Giro delle Fiandre 2014: È ancora Sagan la delusione - Le pagelle della corsa: Kristoff si conferma
- RONDE VAN VLAANDEREN - TOUR DES FLANDRES 2014
- Alexander Kristoff
- Björn Leukemans
- Daryl Impey
- Edvald Boasson Hagen
- Fabian Cancellara
- Filippo Pozzato
- Geraint Thomas
- Greg Van Avermaet
- John Degenkolb
- Luca Paolini
- Manuel Quinziato
- Matteo Trentin
- Nicki Sørensen
- Peter Sagan
- Sep Vanmarcke
- Stig Broeckx
- Stijn Vandenbergh
- Sylvain Chavanel
- Taylor Phinney
- Tom Boonen
- Zdenek Stybar
- Uomini
Fabian Cancellara - 9.5
Se escludiamo il Giro delle Fiandre del 2012 in cui cadde e si ritirò, la gara di oggi è l'undicesima classica monumento consecutiva in cui Fabian Cancellara partecipa e finisce sul podio: Sanremo, Fiandre e Roubaix sono praticamente casa sua e domenica prossima può allungare ancora questa striscia. Il suo terzo successo in carriera al Giro delle Fiandre è stato molto diverso dagli altri due: sia nel 2010 che nel 2013 aveva sbaragliato la concorrenza infliggendo un distacco pesante al secondo classificato, oggi invece è stato un risultato molto più sofferto e negli ultimi chilometri s'è visto più volte come anche lui avesse ormai la spia della riserva accesa. Tra i quattro uomini di testa Fabian era quello che meno aveva da perdere visto che vittorie e podi ne aveva già conquistati in abbondanza e questo ha giocato molto a suo favore: il momento decisivo è stato a circa 3500 metri dal traguardo quando Cancellara non ha chiuso subito il buco sull'attacco di Vandenbergh e Van Avermaet lasciando che fosse invece Vanmarcke a fare quell'ultimo sforzo e sprecare quel briciolo di energie in più che in una volata come quella che si prefigurava potevano fare la differenza.
Greg Van Avermaet - 9
Il belga della BMC (molto bravo anche il nostro Manuel Quinziato, all'attacco a 70 km dall'arrivo) è un corridore che nelle classiche è sempre stato molto forte ma spesso ha compromesso il risultato con scelte tattiche (sue o della sua squadra) poco fortunate: così s'è costruito una carriera da perdente di lusso, piena di piazzamenti importanti che la vittoria in una Parigi-Tours non può controbilanciare. Sembra quasi assurdo quindi che nella gara più bella della sua carriera, quella in cui è stato praticamente perfetto, sia arrivato "solo" un secondo posto: questo però è un risultato che vale tante e a quasi 29 anni avrà ancora diverse occasioni per portare a casa quel grande successo che si meriterebbe.
Sep Vanmarcke - 8
Che fosse uno degli uomini più in forma del gruppo lo si era già visto nelle gare che hanno preceduto questo Giro delle Fiandre tanto che tra Het Nieuwsblad, Kuurne-Bruxelles-Kuurne, Harelbeke e Gent-Wevelgem non è mai uscito dai primi 5. Oggi una caduta nei primi chilometri gli ha lasciato anche qualche doloretto sparso ma dopo un Fiandre chi non ha dolori? Quando la corsa entra nel vivo Vanmarcke è sempre tra i migliori e spesso è lui stesso a provare a fare selezione con degli scatti: ha mostrato anche una bella personalità quando sul Paterberg ha provato a scattare in faccia a Cancellara con lo svizzero che però è andato a riprenderlo subito. Sicuramente avrebbe potuto ottenere anche qualcosa di più ma Cancellara lo temeva (dopo quello scatto anche di più forse) e ha giocato sul fatto che il belga era quello che più aveva da perdere non essendo mai neanche riuscito a salire sul podio qui: comprensibile quindi che sia stato lui a chiudere sull'ultimo allungo di Van Avermaet e Vandenbergh (con Kristoff dietro poteva svanire anche il podio), come comprensibile è stato anche il suo piccolo gesto di soddisfazione all'arrivo per questo terzo posto.
Stijn Vandenbergh - 7.5
È lui a salvare parzialmente la Omega Pharma-Quick Step con una prova di grande sostanza e generosità: tra i compagni di squadra sembra lui quello ad averne di più e forse questa cosa ha spiazzato anche lo staff tecnico che non sfrutta al meglio il suo uomo. Più di una volta quando Stijn s'è messo in testa a tirare s'è tolto tutti da ruota, a volte ha attaccato per poi rialzarsi subito e anche negli ultimi chilometri sembrava non avere le idee troppo chiare sul comportamento da tenere. Il podio poteva essere una ricompensa meritata dopo tanti lavori per i compagni ma gli altri tre gli erano nettamente superiori.
Alexander Kristoff - 7.5
Dopo la vittoria alla Sanremo il norvegese della Katusha è restato molto concentrato, consapevole di avere molte chance di ben figurare anche al nord: l'anno scorso arrivò quarto regolando in volata un gruppetto di una ventina di unità, stavolta fa peggio di una posizione ma nel finale è stato lui ad attaccare da solo per riportarsi sui quattro uomini al comando. Ad un certo punto si era fatto anche pericolosamente vicino e se davanti ci fosse stato meno accordo avrebbe potuto sperare in una doppietta storica.
Tom Boonen - 5.5
Giornata da dimenticare per la Omega Pharma-Quick Step che resta giù dal podio: grande collettivo ma alle fine è mancato il singolo in grado di dare la stoccata decisiva. In queste corse Boonen è il primo capitano della squadra di Lefévère e anche quando la condizione non è evidentemente la migliore il team cerca comunque di proteggerlo e correre per lui fino all'ultimo: lui non si tira mai indietro, corre con grande generosità ma alcune volte sarebbe si potrebbe pensare di sfruttarlo meglio per un'obiettivo comune. Tra l'infortunio alla mano e il problema familiare di un paio di settimane fa è riuscito comunque ad arrivare alle sue corse con una condizione dignitosa, con la grinta poi s'è spinto fino al 7° posto. Non bene anche Niki Terpstra (nonostante il 6° posto) e Zdenek Stybar, bravo invece il nostro Matteo Trentin che ha lavorato e ha attaccato fino a quando le gambe glielo hanno permesso.
Peter Sagan - 4
Al contrario di Fabian Cancellara lui sembra terribilmente sofferente proprio nelle classiche monumento. Se escludiamo un piccolo incoveniente meccanico, oggi per 230 chilometri Sagan non ha mai avuto problemi ed è sempre rimasto abbastanza facilmente assieme ai più forti: nel finale invece s'è esclissato ed il 16° posto finale significa poco o nulla. Vedendo il risultato finale non si capisce molto il gran forcing dei compagni di squadra prima dell'ultima ascesa dell'Oude Kwaremont, un'azione che praticamente ha spianato la strada all'attacco di Cancellara e Vanmarcke. Un vistoso passo indietro rispetto al 2013.
Taylor Phinney - 7
Fate attenzione a lui domenica prossima alla Parigi-Roubaix: la lunga fuga di oggi (oltre a farci vedere che sta benissimo) era probabilmente un metodo per testarsi e allenarsi proprio in vista della classica che più si addice alle sue caratteristiche e che ha vinto già due volte da Under 23. Tra gli uomini della fuga hanno fatto un garone anche Daryl Impey ed il giovane Stig Broeckx, ma si meritano una citazione anche Jelle Wallays, Romain Zingle, James Vanlandschoot, Wesley Kreder, Raymond Kreder, Aleksandr Kuchynski, Davide Appollonio e Andrea Palini che pur avendo mollato prima dei tre già citati (chi prima, chi dopo) hanno condotto in avanscoperta parecchi chilometri.
John Degenkolb - 6
Ha finito la benzina a circa 25 chilometri dal traguardo ma fino a quel momento era stato capace di seguire tutti gli attacchi e le azioni più pericolose: sarebbe un velocista ma non corre assolutamente come tale, una tattica più attendista gli avrebbe forse permesso di ottenere un piazzamento migliore ma se si vuole vincere è così che si deve correre e un atteggiamento simile può aiutarlo a crescere molto per il futuro visto che comunque ha solo 25 anni.
Stijn Devolder - s.v.
Tra le tantissime cadute a cui abbiamo assistito oggi abbiamo visto coinvolta assai spesso la sua maglia di campione belga: nonostante le botte e la fatica il corridore della Trek non si è dato per vinto e dopo essere finito a terra è sempre ripartito compiendo anche belle rimonte. Forsi trovare così tante volte al posto sbagliato al momento sbagliato non è solo sfortuna ma in ogni caso ha dimostrato grinta e una buona condizione fisica.
Filippo Pozzato - 5
Anche questa volta è il migliore degli italiani ma all'arrivo è solo 17° a 1'25" da Cancellara, subito dietro a Peter Sagan. Il suo avvicinamento a queste corse non lasciava presagire nulla di buono a livello di risultati, alla fine è stato proprio così ma almeno lo abbiamo visto provare a tenere duro sui muri più impegnativi dove non era troppo distante dai migliori. Purtroppo da queste parti non si improvvisa niente.
Luca Paolini - 5.5
Anche l'italiano della Katusha oggi non ha vissuto una delle sue giornate migliori. I 3'52" di ritardo al traguardo si spiegano anche con una condotta un po' più aggressiva: tra gli inseguitori è stato lui uno dei primi a riportarsi sui migliori da dietro e prima dell'ultimo passaggio sull'Oude Kwaremont ha tentato anche un contrattacco con cui ha guadagnato pochissimo e che ha avuto vita molto breve.
Sylvain Chavanel - 4.5
Saranno i 34 anni che iniziano a farsi sentire, sarà il passaggio da una corazzata come l'Omega Pharma ad un team come la IAM Cycling meno attrezzato per il pavé, ma Chavanel è stato praticamente invisibile per tutta la corsa. Alla fine il corridore francese lo ritroviamo al 19° posto dell'ordine d'arrivo nello stesso gruppetto di Peter Sagan e Filippo Pozzato: ci si aspettava di più.
Bjorn Leukemans - 6.5
Il capitano della Wanty-Groupe Gobert quando sente profumo di muri e di pavé si trasforma, ancora adesso che la carta d'identità segna 36 anni. Il rimpianto forse è di non aver seguito subito l'attacco di Van Avermaet e Vandenbergh anche perché quando s'è messo ad inseguire non è arrivato troppo distante: una top-5 era forse alla sua portata ma per lui e per la squadra questo 9° posto è un risultato più che buono.
Edvald Boasson Hagen - 6
L'infortunio di Stannard ha privato la Sky del suo uomo migliore per questo tipo di corse, sia Edvald Boasson Hagen che Geraint Thomas però si difendono bene: più combattivo il norvegese che ha tenuto le ruote dei migliori e ha provato anche ad attaccare, il piazzamento migliore però è del gallese (che è pure caduto) che dopo essere rientrato da dietro è riuscito a chiudere in ottava posizione. Bene anche Bradley Wiggins che erano nove anni che non correva il Fiandre: il britannico ha accusato solo 1'43" di ritardo da Cancellara.
Nicki Sørensen - 6.5
A quasi 39 anni il danese della Tinkoff-Saxo debutta al Giro delle Fiandre e si guadagna gli applausi per una prova coraggiosa e molto al di sopra delle aspettative: le cadute hanno messo fuori gioco Bennati e Breschel, lui chiude al 13° posto ma l'abbiamo visto spesso nel vivo della corsa.