Tour de Romandie 2014: Froome colpisce, Nibali accusa - Ma vince Spilak, ed è leader con 1" su Chris
- Tour de Romandie 2014
- Astana Pro Team 2014
- Garmin - Sharp 2014
- Omega Pharma - Quick Step 2014
- Orica - GreenEDGE 2014
- Team Giant - Shimano 2014
- Trek Factory Team 2014
- Andrew Talansky
- Beñat Intxausti Elorriaga
- Christopher Froome
- Cyril Gautier
- Davide Malacarne
- Jakob Fuglsang
- Jesús Herrada López
- Johann Tschopp
- Mathias Frank
- Rafal Majka
- Rui Alberto Faria da Costa
- Simon Spilak
- Thibaut Pinot
- Vincenzo Nibali
- Uomini
Mai darlo per spacciato, Chris Froome. Una settimana fa doveva prender parte alla Liegi, ma non certo per vincerla, e già questo dava un pizzico di fastidio. Il vero fastidio però, sotto forma di infezione polmonare, colpì lui, che da Liegi nemmeno prese il via. Mai rischiare, quando l'obiettivo unico della stagione è confermare la maglia gialla al Tour de France.
Anche questo Giro di Romandia, fino a ieri senza montagne (o perché tagliate a causa della neve, o per i percorsi molto tranquilli), non lo vedeva al 100% della forma. Ci mancherebbe, il Tour è a luglio! Però il buon Chris era in alto, nella classifica generale. Due giorni fa 10°, ieri 9° a 19" da Michael Albasini. Il tappone odierno avrebbe detto la verità.
Quando prima dell'ultima asperità di giornata i due Sky Mikel Nieve e David López, guidano un gruppo con Froome in terza ruota (e tra i più bardati del gruppo), qualcosa si intuisce. Inizia l'ascesa verso Villars-sur-Ollon, Nieve e David López accelerano. E a 25 km Vincenzo Nibali fa prove di Tour: uno scatto secco, non mortale, ed il gruppo salta. Froome, Majka e Spilak non cedono ed anzi, il britannico si rifà sotto, lo sloveno ed il polacco faticano di più.
Froome non guarda molto il colpo di pedale di Nibali, guarda se stesso. E ad un certo punto mette la quinta, accelerata delle sue, e chi lo vede più... Lo vedrà Spilak, di forza riportatosi sul britannico, mentre Vincenzo Nibali dovrà recuperare il fuorigiri fatto per stare con il campione uscente (uscente?) del Tour, quindi tentare un vano recupero.
Non importa com'è finita oggi, in fondo al Tour mancano 64 giorni, ma innegabilmente un piccolo risvolto psicologico, nello Squalo dello Stretto, ci sarà stato. Ma come, quello domenica era mezzo malato, e oggi mi stacca facile facile? Se va così a maggio, non oso pensare a luglio! Questi potrebbero essere due pensierini della sera nella testa di Vincenzo. Che però ha dalla sua la voglia di provarci, la possibilità di crescere da qui a luglio, di provare a mettersi in pari con Froome, o quasi. E poi vinca il migliore.
Tappa regina, la terza, con 180.2 km da Le Bouveret ad Aigle; in mezzo quattro salite di prima categoria da affrontare sotto la pioggia e con un freddo che pare inverno. Per scaldarsi vanno in fuga dopo 1 km: escono Danilo Wyss, Jack Bobridge, Tom Veelers, Elia Favilli, Boris Vallee, Cyril Gautier e Davide Malacarne. Dai 19" che avevano sul gruppo dopo 6 km salgono a 1'15", fino ad arrivare ad un vantaggio massimo di 5'57" dopo 37 km. Sulla seconda salita di giornata, quella che porta a Champex, Gautier e Malacarne restano in testa con 41" su Wyss, 55" su Bobridge, Favilli e Grivko.
Inutile dire che gli inseguitori verranno riassorbiti dal gruppo, mentre Malacarne e Gautier resteranno al comando, pur guadagnando. Aumentano il loro distacco a 2'54", attaccano il penultimo valico della tappa, quello di Les Giettes, con 1'55" sul plotone. Albasini, intanto, s'è staccato da tempo ed anche Kwiatkowski aveva perso terreno sulle salite iniziali, ma rientra. Sul finale di Les Giettes termina la fuga di Malacarne e Gautier, con Johann Tschopp che va a prendere punti preziosi per la maglia di miglior scalatore.
Scollina con una decina di secondi sul gruppo, Sky davanti, Omega a controllare (ma Kwiatkowski sarà davanti ancora per poco). Prima dell'ascesa di Villars-sur-Ollon, nel fondovalle, vanno via Maxime Méderel, Mikaël Cherel e Sander Armée, ma è poco più di uni scherzo. Nieve e David López, con Froome a ruota, mettono il turbo non appena la strada s'impenna. C'è chi cede subito, perché il ritmo fa male, e chi prova a rompere le uova nel paniere ai due iberici della Sky.
Vincenzo Nibali allunga a 25 km dal traguardo, Froome non lo prende alla leggera e si forma un gruppetto, con Rafal Majka e Simon Spilak, all'inseguimento del messinese. Froome mulina, frulla le gambe, sale veloce, si riporta su Nibali. Si rivedranno a luglio, per fare sul serio. Nel frattempo, per mettere le cose in chiaro, Froome butta giù un dente e continua a mulinare, seduto. Nibali ha le visioni, non può andargli dietro, non riesce. Bisogna rifiatare, Vincenzo.
Majka e Spilak, che si sono meglio gestiti, provano a riportarsi sul britannico nato in Kenya. Majka non ha gambe a sufficienza, Spilak fa diecimila volate per arrivare, quasi sfinito, alla ruota di un Froome che controlla il misuratore di potenza. Dietro Nibali viene aiutato da Jakob Fuglsang, con Rui Costa, Majka, Talanksy, Pinot, Frank che salgono dello stesso passo. Più avanti Beñat Intzausti, al cui inseguimento si porta presto Mathias Frank.
Nibali non può non accodarsi al portacolori della IAM, con cui andrà a riprendere Intxausti allo scollinamento. Lì alcuni binari attraversano la strada, uniti alla pioggia diventano dei bei trappoloni. Froome e Spilak saltano in scioltezza, Nibali, Intxausti e Frank passano indenni, Rui Costa e Fuglsang li imitano (Talansky nel frattempo s'è staccato per un problema meccanico), Pinot e Majka invece si abbattono. Il francese cambia bici, il polacco pure.
La discesa vede Spilak e Froome con 58" su Nibali, Intxausti, Frank, Rui Costa e Fuglssang. Più indietro Majka, Pinot, Jesús Herrada, Talansky, Wyss, Ion Izagirre. Ormai è fatta, la questione è tra i due davanti, Spilak e Froome: chi vince prende la maglia gialla (i due sono separati da 3"). Dietro Nibali e Fuglsang tentano di organizzare un inseguimento ma finiranno oltre il minuto.
Sul traguardo di Aigle Spilak, che si ritiene - a ragione - il più veloce, scatta presto, ma Froome sorprendentemente recupera. Spilak stecca anche il colpo di reni, eppure vince per mezza ruota. Terza piazza per l'iridato Rui Costa, che a 57" regola Fuglsang, Intxausti, Frank e Nibali. A 1'41" Jesús Herrada, Pinot e Talansky, con Wyss e Ion Izagirre. Ritardatari eccellenti: Rigoberto Urán chiude a 3'25", Nicolas Roche a 5'43", Ivan Basso a 14'54" (no, non c'è un uno di troppo).
Classifica generale dopo la tappa regina che vede Spilak in maglia gialla con Froome a 1", a 1'02" Rui Costa, a 1'06" Nibali, a 1'10" Frank, a 1'13" Intxausti, a 1'14" Fuglsang, a 1'40" Jesús Herrada, a 1'48" Ion Izagirre, a 1'50" Talansky. Domani tappa interlocutoria, tutta in circuito, a Friburgo: 29 km da ripetere 6 volte per un totale di 174 km, in attesa della crono domenicale di Neuchâtel, quella che potrebbe invertire le prime due posizioni, far avanzare o arretrare chi si trova in zona podio.
Mentre Nibali si lecca le ferite Froome guadagna sicurezza e Spilak, che un Romandia l'ha già vinto (nel 2010, quando fu 2° ma dopo la squalifica del vincitore Valverde, tutto cambiò per lo sloveno), ci fa più di un pensierino, a bissare il successo quattro anni dopo.