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Giro d'Italia 2014: Nacer non va mai al tappeto - Prima fora, poi rimonta due volte: Bouhanni batte Nizzolo a Bari | Cicloweb

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Giro d'Italia 2014: Nacer non va mai al tappeto - Prima fora, poi rimonta due volte: Bouhanni batte Nizzolo a Bari

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A Bari Nacer Bouhanni vince su Nizzolo e Veelers © Bettiniphoto

Notizia del giorno: Marcel Kittel, atteso da tutti alla terza vittoria consecutiva al Giro d'Italia, non ha preso il via. Febbre molesta, pioggia incipiente, e la cosa più semplice è tornarsene a casa, abbandonando la corsa rosa, la maglia rossa (era leader della classifica a punti, il tedesco), e pure quel po' di nuovi tifosi che aveva iniziato a conquistare con le due belle volate irlandesi.

Cosa c'è di peggio, per la première di un attore acclamato, che il forfait dell'attore stesso? E pazienza, visto che ci si aspettava in ogni caso una volata, ci si è predisposti all'idea di gustarsela senza il principale protagonista. La Giovinazzo-Bari, 112 km di cui gran parte in un circuito nel capoluogo pugliese, è stata però abbondantemente al di sotto delle già scarse aspettative (parliamo della frazione più facile dell'intera corsa rosa): a causa del maltempo (appena accennato) e delle strade rese viscide dalla pioggerella, la tappa è stata di fatto neutralizzata.

Percorsa per gran parte ad andatura cicloturistica, neutralizzati i tempi nell'ultimo degli 8 giri del circuito, insomma sedato tutto il sedabile (infatti non c'è stata neanche mezza fuga), non restava che concentrarsi sullo sprint che avrebbe posto fine a questa giornata complicata.

L'ultimo dei corridori che, a 15 km dal traguardo, ci saremmo aspettati di veder vincere, era Nacer Bouhanni: proprio in quel momento, infatti, il 24enne di Épinal (con chiare origini maghrebine) aveva avuto un problema meccanico che gli aveva fatto perdere le ruote del gruppo. Col plotone lanciato a velocità più sostenute, era difficile pensare che il francese potesse rientrare; o che, quand'anche fosse rientrato, potesse essere in grado di raggiungere l'avanguardia del gruppo e sprintare; o che, quand'anche fosse riuscito pure a sprintare, gli rimanessero le forze per vincere.

L'errore di sottovalutare la grande grinta di Nacer l'abbiamo commesso un po' tutti. Invece il ragazzo non s'è perso d'animo (e il suo è un animo da pugile, come ormai tutti sanno... e in fondo pugile è pure l'anagramma di Puglie...), e con l'aiuto della sua FDJ (soprattutto dell'ammiraglia che gli ha consentito poderosi dietromacchina, ehm ehm) è riuscito ad acciuffare la coda del gruppo a 10 km dal traguardo, e poi, pian pianino, a risalire posizione su posizione fino all'avanguardia.

Ma le avventure di Bouhanni lanciato verso il primo successo in un GT non erano ancora finite, perché ai 2 km l'asfalto nuovamente viscido (aveva ripreso a piovere dopo una tregua), unito all'imperizia (o chiamatela sfortuna, se preferite) di alcuni corridori, ha prodotto il patatrac, in forma di una caduta nelle prime posizioni del gruppo, con conseguente spettacolare frazionamento del medesimo: davanti in 6, dietro tutti gli altri (a partire dall'intero treno Cannondale, tra i primi ad andar giù).

Quella sporca mezza dozzina era in gran parte (4 elementi su 6) composta dal treno Giant, che appena è rimasto senza Kittel ha di colpo imparato come si imposta uno sprint. Timmer, De Backer, Veelers e Mezgec (il velocista deputato a fare la volata) dovevano vedersela coi soli Giacomo Nizzolo e Roberto Ferrari, attentissimi a evitare il capitombolo. Lotta a 3 - massimo 4 - quindi? No, perché quegli scampati dovevano fare ancora i conti con la reazione di alcuni dei loro colleghi finiti per terra o rallentati dalla maxicaduta: in particolare, ci ha provato Elia Viviani, a rientrare, ma senza riuscire a chiudere il gap dai battistrada ormai lanciati in volata; e ci ha provato, con maggior fortuna, Bouhanni. Sì, proprio lui.

Il francese si è accodato ai primi proprio mentre, sull'ultima curva, Luka Mezgec incappava in un inopinato guaietto: gli è caduta la catena, la sua bici ha perso aderenza (gli si è quasi sganciato il pedale), lo sloveno è rimasto in equilibrio ma ha fatalmente perso il passo. A quel punto il suo compagno Veelers, che già gli stava lanciando la volata, ha dovuto proseguire da solo nel tentativo di vincere in prima persona; ma aveva già dato quasi tutto, e ha chiuso in netto calando sul rettilineo finale.

Da dietro, al contempo, Bouhanni è spuntato velocissimo, infilando il corridore della Giant e resistendo al tentativo di rimonta di Nizzolo, che si è dovuto così accontentare del secondo posto, davanti a Veelers, che quantomeno ha salvato il podio di giornata. A Ferrari, quarto, si sono accodati i corridori "rientranti", con Viviani quinto, Montaguti sesto e Dehaes settimo; Mezgec ha chiuso solo in ottava posizione davanti al compagno De Backer e a Francesco Chicchi, che chiude la top ten di giornata. Per Bouhanni si tratta della prima vittoria in un GT, ma forse non del successo più importante (due anni fa si laureò campione nazionale francese). Abituato sempre a lottare e sgomitare (in squadra ad esempio vive una difficile relazione di coesistenza con Arnaud Démare, che è un po' il cocco del team manager Madiot...), e all'occorrenza anche a "menar le mani", ciclisticamente parlando (l'altro giorno, sprintando a Dublino, ha preso a testate Ferrari, tanto per dire...), è un personaggio davvero niente male. Ma non di quelli che sanno solo far casino, visto che il talento - come mostrato in maniera eccellente oggi - non gli fa difetto.

La classifica, coi tempi presi a 8 km dalla fine della tappa e nessun abbuono a movimentarla un po', è invariata rispetto alla vigilia: Michael Matthews conserva 8" su Petacchi, 10" su Oss, 14" su Santaromita, Weening, Durbridge e Tuft, 19" su Pauwels, Urán e gli altri Omega Pharma. Domani la Taranto-Viggiano, 203 km con doppia scalatina finale al centro della cittadina lucana, promette quantomeno di smuovere un po' le acque. Ah no, abbiamo detto acqua? Pietà, ne abbiamo avuta già abbastanza in queste prime quattro tappe...

Marco Grassi

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