Milano-Sanremo 2014: Italiani, è proprio un mo(nu)mento no - Tutti giù dal podio, e 26 grandi classiche di fila senza vittoria
- MILANO - SANREMO 2014
- Alessandro De Marchi
- Alessandro Petacchi
- Daniele Bennati
- Davide Appollonio
- Davide Cimolai
- Diego Rosa
- Diego Ulissi
- Enrico Battaglin
- Enrico Gasparotto
- Fabio Felline
- Filippo Pozzato
- Franco Pellizotti
- Luca Paolini
- Manuel Belletti
- Matteo Trentin
- Mauro Finetto
- Oscar Gatto
- Sacha Modolo
- Salvatore Puccio
- Simone Ponzi
- Sonny Colbrelli
- Vincenzo Nibali
- Uomini
Con la pignoleria dell'antico ragioniere, aggiorniamo l'elenco di classiche monumento senza vittorie italiane, aggiungendo la Sanremo di oggi alle precedenti 25, e questo è un modo un po' masochistico ma quantomeno realistico sullo stato dell'arte nel nostro ciclismo.
A giudicare dalla Classicissima di oggi, purtroppo, anche quel poco di luce in fondo al tunnel che a tratti intravediamo è risultato offuscato dalla pioggia e dallo svolgersi di una corsa che continua a premiare gli outsider, ma si guarda bene dal sorridere ai colori di casa. Da Cunego 2008 (Lombardia) al sesto posto di Colbrelli oggi sul Lungomare Calvino (Sonny è stato il migliore dei nostri), passano per l'appunto 26 gare senza sorrisi. Sanremo, Fiandre, Roubaix, Liegi e Lombardia rappresentano il meglio del meglio del ciclismo globale (insieme ai Grandi Giri e al Mondiale), e non sarà un caso se l'Italia è a secco da così tanto tempo.
Il nostro movimento, lontano dai fasti di qualche anno fa, naviga a vista e la sua rotta è rischiarata da pochi singoli (Nibali su tutti), mentre continuiamo ad attendere che i nomi nuovi facciano un salto di qualità, o che emergano dalle categorie giovanili i dominatori di domani. In Liguria, però, i salti di qualità sono stati al limite verso il basso, e non verso l'alto. Inutile negare che il riferimento principale è a Diego Ulissi, clamorosamente piegatosi alla resa sul Capo Mele (avessi detto il Mortirolo...), una conferma che non volevamo avere relativamente ai suoi limiti sulle lunghe distanze. Certo, c'è anche il problema della pioggia (che lui soffre particolarmente), ma sarebbe eccessiva gentilezza nei suoi confronti fingere che l'episodio sia appunto un episodio, quando sappiamo benissimo che non è così.
La brutta Sanremo di Ulissi, più dell'assenza dei nostri sul podio (per il secondo anno consecutivo, e non accadeva dal biennio 1998-'99), è la mazzata quotidiana sulle speranze dei tifosi italiani, perché proprio sul livornese si accentrano tante speranze di tornare a vincere corse che si chiamano Amstel, Liegi, Lombardia. Non è aria, ancora non è aria.
E nel giorno in cui Moreno Moser (altra speranzona, ma fin qui una carriera a corrente alternata) non c'era per guai fisici, e in cui non gareggiavano né Cunego (preso da altri obiettivi) né Visconti (ancora infortunato), se speravamo nel comparto velocisti eravamo fuori strada: Modolo e Colbrelli sono arrivati a sprintare, si sono impegnati, e per un attimo Sacha ha dato l'impressione di potersela giocare con Cavendish e soci. Ma ancora una volta gli sono mancati i cento metri finali, e purtroppo la Sanremo misura 294 km e non 293.9. Nulla dice che questi ragazzi non possano migliorare nelle prossime stagioni, ma anche per quest'anno abbiamo l'impressione che si soffrirà e non poco, nelle più importanti gare in linea.
Se speriamo che la riscossa arrivi sul pavé, forse faremmo meglio a cambiare sport da seguire: dovremmo puntare su Filippo Pozzato, che sarebbe un nome spendibile? Sì, se solo fosse un corridore minimamente affidabile. Dov'era oggi il vicentino, e in che posizione (e condizione) pretendiamo di trovarlo sull'Oude Kwaremont o sul Carrefour de l'Arbre? Sia chiaro, Pippo incarna alla perfezione l'uomo che si attira le ire di appassionati e addetti ai lavori, vista l'indolenza che quasi sempre promana dai suoi atti ciclistici. Non è neanche giusto prendersela troppo con lui, perché se gli va bene così e trova un buon contratto, ha tutto il diritto di non pescare a piene mani dal grande talento di cui dispone. Però quel 30esimo posto sanremese, cronometrato a 40" dai primi, significa che Pippo si è staccato proprio nel finale: una sintesi della sua carriera, in pratica: sul più bello, Pozzato si defila.
Mentre Cancellara, con cui condivideva i giovanili furori nella miniMapei di Squinzi, continua a inanellare risultati su risultati (10 volte a podio nelle ultime 11 classiche monumento disputate: il risultato che manca è quello della caduta al Fiandre 2012), e si butta addirittura in volata con la voglia e la sfrontatezza di un ventenne, Pozzato vivacchia. Glielo permettono, certo.
C'è Trentin, nome buono su cui puntare, ma Matteo al momento è preso in una tenaglia chiamata Omega Pharma, squadrone le cui gerarchie sono ardue da scalare per il trentino, "condannato" anche quest'anno a lavorare per tanti capitani (un destino che oggi ha condiviso De Marchi, bravissimo gregario di Sagan). Altri giovani sono ancora troppo acerbi, altri corridori non sono comunque all'altezza dei migliori, e non c'è quindi verso di primeggiare ai massimi livelli (resumen: Puccio oggi 12esimo, Felline 20esimo, Cimolai 22esimo, Appollonio 28esimo, Finetto 36esimo, Battaglin 43esimo dopo aver brevemente attaccato sul Poggio, Gatto 46esimo, Belletti 64esimo, Rosa 66esimo, Ponzi ritirato...), mentre la vecchia guardia brilla con Paolini (quasi decisivo per la vittoria di Kristoff), si fa vedere a sprazzi con Bennati, ma fa i conti con le controprestazioni di Gasparotto (ritirato), Nocentini (47esimo), Pellizotti (63esimo), Petacchi (ritirato).
A cosa aggrapparsi? Colbrelli è stato bravo ma anche scriteriato, visto l'inutile attacco ai 3 km (si fosse preservato per la volata, raggiungere il podio non sarebbe stato proibitivo), ma non lo condanniamo per un tentativo che ci poteva stare (a patto di non voltarsi ogni mezzo secondo: cosa sono questi stati d'ansia, Sonny?). Ci aggrappiamo ancora a Nibali, che già ci salva nei GT, ma nelle classiche finora non è riuscito a trovare il giusto mix di coraggio, tattica ed efficacia. I suoi attacchi sono spesso tanto belli quanto inconcludenti (e la sua odierna azione tra Cipressa e Poggio va a completare un'ideale top 3 con gli assalti all'arma bianca esibiti a Lombardia 2011 e Liegi 2012).
Se oggi Vincenzo avesse stanato almeno un altro big, che si muovesse appresso a lui e collaborasse ad un'azione che in quel modo avrebbe avuto qualche possibilità di riuscita, forse staremmo parlando di tutt'altro; se qualcuno dei fuggitivi della prima ora (Tjallingii, magari) fosse riuscito a tenere la ruota del siciliano alla fine della discesa di Costa Rainera, staremmo parlando di tutt'altro. Diremo di più: se ci occupassimo di un altro sport e non di ciclismo, staremmo parlando di tutt'altro. Ma purtroppo stiamo parlando di ciclismo: e la primavera, intanto, tarda ad arrivare.