincere la tappa e chi per la classifica. C'era pressione e la pioggia ha reso ancora una volta l'asfalto una saponetta. Ero in buona posizione, poi alcuni corridori davanti a me sono scivolati e sono rimasto coinvolto. Sono ripartito il prima possibile in mezzo alla confusione ed ho cominciato la rincorsa. Cosa tutt'altro che semplice dopo una caduta. Ho cercato di limitare al massimo il distacco, non potevo fare altro. Nella sfortuna di una giornata terribile, è andata ancora abbastanza bene per me. Le conseguenze della caduta ad ora non sembrano lasciare strascichi. Purtroppo sono cose che bisogna mettere in conto in una corsa come il Giro, specialmente nelle prime tappe quando i giochi sono aperti e in condizioni di pioggia».
Diego Ulissi (Lampre): «Ovviamente il dispiacere di aver perso un'altra occasione buona si somma a quello di vedere tanti corridori e compagni coinvolti in una brutta caduta. Stavo bene anche oggi, avrei lottato per un altro bel risultato. Ho evitato di finire per terra, ma non ho potuto unirmi ai primi corridori che hanno proseguito dritto: a quel punto, solo i compagni di Quintana, anch'egli comunque caduto, hanno avuto modo di tentare un inseguimento, ma ormai il divario era ampio. In una salita così veloce, anche tentare un'azione solitaria per rientrare sui primi era impensabile»
Cadel Evans (BMC): «Ho sentito il rumore di una caduta ma non mi sono voltato per non rischiare di cadere anche io. Solo quando ho visto che il nostro gruppo era così ristretto e il tipo di corridori che c'erano ho capito che la selezione che avevamo fatto non era dovuta alle normali condizioni di corsa. Le comunicazioni nel finale non erano chiare e prendere una decisione razionale per una situazione così improvvisa non è facile. Il nostro lavoro è di correre e farlo fino all'arrivo, questa è la prima cosa che avevamo in testa. Non aveva proprio idea di cosa fosse successo dietro, non ho visto nulla: purtroppo è stata una giornata molto brutta per molti corridori».
Edoardo Zardini (Bardiani): «Con la squadra avevamo programmato di andare in fuga. Ci ha provato prima Boem senza fortuna, poi è toccato a me e siamo andati via in quattro. Purtroppo con pochi atleti così siamo stati svantaggiati nei più di 200 km di pianura prima della salita finale. Aspetto positivo è che dopo gli ultimi giorni in cui ho sofferto per un forte raffreddore, oggi ho iniziato a stare meglio».
Francesco Manuel Bongiorno (Bardiani): «La caduta prima della salita finale ha sfalsato i valori ed è stato tutto un inseguire. Abbiamo fatto gli ultimi chilometri in apnea, salendo ad una velocità incredibile. Mi dispiace per i miei compagni caduti, speriamo non sia niente di grave. Riguardo a me, le sensazioni sono state positive, una salita non adatta a scalatori puri ma nella quale mi sono difeso bene».