Vuelta a España 2013: Solo Horner meglio di Nibali - Pagelle: bene Valverde e Pozzovivo. Di Ratto l'unico centro italiano

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Chris Horner - 10
Sottovalutato, è sempre davanti, soprattutto in salita. Prende la maglia, la lascia, ci si riavvicina nel finale, la riprende. La mazzata finale a Nibali sull'Angliru, dove resiste a cinque scatti del messinese e poi se ne va. La vittoria di un GT a 41 anni (è un record) apre un dibattito, fa discutere, comunque è meritata Vincenzo

Vincenzo Nibali - 9.5
Non è in forma-Giro ma già dalla cronosquadre si presenta bene, vincendola con l'Astana. Ronza intorno alla roja, a Collada de la Gallina potrebbe dare il colpo di grazia ad Horner ma non lo fa (o di più non ne ha). Dà tutto sull'Angliru, mettendo in difficoltà lo statunitense, che però non cede. Una vittoria al Giro ed una piazza d'onore alla Vuelta, con Mondiali e Lombardia davanti, non si buttano via.

Alejandro Valverde Belmonte - 7.5
Grande passo in salita, dà l'impressione di non avere il cambio di ritmo necessario a staccare i diretti rivali. Vince sì la classifica a punti, è terzo nella generale, ma non porta a casa neanche una tappa. Vero che è reduce dal Tour, ma ci si aspettava qualcosa in più.

Joaquim Rodríguez Oliver - 8
A differenza di Valverde, Purito almeno una tappa, quella dell'Alto del Naranco, la conquista. Lascia spazio a Dani Moreno (voto 7) nella prima parte di gara, è sicuramente inferiore a Nibali, esce alla distanza, ma sull'Angliru non può far molto per assaltare un podio che gli sfugge.

Nicolas Roche - 7
Non è un campionissimo ma vince una tappa (all'Alto do Monte da Groba), resta con i migliori e conserva il quinto posto. Talvolta attacca e guadagna quella manciata di secondi. Che non gli cambiano né la vita, né la classifica (sebbene vesta la roja per un giorno).

Domenico Pozzovivo - 7
Alla prima Vuelta della carriera, resta ai piani alti della classifica fin quasi alla fine. A Burgos incappa in un ventaglio e saluta ogni ambizione di podio. Momento da ricordare: il 3° posto nella crono dietro a Cancellara e Martin.

Thibaut Pinot - 7
Altro corridore rispetto a quello (non) ammirato al Tour. Con i big fino all'ultima sgasata, finisce inesorabilmente per non terminare la corsa sempre in testa. Porta comunque a casa un 7° posto che dà morale.

Samuel Sánchez González - 5
Infila un quartetto di top ten (Valdepeñas de Jaen-Tarazona-Collada de la Gallina-Alto del Naranco) ma non regge il ritmo dei più forti in salita. Nessuna memorabile azione in discesa, nessuna vittoria di tappa, un 8° posto finale che è agrodolce.

Leopold Konig - 6.5
Non che sia un fulmine di guerra, intanto porta a casa la prima top ten in un GT. Già che c'è, si vince anche una tappa a Peñas Blancas, sempre presente quasi fino all'ultimo sulle salite, alla fine 9°. Ben fatto, tutto sommato.

Michael Matthews - 8
Per le ruote veloci non c'eranbo troppi spazi in questa Vuelta. Matthews si porta a casa il traguardo di Lago de Sanabria e, soprattutto, quello di Madrid.

Maximiliano Richeze - 7
Due volte 2°, a Lago de Sanabria e Caceres, 3° a Burgos, 5° a Madrid, l'argentino della Lampre è più che costante, ma non trova mai la zampata vincente. E sì che la meriterebbe.

Tyler Farrar - 5
A Madrid è 2° dietro a Matthews, vero, ma per il resto si vede pochino. L'impressione è che il Farrar dei tempi migliori sia perduto, almeno per il momento.

Gianni Meersman - 5
Mai visto, anche se i pochi arrivi non in salita, non a crono, erano tagliati su misura per lui. Quando viene anticipato, quando una cosa, quando un'altra, alla fine torna con piazzamenti che non gli cambieranno la vita.

Tony Martin - 9
Si potrà obiettare: per un paio di tappe? Ok il 2° posto alle spalle di Cancellara nella crono di Tarazona, ma parliamo della tappa di Caceres: 175 km tutti in fuga solitaria, ripreso agli ultimi 20 metri, sulla soglia di un'impresa (e comunque chiude 7°).

Fabian Cancellara - 7
Tira in salita, vola a crono (e se la vince), fa capire di essere pronto per i Mondiali di Firenze. Fa capire di stare ottimamente.

Philippe Gilbert - 7.5
Si vede che cerca la prima vittoria in maglia iridata e che a Firenze la difenderà con i denti. A Tarragona la vittoria giunge, nella 7a tappa va in fuga nel finale con Zdenek Stybar (voto 6.5) ma il ceco dell'Omega Pharma lo batte nello sprint a due.

Warren Barguil - 8
Precisiamo: voto che somma la prima esperienza in un GT, la giovane età (classe '91) e le due vittorie. Una su Nocentini e Mollema (voto 6.5, grande vittoria a Burgos) a Castelldefels, l'altra, la più bella, su Rigoberto Urán (voto 4), battuto per millimetri in quel di Aramon Formigal, in una fuga ripresa dal colombiano, poi appunto giustiziato. Tenete d'occhio il francesino, già vincitore dell'Avenir 2012.

Daniele Ratto - 7
Vince da solo a Collada de la Gallina, con una grande impresa proprio nel giorno del ritiro del capitano Ivan Basso (fino ad allora 7.5, grande ritmo sulle salite, chissà cosa avrebbe fatto fino all'Angliru).

Vasili Kiryienka - 7.5
Il solito diesel che va in fuga, poi prende e tutto solo s'invola al traguardo. Succede a Peña Cabarga, è tornato quel Kiryienka che ai Mondiali sarà un brutto cliente per tutti.

Kenny Elissonde - 7
Classe '91 come Barguil, va in fuga nella tappa dell'Angliru, poi resta con Tiralongo (che era ad appoggiare Vincenzo Nibali), quindi in totale solitudine affronta quest'inferno. E vince la gara più importante della carriera, almeno per ora.

Michele Scarponi - 5.5
È sì 2° nel tappone di Peyragudes, a cavallo di Mirador de Lobeira e del Naranco, dove coglie due settimi posti. Mai in seria lotta con i migliori per la classifica. Ci si aspettava qualcosa di più anche da Diego Ulissi (voto 5.5), che dopo la 6a piazza dell'Alto do Monte da Groba coglie un 2° posto al Naranco. Entrambi correranno il Mondiale di Firenze, per i due Lampre tanto basta.