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Vuelta a España 2014: Non di sole salite, ma di sole e salite - Il caldo del sud, 3 crono, 8 arrivi in quota | Cicloweb

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Vuelta a España 2014: Non di sole salite, ma di sole e salite - Il caldo del sud, 3 crono, 8 arrivi in quota

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Il percorso della 69a edizione della Vuelta © lavuelta.com

Da alcuni anni a questa parte la Vuelta a España ha scelto una strada assai ben precisa e delineata per quanto riguarda i propri percorsi ed anche il 2014 non farà eccezione: la 69a edizione della corsa spagnola è stata presentata oggi a Cadice proporrà ancora tanti arrivi in salita (otto) e diverse frazioni brevi dal finale esplosivo, una formula che il pubblico sembra apprezzare sempre di più. Sarà quindi anche quest'anno una prova per grandi scalatori: le tre cronometro in programma, una a squadre e due individuali, arriveranno a sommare appena 57.1 km e difficilmente scaveranno grosse differenze tra i favoriti.

Un fattore importante da tenere in considerazione durante la prossima Vuelta sarà quasi certamente il caldo perché a distanza di quattro anni si tornerà a partire nel profondo sud, dall'Andalusia: nell'ultima settimana di agosto i corridori si troveranno a dover pedalare con temperature intorno ai 40°, una condizione ambientale non semplice da gestire e che può presentare numerose insidie.

La tappa inaugurale sarà una cronometro a squadre di 12.6 km per le strade di Jerez de la Frontera, una frazione che scaverà piccole differenze ma che andrà studiata bene visto che, soprattutto nei primi chilometri, si attraverseranno strade strette e con qualche breve tratto in lastricato. Proprio il rischio del caldo ha probabilmente spinto gli organizzatori ha proporre un inizio di Vuelta un po' più blando rispetto al 2013 e così ecco che la seconda tappa sarà la prima occasione per velocisti: l'arrivo è praticamente sul mare, a San Fernando, e quello che non farà l'altimetria potrebbe invece farlo il vento.

A partire dalla terza tappa si inizia a fare sul serio con una sequenza di cinque tappe che inizierà a smuovere un po' la classifica: Arcos de la Frontera e Alcaudete (3a e 7a tappa) sono due arrivi su piccole salitelle dopo frazioni abbastanza movimentate, verso Córdoba (4a tappa) l'Alto de Catorce por ciento taglierà fuori i velocisti e pure l'arrivo di Ronda sembra prestarsi a più soluzioni; il primo vero appuntamento chiave, però, sarà al termine della sesta tappa con l'arrivo in salita (inedito per la Vuelta) a Cumbres Verdes, un'ascesa lunga non più di 5 km, ma in cui le pendenze saranno costantemente superiori al 10%.

La veloce risalita verso nord inizierà con una lunga tappa di trasferimento verso Albacete, la più lunga di questa Vuelta con i suoi 207.4 km: sarà un'occasione da non perdere per i velocisti anche perché il giorno dopo si arriverà in salita ad Aramón Valdelinares. Nella 10a tappa si tornerà a lottare contro l'orologio per una cronometro individuale di 34.5 km: siamo nelle stesse terre che hanno ospitato la prova contro il tempo della Vuelta 2013 e nella prima parte del tracciato ci sarà di nuovo ad affrontare l'ascesa verso l'Alto del Moncayo mentre il secondo tratto sarà più adatto agli specialisti in grado di fare alte velocità. È una tappa che arriva subito dopo il giorno di riposo e qualcuno potrebbe soffrire più di altri.

Chi dovesse rendere sotto le proprie aspettative potrà subito cercare di rifarsi il giorno successivo perché il terzo arrivo in salita arriva già all'11a tappa con la tappa navarra che da Pamplona porterà il gruppo all'arrivo inedito del Santuario San Miguel de Aralar. L'ultima vera occasione per rifiatare, i favoriti l'avranno tra la 12a e la 13a tappa: prima un circuito da velocisti a Logroño, poi una di quelle classiche tappe vallonate da fuga anche se il finale sarà di nuovo leggermente all'insù; dopo sarà tutto uno spettacolo fino all'arrivo.

Tra la 14a e la 16a tappa ci saranno altri tre arrivi in salita, tutti con difficoltà a crescere: si parte con La Camperona, breve e intenso, per continuare poi con i classici Laghi di Covadoga e quindi una delle tappe regina della Vuelta, un arrivo ai Lagos de Somiedo (ascesa presenta alla Vuelta 2011) con un totali di cinque colli tutti di prima categoria; non fosse per il chilometraggio di poco inferiore ai 160 km il termine "tappone" calzerebbe a pennello. Al secondo ed ultimo giorno di riposo avremo quindi le idee molto più chiare sulla classifica: chi sarà davanti qui non potrà dormire sonni tranquilli, ma sarà comunque più tranquillo rispetto a chi invece deve recuperare.

L'altra grande tappa decisiva di montagna sarà preceduta da tre frazioni che sulla carta non saranno particolarmente insidiose ma che potrebbero prestarsi a qualche imboscata, tipo quella di Contador a Purito verso Fuente Dé. L'arrivo a La Coruña sarà l'ultima chance per i velocisti ma per tutto il giorno si farà su e giù sulla costa galiziana e tutti dovranno tenere gli occhi ben aperti; poi sarà la volta dell'arrivo in alto a Monte Castrove, salita che verrà affrontata nella stessa tappa anche ai meno 23 chilometri; a Cangas de Morrazzo sarà un'altra giornata da fuga, ma un colle di prima categoria a meno di 20 km dal traguardo può aprire scenari impensabili.

La salita che deciderà la 69a edizione della Vuelta a España sarà il Puerto de Ancares, traguardo di categoria speciale al penultimo giorno di corsa: la tappa avrà anche gran premi della montagna ma tutti risparmieranno le gambe per l'ultima durissima scalata che ha poco da invidiare all'Angliru. Rispetto al 2012, quando Purito precedette Contador e Valverde, è stato scelto un versante più impegnativo e nel finale sono stati aggiunti un paio di chilometri mortali con pendenze che toccano il 17%. Non sarà una questione di tattica, sarà tutto di gambe. Attenzione, però, perché con ogni probabilità i giochi in cima saranno fatti ma l'ultima tappa non sarà una passerella, ma una cronometro di 10 km pianeggianti e se la classifica sarà cortissima potrebbe succedere di tutto.

Se l'anno scorso la Vuelta era partita dalla Galizia, stavolta la comunità dell'estremo nord-occidentale sarà la protagonista del gran finale: la conclusione, infatti, non sarà a Madrid ma a Santiago de Compostela, in Plaza de Obradoiro, il cuore della città e punto di arrivo dei vari pellegrinaggi del Camino de Santiago. Era dal 1993 che l'ultima tappa della Vuelta non si disputava a Madrid e, curiosamente, anche in quell'occasione il traguardo finale era proprio a Santiago de Compostela.

Nel complesso è una Vuelta altamente sbilanciata verso gli scalatori, così come è sempre stato negli ultimi anni: potrebbe essere finalmente la grande occasione di Joaquim Rodríguez che farà Giro e Vuelta e che tra rampe ed abbuoni (10"-6"-4" all'arrivo ai primi tre) troverà terreno fertile per le proprie caratteristiche. Una differenza importante rispetto al 2013 riguarderà il trasferimenti, abbastanza limitati nel complesso: dopo l'esagerazione dell'ultimo anno non poteva essere altrimenti. La crisi economica in più aiuta in questo perché di regioni disposte a mettere sul piatto parecchi soldi non ce ne sono molte: fa impressione comunque impressione vedere come la prossima Vuelta toccherà appena nove delle 15 comunità autonome della Spagna continentale (Madrid neanche sfiorata) e che più di metà percorso si snoderà tra Andalusia (prime 7 tappe) e Galizia (ultime 5 tappe).

Sebastiano Cipriani

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