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Parigi-Nizza 2014: Il primo round è di Bouhanni - Nacer cade e poi vince; quattro italiani nei 10

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La rabbiosa esultanza di Nacer Bouhanni a Mantes-la-Jolie © letour.frTornando indietro di qualche stagione possiamo notare facilmente come la Parigi-Nizza fosse una corsa a tappa completa in tutto e per tutto mentre qui in Italia avevamo una Tirreno-Adriatico da giocarsi sul filo degli abbuoni e con le tappe che sembravano più che altro ottimi test per le classiche: ma come quest'anno invece si può notare lo scambio di ruoli tra le due corse con i francesi che per questo 2014 hanno abolito anche la cronometro. Una Parigi-Nizza molto diversa quindi ma in cui già la prima lascerà inevitabilmente un'impronta sulla classifica.

A vincere sul traguardo di Mantes-la-Jolie è stato Nacer Bouhanni che anche l'anno scorso s'impose nella prima frazione in linea conquistando la maglia di leader (ma non portò bene, si ritirò il giorno dopo): per il 23enne della FDJ.fr si tratta della seconda vittoria stagionale dopo una tappa all'Etoile de Bessèges, ma il 2014 di Bouhanni è iniziato bene se si contano anche altri sei piazzamenti tra i primi 5. Nelle tappe da velocisti ormai non è più una novità vedere Bouhanni correre con il body integrale per ricercare la massima aerodinamicità, oggi addirittura si erano uniti a lui anche alcuni compagni di squadra per non lasciare davvero nulla al caso.

Questa preparazione minuziosa della FDJ rischiava però di essere vanificata da una delle tante cadute che si sono verificate oggi perché proprio Bouhanni era finito a terra al chilometro 73 di gara assieme a Cattaneo, Kiryienka e Serpa e in un paio di occasione s'è dovuto affiancare alla vettura di assistenza in corsa per farsi medicare un ginocchio malconcio. Per fortuna in quel frangente la situazione di corsa era abbastanza tranquilla con il solo Christophe Laborie lanciatosi in una fuga con speranze praticamente nulle fin dall'avvio: il corridore della Bretagne-Séché era partito subito al primo chilometro e nessuno ha provato minimamente a seguirlo tanto che dopo 3000 metri il suo vantaggio sul plotone era già di 1'25".

Laborie non è nuovo ad azione da distanze perché anche al Trofeo Laigueglia s'era inserito nella prima fuga riuscendo poi a portare a casa il premio per le classifica di giornata dei Gran Premi della Montagna: stesso obiettivo anche oggi perché in due dei quattro giri di 33 km attorno a Mantes-la-Jolie il passaggio sulla Côte de Vert valeva anche come gpm di terza categoria. Laborie quindi ha toccato un vantaggio massimo di 10'40" al chilometro 25 prima che le squadre dei velocisti, Giant-Shimano su tutte, si mettessero a lavorare in testa al gruppo: il 27enne della Bretagne ha comunque continuato la sua avventura solitaria per 112 km (ripreso ai meno 50) ed è riuscito nell'obiettivo di vestire la maglia a pois.

Durante la fuga di Laborie, oltre a diverse cadute causate soprattutto dalle strade strette, c'è stato da segnalare anche il passaggio al primo traguardo volante in cui un uomo di classifica come Geraint Thomas è andato a prendersi 1" di abbuono dietro a Gianni Meersman che poi vincendo il secondo metterà assieme 5": in una corsa che si annuncia molto aperta e equilibrata ogni secondo può essere decisivo alla fine e quindi il corridore della Sky si merita un applauso per aver saputo cogliere questo momento. Se poi sarà servito lo sapremo solo nei prossimi giorni.

Come detto in apertura questa prima tappa ha inciso anche su quella che sarà la classifica finale, ma non per l'abbuono conquistato da Thomas: a circa 25 km dall'arrivo, infatti, una caduta numerosa ha spezzato il gruppo in più tronconi e molti corridori anche importanti si sono ritrovati ad inseguire. Tra i coinvolti c'era infatti Romain Bardet che s'è ritrovato addirittura nel terzo gruppo e, grazie all'aiuto delle scie delle ammiraglie, è riuscito a limitare i danni rientrando sul gruppo davanti e pagando 1'09" all'arrivo, quanto basta per dire addio ai sogni di una buona classifica: con lui sono arrivati anche Eduardo Sepulveda, Thomas Voeckler, Simon Gerrans, Frank Schleck, Sylvester Szmyd, Przemyslaw Niemiec, Stephen Cummings e alcuni velocisti mentre Andy Schleck ha tagliato il traguardo con un ritardo di 1'50".

In testa al primo plotone le squadre dei velocisti hanno continuato a tenere il ritmo alto da quindi nessuno è più riuscito a rientrare: Giant-Shimano, Belkin e Omega Pharma sono stati quelle che più si sono impegnate, ma nelle prime posizione si sono viste anche molte maglie azzurre dell'Astana con l'obiettivo di tenere fuori dai guai Vincenzo Nibali. Negli ultimi chilometri la Giant ha preparato il proprio treno per Degenkolb ma il tedesco ha perso la battaglia per la posizione a spallate con Bouhanni e così i bianconeroazzurri si sono fatti da parte lasciando spazio prima alla Cannondale poi alla Omega Pharma: Meersman ha provato a partire lungo ma Bouhanni l'ha saltato abbastanza facilmente e poi il francese ha dovuto contenere la forte rimonta di John Degenkolb che poco prima aveva anche rischiato di cadere.

Domani ci sarà subito un'occasione per la rivincita in cui magari rientraranno anche Kristoff (chiuso nel finale), Boasson Hagen e Goss (entrambi staccati). E non dimentichiamoci degli italiani perché oggi ne troviamo ben cinque nelle prime 12 posizioni: il migliore è stato Luca Wackermann, settimo, seguito da Fabio Felline (ottavo), Fabio Sabatini (nono), Francesco Gavazzi (decimo) ed Elia Favilli (dodicesimo); i nostri quindi ci sono e nella giornata giusto con un pizzico di fortuna potrebbero ottenere qualcosa di veramente buono.

Sebastiano Cipriani

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