Diario d'Algeria: La dura legge del tempo massimo - Marco Fiorilla al Tour d'Algerie: «Sofferenza, ma che emozione all'arrivo»
Versione stampabileOggi in corsa ho pensato ad Arisa. Non perché nelle orecchie sentivo qualche sua stupida canzone ma per un altro motivo. La cantante ex finta imbranata ha infatti trionfato a Sanremo con una canzone intitolata "Controvento". Secondo me Arisa neanche l'arriva a comprendere il significato del titolo della sua canzonetta, per cui l'avrei voluta al mio fianco per spiegarglielo durante gli ultimi 40 km di corsa, quando dopo due duri GPM siamo rimasti in 3 a inseguire il gruppetto: io e i miei compagni di squadra James e Jeffrey. Stupidamente allo scollinare della prima salita non ho approfittato di una possibile spintarella per agganciare il gruppetto che poi sarebbe arrivato in tempo e questa cosa l'ho pagata cara. Infatti io e altri 15 corridori circa (senza considerare gli abbandoni) siamo arrivati fuori tempo massimo.
Che fatica bestiale contro un vento spaventoso che quando era laterale dava addirittura sollievo. Perché oggi costeggiando il mare si era messo di un contrario che più contrario non si può. Ieri avevo controllato le previsioni meteo e la freccia del vento in direzione opposta alla corsa era quella con tre bandierine. In pianura la nostra andatura andava dai 22 ai 30 orari. È stata una lotta ad armi impari ma non arrendersi è stata una grande soddisfazione. Sono arrivato al traguardo in salita di Santa Cruz con quasi 45 minuti di ritardo dal vincitore, un eritreo che ha completato i 140 km del percorso a 34 di media davanti a un corridore di Hong Kong e al suo compagno Thomas Rabou che ieri mi aveva fatto compagnia in fondo al gruppo per tanti chilometri preparandosi a fare una grande tappa oggi. Grande anche la prestazione di Devid Tintori del Team Gragnano. Con il quarto posto di oggi sale al secondo posto in classifica e vede il podio finale mentre il suo compagno Pinaglia, ben piazzato in classifica fino al giorno prima, è esploso nel secondo GPM insieme a mezzo gruppo. Per l'ultima tappa partiranno solo una sessantina di corridori e solo due Greens, Etienne e Gerry, bravi a tenere le ruote del gruppo giusto e più numeroso che ha limitato i danni arrivando a una mezzoretta dai più forti.
La tappa per me era iniziata già male nonostante le buone sensazioni avute a inizio tappa. Avevo infatti scritto che temevo una caduta ma in cuor mio c'era qualcos'altro di cui avevo un tremendo terrore: la foratura. Ed è così che al km 35 a metà gruppo si sente una bella esplosione e si vede una valvola che vola. La mia ruota posteriore è andata completamente ma con mio grande stupore non vengo assalito dal panico. Con calma serafica alzo la mano, mi sfilo, indico la ruota posteriore e aspetto la macchina. Mentre mi affianca riesco anche a smontarla e riparto alla grande con il vento alle spalle e il DS che mi da un aiutino. Vedo la coda del gruppo e mi infilo a tutta per le stradine polverose di un paesino, gasato dagli applausi della gente e da un atmosfera che sa di settore della Roubaix. Fatico a colmare il gap ma ci pensano gli organizzatori a darmi una mano. La corsa viene bloccata per diversi minuti perché i fuggitivi hanno sbagliato strada per cui si riparte secondo la regola del passaggio a livello.
Tutto sembra procedere per il meglio ma le due salite assassine poste a metà tragitto e un vento incredibile che nessun dio del vento avrebbe potuto fermare pongono fine al mio sogno di completare la corsa. Quel che più mi resta della tappa di oggi è la grandissima fatica fatta in tre da soli contro il vento. Non potrò mai dimenticare quei chilometri sul computerino che avanzavano lentamente. Quando ha segnato 100 km su 140 ero consapevole che dovevamo fare da soli altri 40 km in balia di Eolo e che nessun evento esterno, di qualsiasi natura, sarebbe intervenuto per placarlo o per direzionarlo a nostro favore. Ho quasi pianto per la sofferenza, ma arrivare al traguardo e non ritirarsi, come hanno fatto altri corridori consapevoli come noi dell'inutilità di quello sforzo, è stata una emozione unica che mi ha dato tanto morale in vista dell'ultima prova, il Criterium di Orano in programma venerdì pomeriggio. Intanto quel po' di delusione rimasta per non aver concluso la corsa a tappe l'ho smaltita a cena strafogandomi di quelle cose evitate per giorni e per mesi: dolci e soprattutto maionese. Tanta maionese.