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Parigi-Nizza 2014: Nessun affanno per Betancur - Ultima tappa a Vichot su Rojas. Rui Costa caduto ma secondo

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Carlos Betancur sul podio della Parigi-Nizza. Con Lui l'iridato Rui Costa ed Arthur Vichot © letour.frColombia, terra di scalatori, fino a qualche tempo fa, e poco più. Adesso, da qualche anno a questa parte, dal Sudamerica arrivano al grande ciclismo ragazzini che in salita volano e che non si accontentano di una giornata in fuga, o un traguardo più o meno prestigioso. No, vanno a vincere le corse che hanno fatto la storia del ciclismo: Nairo Quintana lo scorso anno è salito sul podio del Tour de France e tra qualche mese proverà a vestire la maglia rosa.

C'è poi Carlos Betancur, forse meno forte e talentuoso di Quintana - ma non è affatto detto - che da oggi è il primo colombiano a portare a casa una Parigi-Nizza. Primo colombiano e primo sudamericano, non primo extraeuropeo, visti i precedenti di Vinokourov (2002 e 2003), Julich (2005), Landis (2006) e Porte, appena dodici mesi fa. In una corsa senza cronometro né arrivi in salita in grado di avvantaggiare scalatori puri, o passisti scalatori, è stato logico vedere davanti a giocarsela corridori da Ardenne, anche se Betancur se la cava divinamente in salita.

Una Corsa verso il sole un po' strana, senza forti emozioni, senza grandi nomi (i Porte, i Contador, i Sagan, e ancora Kwiatkowski, Quintana, tutti alla ben più spettacolare Tirreno-Adriatico). C'era Vincenzo Nibali in fase di rodaggio, e c'era la curiosità di vederlo all'opera, dopo i primissimi mesi del 2014 in cui il messinese dell'Astana non aveva brillato: abbiate pazienza, il suo obiettivo è a luglio. E così, tra tante Côtes e poche salite vere, è uscita fuori una corsa che ha premiato il più forte, il più scaltro, il più adatto a questi terreni.

Carlos Betancur non è, a dire il vero, alla prima vittoria di grido. Nel 2009 era arrivato sul podio, all'argento, nel Mondiale Under 23 di Mendrisio, battuto solo da Romain Sicard e già l'anno dopo aveva dimostrato che quel risultato non era la tipica rondine che non fa primavera: fa suo il GiroBio, con tanto di vittoria sul Monte Grappa, e precede il connazionale Edward Beltrán, oggi in Tinkoff-Saxo. Nel 2011 passa con l'Acqua e Sapone e fa sua una corsa italiana, nobile un po' decaduta, ma sempre preziosa in un palmarès: il Giro dell'Emilia (anche Urán a podio in quell'edizione)-.

Nel 2013 passa all'AG2R La Mondiale, con tanto di 3° posto alla Freccia e 4°, dopo aver attaccato, alla Liegi. Al Giro sfiora la vittoria a Firenze, al Montasio e sul Galibier, sempre 2°, ma porta a casa una maglia bianca di miglior giovane (su Majka e Kelderman) molto importante. Stasera questo classe '89 di Ciudad Bolívar se ne torna a casa con una maglia di colore differente dal bianco, un giallo che sa di Tour de France, anche se siamo solo alla Parigi-Nizza: comunque un bel traguardo per Betanzur, secondo colombiano a finire a podio nella Corsa verso il sole (l'altro, Santiago Botero, chiuse 3° nell'edizione 1999).

Non che Betancur, alla vigilia dell'ultima tappa, fosse tranquillo e certo di portare a casa il risultato pieno: Rui Costa era solo a 14", Stybar a 26", gli altri poco più indietro ed il terreno su cui giocarsi o tutto o niente non scoraggiava certo gli attaccanti. Sono però bastate due vittorie, a Rive-de-Gier e Fayence, ed un po' di controllo sui diretti avversari per cucirsi addosso la maglia gialla. E che dire del vincitore di giornata? Arthur Vichot, FDJ.fr, un anno più vecchio di Betancur. Campione di Francia, bookmaker a tempo perso (un anno fa sulla sua pagina Facebook ha lanciato il sondaggio: "Come si piazzerà Vichot nella prossima corsa?"), in costante crescita. Vince a Nizza e conquista un gradino del podio mai così meritato.

Da Nizza a Nizza, andata e ritorno nell'entroterra, su e giù per le Alpi Marittime per rispuntare nel finale in riviera. Paesaggi aspri, solo 128 km, ma cinque colli a far ribollire l'acido lattico nelle gambe dei corridori: Côte de Duranus, Côte du Châteauneuf, Col de Calaïson, Côte de Peille ed il classico Col d'Èze le asperità da affrontare. Le ultime due sono di prima categoria. Si inizia dalla fine, da quello che sarà il traguardo, posto come da tradizione sulla Promenade des Anglais, alle 13:15. Non prendono il via Geraint Thomas, caduto male ieri nel finale, Edvald Boasson-Hagen, Stephen Cummings, Michael Matthews e Julien Simon, Fabio Sabatini lascia dopo i primi chilometri della tappa. Si sale verso nord, entrando nelle gole della Vesubie.

Il primo traguardo volante, posto a Plan du Var, dopo 19 km, vede John Degenkolb precedere Boonen e tentare di mettere in sicurezza la maglia verde della classifica a punti. Occhio al terzo, Zdenek Stybar, che rosicchia un secondo a Betancur e si porta a 25" dal colombiano dell'AG2R La Mondiale. Dopo 28 km allungano in 17: Xabier Zandio (Sky), Steele Von Hoff (Garmin-Sharp), Greg Van Avermaet (BMC), Jérôme Pineau (IAM Cycling), Jens Keukeleire (Orica-GreenEDGE), Elia Favilli (Lampre-Merida), Francesco Gavazzi (Astana), Moreno Hofland (Belkin), Matthew Busche e Danilo Hondo (Trek), Jérôme Cousin (Europcar), Imanol Erviti (Movistar), Alexander Kristoff (Katusha), Jérôme Coppel (Cofidis), Michel Koch e Marco Marcato (Cannondale) ed infine Anthony Delaplace (Bretagne-Séché Environnement).

Il loro vantaggio sul gruppo schizza subito oltre il minuto e toccherà una vetta di 2'40" al km 64. Mentre Tom Boonen e Gert Steegmans abbandonano la corsa (poco dopo saranno imitati da Karsten Kroon, Koen De Kort ed Albert Timmer), il primo GPM, la Côte de Duranus, vede Gavazzi precedere Zandio e Marcato, con il gruppo maglia gialla a 50". Media della prima ora di 41.5 km/h, con il gruppo che alle pendici della seconda asperità di giornata, la Côte du Châteauneuf, ha un ritardo di 1'08"; lavora molto la Tinkoff-Saxo. Sulla seconda salita di giornata allunga Jérôme Pineau, che guadagna 10" sui 16 inseguitori, mentre il gruppo della maglia gialla a 55". Il francese della IAM Cycling verrà ripreso prima dello scollinamento, con Hondo che al Gpm precede Coppel e Favilli, ma il gruppo è a 40".

La discesa fa più selezione della salita, o almeno, lancia l'azione a quattro di Zandio, Pineau, Keukeleire e Favilli, che rimangono da soli in testa, con gli inseguitori ad una manciata di secondi ed il gruppo di nuovo ad un minuto. Sull'ascesa successiva (il Col de Calaïson), la terza di giornata - mancano 58 km al traguardo - si rimescolano le carte. Restano davanti Van Avermaet, Coppel, Pineau, Delaplace, Marcato, Keukeleire, Gavazzi, Busche, Koch, Favilli, Erviti, Kristoff, Cousin, Zandio, Hondo e Von Hoff. In mezzo, a 1'05", Moreno Hofland, mentre il gruppo è a 1'50", e con questo ritardo scollinerà dai primi 16. Prima del Côte de Peille Van Avermaet, Cousin e Zandio raggiungono Coppel e Busche, che si erano avvantaggiati in precedenza, ma la corsa scoppia quando Vincenzo Nibali attacca con il supporto di Lieuwe Westra. Lo seguno Simon Spilak, Wilco Kelderman e raggiungono Jérôme Coppel, Matthew Busche, Jérôme Cousin, Greg Van Avermaet, Francesco Gavazzi e Zabier Zandio.

Il gruppo è a pochi secondi e nella discesa reingloba questo plotoncino pericoloso; quando mancano 38.4 km all'arrivo Trofimov allunga con Mate e Cousin ma presto il russo resta in testa da solo, mentre dietro si studiano. Mancano 29 km al traguardo, Trofimov ha 20" su Cousin e Mate, 50" sul gruppo principale, tirato dalla Movistar di José Joaquín Rojas, 4° in classifica generale a 27" da Betancur. Tra Côte de Peile e Col d'Èze Trofimov non mantiene il vantaggio sul gruppo, che si porta a 30" dal russo quando mancano 26 km alla Promenade des Anglais. Ai -20 la IAM Cycling si piazza in testa, dando una notevole mano agli uomini Movistar, tanto che Trofimov inizia il Col d'Èze con appena 12" di vantaggio. Sam Bennett va via, David López fa un bel forcing e Stybar si stacca, così come Nibali.

A 15 km dalla fine attacca Fränk Schleck, presto seguito da Simon Spilak. Dietro Rui Alberto Faria da Costa piazza il primo affondo, ma Carlos Betancur è attento e marca il secondo in classifica (l'iridato è a soli 14" dal colombiano in maglia gialla). Schleck e Spilak guidano, il gruppo Betancur è a 10" quando mancano 12 km a Nizza, perde ai -5, e deve recuperare 17". E occhio a Spilak, che ha un ritardo di 39" in classifica, non un'eternità. Ma quando lo sloveno della RusVelo cede, Fränk Schleck ci crede, di poter tornare alla vittoria.

Così sprinta, va in progressione, mentre dietro il gruppo lo vede, lo mette nel mirino, lo supera. Una brutta caduta mette fuori causa Rui Costa, se la giocano allo sprint ristretto, la vittoria. Rojas cerca almeno il podio e magari una tappa, Vichot è più bravo e batte l'iberico. Al terzo posto Cyril Gautier, quindi l'ottimo Damiano Caruso, Wilco Kelderman, Fränk Schleck, Tom Jelte Slagter, la maglia gialla Carlos Betancur, George Bennett ed Eduardo Sepúlveda, che chiude decimo.

La classifica finale ci racconta di un Carlos Betancur che precede di 14" Rui Alberto Faria da Costa, di 20" Arthur Vichot. Il Campione francese, grazie all'abbuono, supera José Joaquín Rojas, 4° a 21". Quinto posto per Jakob Fuglsang a 29", poi Cyril Gautier a 31", Stefan Denifl a 35", Simon Spilak a 36", Peter Velits a 39", Tony Gallopin a 41".

Gli italiani: Damiano Caruso, spesso e volentieri davanti in questa settimana, termina al 14° posto con un distacco di 1'12" mentre Vincenzo Nibali, oggi 26° a 1'08", termina la Corsa verso il sole in 21a piazza, a 2'17" da Betancur. Più indietro, dal 50° posto in giù, i vari Marcato (in luce nelle prime frazioni), Felline (all'attacco ieri), Gavazzi, ottimo appoggio per il vero capitano Astana, ossia Jakob Fuglsang.

A proposito di Vincenzo: in luce appena trovava terreno per attaccare, più in discese tecniche che su salite impegnative, non ha certo risparmiato gli scatti. D'altra parte, Nibali è generoso, si sa. Gli è mancato il guizzo finale, sia oggi che a Fayence, e più in generale in tutta la corsa. Regolare, visto che lo Squalo dello Stretto ha improntato tutta la sua preparazione 2014 in funzione del Tour de France. Certo, a tutti sarebbe piaciuto trovarlo già brillantissimo e possibilmente vincente, ma non tutte le stagioni, nel bene e nel male, sono uguali (e per fortuna, aggiungiamo!). Nibali vuole fortissimamente il Tour, e si vede.

A proposito: alla prossima Grande Boucle esordirà anche Carlos Betancur, la maglia gialla che l'AG2R La Mondiale vorrebbe mettere a dieta, fargli perdere quei 4 chili che lo renderebbero ancor più forte. Lui insiste, in Colombia mangia, poi torna e con la quella pedalata di chi spinge un rapportone, spesso gli avversari se li pappa. Dopo la prima, importantissima maglia gialla conquistata in carriera, non ci prenderà mica gusto, il buon Carlos... Nessuno lo può escludere.

Francesco Sulas

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