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Giro d'Italia 2014: Quintana, Purito e magari Wiggins - Quelli che saranno al via di Belfast, quelli che ci stanno pensando | Cicloweb

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Giro d'Italia 2014: Quintana, Purito e magari Wiggins - Quelli che saranno al via di Belfast, quelli che ci stanno pensando

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Nairo Quintana accende il sigaro a Joaquim Rodríguez a fine Tour 2013: al Giro saranno avversari © AFP/Getty ImagesSu per giù a tre settimane dall'inizio della prima corsa dell'anno di tre settimane, quelli che comunemente vengono definiti GT - ovviamente stiamo parlando del Giro d'Italia - è giunto il momento di capire chi ci sarà, chi no, e con quali intenzioni.

Premesso che quasi tutti coloro che sono stati ammirati in azione negli ultimi giorni (da Contador a Valverde, passando per i vari Degenkolb e Sagan) il 9 maggio, un venerdì, non saranno al via di Belfast, cerchiamo di capire chi ha già il biglietto per l'Irlanda e chi dovrà cercarsi un last minute.

Senza ombra di dubbio non saranno al Giro gli ultimi tre vincitori dei GT 2013: Chris Froome punta a bissare il Tour, con Vincenzo Nibali che sposterà le sue attenzioni proprio in Francia, per acchiappare quella Grande Boucle dove, al massimo, è finito sul podio (due anni fa). Dice: la Lampre non ha forse preso Chris Horner per ripetere sì l'exploit dell'ultima Vuelta, così come per puntare a far bene al Giro? Non fa una piega, non fosse che l'uomo di Okinawa venerdì è stato investito da un'auto pirata, con quattro costole rotte ed uno pneumotorace al polmone destro (però potevi pure indossarlo, quel benedetto casco, vecchio Chris...). Horner, comprensibilmente non nelle migliori condizioni, dice addio alla corsa rosa e consumerà la sua vendetta alla Vuelta a España.

I fari del Giro saranno sicuramente puntato su colui che all'ultimo Tour seppe arrivare alle spalle di Chris Froome, ovvero Nairo Quintana. Colombiano del 1990, dopo la vittoria al Tour de San Luis ha preso qualche discreto ceffone da Contador nelle tappe più dure della Tirreno-Adriatico. Non importa, non si può essere già in condizione Giro a marzo inoltrato, fatto sta che Quintana punta davvero molto sulla Corsa Rosa. Ha già provato alcune tappe, non certo banali: la crono di Barolo, la frazione di Oropa e lo Zoncolan. Più che delle ricognizioni siamo di fronte ad una vera e propria dichiarazione di intenti: ecco dove attaccherò, ecco le tappe che mi piacciono.

Se Quintana non è il favorito numero uno è solo perché Joaquim Rodríguez - con lui sul podio del Tour 2013 - proverà quest'anno a vincere il suo primo GT. Ha dato ottime impressioni alla Volta a Catalunya, contro Contador e Van Garderen (per citare solo i primi), e con Froome e Quintana a debita distanza, ma al Giro sanno tutti, a partire da Purito, che sarà molto diverso. Di certo la fame del catalano in forza alla Katusha è molta: vincere la Corsa Rosa significherebbe non essere ricordato come uno che arriva sempre secondo o giù di lì, come dichiarato dallo stesso Joaquim Rodríguez appena concluso l'amaro Mondiale di Firenze (la settimana dopo avrebbe conquistato il suo secondo Lombardia di fila, 'sto gran perdente). Ora, Purito (supportato dal fido Dani Moreno) si giocherà il tutto per tutto, anche perché la carta d'identità è quella che è, e proprio durante il Giro compirà 35 anni. Rischia di trovarsi di fronte un Quintana preparatissimo, forse imbattibile.

Chi di certo non ci sarà è Richie Porte, tasmaniano che in origine doveva essere il capitano Sky. Porte, dopo un ottimo inizio di stagione, non ha fatto altro che collezionare ritiri; logico che la condizione per il Giro non ci sia e che la Sky non voglia affidarsi ad un ragazzo indietro con la condizione. Mandato al Tour a scortare Froome, sorge il problema su chi sarà il capitano del team britannico: fuori Henao per accertamenti su alcuni valori (è stato sospeso dal 19 marzo per otto settimane), il peso di guidare la Sky (a proposito: non è esclusa la presenza di Boasson Hagen) potrebbe ricadere sulle spalle di Dario Cataldo, che un Giro, seppur baby, l'ha già vinto, nel 2006. A meno che...

A meno che il programma di gare di Bradley Wiggins (ad oggi prevede California, Giro di Svizzera e Tour) non venga rivoltato quasi come un calzino, ed il britannico si ripresenti al via di Belfast da capitano del team. Al momento è più no che sì, le prossime settimane toglieranno ogni dubbio.

A proposito di Sky ed ex Sky, proprio con la casacca dei britannici Rigoberto Urán conquistò la piazza d'onore nel 2013. Quest'anno sarà al via nelle fila dell'Omega Pharma-Quick Step ma non ha ancora dato segnali di vita, al contrario di Cadel Evans, 37enne ancora affamato, Wilco Kelderman, 23 anni, olandese, promessa della Belkin.

Daniel Martin e Tom Jelte Slagter saranno al via con la Garmin-Sharp, ma è improbabile vederli ai piani alti della classifica generale. Curiosità per vedere la crescita del giovane Tim Wellens (Lotto), di Julián Arredondo (Trek), e di Rafal Majka; inoltre sarà da vedere come si muoverà Pierre Rolland, nelle ultime stagioni impiegato al Tour, quest'anno nel Bel Paese. Da capire fin dove arriverà Samuel Sánchez, mentre Nicolas Roche potrà essere protagonista di qualche arrivo non troppo facile e magari cercare di conquistare una classifica secondaria.

E gli italiani? Estinti? Gli italiani... Presenti eccome, a partire da Ivan Basso, che cerca il suo terzo Giro d'Italia della carriera. L'esperto corridore della Cannondale sarà affiancato da Moreno Moser ed Elia Viviani, per gli sprint. Più giovane di Basso è Fabio Aru, che correrà in coppia con Michele Scarponi in un'Astana priva di Nibali. Chi aiuterà chi, nel team kazaki? «Ci daremo una mano a vicenda», ci disse scherzando l'Aquila di Filottrano. Aru però è in forte crescita, al Catalunya ha alternato ottime prestazioni con giornate meno fortunate ma arriverà al Giro preparato molto bene.

C'è poi Domenico Pozzovivo, su cui si può puntare per qualche tappa, non di più, visti i risultati pregressi alla Corsa Rosa (ed i problemi - di qualsiasi tipo - sempre arrivati, strada facendo). La Lampre, perso Horner, potrebbe puntare molto, se non tutto, su Damiano Cunego, anche se Przemyslaw Niemiec, Diego Ulissi ed il giovane Mattia Cattaneo sono lì.

In Omega Pharma c'è Alessandro Petacchi, reduce dalla vittoria al Gran Prix Cerami, che però dovrebbe lavorare per Mark Cavendish. Per qualche tappa Nizzolo e Felline della Trek, così come Malacarne ed il Campione d'Italia Ivan Santaromita, per le classifiche secondarie Diego Rosa (ma attenzione al potenziale ancora non del tutto esplorato di questo ex biker), Stefano Pirazzi e con ogni probabilità, in Bardiani, anche Edoardo Zardini, Sonny Colbrelli e Manuel Bongiorno.

Per concludere, i velocisti: Marcel Kittel ha già confermato che ci sarà, imitato da Tyler Farrar,Michael Matthews e Nacer Bouhanni. Greipel, dopo l'infortunio, ha cambiato programma e non ci sarà, di Cavendish e Petacchi s'è già detto, così come di Viviani, Nizzolo, mentre Modolo farà il Tour, idem Guardini, che correrà il Tour of Turkey. Da notare che Adam Hansen correrà (e presumibilmente porterà a termine) il suo settimo GT consecutivo, puntando a fare lo stesso in Tour e Vuelta. E poi dicono che Giro e Tour nello stesso anno sono inconciliabili...

Piatto ricco, mi ci ficco, vien da dire: tra chi ha già confermato la presenza alla partenza di Belfast e chi sta ancora ponderando per bene le scelte, la rosa dei nomi che vedremo in giro per i luoghi del Giro, tra tre settimane e per tre settimane, è di altissimo livello. Se poi molti incentrano la loro stagione sul Tour, che ci si può fare se non mettere in atto un lento ma efficace cambio culturale?

Francesco Sulas

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