Giro del Trentino 2014: Evans non finisce ancora di stupire - Vittoria netta su Pozzovivo. Domani gran finale sul Bondone
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In un ciclismo in cui i 42enni possono vincere una Vuelta, chi si azzarderebbe a dare del vecchio a Cadel Evans? E chi oserebbe mettere in discussione la sua volontà di dare un seguito al podio ottenuto, appena 11 mesi fa, al Giro d'Italia? A soli 37 anni, il passerotto (vedi alla voce "voce") australiano è pronto ad essere ancora una volta una delle vedette della corsa rosa, e non c'è dubbio che si stia preparando a puntino per quello che sarà l'appuntamento centrale della sua stagione.
Al Giro del Trentino, per esempio, il dominio del capitano della BMC continua ininterrotto sin dalla prima tappa, la cronosquadre vinta ad Arco dal team americano; in quel caso, la maglia di leader della corsa è stata lasciata all'enfant du pays Daniel Oss, ma ieri a vestirsi di fucsia (il colore simbolo del primato nella corsa trentina) è stato, senza indugi, proprio Cadel, arrivato tra i primi alle spalle del protagonista del giorno, Edoardo Zardini.
Oggi c'era da confermare quanto di buono fatto intravedere nelle prime due frazioni, ed Evans l'ha fatto nel modo più fragoroso, ovvero vincendo direttamente la tappa e allungando così in maniera netta nella generale. Se qualcuno aveva dubbi da avanzare sulla brillantezza del ragazzo, è stato decisamente servito. Il ruolo del runner-up (come dicono gli americani), sia nella tappa che in classifica spetta a Domenico Pozzovivo, primo battuto di giornata ma autore di un grande balzo in avanti nella generale (dal decimo al secondo posto); peggio va agli Astana, che finora hanno raccolto solo qualche piazzamento secondario; ma al fondo di tutto vale sempre il solito adagio: il Giro del Trentino è una corsa di preparazione per il Giro d'Italia, i risultati tra un mese conteranno assai più che oggi.
La terza tappa è partita da Mori senza 4 corridori (Roberto Ferrari e un terzetto Cannondale formato da Viviani, Formolo e Sabatini), che avevano già programmato di fare solo le prime due frazioni; avvio velocissimo con prima ora a oltre 40 di media, e quindi si è messa in moto la classica fuga del mattino, 11 uomini (Andrey Zeits, Adriano Malori, Damiano Caruso, Dario Cataldo, Diego Rosa, Carlos Quintero, Antonio Piedra, Mateusz Taciak, Sergio Pardilla, Yonathan Monsalve, Jose Costa Mendes), più Angelo Pagani che si è accodato in un secondo momento. Il vantaggio massimo è stato toccato al km 80 (4'40"), ma il gruppo controllato da BMC e poi nell'ultima parte della tappa anche da Lampre, AG2R e Sky, non ha lasciato troppo margine.
Vani quindi gli sforzi di quelli che hanno tentato di contrattaccare, tra i fuggitivi, negli ultimi 20 km: Rosa per primo, poi Cataldo con Monsalve e Teciak, quindi questi ultimi due con Caruso e Piedra... ma inesorabilmente il plotone ha annullato ogni tentativo raggiungendo tutti ai piedi della scalata finale, a circa 3 km dalla fine. Questa scalata constava di 2 km durissimi, tra il 15 e il 17%, e quelli che l'hanno presa di petto (ovvero i Rusvelo con Lagutin e Zakarin) sono impietosamente rimbalzati indietro dopo poche pedalate.
Salita che invitava a tenere da parte i colpi di testa, e infatti non è servito nemmeno che qualcuno scattasse per vedere una selezione netta, dettata dalle pendenze più che da altri fattori. Bravissimo Evans a rimanere sempre in prima linea, come peraltro Pozzovivo; un po' avventato Zardini, il vincitore di ieri, che sulle prime era lì davanti baldanzoso, ma poi ha pagato nella seconda parte di scalata, quando Pozzovivo - all'ultimo chilometro - ha scalato una marcia ed ha proposto un cambio di ritmo a cui hanno risposto solo Mikel Landa (ovvero il terzo uomo Astana dopo Aru e Scarponi) e il solito Evans.
Il terzetto lì formato ha proceduto unito per un altro mezzo chilometro, poi sull'estremo tentativo di forcing di Pozzovivo, lo spagnolo ha perso metri, lasciando che fosse Evans ad andare a contendere il successo di tappa al lucano. La volata a due l'australiano l'ha impostata ben presto, partendo ai 150 metri e finendo col vincere (seconda stagionale dopo una tappa al Tour Down Under) per distacco con 3" su Pozzovivo; Landa ha chiuso a 9" dal primo, quindi Scarponi è arrivato a 18", Antón a 20", Bongiorno, Aru e Machado a 25", Meintjes a 27", Duarte a 28", Pellizotti a 30", Niemiec a 34" e Zardini (che tutto sommato s'è salvato) a 45".
La generale è abbastanza indirizzata ma non diremmo del tutto chiusa: Evans guida con 45" su Pozzovivo, 59" su Machado, 1'01" su Antón, Aru, Niemiec e Duarte, 1'04" su Zardini, 1'06" su Scarponi, 1'32" su Bongiorno, 1'36" su Pellizotti. Diciamo che non è chiusa perché domani l'ultima tappa coincide con l'arrivo più importante di questa quattro giorni, quello sul Monte Bondone. La frazione partirà da Val Daone e, lungo i suoi 175 km, attraverserà pure le salite di Campo Carlo Magno e di Palù di Giovo; la scalata finale, fino ai 1653 metri del Bondone, misura quasi 20 km che alternano tratti più pedalabili tra il 6 e il 7% a settori più duri (che si avvicinano al 9%). E lì, su quelle rampe, la classifica potrebbe per l'appunto venire rivoluzionata. Non c'è che dire: come teatro della sfida finale, davvero un bel colosso.