Milano-Sanremo 2014: E se il Poggio lo eliminiamo? - Come si può cambiare (ma non snaturare) la Classicissima
Versione stampabileDoveva essere l'anno del grande debutto della salita della Pompeiana sul percorso della Milano-Sanremo ed invece ci siamo ritrovati a fare un salto indietro di sette anni, al 2007, ultimo anno in cui le difficoltà più rilevanti della corsa erano solo la Cipressa ed il Poggio: la pioggia aveva iniziato a condizionare l'edizione numero 105 della Classicissima ben prima del giorno della gara e così, a causa di alcune frane, è saltata la nuova ascesa che, posizionata tra Cipressa e Poggio, avrebbe dovuto rendere molto più impegnativo e spettacolare il finale di corsa.
Le discussioni sul tracciato della Sanremo sono un classico sia prima che dopo aver scoperto il nome del vincitore, ma quando ad esultare è un velocista (sia pure forte e completo come Kristoff) il dibattito si fa molto più acceso. Certo, quest'anno è stato molto particolare, con il percorso che è stato cambiato radicalmente quando mancavano solo tre settimane, obbligando i corridori a rivedere programmi e preparazioni, ed ancora fino a pochi giorni fa tutto era in sospeso per via di una villetta pericolante che metteva a repentaglio la sicurezza dell'Aurelia nel tratto tra Spotorno e Noli. Nonostante tutti i problemi, questa Milano-Sanremo ha dato indicazioni ben precise sul percorso, se pesate con il fatto che non si può sempre avere freddo e pioggia a fare una selezione naturale.
Il primo dato chiaro emerso dalla corsa di ieri è che questo tracciato non è più adatto ad una classica che vuole vantarsi dell'appellativo di "Monumento": niente contro Kristoff o gli altri velocisti, l'arrivo in gruppo ci può stare benissimo, ma dover aspettare gli ultimi 25 chilometri (dopo 270 di nulla) per vedere un minimo di azione con possibilità di riuscita di poco superiori allo zero non è un bellissimo spot per il ciclismo. In questo contesto la salita delle Manie era perfetta e ci ha sorpreso che RCS Sport abbia deciso di non riproporla, una volta saltata la novità della Pompeiana: sulle Manie gli scorsi anni non ci sono mai stati attacchi, ma la gara comunque si accendeva a 100 chilometri dall'arrivo tra qualche staccato di lusso in salita o il gruppo che si spezzava in discesa, dando il via ad inseguimenti spettacolari nel lungo tratto di Aurelia prima dei capi. Insomma, la corsa non era troppo dura, era aperta a tutti i tipi di corridori e gli spettatori restavano incollati alla televisione per più di due ore.
Il secondo grande problema della Sanremo, che non è certo nuovo, è il lungo tratto di pianura tra la Cipressa ed il Poggio che ammazza ogni tentativo di attacco più o meno organizzato: è qui che entra in gioco quindi la Pompeiana. Con la soluzione che sarebbe dovuta essere testata quest'anno avremmo avuto l'imbocco della Cipressa a 37.7 chilometri dal traguardo, poco più di 3 chilometri di pianura tra la fine della discesa e l'inizio della nuova salita e poi altri 4400 metri di pianura subito prima del Poggio: per gli attaccanti sarebbe stato il terreno ideale visto che i velocisti non avrebbero trovato spazio per organizzare un valido inseguimento, ed anche la rapida sequenza di salite avrebbe fatto esplodere il gruppo. Il finale di corsa con Cipressa, Pompeiana e Poggio sarebbe sicuramente altamente spettacolare per chi guarda da casa: l'azione sarebbe comunque concentrata negli ultimi 40 chilometri ma forse si avrebbe una gara troppo snaturata nella sua essenza, visto che come ora sono sacrificati oltremodo gli attaccanti, in questo caso lo sarebbero le ruote veloci. Avremmo quasi una copia della Liegi.
Se proprio si vuole vedere cosa succede con la Pompeiana, allora una provocazione (o un compromesso interessante) potrebbe essere di togliere dal percorso una salita tra Cipressa e Poggio per permettere ai velocisti più forti di giocarsi comunque le loro carte. La Cipressa è stata inserita per la prima volta nel 1982 e, se escludiamo Le Manie, è la più recente: un suo cambio a vantaggio della Pompeiana consentirebbe di ridurre notevolmente il tratto di pianura nell'avvicinamento al Poggio e qualche corridore in più potrebbe essere invogliato all'attacco da lontano. L'ultima ascesa, per quelle che sono le sue caratteristiche, resterebbe comunque più adatta a chi insegue che non a chi si trova già davanti anche se, magari proponendo anche le Manie, le gambe di tutti sarebbero meno fresche.
A questo punto, però, perché non pensare anche a proporre Cipressa e Pompeiana senza il Poggio? L'ultima salita prima di Sanremo è stata affrontata per la prima volta nel lontano 1960 e quindi fa ormai saldamente parte della tradizione della corsa ma, per riuscire a trovare un nuovo equilibrio che stia al passo con i tempi, anche lei può essere messa in discussione: in fondo si tratta di appena 3700 metri con pendenza media inferiore al 4% dove chi si è salvato sulla Cipressa non si stacca più e per guadagnare 5" bisogna fare un gran numero (e rischiare in discesa). Tra Cipressa e Pompeiana ci sarebbe quindi lo spazio per attaccare e fare la corsa dura senza timore di rimbalzare sull'ultimo dentello, mentre i solo i velocisti più resistenti potrebbero cercare di limitare i danni ad una trentina di secondi: a quel punto resterebbero poco meno di 10 chilometri di Aurelia prima dell'arrivo in cui chi è davanti può tirare senza risparmiarsi (e dopo quasi 300 km anche gli scatti in pianura fanno male) ma allo stesso tempo se gli sprinter sono riusciti a salvarsi con un paio di compagni possono ancora provare ad organizzarsi.
Di sicuro qualcosa bisogna cambiare e quasi sicuramente cambierà: il Turchino e i Capi sono passaggi obbligati della corsa ma tra le Manie, la Cipressa, la Pompeiana ed il Poggio di alternative e combinazioni ce ne sono parecchie. Bisogna solo studiare bene i possibili effetti delle novità ed avere in testa che tipo di corsa e di vincitore si vuole avere per il futuro.