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Gent-Wevelgem 2014: Niente forature e oggi John esulta - Degenkolb batte Démare e Sagan

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John Degenkolb esulta a Wevelgem: quinta vittoria stagionale © Bettiniphoto

Tra il mese di febbraio e la prima metà di marzo John Degenkolb era stata una presenza costante nelle prime posizioni degli ordini d'arrivo, sia in volata che in arrivi anche leggermente più complicati: con quattro vittorie e cinque secondi posti il tedesco della Giant-Shimano s'era guadagnato di diritto un posto tra i grandissimi favoriti per la campagna delle classiche. Degenkolb è stato molto sfortunato alla Milano-Sanremo perché ha forato subito prima del Poggio e non potremo mai sapere se senza questo incidente la volata sarebbe andata nella stessa maniera; alla E3 invece il talento tedesco non s'era risparmiato, ha fatto addirittura corsa d'attacco ma poi ha dovuto alzare bandiera bianca all'ennesimo scatto di Sagan. Insomma, la condizione c'era e si vedeva.

Oggi alla Gent-Wevelgem invece tutto è andato per il meglio, sia Degenkolb che i suoi compagni della Giant-Shimano non hanno sbagliato nulla in corsa e così è arrivata la prima grande vittoria dell'anno per il 25enne tedesco: non è la prima classica vinta in carriera perché l'anno scorso Degenkolb riuscì a portarsi la Vattenfall Cyclassic che la Paris-Tour, ma è innegabile che la Gent-Wevelgem abbia un fascino completamente diverso sebbene sia quella meno impegnativa tra le grandi corse del pavé e quella in cui diversi big preferiscono non esporsi molto.

La corsa oggi era partita subito nel segno di una fuga di cinque corridori che sono evasi dal gruppo praticamente appena è stato dato il via ufficiale ed il gruppo ha lasciato fare: Manuele Boaro (Tinkoff-Saxo), Frederik Veuchelen (Wanty-Groupe Gobert), Marcel Aregger (IAM Cycling), Sebastian Lander (BMC) e Jaco Venter (MTN Qhubeka) sono riusciti così a mettere assieme un bel vantaggio di dieci minuti, un margine importante ma assolutamente non preoccupante per chi doveva inseguire visto che i chilometri in programma in questa Gent-Wevelgem erano ben 233. Il primo tratto di corsa, praticamente tutto in pianura e senza particolare insidie, è quindi andato via molto tranquillo.

Più si avvicinavano i muri più la gara si animava e dopo il doppio passaggio su Casselberg il ritmo del gruppo è aumentato sensibilmente: non tanto per andare a riprendere i cinque battistrada, ma perché tutte le squadre volevano portare davanti i capitani in vista del passaggi chiave di questa Gent-Wevelgem; a 100 chilometri dal traguardo il vantaggio di Boaro, Veuchelen, Aregger, Lander e Venter era di 7'20" ma appena 10 chilometri dopo il gap era crollato addirittura sotto ai 6 minuti. In questa bella battaglia per le posizioni s'è fatta vedere spesso davanti la FDJ di Arnaud Démare che non ha mostrato alcun timore reverenziale nei confronti di tutti gli altri squadroni, Omega Pharma su tutti.

Tra i Catsberg e il Baneberg la Sky ha provato a fare corsa dura prima con Ian Stannard e poi con Berhard Eisel, ma entrambi gli allunghi sono stato rintuzzati senza grossi affanni. Una cosa che non manca mai in queste corse del nord sono anche le cadute e purtroppo oggi ne abbiamo dovute registrare parecchie e alcune hanno coinvolto ottimi corridori che potevano dire la loro in corsa: la prima s'è verificata nell'avvicinamento al Kemmelberg e fare le spese è stato lo spagnolo Francisco Ventoso che ha tirato giù Bonnet e un uomo della Orica; lo spagnolo della Movistar non è più ripartito ed è stato portato all'ospedale più vicino per accertamenti.

In testa alla corsa il primo passaggio sul Kemmelberg, la salita simbolo di questa corsa, abbiamo potuto ammirare un Manuele Boaro decisamente pimpante che è rimasto sempre davanti ad imporre il proprio ritmo: un passo sostenuto quello dell'italiano della Tinkoff-Saxo visto che il danese Lander ha perso contatto facendo scendere a quattro il numero dei battistrada. In gruppo non ci sono scatti ma sul pavé di questo muro si sono visti davanti tutti i big: davanti a tutti c'era Tom Boonen con la sua mano fasciata, a ruota c'era Cancellara e subito dietro anche Démare e Hushovd, finalmente nel vivo dell'azione. Goss invece era in coda a causa di un problema meccanico ma nonostante un cambio volante di bici con il compagno Hepburn per Matthew oggi era un'altra giornata no.

Dopo il Kemmelberg non c'era neanche il tempo di rifiatare perché il percorso prevedeva subito la scalata del Monteberg. Boaro stavolta ha provato a dare una botta secca ma prima Veuchelen e poi anche Aregger e Venter sono riusciti a chiudere sull'italiano: il gruppo in quel frangente inseguiva a circa due minuti ed era molto allungato e con piccole fratture al un corridore e l'altro. Prima di tornare ad affrontare il trittico di muri formato da Baneberg, Kemmelberg e Monteberg, gli ultimi di giornata, c'è stata prima una brutta caduta di Ian Stannard che finito rovinosamente in un piccolo fosso al lato della strada, e poi un contrattacco con Silvan Dillier, LLoyd Mondory, Andriy Grivko e Antonino Parrinello nell'Androni, un tentativo che ha toccato i 20" di vantaggio sul gruppo ma che è stato annullato nel volgere di pochi chilometri.

Sul Baneberg finalmente Manuele Boaro è riuscito a togliersi di ruota i compagni d'avventura e da solo è riuscito addirittura a guadagnare sul gruppo visto che da 30" il gap è risalito fino a 1'16". Purtroppo ancora una volta il gruppo è stato scosso da una caduta e non da un attacco: ancora una volta c'era di mezzo un uomo della Sky (Sutton) ma sono finiti a terra anche Luca Paolini, Filippo Pozzato, Kristijan Koren, Heinrich Haussler e Alex Dowsett. Vista l'imminenza del Kemmelberg per tutti loro la corsa è praticamente finita lì perché proprio in quel momento s'è piazzata a tirare in blocco per Vanmarcke: il belga infatti ha condotto in testa la scalata del penultimo muro della corsa e alla sua ruota, in una piccola anteprima di Giro delle Fiandre, c'erano nell'ordine Greg Van Avermaet, John Degenkolb, Fabian Cancellara, Peter Sagan e Tom Boonen. Tutti i più forti erano quindi lì davanti, ma nonostante in 8 abbiano scollinato con qualche metro di vantaggio la situazione s'è ricompattata tra la discesa ed il Monteberg.

Alla fine l'avventura di Manuele Boaro s'è conclusa a 35.5 chilometri da Wevelgem, con il 27enne italiano che ha solo sfiorato il traguardo dei 200 chilometri di fuga complessivi: a Boaro va comunque fatto un grande applauso perché oggi ha dimostrato una condizione fisica molto buona e se nelle prossime dovesse trovare un terreno adatto alle proprie caratteristiche potrebbe finalmente portare a casa un bel risultato. Con il gruppo, o quel che ne restava, nuovamente compatto ci stati subito un po' di scatti ma tutti abbastanza velleitari, quindi il ritmo s'è abbassato di colpo e hanno cominciato a farsi vedere davanti le squadre interessate alla volata, Lotto e Garmin in particolare.

A 22.3 chilometri dal traguardo è arrivato un altro allungo di Silvan Dillier e stavolta a seguire lo svizzero della BMC sono stati Stijn Devolder (Trek) e Andrey Amador (Movistar): il gruppo anziché chiudere subito s'è aperto ed i tre, tutti ottimi sul passo, hanno iniziato a guadagnare. Sentito il pericolo la Omega Pharma-Quick Step ha provato a far rientrare Guillaume Van Keirsbulck (chiamato all'ultimo momento al posto di Vandenbergh che è diventato papà) sul trio di testa ma senza successo: il gruppo è iniziato un gioco di nervi tra i team dei velocisti per vedere chi per primo sacrificava i suoi uomini per inseguire a fondo, così da 14" il vantaggio di Devolder, Amador e Dillier è passato a 28" ai meno 15 e poi addirittura a 35" quando all'arrivo mancano solo 12 chilometri.

A questo punto chi prima sperava di risparmiare qualche uomo per il finale ha dovuto rivedere strategia e così, grazie anche al fatto che è rientrato da dietro sul gruppo qualche corridore, Cannondale, Giant, Garmin e Lotto si sono schierate in massa nelle prime posizioni. Nel pieno dell'inseguimento, a 8.5 chilometri dalla fine, un'altra caduta ha seminato panico in gruppo e tra i coinvolti ci sono stati almeno tre pezzi da 90: a finire a terra, oltre due uomini della NetApp, sono stati André Greipel, Tyler Farrar e Geraint Thomas mentre Arnaud Démare è riuscito a salvare con una grande prontezza di riflessi. Un vero peccato soprattutto per Tyler Farrar che sembrava finalmente ritrovarsi dopo tanti problemi.

Alla fine Devolder, Dillier e Amador sono stati ripresi ai 1300 metri e quindi è stata volata: superato l'ultimo chilometro ci sono altre due cadute intorno alla 20 posizione con la seconda che ha fatto fuori Borut Bozic. In tutto questo caos ovviamente la volata non è stata particolarmente organizzata: Kristoff ha provato a sorprendere partendo lunghissimo sulla sinistra della carreggiata ma è rimbalzato, sul lato destro invece c'è stata la volata vera e propria con Peter Sagan che è partito anche lui davanti ma poi è stato rimontato e superato sia da John Degenkolb che Arnaud Démare con i due che sono arrivati sulla linea divisi da circa mezza ruota a favore del tedesco. Bravo quindi il francese della FDJ che alla Sanremo s'era spento nel finale; per Sagan invece è il terzo podio consecutivo alla Gent-Wevelgem dopo il 2° posto del 2012 e la vittoria dell'anno scorso.

Ottimo il quarto posto in volata di Sep Vanmarcke, un altro segno che il corridore della Belkin sta benissimo e che al Fiandre sarà un osso molto duro: Vanmarcke ha preceduto di una posizione Tom Boonen con il giovane Tom Van Asbroeck che è arrivato sesto. Thor Hushovd ha chiuso al nono posto, Alexander Kristoff all'undicesimo mentre il primo degli italiani è stato Matteo Trentin 15°. Adesso abbiamo un giorno di riposo, utile per valutare le conseguenze di tutte le cadute ed eventualmente per ridisegnare i programmi, poi da martedì sarà di nuovo tempo di muri e di pavé con la Tre Giorni di La Panne.

Sebastiano Cipriani

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