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Tour de France 2014: Entusiasmante? A prima vista, sì - Disegno da record: 6 arrivi in salita, una sola crono. E una miniRoubaix

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Uno scorcio della planimetria del Tour de France 2014 © LeTour.frCompletata quest'anno la serie dei primi 100 Tour de France, era auspicabile che l'inizio del nuovo centinaio giallo coincidesse con una ventata di novità, e dobbiamo dire che il percorso della Grande Boucle numero 101, quella del 2014, corrisponde abbastanza a questo tipo di speranze. Pur senza voler risalire a tutti i costi agli anni di Bernard Hinault, quelli - per intenderci - in cui c'era una cronometro ogni 3 giorni, era consuetudine identificare il Tour come il più incline - fra i tre grandi giri - a inserire nel proprio percorso tanti chilometri contro il tempo: da Indurain ad Armstrong, finendo in anni recenti col miglior Contador e con Wiggins, in tanti hanno costruito le rispettive fortune sulle cronometro. È addirittura un luogo comune del ciclismo quello che recita che "se non vai forte contro il tempo non puoi vincere il Tour".

Ebbene, tutto questo corpus teorico-pratico va in vacanza (almeno per il 2014, poi si vedrà), perché nel nuovo Tour de France - quello presentato questa mattina - ci sarà una sola tappa a cronometro. Niente prologhi, niente cronosquadre, niente cronoscalate, una sola crono individuale (per quanto non breve: 54 km) piazzata al penultimo giorno di gara, sabato 26 luglio. Non stupisce che sia questo l'elemento che - del 101esimo Tour - balza di più all'occhio, visto che per ritrovare un'edizione con una sola cronometro bisogna risalire nientemeno che al 1953 (quell'anno era piazzata alla terz'ultima tappa e la vinse Bobet in maglia gialla). E dall'introduzione delle crono (1935) solo altre due edizioni (quelle del 1947 e del 1948) ebbero una sola frazione contro il tempo.

Se questa innovazione introdotta per il 2014 da Christian Prudhomme e soci è a dir poco epocale, che dire allora dei 6 arrivi in salita previsti dal disegno? La stessa cosa, ovvero che si tratta di qualcosa di epocale, visto che mai nella storia si era arrivati a osare tanto. Gérardmer, La Planche des Belle Filles, Chamrousse, Risoul, Saint-Lary-Soulan e Hautacam: non saranno tutti e 6 decisivi allo stesso modo, ma scartabellando sugli almanacchi non si ritrovano così tanti traguardi in quota in una sola edizione.

Considerando che, oltre a questi 6 arrivi in salita, ci saranno altre tappe impegnative (un paio di media montagna a cavallo tra Vosgi e Alpi, una con arrivo in discesa sui Pirenei), si può ben dire che il Tour 2014 sarà effettivamente una corsa da scalatori. E indubbiamente gli organizzatori dimostrano di saper leggere lo spirito dei tempi, perché se la Vuelta (11 arrivi in salita quest'anno) ha indicato una strada, e il Giro ha dimostrato di poterla seguire (si veda il percorso 2014, ma la corsa rosa è da parecchi anni molto amica dei grimpeur), il Tour non vuol essere da meno. E strizza l'occhio alle nuove generazioni di camosci (i colombiani, tanto per dire), rinnegando parzialmente quanto esibito da lustri, o forse cercando solo di non spianare la strada a Chris Froome: la distanza tra il vincitore dell'ultima Grande Boucle e il suo primo avversario quest'anno (Nairo Quintana) si assottiglia fatalmente, senza troppi chilometri a cronometro e con molti arrivi in salita, e ciò va a tutto vantaggio dello spettacolo.

Per non parlare delle quotazioni di un Vincenzo Nibali, il quale ha accolto con soddisfazione l'ufficializzazione di un simile percorso; e per non citare anche tutta una serie di altri possibili protagonisti (Joaquim Rodríguez è un altro di quelli che andranno a nozze su certi arrivi durissimi). Certo, però, che se il Tour diventa una corsa da scalatori, il Giro potrebbe avere qualche difficoltà in più a mettere insieme una startlist di primissimo livello: laddove una differenziazione netta tra i due tracciati avrebbe favorito la presenza dei migliori scalatori in Italia, se anche il Tour lusinga in tal modo i grimpeur, chi di loro punterà tutto sulla corsa rosa?

Andando a dare un'occhiata più dettagliata al percorso del Tour 2014, partiamo dalle date (da sabato 5 luglio a domenica 27) e dalle prime tre frazioni, che si svolgeranno all'estero, e precisamente in Inghilterra. Le Grand Départ avrà luogo nello Yorkshire, e precisamente a Leeds, e se la prima (arrivo a Harrogate) e la terza tappa (a Londra) saranno riservate ai velocisti, la seconda (a Sheffield) presenterà una serie di strappi e strappetti che chiameranno all'azione gli uomini da classiche.

Al rientro in Francia, una serie di tre tappe veloci (la quarta a Lille, la sesta a Reims, la settima a Nancy) sarà inframezzata da una delle frazioni più attese, la quinta: da Ypres ad Arenberg assisteremo infatti a una piccola Parigi-Roubaix, 156 km in cui il gruppo affronterà - nella seconda metà della tappa - ben 9 tratti in pavé, tra i quali alcuni dei più celebri tra quelli della regina delle classiche. Una giornata in cui, senza un metro di dislivello sul percorso, potranno volare minuti.

Dopo una prima settimana che risulterà nervosissima (la classifica corta spingerà tutti - big e comprimari - a lottare col coltello tra i denti), le prime salite saranno quelle dei Vosgi: arrivo in quota nell'ottava frazione a Gérardmer e (durissimo) nella decima a La Planche des Belles Filles (questo al termine di una frazione con 6-7 Gpm!); in mezzo, altra tappa mossa verso Mulhouse.

Dopo il primo giorno di riposo (martedì 15, dopo 10 tappe), si ripartirà da un antipasto di Alpi a Oyonnaz (salitelle appena accennate, a quanto si intuisce), quindi rivedremo i velocisti di scena a Saint-Étienne, e le tappe numero 13 e 14 saranno i due arrivi in quota alpini: il primo a Chamrousse (preceduto da un altro colle nel finale), il secondo a Risoul (al termine di una frazione con Lautaret e Izoard, ma forse anche con troppo fondovalle tra una scalata e l'altra).

Due sole giornate di respiro (tappa da velocisti a Nîmes, secondo riposo lunedì 21), e si approda ai Pirenei, per tre tappe praticamente decisive: la prima è la più lunga di tutto il Tour (237 km) e arriva a valle (a Bagnères-de-Luchon) dopo che sarà stato affrontato il Port de Balès nel finale; le altre due sono minicavalcate pirenaiche, Portillon-Peyresourde-Val Louron e arrivo a Saint-Lary-Soulan la seconda (lunga appena 125 km), accoppiata Tourmalet-Hautacam la terza.

Una frazione interlocutoria (arrivo a Bergerac) precede la cronometro, che dalla citta di Cyrano conduce a Périgueux attraverso 54 km che non saranno piatti come nella migliore tradizione degli specialisti: qualche falsopiano e qualche strappetto qua e là contribuiranno a rendere il tutto molto mosso e spezzeranno il ritmo dei corridori che saranno arrivati con minor brillantezza alla fine del Tour. Fatta la crono, non resterà che la passerella parigina, domenica 27 luglio 2014, prima delle premiazioni all'Arco di Trionfo.

In conclusione, un Tour de France che sulla carta sembra avere tutte le possibilità di risultare entusiasmante, anche perché non dovrebbero mancare interpreti all'altezza. Per i tifosi italiani, poi, sapere sin da ora che l'uomo di punta del nostro movimento, Vincenzo Nibali, ne farà l'obiettivo principale della stagione, rappresenta una certezza in più: cari amici, conviene prenderle in luglio, le ferie estive del 2014. Non per andare in villeggiatura, ma per attaccarsi alla Grande Boucle: potrebbe veramente valerne la pena!

Marco Grassi

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