Tour de Romandie 2014: Albasini, e sono due a Montreux - Tappa e maglia per l'elvetico. Nizzolo 3°, domani tappone
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Ci sono ciclisti strani. Onesti mestieranti, nemmeno tropo giovincelli, vita da gregario e qualche decina di giorni all'anno di gloria. Solitamente sono corridori anonimi, di quelli che sì, li ricordi (meglio: sai che esistono. È diverso), ma non sempre li metti tra i favoriti per una vittoria di tappa. Uno di questi è Michael Albasini, svizzero nato nel dicembre del 1980 a Lanterswil, cantone Thurgau.
Ha iniziato con uno stage alla Fassa Bortolo nel 2001, poi la Phonak, la Liquigas, quindi la Columbia (successivamente HTC-Highroad), da tre stagioni l'Orica-GreenEDGE. S'impegna per gli altri nei GT che corre, gareggia per sé nelle brevi corse a tappe. Nel 2012 è stato capace di vincere un Catalunya, prima portando a casa due tappe, quindi tenendo sulle salite.
È un cagnaccio, non certo uno scalatore, ma non si stacca facilmente. Ieri era stato proprio lui a riportare una vittoria elvetica al Romandia dopo dieci anni. Proprio a Sion, il 1° maggio 2004, Fabian Jeker fu l'ultimo corridore rossocrociato ad alzare le braccia al cielo. Tornati a vincere con Albasini il 30 aprile, gli svizzeri, fatto trenta, hanno fatto trentuno sempre con Albasini, ancora il 1° maggio.
Sono 166 i chilometri tra Sion e Montreux, in una tappa che non offrirà grandi spunti. Vanno via subito due corridori di casa, Pirmin Lang (IAM Cycling) e Martin Kohler (BMC Racing). Il gruppo sulle prime lascia fare, è un film già visto e rivisto. La coppia guadagna decine di minuti ed ottiene il vantaggio massimo dopo 40 km, con 13'10" di margine.
Si transita da Aigle, sede dell'Unione Ciclistica Internazionale nonché arrivo di tappa domani, e la coppia ha 12'01" su un plotone ora tirato dall'Omega Pharma-Quick Step del leader Michal Kwiatkowski. A 78 km dall'arrivo il vantaggio cala a 7'50", con Lang e Kohler che salgono verso il primo GPM di giornata, quello di Châtel-Saint-Denis.
Ai -46 la seconda ed ultima asperità di tappa, lo strappo che conduce verso Peney-le-Jorat. Solamente 3'01" separano i fuggitivi dal gruppo. Dall'interno si torna sulle rive del Lago Lemano, ma i due al comando mantengono sempre un margine esiguo. Verranno ripresi ai 3500 metri, quando inizia una salitella non cattiva, ma pur sempre presente. Rui Costa si fa portare in seconda posizione, Kwiatkowski fa la guardia. Si stacca Kittel e non solo lui, davanti si viaggia ma la selezione non viene fatta.
Una volta tornati sul lungolago Tony Martin prende per mano Michal Kwiatkowski. La maglia gialla si lancia però un po' troppo presto (ma Ingliskiy incombe, le alternative non erano molte), perdendo vigore nel finale. Chi chiude in crescendo è invece Michael Albasini, che come ieri supera il traguardo esultante. Alle sue spalle il classe '87 dell'Europcar Tony Hurel, poi il nostro Giacomo Nizzolo, forse rimasto un po' chiuso nelle ultimissime battute (ma Albasini era già andato).
Ai piedi del podio Alexey Tsatevich, quindi Michal Kwiatkowski, Maxim Iglinskiy, Tosh Van der Sande, Ramunas Navardauskas, Danilo Wyss e Chris Froome. Classifica generale che muta in favore di Michael Albasini, il quale abbuono dopo abbuono finisce in giallo. Alle sue spalle a 5" Kwiatkowski, a 10" Navardauskas, a 11" Jesús Herrada, a 12" Brändle, a 13" Dennis, a 14" Martin, a 18" Keizer, a 19" Froome e Ion Izagirre.
Domani la questione si fa più interessante, con 180 km da Le Bouveret ad Aigle. Nel mezzo - e il bello sarà qui - quattro salite di prima categoria: il Col des Planches, Champex, Les Giettes e Villars-sur-Ollon. È la tappa in cui vedremo chi sta bene e chi così così, chi può vincere il 68° Giro di Romandia e chi no. Di certo Albasini non sarà con i primissimi, ma non credete di dimenticarlo così, in 24 ore. Lo svizzero dell'Orica le sue brave tappe le porta sempre a casa.