L'intervista: «Così le azzurre mi hanno sabotato» - Brunello Fanini dopo lo sciopero delle cicliste al Giro di Toscana
È un Brunello Fanini ancora infuriato, dopo lo sciopero delle cicliste domenica all'ultima tappa del suo Giro della Toscana - Memorial Michela Fanini. Si sente tradito, specialmente dalle atlete che correranno per la Nazionale italiana, accusate di aver «sabotato il mio Giro che è unico al Mondo». Tutto nasce da questioni riguardanti la sicurezza: scarsa secondo oltre mezzo gruppo, uguale se non maggiore rispetto ad ogni altra corsa del calendario femminile per Fanini. Di lì lo sciopero che domenica ha portato 61 atlete (tra cui l'iridata Marianne Vos, che vestiva la maglia rosa di leader della corsa, ed altre big, non solo italiane) a non prendere il via nella Lucca-Firenze, frazione conclusiva. Una pugnalata alla schiena per Brunello Fanini, giunto quest'anno ad organizzare la 18a edizione del Giro di Toscana.
Brunello, prima di arrivare a domenica non possiamo non parlare delle prime tappe. Non si era lamentata solo una ragazza, erano in parecchie.
«Le tappe precedenti domenica, certo. Il prologo è andato benissimo. Solo un pensionato ha dovuto attraversare la strada tra una partenza e l'altra, accompagnato, e non c'è niente di male perché c'è un minuto di tempo, ogni 250 metri un varco. In questo caso non passava nessuno e questo pensionato l'abbiamo fatto passare perché abitava dalla parte opposta di Campi Bisenzio. Punto».
La prima tappa in linea, quella di Massa e Cozzile, sembra che sia stata la più caotica.
«C'è stato qualche piccolo problema. Lì abbiamo trovato un cantiere aperto e s'è fatto lo zig zig. Abbiamo trovato una macchina che s'è inserita tra un gruppo e l'altro ma è una cosa che succede da tutte le parti e le atlete hanno dovuto fare un altro zig zag. C'era una colonna di auto ferme, bloccate da una mia staffetta. Le rotonde: qualcuna un po' grossa, larga, ma sono quelle dei Mondiali, che si son percorse nel normale senso di marcia. Erano ben segnalate, così come gli spartitraffico. Le motostaffette poi le ho sempre avute. Diciotto mie più otto della Polizia Stradale, le macchine, gli incroci presidiati...».
Eppure le critiche non sono mancate.
«Dove abbiamo avuto due problemi è stato nella prima tappa, lo ripeto. Se le ragazze avevano intenzione di fare casino, giovedì sera, venerdì sera, sabato, mi dovevano dire: 'Fanini', anzi, 'Brunello', siccome mi conoscono tutti in tutto il mondo, dato che sono trent'anni che organizzo. Insomma, mi dovevano dire: 'Brunello, facciamo la riunione', e si faceva, ma non aspettare domenica a mezzogiorno e mezza. Il venerdì ho fatto la frazione di Pontedera, avrò avuto sessanta persone a terra. Sessanta persone a terra, da tutte le parti! Il sabato, nella corsa mia, si ricorda al mio paese Michela Fanini; s'è avuto solo un incidente a tre chilometri dall'arrivo. Ma un incidente non nella corsa, un incidente stradale normale. La Polizia Stradale è riuscita a sgomberare prima che passasse il primo gruppo (logicamente c'era dell'olio in terra, abbiamo messo uno della polizia ed anche lì s'è dovuto fare un po' di zig zag). Nella tappa di Segromigno, tutte le big - e parlo di big - ossia ragazze che comporranno la Nazionale ai Mondiali, hanno preso quattro minuti, dunque avevano tutto l'interesse a non correre la domenica, giusto? Cosa gliene fregava, non potevano vincere! Ecco qui che sabotaggio c'è stato».
Però ci sfugge il motivo di questo sabotaggio proprio ai suoi danni.
«Ma non si viene a reclamare a mezzogiorno e mezza o all'una della domenica, quando si deve partire! Si viene a reclamare il giorno prima, o il giovedì sera, a parlare con l'organizzazione per vedere se vuole risolvere il problema. Poi, non lo so se hanno ragione loro ma io ho la coscienza a posto, la mia corsa è l'unica al mondo organizzata bene. E le faccio tutte le gare del calendario, la mia corsa è l'unica al mondo organizzata bene, e faccio dormire le squadre negli alberghi a quattro, cinque stelle, non sotto le stelle, nei campeggi o nei bungalow. Sia a livello organizzativo che a livello alberghiero la mia corsa è unica. Se nella prima tappa c'è stato un problema per due, tre, piccole macchine che sono entrate dentro e l'abbiamo risolto... Ma non è caduta un'atleta in tutto il Giro, non c'è andato nessuno in ospedale».
C'è però chi s'è persa, nella prima tappa.
«Siccome era dura, probabilmente c'era troppo distacco tra le prime, le seconde e le terze. Qualche macchina ci sarà stata, non c'è il traffico chiuso, non lo possiamo bloccare come fanno con i professionisti. Quindi può darsi che sia entrata, ma comunque sempre sorvegliate dalle staffette della Polizia Stradale. Non credo poi che ci sia chi s'è persa. Si sarà trovata indietro...».
No, c'è gente che ha proprio smarrito la strada.
«Hanno perso la strada e si sono ritirate?»
Hanno perso la strada, hanno incrociato delle ammiraglie da una via laterale e sono rientrate sul percorso. Questo ci risulta.
«Ah, può darsi che si siano trovate in un buchetto, invece di andare a sinistra vanno a destra, ma queste son le donne che non vedono le frecce».
I corridori non vedono le frecce o non ce n'erano così tante?
«Di frecce ne ho 560! Ma quando siamo in corsa lei le vede tutte le frecce, anche se è in macchina? Non credo. Quando una ragazza è sotto sforzo, arriva a una rotonda a testa bassa e non vede la freccia, che ci devo fare io? Quando si accorge di aver sbagliato strada gira e torna indietro. Succede in tutte le corse principali. Il gruppo davanti è seguito bene. Se poi entra qualche macchina nella corsa perché tra un gruppo e l'altro ci sono trenta minuti, che le devo dire? Nella prima tappa anche il secondo gruppo era coperto da due staffette della Polizia Stradale e dalla macchina della scorta della Polizia».
A Pontedera c'è stato un incidente sulla linea del traguardo.
«C'è stato un incidente sul traguardo, la ragazza non è neanche caduta, s'è fatta dei graffi...».
L'operatrice è caduta però, era in mezzo alla strada...
«No, no, no... Non era in mezzo, era al suo posto».
Le foto la ritraggono fuori posto, come mai?
«Non era tanto fuori posto, dai... Io ero lì».
Era al suo posto o no?
«Ma io non ricordo... Ma no, non era in mezzo. Gli operatori e i fotografi sono sempre sicuri di far bene le cose... Loro hanno le strisce dopo l'arrivo e non le devono superare. L'operatrice seguiva la gara davanti, in moto, è scesa al volo e probabilmente non s'è messa al posto giusto. Può essere vero che abbia preso una ragazza ma non ne ha presa una davanti, non è caduto tutto il gruppo. Ha preso una ragazza a fine gruppo, probabilmente era sbadata anche questa perché se tutto il gruppo è passato...».
L'operatrice è comunque finita all'ospedale.
«Sì sì, gliel'ho detto. L'unico errore... Errore, non abbiamo neanche una ragazza in ospedale, gliel'ho detto, a parte lei. L'hanno tenuta dodici ore perché ha una costola fratturata».
Era una situazione evitabile?
«Io non posso stare a vedere tutti. Voleva fare le ultime scene dell'arrivo, è arrivata insieme al gruppo ma è uno sbaglio suo. Ho dieci persone che mi controllano l'arrivo».
E siamo a domenica, lo sciopero.
«È stato un sabotaggio! E quello che mi dispiace è che viene proprio dalle ragazze della Nazionale...».
Se certe situazioni ritenute pericolose si riscontrano in quasi tutte le corse, che motivo c'era di danneggiare proprio lei?
«Perché la mia corsa ha dato più risalto di tutte le altre. Essendo l'unica in calendario bella, importante, perché è HC, ha dato più risalto. Ha fornito una maggiore scena, ora ci saranno i Mondiali, hanno parlato male delle rotonde e dell'asfalto dei Mondiali. Hanno avuto la visibilità da parte della massa. In Toscana, purtroppo non è colpa mia, ma ora che ci sono i Mondiali ci sono le rotonde più grosse. Ci sono ancora i cantieri, c'è ancora qualcosa... Di traffico nella corsa, a parte la prima tappa, ce n'era pochissimo».
Ma questo motivo per sabotarla, allora?
«Il motivo del sabotaggio era che le italiane non avevano interesse a fare la Lucca-Firenze perché in classifica avevano quattro minuti di distacco».
Avrebbero potuto ritirarsi, non sarebbe nemmeno la prima volta, però hanno protestato, scioperato...
«Per danneggiare, per avere un occhio di riguardo. Perché ora loro chiedono che le corse delle donne siano chiuse al traffico un'ora prima e un'ora dopo, ma non è mai esistito. Neanche nei dilettanti o nelle Coppe del Mondo lo fanno, ma loro vorrebbero quelle cose lì. È stato un boicottaggio alla gara più bella al mondo».
Chi ci guadagna a boicottare la sua corsa?
«Loro, ci guadagnano loro! Ora che l'hanno fatto sono più tranquille. Anzi no, loro ora ci rimettono, perché Fanini Brunello cercherà di risolvere in tutte le maniere i problemi, però loro non lo so se li risolveranno, i problemi. Hanno convinto anche la Vos a non correre. Le hanno detto che l'arrivo a Firenze era pericoloso, 'qui a Lucca sta piovendo, bla bla bla... Se non si parte è meglio'. Quelle che hanno corso hanno costretto la mia squadra a tirare sempre, e chi provava ad andare in testa, come la Chirio, la Pasta Zara, si prendeva le pacche, addirittura. La Ratto l'hanno fatta fermare prima dell'arrivo, le hanno telefonato sempre loro, quelle che non erano partite. Se non è un boicottaggio questo...».
Ha anche minacciato di non fare più il Giro della Toscana, l'anno prossimo.
«L'anno prossimo lo faccio, lo faccio di un'altra categoria e non le invito più quelle...».
Chi non invita, le oltre sessanta che si sono ritirate per protesta?
«Le nostre big hanno convinto la Vos a non correre, non erano in classifica. Manca la Vos, che è la maglia rosa, mancano le big e dopo è più semplice convincere tutte le altre. Perché se mancano loro è segno che c'è casino a Firenze, chissà poi che succede... Dopo ci sono i Mondiali e non si può partecipare ai Mondiali, si casca tutte... Ma lo sa quanto personale avevo in quella tappa?»
Quanto?
«Altre quattro macchine della Polizia Stradale, da Montecatini in poi c'erano altre quattro macchine della Polizia Stradale. Tutte le rotonde erano presidiate dai vigili urbani. Siamo arrivati a Sesto Fiorentino, quattro moto della Polizia Municipale hanno scortato la prima macchina fino a Piazza della Repubblica, che era gremita. Quella è l'immagine del ciclismo femminile, non arrivare in mezzo ai campi come fanno tutti! Mi do da fare per dare immagine al ciclismo femminile, facendolo arrivare nei centri storici. Come fa a crescere il femminile se quelle fanno cose del genere? Mi hanno boicottato il Giro quelle lì e la Federazione dovrà prendere provvedimenti. Di Rocco mi ha detto che prenderà provvedimenti, non so di che tipo ma li prenderà».
Anche molte delle atlete straniere protestavano, non solo le italiane.
«Ma non è vero! È stato per la Cantele, la Bronzini, la Longo Borghini, quelle quattro o cinque lì. Ho i testimoni. Loro usavano il telefonino, fermavano le squadre per non farle partire. Il Giro stava per partire! Dopo la riunione dove la Polizia Stradale aveva garantito maggior soccorso, maggior personale a terra, maggiori staffette, maggior tutto, la signora Cantele, la signora Bronzini, la Longo Borghini e altre due o tre sulle mura di Lucca facevano ritornare indietro quelle che volevano firmare e partire. Partivano tutte, partivano tut-te! Questo è un boicottaggio, perché la Polizia Stradale aveva garantito tutto».
La Polizia Stradale aveva due motostaffette in più, chi ha protestato sostiene che fossero sempre troppo poche.
«Due motostaffette in più, due macchine in più, oltre trenta persone a terra. Strada facendo abbiamo trovato personale in più, macchine in più. Evidentemente la Dottoressa Palladino del Comando della Polizia Stradale di Pistoia (che sarà la scorta anche ai Campionati del Mondo) aveva capito che doveva succedere qualcosa».
Riassumendo, succede tutto domenica a mezzogiorno.
«Esatto, a mezzogiorno e mezza. Non si viene a reclamare a mezzogiorno e mezza, quando si parte. Abbiamo avuto dei problemi. Si faceva la riunione giovedì, venerdì, sabato. Non domenica alle 12:30 per farmi perdere tutti i tempi d'arrivo a Firenze e boicottarmi. Quando s'è fatta la riunione era tutto a posto, la Polizia Stradale ha garantito che ci sarebbe stata più scorta e più gente a terra. Quelle quattro o cinque hanno intimato alla Vos - ripeto, ho i testimoni - di non correre e fermavano le atlete e i direttori sportivi che andavano a firmare. Guarda caso più della metà era quasi arrivata al foglio firma e poi ritornava indietro perché le atlete venivano avvertite telefonicamente. C'è gente che aveva firmato, stava partendo ed è tornata indietro. La BePink, per esempio: avevano firmato tutte e sono tornate indietro. Perché? Saranno state avvisate dalla Cantele. La Cantele è la comandante, no? È la portavoce, insieme alla Bronzini, alla Longo Borghini, alla Borgato, alla Cecchini... Ce ne sono quattro o cinque. Io so quali sono le squadre che mi vogliono bene, anche quelle straniere. E poi ci sono le italiane - la Nazionale italiana! - che hanno approfittato del mio aiuto».
Non ha mai pensato, da domenica ad oggi, di fare un'autocritica per migliorare in futuro?
«È stato un boicottaggio, come glielo devo dire? La mia è la corsa organizzata meglio di tutte».
Ok, però anche la vincitrice del Toscana, Claudia Häusler, ha detto in sintesi: «Abbiamo bisogno di più corse e di più sicurezza». Qualcosa l'aveva notato pure lei.
«Io credo che la sicurezza ci sia stata in tutte le tappe. Uscendo tutti questi discorsi qui anche chi vedeva che c'era sicurezza ha detto: 'Ma se quella macchina lì non c'era era meglio. Se quella rotonda fosse stata dritta era meglio'. Logicamente le strade della Toscana sono queste e purtroppo se trovi la buca la devi scartare. Mi trovi una strada senza una buca, specialmente ora che stanno ancora asfaltando! Però non ti puoi lamentare se trovi una buca, se trovi una rotonda quando poi nelle corse in Olanda càpita che si incontri una macchina e si debba fermare il gruppo per poi ripartire...».
Domenica lei stesso ha detto che se le ragazze non partivano non ci sarebbe più stato il Giro di Toscana.
«Chi ha detto così?»
Lei, domenica. E suona come un ricatto verso le ragazze.
«Può darsi che l'abbia detto, nel momento della rabbia si dicono tante cose. Poi le situazioni cambiano, ti accorgi che non abbiamo sbagliato niente. Ricevi i rapporti dalla FCI, dall'UCI, tutti a favore mio. Logicamente queste qui che non hanno corso si accorgono di aver sbagliato e devono trovare delle scuse. Se una tappa corsa al giovedì ha tre piccoli difetti non si protesta alle 12:30 di domenica».
C'è chi dice che ogni anno il Toscana ha questi problemi.
«Non è vero nulla. Solo l'anno scorso nella tappa di Firenze ci fu un problema: qualcuno girò una freccia, ma il gruppo era compatto. Ci siamo fermati e siamo ripartiti. Che ci posso fare io se un passante, un megalomane, ti vuole fare uno scherzo e ti gira la freccia?».
Però anche nel 2005, per dire, ci fu uno sciopero delle cicliste.
«È vero. Si faceva un circuito che non era tanto illuminato, lì avevano ragione».
In quell'occasione lei licenziò sul posto una sua atleta, Katia Longhin, che era anche rappresentante delle atlete...
«Certo, la licenziai sì! No, non la feci correre, regolare. Si fa il giro regolare a passo normale ma non ci si ferma come avevano fatto allora. Queste "capocannoniere" che vogliono fare le superdonne e migliorare il ciclismo femminile lo stanno peggiorando. Perché diminuiscono le corse? Perché la gente s'allontana sempre di più? Perché le big, specialmente quelle italiane, sono un po' così, lavative. Almeno quelle che ci sono ora. Ci vogliono ragazze sensibili, ragazze che migliorino il femminile».
Siamo sempre lì: perché danneggiare solo lei?
«Perché la mia è la migliore corsa al mondo e tra dieci giorni c'è il Mondiale».
La migliore in assoluto?
«Facciamo così: la mia gara è importante. Ha dato più risonanza alle ragazze rispetto ad una gara in Belgio, dove pure le strade sono larghe due metri, o in Olanda, dove le atlete si perdono».
Il fatto che ci siano stati alcuni problemi nell'unica gara a tappe femminile HC, hors catégorie, non è stato irrilevante.
«Mi hanno dato l'HC perché hanno visionato tutte le gare e hanno visto che la mia lo meritava. Tutti gli anni non ho neanche un rapporto negativo, né dall'UCI né dalla FCI. Poi domenica mi boicottano, perché? Perché mi volevano danneggiare, no? L'arrivo di Firenze non è pericoloso, non è mai caduta nessuna. Se arrivi nei paesini sì che ci sarà un percorso molto più sicuro ma nessuno conoscerà mai queste ragazze».
Per concludere, lei è nel ciclismo femminile da oltre trent'anni. Avrà delle idee per migliorarlo.
«Prima di tutto levare dal sindacato quelle due o tre ragazze. O si fa un sindacato di persone giuste, neutrali (non corridori) o non lo si fa addirittura, rompono le scatole. Non è mai esistito e da quando c'è si va male. Poi farei due fasce, due categorie differenti di corridori. Ci sarà chi può partecipare alle corse .HC, alle .1, e chi potrà correre solo le .2».
Non ha mai provato a chiedere aiuto alla FCI? Anche per la questione del traffico, ma non solo...
«La FCI ci dovrebbe dare una mano, certo! Però il fatto è che se si aiuta noi si dà meno risalto al maschile, le tv ci danno meno risalto. Perché le tv non trasmettono le nostre corse come fanno con gli uomini? La FCI ci deve dare una mano ad avere più forza, più personale, provare ad avere la strada libera dal traffico un'ora prima ed un'ora dopo la corsa, anche se per me sarebbe sufficiente mezz'ora. E si dovrebbe incentivare chi fa le gare Juniores a organizzare anche gare delle donne. Questo è quanto. Ora non voglio più parlare di queste cose, voglio tornare a divertirmi già dai Mondiali».