GP Francoforte 2014: Kristoff e la Festa dell'ottimo Lavoro - Sprint superbo su Degenkolb, Baugnies al terzo posto
- Rund um den Finanzplatz Eschborn - Frankfurt 2014
- MTN Qhubeka 2014
- Team Giant - Shimano 2014
- Team Katusha 2014
- Alexander Kristoff
- Alexander Porsev
- Alexandr Kolobnev
- Antonino Parrinello
- Bartlomiej Matysiak
- Ben Gastauer
- Brice Feillu
- Cesare Benedetti
- Christoph Pfingsten
- Clément Koretzky
- Eduard Vorganov
- Eliot Lietaer
- Fabian Wegmann
- Gerald Ciolek
- Jacques Janse Van Rensburg
- Jan Dieteren
- John Degenkolb
- Jérôme Baugnies
- Lars Boom
- Maciej Paterski
- Marek Rutkiewicz
- Mateusz Taciak
- Mirco Saggiorato
- Mirko Selvaggi
- Paul Voss
- Pieter Jacobs
- Rick Zabel
- Samuel Dumoulin
- Silvio Herklotz
- Thomas Sprengers
- Wilco Kelderman
- Uomini
Vince poco ma vince bene, questo ragazzo. Alexander Kristoff il ghiaccio con i successi di gran peso l'ha rotto una domenica di marzo, imponendosi alla Milano-Sanremo: un risultato che premiava la sua graduale costante crescita e la sua già visibile presenza in ordini d'arrivo di corse preziose (dall'Olimpiade al Fiandre, dalla Roubaix alla stessa Sanremo in passato). Oggi a Francoforte non possiamo che confermare l'assunto di partenza: la sua affermazione in terra di Germania è appena la terza stagionale, ma anche questa, come la Classicissima, è una perla destinata a brillare nel palmarès del norvegese che difende i colori della Katusha.
Importante non solo per il prestigio della corsa in sé (la gara ha oggi un blasone meno appariscente rispetto a qualche anno fa), ma anche per lo scalpo eccellente che Kristoff ha conquistato oggi: quello di John Degenkolb, attesissimo, tifatissimo, pronosticatissimo atleta di casa. Uno che sarebbe stato anche lui meritevole di affermazione, non foss'altro per aver già vinto il GP di Francoforte tre anni fa (aveva 22 anni e fu la sua prima grande vittoria da professionista); nel frattempo il corridore della Giant è cresciuto tantissimo, in maniera anche più appariscente rispetto a Kristoff (che invece in questi anni è stato ciò che in ambito cinematografico si definirebbe uno "sleeper": ovvero un film che parte piano, ma poi settimana dopo settimana si rafforza gradualmente ai botteghini fino a diventare un successo).
Non più tardi di 20 giorni fa Degenkolb otteneva uno splendido secondo posto alla Parigi Roubaix, e questo dopo aver già incamerato la Gand-Wevelgem; prima e dopo quel successo, belle prestazioni ma un po' troppa sfortuna tra Sanremo e Fiandre. Oggi per il 25enne di Gera l'occasione di ottenere un'altra bella affermazione prima del riposo che precederà l'avvicinamento al Tour de France si è infranta contro uno sprint spettacolare di Kristoff. In pratica la corsa si è risolta con una sfida diretta tra loro due, vista la distanza che alla fine li ha separati dal terzo classificato, il sorprendente belga Jérôme Baugnies (che, guardacaso, al Frankfurt vinto nel 2011 da Degenkolb fu secondo).
La corsa, partita sul bagnato (diverse cadute in avvio), proseguita col sole (splendente nelle fasi centrali della gara) e finita con la pioggia, ha avuto come azione principale una fuga a 9 composta da Eduard Vorganov, Ben Gastauer, Paul Voss, Marek Rutkiewicz, Mirco Saggiorato (che ha fatto il pieno di traguardi volanti), Christoph Pfingsten, Clément Koretzky, l'italiano Mirko Selvaggi e un corridorino niente male come Wilco Kelderman, proiettato verso l'imminente Giro d'Italia con legittime ambizioni di ben figurare.
Su un percorso veloce come quello del GP di Francoforte, non era pensabile che a un'azione tanto ben assortita venisse lasciato troppo spazio, sicché le squadre dei favoriti (e in primo luogo la Giant di Degenkolb) hanno tenuto la corsa abbastanza cucita, concedendo al massimo un paio di minuti agli attaccanti, e riportando il gruppo a ridosso dei medesimi quando, a 45 km dal traguardo, sulla salitella di Mammolshain, la fuga è stata di fatto annullata.
O meglio, annullata in parte, perché alcuni dei battistrada hanno insistito: Kelderman, Voss, Gastauer e Rutkiewicz hanno tirato dritto, raggiunti dal giovane Silvio Herklotz. Il nuovo drappello al comando ha resistito in testa per un altro giro del circuito di Mammolshain, e al nuovo passaggio sulla salita (ai -30) su di loro si sono portati altri corridori, tra i quali Brice Feillu, Maciej Paterski, Samuel Dumoulin, Alexandr Kolobnev, Fabian Wegmann, Jacques Janse van Rensburg, Eliot Lietaer, Mateusz Taciak, Jérôme Baugnies e un battagliero Cesare Benedetti. Proprio il trentino è stato uno dei più convinti sostenitori dell'azione, tentando anche l'allungo personale al fine di selezionare un gruppetto più compatto, ma non c'è stato verso di dare alla fuga quella spinta che sarebbe stata necessaria per avere ragione della rimonta del gruppo.
Alle spalle dei battistrada, infatti, se la Giant sembrava ormai aver dato tutto nel precedente inseguimento, è toccato alla MTN lavorare: la formazione africana aveva un uomo davanti (Janse Van Rensburg), ma confidava maggiormente nelle possibilità del suo velocista presente nel gruppo (un certo Gerald Ciolek). Le trenate degli MTN sono risultate determinanti e hanno portato a un ricongiungimento quasi generale ai 4 km; rimaneva davanti il solo Lietaer, che ha insistito per un altro paio di chilometri prima di essere raggiunto. Vano anche il tentativo estremo - a quel punto - di Lars Boom, che ha provato inutilmente ad anticipare lo sprint.
La volata è stata ben organizzata dai Katusha, mentre Degenkolb ha dovuto fare un po' da sé: Kristoff ha così potuto lanciarsi in testa, ai 150 metri, e scegliere la migliore traiettoria: non un esercizio banale, visto il traguardo che curvava leggermente a sinistra. Il norvegese ha preso la linea interna, obbligando Degenkolb a uscire all'esterno (dovendo fare così più metri), e questa ottima scelta tattica è risultata a suo modo determinante, visto che il tedesco, pur in rimonta, non è riuscito a colmare il gap di una ruota rispetto all'avversario.
Testa a testa comunque entusiasmante, tra i due, e non c'è dubbio che questa sfida la potremo vedere spesso, in futuro, viste le caratteristiche (e gli obiettivi) simili dei due giovanotti. Per oggi ha vinto Kristoff, ma Degenkolb l'ha presa abbastanza con filosofia. E contento è stato senz'altro Baugnies, bravo ad agguantare (a una certa distanza dai primi due) il gradino più basso di un podio di cui potrà serbare senza vergogna la foto-ricordo, vista la caratura dei due corridori che l'hanno preceduto.
Alle spalle di Baugnies troviamo nell'ordine altri due belgi (Pieter Jacobs e Thomas Sprengers), quindi tre tedeschi (il giovane Rick Zabel, l'esperto Fabian Wegmann e Jan Dieteren), e, a chiudere la top ten, il russo Porsev e il polacco Matysiak. Herklotz ha chiuso al 12esimo posto, Ciolek solo al 14esimo, e il primo italiano - Cesare Benedetti - al 16esimo. Per l'Italia nei 20 anche Antonino Parrinello, 19esimo.