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Amstel Gold Race 2014: Valverde sgonfio, Sánchez uomo chiave - Le pagelle: Boem e Belletti in fuga e promossi

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Simon Gerrans e Alejandro Valverde, tra i principali antagonisti di Philippe Gilbert all'Amstel © Bettiniphoto

Philippe Gilbert - 10
Quarto capolavoro in carriera sul Cauberg ed ancora una volta entrando in azione da favorito: dopo essersi finalmente ritrovato con la vittoria alla Freccia del Brabante, Gilbert dev'essersi guardato e riguardato il finale del Campionato del Mondo che nel 2012 gli consegnò la maglia iridata proprio su questo tracciato. Oggi Gilbert è scattato praticamente nello stesso identico punto di quel Mondiale (pochi metri dopo per la precisione) e ha tirato dritto senza più essere ripreso: una splendida dimostrazione di forza a maggior ragione considerando che tutti si aspettavano il suo scatto in quel punto e nessuno è riuscito a contrastarlo. Lui dice di non essere lo stesso di tre anni fa ma intanto Brabante e Amstel sono già sue: riuscirà a ripersi ancora alla Freccia e poi alla Liegi?

Jelle Vanendert - 9
Fa piacere ritrovarlo protagonista dopo due anni di anonimato quasi totale: nel 2011 era stato il gregario migliore di Gilbert, nel 2012 potè correre da capitano e qui sul Cauberg fu 2° ma passate quelle classiche s'è esclissato. Esattamente come accade per il suo ex capitano, la rinascita del corridore della Lotto parte da Valkenburg.

Simon Gerrans - 8.5
Per la terza volta sale sul terzo gradino del podio all'Amstel Gold Race, una corsa che gli piace e che si adatta molto alle sue caratteristiche. Alla Freccia del Brabante aveva fatto vedere di essere in buone condizioni di forma e la squadra ha fatto un buon lavoro per far sì che il gruppo si presentasse compatto ai piedi dell'ultima ascesa del Cauberg. Per la Orica-GreenEDGE grande prestazione anche di Pieter Weening, all'attacco e poi a disposizioni dei capitani, e anche di Michael Matthews che non ha potuto seguire gli attacchi in salita ma che è riuscito a difendersi bene arrivando 12°.

Alejandro Valverde - 6
C'è poco da dire, assieme a Gilbert era il principale favorito ed invece non è riuscito a centrare il podio arrivando solo quarto: sembra inspiegabile per uno con le sue qualità, ma il Cauberg proprio non lo digerisce. Oggi il murciano della Movistar non ha neanche corso male, ha fatto quello che doveva, ma al momento decisivo della corsa non ha avuto le gambe per andare dietro a Gilbert, forse ingannato anche dall'atteggiamento di Kwiatkowski.

Michal Kwiatkowski - 5.5
Il polacco della Omega Pharma-Quick Step è forse il corridore con più rimpianti al termine della gara odierna: sul Cauberg è cascato come un pollo nella trappola della BMC andando dietro a Samuel Sánchez e scoprendo così il fianco al colpo di Gilbert. Tra gli inseguitori del belga, Kwiatkowski era forse quello che aveva più gambe: difficile dire se senza l'inseguimento a Sánchez avrebbe potuto seguire Gilbert, ma di sicuro il quinto posto finale è un risultato deludente. Alla voce autolesionismo c'è pure la spallata con cui ha fatto cadere Tony Martin, uno dei suoi gregari migliori. Per il resto invece abbiamo visto un'Omega Pharma con le idee giuste ma con poche gambe.

Samuel Sánchez - 9
Se Gilbert è stato perfetto, non sono stati da meno anche tutti gli uomini della BMC Racing Team. Ottimo il lavoro da gregario puro di Michael Schär, poi è entrato in azione il sempre presente Greg Van Avermaet che ha marcato gli attaccanti più pericolosi obbligando le altre squadre a consumare molti uomini per andare a chiudere su di lui. Sull'ultimo Cauberg poi c'è stato il capolavoro di Samuel Sánchez, un vero e proprio gregario di lusso o forse anche qualcosa di più: il suo scatto ha preparato il terreno in modo perfetto per il controscatto di Gilbert; l'asturiano, alla prima stagione senza la maglia naranja dell'Euskaltel, aveva già inviato segnali interessanti dai Paesi Baschi ed in questo 2014 può essere veramente il valore aggiunto della BMC.

Enrico Gasparotto - 7.5
Fino ad oggi s'era visto ben poco in questo 2014, qualche scatto e una volata nei Paesi Baschi: l'Amstel però è la sua corsa, ormai sa cosa deve fare per arrivare in condizione nella classica olandese e anche stavolta è stato il migliore degli italiani al traguardo. Molto umilmente ha saputo riconoscere che i 5 uomini che hanno fatto la differenza sono più forti di lui, ma questo ottavo posto è comunque una bella boccata d'ossigeno per i tifosi italiani dopo la disastrosa campagna del pavé.

Thomas Voeckler - 7
Ci ha pensato il francese dell'Europcar ad animare un'Amstel Gold Race tatticamente molto bloccata: al suo attacco a circa 40 chilometri dal traguardo hanno risposto altri cinque corridori, proprio la situazione che sperava T-Blanc per andare all'arrivo ma è stato sfortunato a trovato compagni di fuga poco collaborativi. Lui è stato il più generoso anche quando il vantaggio sugli inseguitori non superava i 100 metri: nonostante ciò non è naufragato una volta ripreso e ha ancora avuto forza per chiudere 25°. Una sola nota negativa: vederlo ondeggiare su e giù, a destra e a sinistra, sulla sua bicicletta con un pranzo pasquale sullo stomaco può risultare abbastanza traumatico.

Nicola Boem e Manuel Belletti - 7.5
Androni-Venezuela e Bardiani-CSF sono riuscite ad ottenere un invito per questa bella classica e hanno onorato la corsa piazzando un uomo nella fuga del giorno: i coraggiosi partiti al chilometro 15 sono stati Manuel Belletti e Nicola Boem che poi sono stati anche tra gli ultimi a cedere. Non avendo speranze di arrivare in volata Belletti è stato bravo a provarci da lontano, per Boem invece si tratta della seconda grande fuga del 2014 visto che andato in avanscoperta anche alla Milano-Sanremo.

Christophe Riblon e Preben Van Hecke - 8
Oltre ai due italiani nella fuga della prima ora c'erano anche Matej Mohoric, Pirmin Lang, Aleksey Lutsenko, James Vanlandschoot, Jaroslaw Marycz, Pim Ligthart e soprattutto Christophe Riblon e Preben Van Hecke: il nostro Boem è stato l'ultimo a staccarsi dal francese dell'AG2R e dal belga della Topsport Vlaanderen sul Keutenberg dopo 220 chilometri di corsa. La fuga ha avuto un vantaggio massimo di 14 minuti e nel finale per il gruppo non è stato semplice andare a chiudere su Riblon e Van Hecke: i due si sono arresi definitivamente solamente sul Bemelerberg per un totale di poco meno di 230 chilometri in testa alla corsa.

Vincenzo Nibali - 6.5
Lo Squalo dello Stretto non correva dalla Milano-Sanremo e dopo la classicissima ha prima fatto un periodo di allenamenti in altura, poi in settimana è andato a provare i settori di pavé che verranno affrontati al prossimo Tour de France: inevibile quindi che Nibali non fosse molto brillante oggi all'Amstel Gold Race. Anche questa volta, però, non ha rinunciato a mettersi in evidenza, prima con un allungo subito annullato dal gruppo, poi mettendosi a disposizione dei compagni lavorando in testa al plotone. Oltre al siciliano, s'è mossa bene proprio tutta l'Astana, sia all'attacco con Fuglsang e Lutsenko, sia rimanendo accanto al nostro Gasparotto lavorando tantissimo per lasciarlo nella posizione giusta al momento giusto.

Simon Geschke - 6
Il 28enne tedesco della Giant-Shimano non sarà un fenomeno assoluto, ma sta crescendo anno dopo anno, si sta guadagnano sempre più considerazione e ormai inizia ad essere uno degli uomini da non sottovalutare mai nelle classiche: quest'anno s'è piazzato nei 10 alla Strade Bianche, al Roma Maxima, alla Freccia del Brabante e anche oggi all'Amstel con un sesto posto che è uno dei risultati migliori in carriera.

Roman Kreuziger - 4.5
Nessuno nella fuga da lontano, nessuno a seguire l'attacco di Voeckler e poi nessuno nelle prime 15 posizioni dell'ordine d'arrivo: disastrosa la giornata della Tinkoff-Saxo tanto che Oleg Tinkov s'è già fatto sentire con i suoi attraverso Twitter coniando il termine "merda race" che la dice lunga su quanto sia soddisfatto. Il migliore, se così si può dire, è stato Roman Kreuziger, campione uscente ma appena 18° quest'anno: ricordando come aveva vinto nel 2013, la delusione è proprio che non abbia neanche mai provato a mettere il naso fuori dal gruppo.

Lampre-Merida - 4
La delusione più grande di giornata è senza dubbio la Lampre-Merida che poteva contare su tre uomini come Rui Costa, Damiano Cunego e Diego Ulissi: l'iridato portoghese, che non era stato benissimo prima del Giro dei Paesi Baschi, ha chiuso al 17° posto, molto più indietro gli altri con Ulissi 34° e Cunego 50° preceduto anche da Durasek. Di uomini in gruppo quindi ce n'erano ma nessuno ha provato a fare qualcosa e sull'ultimo Cauberg è uscita fuori tutta la differenza con i migliori: tra Freccia e Liegi deve cambiare almeno l'atteggiamento tattico.

Sebastiano Cipriani

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