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Tour de Langkawi 2014: Corsa malese, riserva italiana - Guardini, e due! Ma il TdL deve cambiare pelle

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Per Andrea Guardini 14esima vittoria di tappa in 4 edizioni del Tour de Langkawi © BettiniphotoLa 19esima edizione del Tour de Langkawi va in archivio con la vittoria dell'iraniano Mirsamad Pourseyedigolakhour: il 28enne della Tabriz Petrochemical era rientrato in gruppo l'anno scorso dopo una squalifica di due anni per doping e s'è scoperto subito grande dominatore del circuito asiatico con la vittoria al Tour de Qinghai Lake in Cina, quella al Tour de Ijen in Indonesia e ora quest'anno col grande successo in Malesia contro corridori di caratura internazionale. Per Mirsamad (che speriamo non ce ne voglia male se lo chiamiamo per nome) c'è anche l'onore di essere il primo corridore asiatico a vincere il Tour de Langkawi: prima di lui erano arrivati solo due podi con il coreano Gong Hyo-Suk e con l'iraniano Hossein Askari, secondo e terzo nel 2010.

Per quest'anno gli organizzatori avevano proposto un tracciato di 10 tappe con il solo arrivo in salita classico a Genting Highlands, senza quindi il secondo traguardo in quota a Cameron Highlands che più volte ha fatto parte del percorso in passato: a Pourseyedigolakhour è bastato quindi vincere la quarta tappa per indossare la maglia di leader e non mollarla più fino alla fine nonostante avesse alle spalle tre corridori nell'arco di soli 20". La Tabriz, pur con una squadra da sei corridori, è riuscita controllare bene le fughe più pericolose, al resto poi ci hanno pensato le squadre dei velocisti che in sette occasioni su nove hanno portato il gruppo compatto al traguardo.

Fin dall'inizio si sapeva che il vincitore a Genting Highlands sarebbe stato molto probabilmente anche il vincitore finale della corsa e questo fatto non contribuisce a rendere più interessante la gara dal punto di vista mediatico: per il prossimo anno, quando saranno 20 le candeline sulla torta, il Tour de Langkawi dovrà cercare qualche novità per rendere la prova più spettacolare, magari anche più appetibile per diverse tipologie di corridori visto che se si trova un dominatore unico degli sprint viene a mancare anche l'ultimo fattore di interesse tecnico. Il Tour de Langkawi al momento non è una corsa in fase di decadenza anche perché quest'anno ha portato ai nastri di partenza ben sei squadre del World Tour e cinque Professional, ma la crescita vissuta negli anni passati s'è arrestata: la concorrenza delle altre corse è fortissima e in questo periodo ci sono addirittura team che effettuano una tripla attività e senza qualcosa di nuovo il Langkawi sarà costretto a rimanere all'ultimo posto nella graduatoria delle priorità.

Tolto il successo di Mirsamad Pourseyedigolakhour, in questo 19esimo Tour de Langkawi abbiamo visto quattro vittorie in volata di Theo Bos: il velocista della Belkin è capace di fare la voce grossa quando corre in Asia (16 vittorie in tutto il continente) ma ormai a 30 anni difficilmente troverà quel qualcosa in più che gli manca per riuscire a primeggiare anche nelle corse di prima fascia. Le due tappe in cui è andata via la fuga hanno visto vincere il colombiano Duber Quintero (Colombia) e l'americano Bradley White (Unitedhealthcare) mentre un altro velocista olandese, Kenny Van Hummel, ha dato all'Androni-Venezuela la prima vittoria del 2014. In salita invece è stato bello vedere davanti il talentuoso eritreo Merhawi Kudus, secondo della generale, ed il colombiano Esteban Chaves, quarto, che dopo tanti problemi fisici può finalmente mostrare tutto il suo potenziale. Prospetto interessante anche il terzo classificato, il colombiano Isaac Bolivar: è un classe '91 e quest'anno s'era già difeso bene al Tour de San Luis in Argentina. Da segnalare anche il disastro dei corridori di casa, solo un 6° e un 10° posto di tappa con Anuar Manan.

Chiudiamo questo riassunto del Tour de Langkawi parlando dei corridori italiani. La corsa malese è sempre stata un buon terreno di caccia per i nostri ragazzi (ad oggi, abbiamo di gran lunga il record di vittorie di tappa, 65 contro le 24 australiane e le 14 statunitensi), ed anche quest'anno abbiamo raccolto qualcosa: a mettere la propria firma su due tappe è stato ancora una volta Andrea Guardini, giunto a quota 14 vittorie su 4 partecipazioni al Langkawi. Il veronese dell'Astana, che si è tra l'altro imposto oggi nella tappa conclusiva a Kuala Terengganu (davanti a Kruopis e a Chicchi), aveva sicuramente bisogno di un successo che gli desse un po' di morale dopo un'annata abbastanza negativa in cui aveva corso poco e in cui non era quasi mai stato incisivo: ora per Andrea viene il difficile perché sarà chiamato a ripetersi anche nelle corse europee ma intanto è già importante per lui aver riassaporato il gusto del primo posto.

Torna invece a casa senza vittorie Francesco Chicchi che però ha fatto una collezione di piazzamenti niente male: un terzo posto, un quarto, un sesto, un settimo, un ottavo, un nono ed un undicesimo. Il portacolori della Neri Sottoli è uno che a inizio stagione spesso è andato bene ma tra Venezuela e Malesia non è riuscito a vincere: che sia un calo dovuto all'età (sono 33 anni ormai per Chicchi), una mancanza di brillantezza per la preparazione effettuata o solo una questione di sfortuna lo sapremo nelle prossime uscite. Il migliore italiano in classifica invece è stato Gianfranco Zilioli (Androni), 8° sia a Genting Highlands che nella generale: ha appena compiuto 24 anni e ha perso appena 17" da un corridore come Kruijswijk che in passato è stato capace anche di entrare nei 10 al Giro d'Italia.

Sebastiano Cipriani

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