Giro d'Italia 2014: Giorno per giorno, ecco le 22 squadre in corsa per la Rosa
Versione stampabileUna stella di prima grandezza che risponde al nome di Nairo Quintana, alla ricerca della prima affermazione in un grande giro. E tutto intorno una pletora di contendenti che renderà il Giro d'Italia 2014 una corsa combattutissima: da Joaquim Rodríguez a Cadel Evans, passando per chi la corsa rosa l'ha già vinta (Ryder Hesjedal) e chi ci punta forte quest'anno (Daniel Martin, Pierre Rolland, Nicolas Roche, Rafal Majka, Samuel Sánchez), proseguendo con un altro gruppetto di colombiani che proveranno a rendere la vita dura al loro connazionale Quintana: gente come Rigoberto Urán, Fabio Duarte, Julián Arredondo, saranno ossi durissimi. E l'Italia? Accanto agli espertissimi Ivan Basso e Michele Scarponi, attenderemo lo sbocciare di qualche nuovo campioncino (Fabio Aru? Manuel Bongiorno? Diego Rosa?), confidando anche su un Domenico Pozzovivo che non è sembrato mai così convinto e competitivo come nelle gare delle ultime settimane.
Qui di seguito i roster completi di tutte le squadre, analizzati nel dettaglio e aggiornati in tempo reale da qui al momento in cui, venerdì 9 maggio, il Giro si metterà in movimento per la 97esima volta.
Ultimi aggiornamenti
8 maggio - Tutti i dorsali ufficiali
7 maggio - Confermati i 9 della Garmin
6 maggio - Cambio in Sky: fuori Kennaugh, dentro Sutton. Astana, niente visto per Iglinskiy e Lutsenko. Tinkoff-Saxo: due cambi
5 maggio - Anche Ventoso nella Movistar di Quintana. Ufficiali Omega, Lampre, Bardiani, FDJ, Katusha ed Orica
4 maggio - Trek, confermato anche Arredondo
2 maggio - La Belkin di Kelderman. Cannondale: Basso cerca il terzo Giro. Astana: Scarponi o Aru? E c'è la Neri Sottoli
1° maggio - BMC, tutti gli uomini di Evans. Ufficiale la Lotto
30 aprile - Ecco la Giant-Shimano di Kittel e l'Androni. Ufficiale anche la Colombia, superati i problemi di visti
29 aprile - Prime formazioni definitive: AG2R e Team Sky
IL ROSTER - Davide Appollonio |
L'ANALISI La formazione francese sta vivendo una delle sue stagioni migliori e l'obiettivo è di portare avanti questo momento d'oro anche al Giro d'Italia. Il capitano lo conosciamo ormai molto bene in tutte le qualità e i suoi limiti: Domenico Pozzovivo non sarà un vincente di natura, ma in salita è sempre lì ed un piazzamento è garantito visto che lo scalatore lucano è entrato nei primi 10 della classifica in tutte le corse disputate quest'anno e anche negli ultimi tre grandi giri in cui ha preso il via. Oltre ad un buon risultato in classifica da Pozzovivo ci si può aspettare anche una vittoria in una tappa di montagna. Il resto della squadra si fa apprezzare: Hubert Dupont, Matteo Montaguti e Alexis Vuillermoz sono corridori che posso svolgere un doppio ruolo di supporto a Pozzovivo nelle frazioni più dure e di attaccanti da lontano per cercare un successo di tappa. Il lavoro "sporco" dovrebbe toccare a Julien Bérard e Maxime Bouet ma all'occorrenza anche loro potranno avere una buona libertà d'azione per inserirsi nelle fughe. La presenza del passista tedesco Patrick Gretsch sarà fondamentale soprattutto per limitare i danni nella cronosquadre d'apertura a Belfast e cercare di tenere Pozzovivo vicino agli altri rivali per la classifica: in più Gretsch può essere anche un uomo utilissimo per le volate di Davide Appollonio che quest'anno sembra essersi ritrovato. Confermata anche la presenza del giovane francese Axel Domont che è stato operato ad una mano lo scorso 16 aprile ed è stato costretto quindi a saltare il Giro del Trentino, ma è già rientrato in gara al Romandia. |
IL CAPITANO |
IL ROSTER - Marco Bandiera |
L'ANALISI Diciamo la verità, fino ad oggi la squadra di Gianni Savio non ha brillato particolarmente in questo 2014, ma conoscendo la storia e la capacità di motivare i propri ragazzi del team manager piemontese non saremmo stupiti se proprio sulle strade della corsa rosa dovesse arrivare una svolta in grande stile. Franco Pellizotti potrebbe andare a caccia della top-10 finale che l'anno scorso gli sfuggì per soli 36": il problema è che 36 sono anche gli anni del Delfino di Bibione e fossimo in lui guarderemmo più a un successo di tappa che a una classifica discreta correndo però sempre in difesa; poteva essere un buon obiettivo la maglia azzurra degli scalatori ma i punteggi introdotti da quest'anno rendono il tutto un po' più impegnativo. Per le salite ci saranno anche Emanuele Sella e soprattutto il giovane Diego Rosa, che l'anno scorso da neoprofessionista fece molto bene arrivando 23° a Brescia. L'uomo per gli arrivi in volata sarà Manuel Belletti che è a secco di vittorie dal giugno 2012: Marco Frapporti potrebbe essere l'uomo incaricato di stargli accanto negli ultimi chilometri prima dello sprint. Da Johnny Hoogerland invece ci possiamo aspettare di tutto e se arriverà al Giro al 100% della condizione ci farà divertire con fughe e attacchi pazzi, istigato anche dall'indole battagliera di Gianni Savio; Marco Bandiera (uomo da classiche che ha disputato solo due GT in carriera) potrebbe essere un buon alter ego per l'olandese. La rosa si chiude con du e corridori venezuelani: Jackson Rodríguez ormai conosce bene il ciclismo europeo ed il Giro d'Italia, sarà da seguire invece Yonder Godoy, passista classe 1993 che ha mostrato doti di un certo interesse. |
IL CAPITANO |
IL ROSTER - Valerio Agnoli |
L'ANALISI Il dorsale numero 1 c'è, il campione in carica no. Non possiamo parlare di altri se non dell'Astana. La squadra kazaka, dopo aver vinto la corsa rosa nel 2013 con Vincenzo Nibali, spedirà lo Squalo dello Stretto al Tour, per provare a fare i dispetti a Froome e Contador. In Italia resta così l'esperto Michele Scarponi a far da chioccia al giovane Fabio Aru. Entrambi scalatori, più puro il sardo (prendete il cognome ed indovinate qual è dei due...) rispetto all'Aquila di Filottrano. Entrambi hanno mostrato un'ottima forma al Giro del Trentino, la strada decreterà chi farà il capitano. Ma non sottovalutiamo Mikel Landa. Ok, è un eccellente gregario e per le tappe di montagna sarà utilissimo, ma ha vinto sul Monte Bondone (sempre al Trentino). Occhio quindi al terzo incomodo! Il resto del team è formato da ex capitani divenuti gregari oppure da lavoratori puri e semplici, comunque affidabili. È il caso, quest'ultimo, di Paolo Tiralongo, splendido 36enne, così come lo sloveno Janez Brajkovic e Borut Bozic, che sostituiscono Maxim Iglinskiy ed Alexey Lutsenko (senza visto per prendere la via della Gran bretagna). Brajkovic a meno di cataclismi potrà essere non tanto capitano del team, ma prezioso aiutante della coppia Scarponi-Aru. E come dimenticare Valerio Agnoli? Il laziale "tradirà" Vincenzo Nibali per scortare un altro blocco di compagni verso un obiettivo non meno prezioso. Enrico Gasparotto sarà pure lui un aiutante infaticabile e senza dubbio metterà da parte le ambizioni personali (se comunque ce ne sarà l'occasione, chi potrà negargli il tentativo di vincere una tappa?). Ultimo ma non meno importante dei nove è il kazako Andrey Zeits (lui sì, il visto l'ha ottenuto), gregario purissimo, uno di quelli che vengono sempre bene. |
IL CAPITANO |
IL ROSTER - Enrico Barbin |
L'ANALISI Tutti verdi, come l'Incredibile Hulk. Tutti giovani ed italiani, come una qualsiasi squadra di Bruno e Roberto Reverberi. La Bardiani-CSF Inox si presenta a Belfast con otto noni della formazione del Giro 2013, e con la maglia azzurra uscente di miglior scalatore, Stefano Pirazzi. Buon passista, discreto scalatore, apparentemente scriteriato tatticamente, il corridore di Fiuggi può comunque dare belle soddisfazioni ai Reverberi anche quest'anno. È il corridore di punta, il "Pira", ma non l'unico in grado di ben figurare. Enrico Battaglin una tappa al Giro scorso l'ha pur sempre vinta, a Serra San Bruno, e non vediamo perché non possa ripetersi. Francesco Manuel Bongiorno è uno scalatore con la esse maiuscola, ogni anno cresce ed in questa corsa rosa potrebbe cogliere il bersaglio grosso. Come Bongiorno, Edoardo Zardini, vittorioso al Giro del Trentino in quel di San Giacomo di Brentonico. È da tener d'occhio, senza se e senza ma. Per le volate facili o mediamente impegnative c'è poi Sonny Colbrelli, costante, costantissimo, fin troppo: tredici sono le top ten da lui ottenute nel 2014, zero le vittorie. È giunta l'ora di sbloccarsi; al suo fianco, anche il neopro' Nicola Ruffoni, che ha già dimostrato di saper sgomitare pure negli arrivi di gruppo del ciclismo maggiore. Il resto del team - oops! Squadra - non è roba da poco. Nicola Boem è l'uomo delle fughe (nel solo 2014 non si contano le corse passate al vento); Marco Canola sa lavorare per i compagni ed anche ritagliarsi qualche soddisfazione personale; Enrico Barbin s'è conquistato la maglia per il Giro mettendosi in grande evidenza al recentissimo Tour of Turkey, e sarà senz'altro un prezioso aiuto anche per le tappe più difficili. Una Bardiani che senza dubbio farà divertire. E dov'è la novità? |
IL CAPITANO |
IL ROSTER - Jetse Bol |
L'ANALISI Il Giro d'Italia è da molti anni un trampolino di lancio per i giovani talenti da corse a tappe della Belkin (ex-Rabobank), e anche per quest'anno sarà così, sebbene Wilco Kelderman abbia già fatto la corsa rosa con profitto nel 2013: l'intenzione è quella di migliorare il 17esimo posto della passata edizione. Al suo fianco, il suo predecessore, per così dire: Steven Kruijswijk si rivelò al Giro del 2011 concludendo nono, poi nelle stagioni successive non mantenne le promesse. L'altro obiettivo della squadra sarà portare a casa una tappa, magari con l'esperto Maarten Tjallingii il quale ancora non ha mai vinto in un GT, o con Jos Van Emden, ex promessa che assieme a Rick Flens e Marc Goos sarà il traino della formazione nella cronosquadre, o con lo scattista australiano David Tanner, all'esordio al Giro d'Italia. Martijn Keizer è ormai un aficionado della corsa rosa, alla quale partecipa da 3 anni consecutivi: 612 i chilometri di fuga per lui cumulati nel 2012, solo 113 nel 2013. Sfonderà i mille? Chiude la formazione Jetse Bol, che per l'assenza degli sprinter più titolati potrebbe essere l'uomo adatto al ruolo di velocista. |
IL CAPITANO |
IL ROSTER - Brent Bookwalter |
L'ANALISI Ha 37 anni, ha vinto (anche) un Tour de France, è ancora molto, molto battagliero, tanto che arriva da un bel successo al Giro del Trentino. Si tratta di Cadel Evans, capitano di una BMC davvero ostica. Sì, perché il primo gregario del più che esperto australiano sarà Samuel Sánchez, già in ottima forma nelle classiche delle Ardenne, ma al servizio di Philippe Gilbert. L'ex Euskaltel, in caso di defaillance di Evans, potrebbe diventare prima punta dei rossoneri svizzeri, a patto di essere sorretto da una buona, buonissima condizione. Uno come lui è sempre meglio averlo in squadra, questo è certo. Il resto del team è composto da collaudati faticatori, a partire dalla coppia italiana formata da Manuel Quinziato, ottimo passista, e Daniel Oss, che avrebbe voluto dire la sua nelle classiche ma avrà modo di rifarsi nella seconda parte di stagione. Dagli elvetici Danilo Wyss e Steve Morabito (prezioso in salita) alla coppia belga composta da Yannick Eijssen e Ben Hermans (capace anche di finalizzare, talvolta), tutti per Evans (o Sánchez...), che nel 2002 tenne la maglia rosa per un giorno, salvo poi lasciarla (definitivamente) a Paolo Savoldelli, sulla strada verso Passo Coe. Era giovanissimo, vestiva Mapei. Undici anni dopo, nel 2013, un Evans più maturo è stato capace di arrivare terzo. E sai che soddisfazione prendersi la maglia rosa a 37 anni suonati. |
IL CAPITANO |
IL ROSTER - Ivan Basso |
L'ANALISI Dici Cannondale, intendi Ivan Basso. È senza ombra di dubbio il varesino la punta degli uomini di Amadio. Vincitore nel 2006 e nel 2010, vuole il terno secco. Sa bene quanto difficile sia arrivare lassù, vestito di rosa, ma perseveranza e convinzione, oltre a delle doti atletiche fuori dal comune, sono la sua arma in più. Non basta crederci, però, se non si è sorretti da un team che gira tutto intorno a te. Ecco, questa è la Cannondale. Che avrà molti gregari, sicuro, ma anche uomini per puntare a tappe medie o semplici, le poche che si troveranno. E così ecco Elia Viviani, pronto a buttarsi nelle volate, senza cercare il fin troppo frequente piazzamento, ma dritto verso la vittoria, mentre Daniele Ratto potrà giocarsi le volate più ardue, magari ristrette, sicuramente non con tutti i velocisti puri. C'è inoltre Oscar Gatto, non al top nelle classiche delle pietre (ma secondo in una tappa della Tre Giorni di La Panne), comunque utilissimo sia alla squadra che a se stesso. E quel corridore così promettente, con quel cognome tanto noto nel mondo del ciclismo? Sì, anche Moreno Moser sarà al via della corsa rosa. Non per testarsi, no no. Per cercare una vittoria di tappa, per ritrovarsi (e sì che è giovane). Il giovane tedesco Michel Koch, Paolo Longo Borghini ed Alan Marangoni saranno angeli custodi di Ivan Basso, mentre il bergamasco classe '91 Davide Villella, oltre ad essere atteso da quei compiti di gregariato chiamati "gavetta", potrebbe provare uno o due colpetti. Così, giusto per far vedere che la gamba c'è, il talento pure. Per il resto, uno per tutti e tutti per Basso. |
IL CAPITANO |
IL ROSTER - Edwin Ávila |
L'ANALISI Per il secondo anno di fila gli Escarabajos hanno ottenuto la preziosissima wild card per il Giro. Nella scorsa edizione hanno però deluso, in parte per fattori negativi da loro indipendenti, conquistando solo un 2° e un 3° posto di tappa. Come nella scorsa stagione il leader sarà Fabio Duarte, recente protagonista al Giro del Trentino; al Campione del Mondo Under 23 del 2008 è sempre mancata la continuità, più probabile che si concentri sulle singole tappe. Il campione nazionale Miguel Ángel Rubiano proverà a tornare al successo nella corsa rosa come accadde nel 2012. Robinson Chalapud e, soprattutto, Jarlinson Pantano andranno costantemente in fuga nelle tappe mosse mentre l'esperto Leonardo Duque sarà il regista in corsa della squadra. Il velocista designato è Edwin Ávila, bicampione del mondo su pista nella corsa a punti, e completano la rosa i gregari Carlos Quintero, Jeffry Romero e Rodolfo Torres. |
IL CAPITANO |
IL ROSTER - Nacer Bouhanni |
L'ANALISI Sulla carta, la squadra di Marc Madiot è una delle più interessanti del lotto nelle tappe destinate a concludersi in volata. Il finalizzatore del lavoro sarà Nacer Bouhanni: il classe '90 è forte già di 5 vittorie in stagione ma è ancora a secco nelle grandi corse a tappe, lacuna che proverà a cancellare al Giro. Sébastien Chavanel e il brasiliano Murilo Fischer saranno gli eletti chiamati a scortare l'ex pugile negli ultimissimi km di gara e ad aprirgli la strada nelle volate. Per la classifica generale gli occhi sono puntati su Alexandre Geniez, vincitore in solitaria della tappa di Peyragudes nella Vuelta 2013, e sul valente ciclocrossista Francis Mourey: per entrambi un piazzamento nei 20 è alla portata. Johan Le Bon, grande promessa nelle categorie giovanili, deve ancora trovare una sua dimensione e si misura per la prima volta con un GT. Arnaud Courteille è appena più esperto, e insieme al gran lavoratore Laurent Pichon e al pluricampione finlandese Jussi Veikkanen avrà il compito di aiutare Bouhanni e, nelle altre tappe, di cercare la fuga. |
IL CAPITANO |
IL ROSTER - Andre Cardoso |
L'ANALISI Come sempre avviene la formazione che Jonathan Vaughters schiera al Giro è assai interessante nonché votata all'internazionalità, con 8 paesi rappresentati. Il leader sarà Daniel Martin, che sulla corsa rosa che parte dalla propria terra ha focalizzato la stagione; il vincitore della Liegi 2013 sinora non si è dimostrato un uomo da grandi giri, pagando lo sforzo sulle tre settimane di gara. Quest'anno, anche a seguito di nuovi allenamenti, cercherà di smentire questo trend, puntando ad una posizione vicina al podio. Se l'irlandese fallirà, la Garmin ha un jolly di extralusso come Ryder Hesjedal; il canadese, sorprendente vincitore del Giro 2012, è però reduce da un anno e mezzo con pochi acuti. In salita si vedrà anche il portoghese André Cardoso, 5° l'anno scorso sull'Angliru alla Vuelta. Nelle tappe mosse i fari saranno puntati sull'australiano Nathan Haas, molto competitivo nella prima parte di stagione, e sull'esperto tedesco Fabian Wegmann (che esattamente 10 anni fa vinceva la classifica dei Gpm). Dopo un anno di assenza ritorna lo sprinter statunitense Tyler Farrar, che pare essersi ripreso dopo la scorsa stagione da dimenticare. Ad aiutarlo lo spagnolo Koldo Fernández mentre l'olandese Thomas Dekker sarà di ulteriore supporto ai compagni. Esordio al Giro, poi, per il quasi 22enne olandese Dylan Van Baarle, veloce e resistente, ma da valutare in un GT (tipologia di gare in cui non si è mai misurato). |
IL CAPITANO |
IL ROSTER - Winner Anacona |
L'ANALISI Michele Scarponi non è più in questa Lampre-Merida che dovrà reinventarsi, per forza di cose. Non che ci siano nomi nuovissimi, nella formazione blu-fucsia, ma altre gerarchie rispetto a dodici mesi fa, quello sì. Non più capitano unico (al massimo doppio) ma tridente formato da Damiano Cunego, Diego Ulissi e Przemyslaw Niemiec. Cunego: dopo la vittoria al Giro nel lontano 2004 non è più riuscito a ripetersi a quei livelli, non in un GT almeno. L'ultima volta che l'abbiamo visto al Giro era il 2012 e chiuse al 6° posto. Impossibile però trascurare, in quell'edizione, il secondo posto sul Passo dello Stelvio. Episodico ma notevole, solo Thomas De Gendt seppe precederlo. L'impressione, dopo un Paesi Baschi al di sopra delle aspettative ed una campagna delle Ardenne un filo deludente, è che sia ormai un ottimo cacciatore di tappe. Diego Ulissi una tappa al Giro l'ha già vinta: era il 2011 ed a Tirano, con Giovanni Visconti, volarono spinte, manate, in quella volatina. Ulissi vinse perché il siciliano venne declassato, tant'è, lui c'era. Avrà la capacità di regalare al team qualche bel risultato? Chi lo sa. In tutto ciò il rischio è che l'uomo da classifica sia proprio Przemyslaw Niemiec, non certo nuovo a risalire pian piano, come un diesel, posizioni su posizioni. Nel 2013 ha chiuso al 6° posto nella corsa rosa, suo miglior risultato di sempre al Giro. Migliorare sarà dura, tentar non costa nulla. Il resto del team è formato da ottimi gregari e qualche giovane da svezzare. Presenti Manuele Mori, esperto su ogni terreno, Matteo Bono, da mandare eventualmente in fuga ed utilizzare in salita, così come sarà da azionare, quando la strada punterà verso il cielo, il colombiano Winner Anacona, giovane in cerca d'esperienza così come Jan Polanc. Attenzione al classe '90 Mattia Cattaneo: dovrà fare un bel po' di gavetta, questo è pressoché certo, ma potrebbe anche tentare di agguantare la vittoria qui o là. Da non dimenticare, infine, Roberto Ferrari, velocista che tiene bene sugli strappi. Finora solo qualche piazzamento alla Volta a Catalunya, avrà tenuto tutte le forze per il Giro? |
IL CAPITANO |
IL ROSTER - Sander Armée |
L'ANALISI Sicuramente non sarà il team faro della corsa, ma la Lotto versione 2014 si presenta più competitiva rispetto al passato. Per la generale il capitano è Maxime Monfort, di ritorno in Italia dopo l'unica esperienza datata 2006; già 6° nella Vuelta vinta da Cobo, il vallone punta ad un piazzamento attorno ai primi 10 della classifica. Elemento da tenere d'occhio è Tim Wellens, già 2° nel 2012 fra gli Under 23 al Toscana-Terra di ciclismo alle spalle di Aru. Gli unici stranieri nelle file del team belga sono due professionisti della fuga come il danese Lars Bak e l'australiano Adam Hansen; entrambi già capaci di vincere al Giro, i loro nomi saranno spesso citati nelle cronache. Hansen, in particolare, avrà l'obiettivo di finire il Giro: sarebbe per lui l'ottavo grande giro concluso consecutivamente, impresa mai riuscita. Completano la rosa i velocisti Kenny Dehaes (più maturo) e Tosh Van der Sande (giovane di belle speranze), passisti di vaglia come Gert Dockx e Dennis Vanendert e Sander Armée, che potrà supportare Monfort in salita. |
IL CAPITANO |
IL ROSTER - Andrey Amador |
L'ANALISI Dopo essere stata la squadra rivelazione nel 2013, con 4 successi di tappa distribuiti tra 3 atleti, la Movistar formato 2014 partirà coi galloni di team di riferimento, data la presenza di Nairo Quintana, secondo classificato del Tour de France 2013 e di fatto favorito numero uno di questo Giro. Lo scalatore colombiano non corre dalla Volta a Catalunya, ma come per il Tour dell'anno scorso la preparazione in Colombia lo renderà solo più forte. Per aiutarlo, la Movistar impiega i baschi Igor Antón, che vanta in carriera un successo sullo Zoncolan, e Gorka Izagirre come fedelissimi in salita, assieme al nostro Eros Capecchi ed a José Herrada, del quale la regolarità è valsa un 24esimo al Giro e 12esimo alla Vuelta l'anno scorso. L'altro italiano al via sarà Adriano Malori: a lui, Jonathan Castroviejo e Andrey Amador il compito di trainare la squadre nella TTT iniziale che potrebbe vederli fare molto bene; il parmense potrebbe anche dire la sua individualmente nella Barbaresco-Barolo. Chiude l'organico Francisco Ventoso, il quale quando ha visto che Frosinone sarà sede di tappa, ha voluto a tutti i costi esserci... (proprio nella cittadina laziale vinse nel 2012, e nel 2011 si era già imposto a Fiuggi, stessa regione). Al di là delle battute, il 32enne cantabro cercherà fortuna negli sprint più difficili. |
IL CAPITANO |
IL ROSTER - Ramón Carretero |
L'ANALISI Dodici mesi fa la squadra di Luca Scinto ed Angelo Citracca si presentò al via di Napoli con Danilo Di Luca come punta. Sappiamo tutti come finì la storia tra il Pitone ed il Killer (e con Mauro Santambrogio), e allora la Neri Sottoli-Yellow Fluo si presenta al via di Belfast con una formazione apparentemente a basso profilo, anche se i corridori in grado di far cose egregie non mancheranno. Uno su tutti Matteo Rabottini, che non sarà quello del 2012, capace di vincere la maglia di miglior scalatore, e però le sue belle giornate è capace di estrarle dal cilindro. In montagna sarà lui il primo uomo della Yellow Fluo, con il venezuelano Yonathan Monsalve a fare da utile supporto e, perché no, da seconda punta. Per il resto, tanti uomini che andranno in cerca di una vittoria di tappa. Per le volate c'è Francesco Chicchi, esperto, in grado di posizionarsi tra i primi dieci in qualche frazione. Lo aiuterà il giovane Giorgio Cecchinel, con il classe '90 di Panama, Ramon Carretero, testato in una corsa difficilissima (è tutto da scoprire). Non dimentichiamoci di Mauro Finetto, visto che il ragazzo di Tregnago può far bene sia in arrivi veloci che in volate più o meno ristrette, tenendo duro magari sulle salitelle. Andrea Fedi è un lavoratore costante ed affidabile, Simone Ponzi, oltre ad essere il leader dell'Europe World Tour ed aver vinto GP Costa degli Etruschi, Energiewacht Dwars door Drenthe, GP Nobili Rubinetterie, ha davvero la sparata da finisseur capace di sorprendere ed annichilire gli avversari. Una squadra sicuramente arrembante, che dovrà giustificare il confermato invito da parte di RCS Sport. E lo farà, statene certi. |
IL CAPITANO |
IL ROSTER - Gianluca Brambilla |
L'ANALISI Squadra da classiche, squadra da corse del nord, l'Omega Pharma-Quick Step di Patrick Lefévère. Tutto corretto, non fosse che il capitano per la corsa rosa sarà colui il quale dodici mesi fa si dovette arrendere al solo Vincenzo Nibali. Signore e signori, ecco a voi Rigoberto Urán. Colombiano, forte sul passo, ottimo in salita, più che discreto come spunto veloce. In una parola, è completo. Ha cambiato squadra, dalla Sky al team belga, e sarà capitano unico. Ha dichiarato che questo Giro lui lo vuole proprio vincere. C'è da credergli. Un misto di giovani, gregari e giovani gregari attorno ad Urán. C'è Thomas De Gendt, che vinse sullo Stelvio due anni fa, come detto, e può sempre cercare l'impresa personale (sì, lui o imprese o niente). Anche il nostro Gianluca Brambilla potrebbe cercare l'azione personale, ma da qualche stagione a questa parte sta mostrando attitudini più da gregario che da punticina. Da seguire con attenzione il giovane belga Julien Vermote, così come Pieter Serry, entrambi grandi faticatori. L'olandese Wouter Poels cercherà il successo di tappa nelle frazioni di media montagna, aiutato magari da altri due gregari preziosissimi, il polacco Michal Golas è infortunato e così subentra Iljo Keisse, ennesimo belga insieme a Serge Pauwels. Da non dimenticare, dopo il forfait di Mark Cavendish, concentrato esclusivamente sul Tour de France, che per le tappe da ruote veloci l'OPQS potrà avvalersi delle prestazioni di Alessandro Petacchi, il più anziano della corsa (ha 40 anni e per un solo giorno è più vecchio di Danilo Hondo). Tornato alla vittoria al Grand Prix Pino Cerami, lo spezzino potrà sicuramente mordere e far male allo sprint. |
IL CAPITANO |
IL ROSTER - Mitchell Docker |
L'ANALISI Portare a casa successi sarà l'obiettivo principale della Orica-GreenEdge, alla sua terza partecipazione al Giro. Per farlo, gli australiani portano con sé all'esordio in rosa Michael Matthews, che in questa prima parte di stagione sembra tornato quel velocista resistente in salita che tanto bene aveva fatto tanto da risultare Campione del Mondo under 23 a Geelong davanti al finora più appariscente Degenkolb: per lui tutta l'esperienza di Brett Lancaster come ultimo uomo. La Orica schiera anche il campione italiano, Ivan Santaromita, assieme a Pieter Weening (già vincente ed in rosa nel 2011 a Orvieto) l'uomo più indicato per un successo parziale, mentre un prezioso gregario sarà anche Mitchell Docker. L'ultimo a vincere in maglia di campione nazionale fu Pippo Pozzato nel 2010 a Porto Recanati. Il successo parziale per la Orica potrebbe però arrivare già nella prima tappa: Luke Durbridge, Michael Hepburn (all'esordio in un GT) e Svein Tuft erano tutti presenti, assieme allo stesso Lancaster, nel team vicecampione del mondo della cronosquadre a Firenze. Cameron Meyer, oltre a essere utile alla causa nella prima tappa, potrebbe essere l'uomo di classifica nel team: il tre volte Campione del Mondo della corsa a punti ha corso il Giro nei suoi tre anni alla Garmin per esperienza, e finora è riuscito a far classifica solo nelle corse a tappe di una settimana. Il Giro sarà il suo trampolino di lancio? |
IL CAPITANO |
IL ROSTER - Yukiya Arashiro |
L'ANALISI Per il marchio Europcar quello del 2014 sarà l'esordio al Giro d'Italia anche se in passato le squadre di Jean-Réné Bernaudeau sono state spesso presenti. Quella che sulla carta è la squadra più debole del World Tour ha scelto per il Giro una rosa comunque interessante e che sarà capitanata da Pierre Rolland: lo scalatore francese in carriera ha vinto all'Alpe d'Huez e a La Toussuire al Tour e potrebbe cercare di aggiungere al suo palmarès anche un prestigioso traguardo italiano; forse non sarà al 100% della forma ma sembra in crescita e quindi la sua non sarà una comparsata solo per mettere chilometri nelle gambe in vista del Tour. Oltre a Rolland sono stati selezionati altri cinque francesi, Giovanni Bernaudeau, Tony Hurel, Maxime Mederel, Perrig Quemeneur e Romain Sicard: sono tutti uomini che cercheranno un po' di visibilità con fughe da lontano nella speranza di riuscire per una volta a fare il colpaccio, forse qualcosa di più ci si può attendere da Sicard (iridato Under 23 nel 2009) anche se il basco-francese ormai è tra le promesse non mantenute e non più tra i talenti in attesa di sbocciare. I tre stranieri invece sono tutti nomi che meritano di essere seguiti: c'è il nostro Davide Malacarne che torna al Giro d'Italia dopo tre anni, c'è il combattivo tedesco Björn Thurau che quando è in fuga non molla e non si fa riprendere facilmente, e poi c'è il giapponese Yukiya Arashiro che quest'anno è migliorato tantissimo e che sarà la ruota veloce del gruppo anche se probabilmente si lancerà nelle volate solo se prima c'è stata un po' di selezione. |
IL CAPITANO |
IL ROSTER - Bert De Backer |
L'ANALISI Dopo aver partecipato e vinto a Vuelta e Tour, per Marcel Kittel è giunto il momento di esordire nel GT per lui più ostico, il Giro: le prime frazioni dovrebbero comunque garantire al velocista più forte presente in gara la possibilità di sbloccarsi e vincere così una tappa in tutti e 3 i GT. Difficile che Marcel finisca il Giro, ma la Giant-Shimano potrebbe comunque garantirsi successi in volata pure con Luka Mezgec, che in 2 anni di professionismo ha dimostrato di poter già competere coi migliori. Tom Veelers sarà un fidato apripista per entrambi, assieme al passista Tom Stamsnijder. Lo svedese Tobias Ludvigsson si è studiato la corsa nel 2013 e quest'anno potrebbe provare a fare classifica: una top 20 sarebbe un grande risultato per lui. Anche l'austriaco Georg Preidler potrebbe tentare di scalare la classifica oppure virare su una maglia azzurra. Nelle tappe mosse fari puntati sul tedesco Simon Geschke, uno dei migliori scattisti presenti al Giro, protagonista in diverse classiche quest'anno: tappe come Viggiano o Montecassino fanno gola a uomini come lui. Completano il team due uomini-squadra come Albert Timmer ed il belga Bert De Backer, già selezionati l'anno scorso e utili per fughe o per tirare a favore di Kittel. |
IL CAPITANO |
IL ROSTER - Maxim Belkov |
L'ANALISI La Katusha si presenta al Giro con grandi ambizioni: a Joaquim Rodríguez non è andato giù il secondo posto del 2012, e si presenterà a questa edizione per riscattarsi dal ruolo di perdente che tanto lo affliggeva in coda al Mondiale dell'anno scorso. Per farlo, porta con sé gli uomini migliori: innanzitutto, il suo fido scudiero Daniel Moreno, che potrebbe anche battere qualche colpetto in autonomia sugli arrivi in salita, ma pure Giampaolo Caruso, che si è dimostrato un preziosissimo gregario nelle classiche delle Ardenne. Eduard Vorganov e Alberto Losada sono altri due uomini che garantiscono la loro presenza a fianco del capitano in salita fino alle ultime battute. In pianura, l'esperienza è garantita da due solidi atleti come Ángel Vicioso e soprattutto Luca Paolini, che l’anno scorso in assenza del capitano si permise il lusso - all'esordio - di conquistare ed indossare la maglia rosa per quattro giorni: alla seconda (e forse neanche ultima) partecipazione il "Gerva" punterà a portare il capitano a colpire il bersaglio grosso. La squadra appare leggermente debole per la cronosquadre, e qui Maxim Belkov (altrimenti ottimo fuggitivo) e Vladimir Gusev dovranno dare il meglio di sé per risollevare le sorti della formazione russa. Insomma, Purito può vantare uno dei team più competitivi, spetterà a lui completare l'opera. |
IL CAPITANO |
IL ROSTER - Edvald Boasson Hagen |
L'ANALISI Dodici mesi fa erano calati in Italia con Sir Bradley Wiggins capitano, deciso a prendersi la maglia rosa, dopo quella gialla. Andò male, ma Urán ci mise una pezza e fu 2°. Quest'anno al Giro troviamo una Sky nettamente ridimensionata, con l'abruzzese Dario Cataldo capitano nelle intenzioni, ma sono molti i cacciatori di tappe. Il più noto, nonché nascosto, è il norvegese Edvald Boasson Hagen, che viene da una prima parte di stagione completamente anonima. Sempre per le tappe Ben Swift ha mostrato un'ottima vena, arrivando lì lì, vicino alla vittoria della Sanremo, mentre Bernhard Eisel e Chris Sutton (chiamato all'ultimo al posto del malato Kennaugh) sono due esperti uomini per i finali veloci. Kanstantsin Siutsou va bene in salita, ma non ha la stoffa del grande capitano da GT (però aiuterà molto bene Cataldo, nel gregariato ci sa fare eccome)Alla Settimana Coppi e Bartali ha dato spettacolo, vincendo una tappa e la generale, potrebbe sorprendere. Philip Deignan sarà gasatissimo dalla Grande partenza che si tiene proprio nel suo paese d'origine, mentre Sebastián Henao non è l'Henao che nei piani della Sky sarebbe dovuto essere al Giro (quello è Sergio, ed in marzo è stato sospeso dal team stesso per capire meglio alcuni test fisici effettuati). C'è infine una maglia rosa nel roster britannico. Maglia rosa sì, anche se solamente per un giorno nel 2013: si tratta di Salvatore Puccio, fino ad oggi eccellente gregario (con qualche soddisfazione, come appunto la maglia presa dopo la cronosquadre di Ischia), da domani chissà... |
IL CAPITANO |
IL ROSTER - Christopher Juul Jensen |
L'ANALISI Pur senza Contador la Tinkoff-Saxo ha discrete ambizioni di classifica per il Giro d'Italia: i galloni del capitano sono affidati a Nicolas Roche, quinto classificato alla Vuelta l'anno scorso, col polacco Rafal Majka in seconda battuta da non sottovalutare, visto che al Giro 2013 fu settimo. I due potranno contare su un'ottima squadra: Chris Sørensen è un corridore che in salita riesce sempre a rimanere nei primi 30-40, Evgeni Petrov nel suo passato vanta anche top ten al Giro, Ivan Rovny l'anno scorso ha vissuto una stagione di rilancio alla Ceramica Flaminia e potrebbe essere prezioso per i suoi capitani. Eduard Beltrán poteva essere un corridore intertessante, ma senza visto non è potuto entrare in Irlanda del Nord, ed il suo posto l'ha preso il rientrante Michael Rogers. Completano il team due atleti all'esordio assoluto in un GT: il neoprofessionista polacco Pavel Poljanski, per tre anni dilettante in Italia, ed il danese Christopher Juul Jensen, che ha fatto buona esperienza nelle classiche del pavé e si vorrà confermare passista all'altezza. Il secondo cambio dovuto a problemi di visto è quello riguardante il russo Nikolay Trusov che è stato sostituito all'ultimo minuto dal giovane australiano Jay McCarthy all'esordio in un grande giro. |
IL CAPITANO |
IL ROSTER - Eugenio Alafaci |
L'ANALISI La Trek diretta da Luca Guercilena si presenta al via irlandese con due capitani per la classifica generale, vale a dire il colombiano Julián Arredondo e il croato Robert Kiserlovski. Arredondo, al primo anno nel World Tour, ha già ripagato le attese di chi credeva in lui con due successi al Tour de San Luis e con una prima parte di stagione ricca di piazzamenti nelle corse di primo livello; il debutto in una grande corsa a tappe sarà un importante passo nella crescita del venticinquenne antioqueño. Kiserlovski, già rodato ad alti livelli, è chiamato a migliorare il 15° posto di un anno fa. Per entrambi è possibile la top 10 a Trieste. L'austriaco Riccardo Zoidl, vincitore dell'Europe Tour 2013, è stato fermato dalla rottura della clavicola alle Strade Bianche; il rientro in corsa avvenuto solo al Romandia lo porta ad avere pochi giorni di corsa nelle gambe prima del via. Anche Giacomo Nizzolo ha visto la preparazione modificata per un infortunio; lo sprinter milanese sarà comunque protagonista nelle volate, pilotato dal quarantenne tedesco Danilo Hondo. Fabio Felline si destreggerà nei finali mossi mentre Eugenio Alafaci, l'olandese Boy Van Poppel e il giapponese Fumiyiki Beppu sono tre corridori utili alla causa del team lussemburghese (i primi due sono anche discretamente veloci, il terzo avrà soprattutto compiti di gregariato). |
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