Mondiale Cronosquadre 2013: Contano i primi e pure i centesimi - Omega Pharma iridata per meno di 1" sulla Orica
- CAMPIONATO DEL MONDO CRONOSQUADRE 2013
- Astana Pro Team 2013
- BDC - Marcpol Team 2013
- BMC Racing Team 2013
- Cannondale Pro Cycling Team 2013
- Etixx - iHNed 2013
- Garmin - Sharp 2013
- Katusha Team 2013
- Lampre - Merida 2013
- Lotto Belisol Team 2013
- Movistar Team 2013
- Omega Pharma - Quick Step 2013
- Optum presented by Kelly Benefit Strategies 2013
- Orica - GreenEDGE 2013
- Rabobank Development Team 2013
- RadioShack - Leopard 2013
- Sky ProCycling 2013
- Team Cult Energy 2013
- Team Saxo - Tinkoff 2013
- Utensilnord Ora24.eu 2013
- Vacansoleil Pro Cycling Team 2013
- Velo Club Sovac Algerie 2013
- Vini Fantini - Selle Italia 2013
- André Greipel
- Brett Lancaster
- Christopher Froome
- Daryl Impey
- Fabian Cancellara
- Jens Mouris
- Kristof Vandewalle
- Luke Durbridge
- Michael Hepburn
- Michal Kwiatkowski
- Niki Terpstra
- Patrick Lefévère
- Peter Sagan
- Peter Velits
- Svein Tuft
- Sylvain Chavanel
- Taylor Phinney
- Tony Martin
- Uomini
Certo che se Tony Martin, Sylvain Chavanel, Michal Kwiatkowski, Niki Terpstra e Peter Velits avevano il dente avvelenato nei confronti della Orica-GreenEDGE dallo scorso 2 luglio, hanno scelto proprio una maniera meravigliosa, a livello di sceneggiatura, per vendicarsi nei confronti del team australiano. I 5 avevano subìto, appunto il 2 luglio, una cocente sconfitta nella cronosquadre del Tour de France, allorquando in quel di Nizza i cangurelli precedettero la Omega Pharma-Quick Step di appena 75 centesimi di secondo: in capo a una prova di 25 km, fu letteralmente necessario spaccare il secondo per dirimere la questione tra le due squadre, giunte praticamente a pari tempo al traguardo.
Oggi, 2 mesi e 20 giorni dopo, la OPQS rende la pariglia, con tanto di interessi: che fosse destinata a conquistare il Campionato del Mondo della cronosquadre, era abbastanza prevedibile, bastava in fondo leggere i nomi dei suoi alfieri in quel di Firenze (ai 5 citati sopra, che sono quelli già presenti al Tour, va aggiunto il sesto uomo, Kristof Vandewalle, campione belga contro il tempo). Che dovesse consumare la propria vendetta in maniera così crudele nei confronti della Orica, non era però pensabile, se non altro perché non viene naturale considerare che anche una prova lunga come quella odierna (57.2 km) possa essere decisa dai centesimi.
Invece proprio così è andata, ancora una volta abbiamo dovuto spaccare il secondo, e il risultato parla di appena 81 centesimi, stavolta in favore del team belga. Inutile dire che la crono di oggi era molto più importante di quella di inizio luglio, del resto bastava scrutare gli occhi di Impey, Mouris, Lancaster, Durbridge, Tuft, Hepburn (i 6 in gara oggi), quasi piangenti dalla delusione, per capire la portata del loro piccolo dramma sportivo.
La Omega Pharma-Quick Step si conferma iridata nella giovanissima prova (siamo appena alla seconda edizione), e c'è da dire che anche nel 2012 si impose per pochissimo sulla BMC (ma in Olanda ebbe la meglio per la bellezza di 3", un'eternità rispetto al distacco inflitto oggi alla seconda!); rispetto alla formazione vincente un anno fa, c'è stato solo l'innesto del giovane e fortissimo Kwiatkowski in luogo di Tom Boonen. Partita per ultima (l'ordine di via era inverso rispetto al risultato di Valkenburg), la squadra di Lefévère ha dato vita a un'entusiasmante testa a testa con la Orica: passata in testa ai primi due intertempi (con 12" di vantaggio al primo e 14 al secondo), al terzo la OPQS si è invece ritrovata sotto, visto che gli australiani erano passati a guidare con un secondo e mezzo (scarso) di vantaggio.
Il colpo di coda di Martin e compagni (orchestrato proprio dal colossale tedesco per le vie di Firenze) è stato letale e ha permesso ai 4 superstiti (si erano staccati Kwiatkowski e Vandewalle) di limare quei due secondi abbondanti per scavalcare nuovamente i rivali. Finale da fuochi d'artificio, in tutto e per tutto, per un epilogo al cardiopalma che fa sembrare più vincente la decisione dell'UCI di riservare alle squadre di club e non alle nazionali questa prova.
Di sicuro la cronosquadre iridata è un'occasione d'oro, per certe Continental il cui nome non è noto forse nemmeno ai parenti dei corridori che vi militano, per avere un po' di visibilità. Specie se poi queste squadre di terza fascia si impegnano a fondo e riescono a passare al comando della prova, almeno temporaneamente: possiamo anche citarle tutte, le formazioni che si sono sedute sul trono dei capoclassifica provvisori, dopotutto se lo meritano.
L'algerino Vélo Club Sovac, a dire il vero, non è nemmeno riuscito nell'impresa, pur partendo per primo: strada facendo si è fatto infatti superare dalla Utensilnord di Bordonali, che è stata quindi la prima a guidare la classifica, col tempo di 1h12'12"; dopodiché sono transitati al comando i polacchi della BDC, i danesi della Cult Energy, i cechi della Etixx, gli statunitensi della Optum e quindi gli olandesi del Rabobank Development Team. E bisogna dire che questi ultimi si sono comportati abbastanza bene, visto che nessuna delle Professional impegnate ha fatto meglio del loro 1h08'45". Tra le altre, la Vini Fantini ha fissato il cronometro sull'1h09'45", portando a casa alla fine una 29esima posizione.
La prova è entrata nel vivo con le squadre World Tour, com'era del resto prevedibile. La Vacansoleil è stata la prima a scendere sotto l'ora e 8', fissando con 1h07'55" il nuovo limite, presto abbassato dalla Lotto (1h07'18" per Greipel e compagni). Poco dopo la Garmin, un tempo tra le big della specialità ma ultimamente abbastanza sfiatata nelle cronosquadre, ha fissato un 1h06'18" che è stato a sua volta subito abbattuto dall'ottima prestazione della Cannondale: Sagan ha guidato i suoi a un 1h05'45" che, alla fine della prova, è valso agli uomini di Amadio un onorevolissimo settimo posto. Peggio è andata la Lampre, che con 1h08'13" si è dovuta accontentare della 17esima piazza.
La Cannondale ha resistito alla Saxo (partita subito dopo) ma non alla Astana, che con 1h05'37" ha segnato il nuovo tempo da battere; anche l'interregno dei celesti di Vinokourov è durato però lo spazio di pochi minuti, visto che la RadioShack ha nuovamente abbassato il limite (a 1h05'34"): Cancellara e compagni puntavano al podio, ma già sapevano (dall'analisi degli intertempi) che l'avrebbero mancato, e quindi senza sorprendersi più di tanto, dopo aver preso atto delle prove non eccezionali di Katusha e Movistar (undicesima e decima, l'anno scorso furono sesta e quinta), hanno ceduto la leadership provvisoria alla Sky, autrice di un tempo di 1h04'39", nonostante un Froome non al meglio (il vincitore del Tour si è staccato strada facendo: evidentemente sta ancora carburando in vista dei prossimi impegni iridati, quelli individuali).
Dopo i nerazzurri di Brailsford, sono arrivati al traguardo gli Orica, già consapevoli di aver scavalcato gli Omega all'ultimo intertempo, e proiettati al comando con il tempo finale di 1h04'17". Anzi, visto che c'entrano pure i centesimi, precisiamo: 1h04'17"62. La BMC, più o meno in lizza per la vittoria fino al secondo intertempo (dove pagava comunque già 22" alla Omega), ha chiuso in calando e col tempo di 1h05'19" ha visto sfumare le possibilità di podio, visto che oltre a Sky e Orica (già al traguardo prima di Phinney e soci) anche la Omega si accingeva a scendere sotto l'ora e 5'.
Puntualmente, gli uomini di Lefévère non hanno fallito, e hanno chiuso in 1h04'16"81, 81 centesimi meglio della Orica, come ampiamente detto sopra, e alla seconda affermazione di fila nel Mondiale di specialità. La Sky è terza a 22" dai vincitori, quindi la BMC paga 1'02", la RadioShack 1'17", l'Astana 1'21", e la Cannondale - settima - 1'28". Garmin, Saxo e Movistar completano la top ten di una prova che in futuro potrà solo crescere (visto che è così giovane, non si può immaginare altro che una crescita, no?), anche se è difficile pensare che possa esserci sempre un epilogo così palpitante.
In ogni caso, come antipasto della settimana mondiale, si conferma gara più che piacevole. Serve - per corridori e pubblico - per iniziare ad acclimatarsi con l'ambiente iridato, e oggi tra l'altro la giornata (soleggiata, con il giusto quid di vento) ha aiutato molto, a livello di scenario. E anche se per lunghi chilometri gli spettatori si potevano contare sulle dita di poche mani, il capoluogo toscano ha offerto una buona risposta di pubblico, con tanto di spettacolari passaggi davanti alle bellezze fiorentine (a partire dal Duomo). Che ciò sia un buon viatico per le gare che verranno è la speranza di tutti.