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Tour de Romandie 2014: Nibali si butta, ma esulta Albasini - Tappa tagliata, Vincenzo va via in discesa, sprint a Michael

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Michael Albasini vince a Sion 10 anni dopo Fabian Jeker © BettiniphotoBello e impossibile. Bello, perché fa sempre piacere veder un corridore all'attacco, sia questo portato in salita, discesa, pianura. Impossibile, perché con 15 e più chilometri da percorrere era obiettivamente dura arrivare. Vincenzo Nibali però ci ha provato anche oggi, in una tappa che in origine prevedeva la partenza da Ascona, lo sconfinamento in Italia, la scalata ai 2005 metri del Sempione per poi tuffarsi su Briga e da lì verso il traguardo di Sion.

Proprio le nevicate sul Sempione, copiose nei giorni scorsi e nella scorsa notte, hanno però rotto le uova nel paniere agli organizzatori. Si scende di sella, si sale in treno fino alla nuova partenza di Brigerbad, originariamente luogo del rifornimento. Dai 200.9 km del disegno originario agli 88.6 km della nuova tappa.

Si parte alle 15.15, tutta pianura fino a Sion. Logico che si vada via veloci, in fuga ci sono tre uomini: Silvan Dillier, Boris Vallee e Reto Hollenstein. La fuga ha un senso fino a che, passati per la prima ed ultima volta sul traguardo di Sion, si inizia a salire verso Lens. Seconda categoria, inizia a gradoni, poi si fa un po' più severa. Fuga ripresa e tutto da rifare.

Il leader Kwiatkowski dorme sonni tranquilli, scortato ottimamente dalla sua Omega Pharma-Quick Step. Ci prova lo svizzero Johann Tschopp, quando siamo quasi allo scollinamento ed al traguardo mancano più di 18 km. Lo segue Thibaut Pinot, attaccano la discesa con un vantaggio esiguo, 7" sul gruppo ben organizzato. Marcel Kittel ha alzato bandiera bianca nella salita, la Giant-Shimano punta su Luka Mezgec.

Ripresi Pinot e Tschopp, si vede una maglia Astana, fisico minuto, più che discreta dimestichezza con le discese. Che questa sia una picchiata tecnica, è una falsità: è veloce, però, e con quei bei tornanti invita all'attacco. Vincenzo Nibali, alla ricerca della prima vittoria stagionale (a proposito, Vinz: non starà diventando una piccola ossessione?) e delle curve a radicchio, si espone.

Guadagna terreno, a fine discesa vanta 14" sul gruppo. Proprio al ritorno a fondo valle tentano l'inseguimento al messinese Nicolas Roche e Andrew Talansky. Raggiungono Nibali ai 1700 metri e Vincenzo si rialza: si consolerà con la maglia a punti e quella degli sprint intermedi. Nell'ultimo chilometro ci prova Voeckler, da solo, rapporto al solito durissimo, ma non va. No, perché dietro è Navardauskas a lanciare una volata lunghissima. Michael Albasini capisce tutto e va a vincere davanti a Jesús Herrada ed al lituano della Garmin-Sharp.

La vittoria di uno svizzero al Romandia mancava dal 1° maggio 2004, quando Fabian Jeker, proprio a Sion, regolò Dario David Cioni e Tadej Valjavec. Quarta piazza per Maxim Iglinskiy, seguito da Andrew Talansky, Matthias Brändle, Rui Costa, Jonathan Hivert, Björn Thurau e Thomas Voeckler. Il primo italiano è Damiano Caruso, 17° a 4", e tra coloro che lasciano secondi per strada (sempre 4") c'è Chris Froome. È 26°, proprio davanti ad Urán e tre posizioni prima Moreno Moser. Non vorrà dire nulla, ma è pur sempre una piccola distrazione.

Classifica generale che vede in testa sempre Michal Kwiatkowski, con Michael Albasini ora a 5" dal polacco, quindi Ramunas Navardauskas - stesso distacco del vincitore odierno - Jesús Herrada a 6", Matthias Brändle a 7", Rohan Dennis a 8", Tony Martin a 9", Martijn Keizer ed Alexandre Geniez a 13", Christopher Froome a 14".

Domani seconda tappa, 166.5 mossi da metà in poi, partenza da Sion, arrivo a Montreaux. L'ultima asperità ufficialmente è la salita di Peney-le-Jorat, a 45 km dal traguardo, ma in mezzo ci sono diverse contropendenze e discese in grado di lanciare chi avesse forze e volontà di attaccare. Un nome a caso?

Francesco Sulas

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