Giro d'Italia 2014: Evans, salgono le quotazioni - Matthews, che vittoria a Montecassino!
- GIRO D'ITALIA 2014
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- Lotto Belisol Team 2014
- Movistar Team 2014
- Omega Pharma - Quick Step 2014
- Orica - GreenEDGE 2014
- Cadel Evans
- Daniel Oss
- Domenico Pozzovivo
- Giampaolo Caruso
- Ivan Santaromita
- Joaquim Rodríguez Oliver
- Luke Durbridge
- Manuel Quinziato
- Matteo Rabottini
- Michele Scarponi
- Nairo Alexander Quintana Rojas
- Rigoberto Urán Urán
- Steve Morabito
- Tim Wellens
- Wilco Kelderman
- Ángel Vicioso Arcos
- Uomini
Ci aveva piacevolmente stupiti in quel di Belfast, Michael Matthews. D'altra parte, andare a prendere la maglia rosa pareva semplice, avendo vinto con la sua Orica la cronosquadre d'apertura. E che Bling - questo il soprannome dell'aussie, divenuto ormai nome completo - potesse tenerla per un paio di giorni, quella maglia ambita da tutti, era lecito pensarlo, ma che a Montecassino, dopo quasi una settimana di corsa e due arrivi critici (no, non parliamo di Bari...) non solo fosse ancora in testa, ma resistesse ai migliori e pure vincesse in quel di Montecassino non l'avrebbero immaginato nemmeno i parenti. E invece è andata proprio così, con la maglia rosa incredibilmente attaccata alla ruota di Evans sulla salita finale.
Evans, che Bling ha regolato senza troppi patemi, stringendo un po' la curva ed avvalendosi del suo grande spunto. Ma prima era successo di tutto e di più. Quattro fuggitivi, Marco Bandiera dell'Androni, Edoardo Zardini della Bardiani, Rodolfo Torres della Colombia ed Andrea Fedi della Neri-Alé - tutte wild card - erano appena stati ripresi. Siamo a 12 chilometri da Montecassino, si preparano le squadre dei big per gli ultimi 8 km di salita. Ascesa non certo impossibile, ma con un ritmo più che buono può venir fuori un discreto sparpaglìo.
No, al finimondo non assistiamo sulla salita, ma in pianura, ad una rotonda. Piove, pioviggina da poco, alcuni scivolano, altri si spaventano e tirano i freni, con la conseguenza che oltre metà gruppo finisce in terra. Giampaolo Caruso resta a lungo a terra, immobile. Già infortunato ad una mano dopo l'Irlanda, lascia su quest'asfalto viscido una clavicola. Cadono Quintana ed Urán, Scarponi e Joaquim Rodríguez, Arredondo e Pellizotti, Cunego e Landa, Pirazzi, Cataldo e molti, molti altri. Risulta più rapida la conta di coloro che son rimasti in piedi.
Già, mentre oltre mezzo gruppo o giace o si rialza, che sta succedendo in testa? Che la BMC di Evans mette Manuel Quinziato in testa. Un treno, quello rossonero, un attimo antisportivo, ma d'altra parte il bolzanino ed i suoi compagni sono pagati da Jim Ochowicz per correre, non per correre in soccorso. Certo, dopo quest'affondo con tutti a terra, Cadel Evans dovrà sperare di non forare in un momento inopportuno, ché ad ogni azione corrisponde(rà?) una reazione.
Nella confusione e nel panico generale, la testa della corsa è formata da otto uomini: Daniel Oss, e Steve Morabito lavorano per Cadel Evans, Matteo Rabottini e Tim Wellens si sono accodati ai primi, Ivan Santaromita e Luke Durbridge sono al fianco della maglia rosa, Michael Matthews. Dietro ci si riorganizza, o si prova a farlo. La Movistar (ricca di caduti) tira un gruppeto che ha già un ritardo di 30" e più.
Presto Nairo Quintana resterà da solo e sarà l'olandese della Belkin Wilco Kelderman a tentare l'allungo. Purito Rodríguez invece sale piano, attardatissimo e dolorante. Per lui frattura di tre costole, e se il Giro già era in salita, lo sfortunato catalano della Katusha può dire addio al sogno di far suo il primo GT della carriera, visto che domani non ripartirà (come pure Caruso e Vicioso).
Ai -3 km Evans rimane da solo con Morabito, che fa un ritmo infernale. Wellens, Rabottini e Santaromita tengono duro, ma chi sorprende più di tutti è Michael Matthews: attaccato con i denti alla ruota di Cadel, Bling in realtà non si staccherà mai. Morabito svolge un lavoro egregio fino alla fine, porta il capitano per mano, verso un traguardo che vuole prendersi, dopo il piazzamento di ieri a Viggiano. Anche Santaromita si stacca, e restano in quattro a giocarsi la vittoria: Evans, Matthews, Wellens e Rabottini.
Cadel parte in testa ma avere Matthews alla ruota non è proprio l'ideale. La curva finale immette sul traguardo, Evans allarga, Matthews si fionda nel buco e va ad esultare laddove forse nemmeno lui avrebbe immaginato. Piazza d'onore per Tim Wellens, poi Evans e Rabottini. Santaromita è quinto a 13", Morabito segue a 23", Kelderman, Finetto, Ulissi e Duarte chiudono a 49". Degli uomini di classifica, Quintana, Aru, Urán, Pozzovivo, Majka e Basso chiudono a 49", Cunego a 1'29", Scarponi e Cataldo a 1'37", Niemiec a 1'57", Pellizotti a 3'30", Purito Rodríguez a 7'43" (e lascia il Giro), Roche a 15'08", Arredondo a 18'30".
Si torna da Montecassino con una classifica generale completamente ridisegnata. Cadel Evans, secondo a 21" da Matthews, è il primo dei favoriti della vigilia. Urán deve recuperare 57" al capitano BMC, Majka 1'04", Aru 1'30", Basso 1'45", Quintana a 1'47", Kelderman e Pozzovivo a 1'50". A più di due minuti da Evans Robert Kiserlovski, a 2'03". Michele Scarponi paga 2'07" e domani non si sa se partirà o meno, Dario Cataldo è a 2'15", Przemyslaw Niemiec a 3'20", tutti gli altri oltre i 4'.
Domani si farà meglio la conta dei caduti, dei feriti, di chi lascia la corsa rosa, di chi proverà a portarla avanti. Portarla avanti proprio come Michael Matthews porta avanti il suo progettino modesto ma efficace: una volta presa la maglia rosa, difenderla con i denti. Se poi arriva anche una vittoria, perché no?