GP de Québec 2013: Gesink-Canada, è amore vero - Robert, prima stagionale. Preceduti Vichot e Van Avermaet
Quattro edizioni non bastano a farne una vera classica ma la strada intrapresa è quella giusta: il Grand Prix de Québec, unito al GP de Montréal che si correrà domenica e all'innovativa Sprint Challenge che si è disputata ieri sera, è una delle novità migliori portate dal World Tour e queste corse canadesi di anno in anno si stanno sempre confermando tra le più spettacolari e divertenti di tutta la stagione. Organizzazione perfetta, ottimi circuiti sia dal punto di vista tecnico che scenografico e start list di buon livello con sempre più corridori che passano di qui per avvicinarsi al Mondiale.
Uno di questi ragazzi che si sta preparando per Firenze è olandese e da queste parti riesce sempre a sfoderare grandi prestazioni, Robert Gesink. Corridore enigmatico come pochi, il 27enne della Belkin sembra diventare una certezza solo in Québec: nel 2010 vinse la gara di Montréal, a Québec City invece il suo bottino vede un terzo posto sempre nel 2010, un secondo nel 2011 e oggi è riuscito completare la collezioni di podio con la vittoria che gli mancava.
Sarà banale dirlo ma con il successo oggi Gesink andrà inserito nella lista dei corridori da tenere maggiormente d'occhio a Firenze, magari non tra i principali favoriti ma di sicuro guai a sottovalutarlo. Il GP de Québec ci ha detto che Gesink è in forma, molto in forma, ed a due settimane dall'appuntamento iridato una vittoria che spezza un digiuno lungo quasi 16 mesi (tappa e corsa al Tour of California 2012) porta il morale alle stelle.
Il circuito di gara di oggi era lo stesso di quello degli scorsi anni, 12.6 km da ripetere 16 volte: qualche attacco già al primo giro ma la fuga vera parte nel corso della seconda tornata, intorno al chilometro 16 di corsa, e ha visto come protagonisti Valerio Agnoli (Astana), Tiago Machado (RadioShack) e Peio Bilbao (Euskaltel). Il terzetto guadagna fino a 6'15" in corrispondenza del terzo passaggio sotto lo striscione d'arrivo poi Cannondale e Movistar si sono messe a fare sul serio, lavorando in testa al gruppo per riportare i fuggitivi ad una distanza più facilmente controllabile.
A metà gara il vantaggio di Agnoli, Bilbao e Machado (quest'ultimo molto attivo sulle salitelle) era già sceso a tre minuti ma i primi fuochi d'artificio sono iniziati nel corso dell'11° giro: la BMC ha piazzato con attacco di squadra con Van Garderen, Morabito e Moinard che sono usciti dal gruppo assieme a Vorganov (Katusha), Herrada (Movistar) e Bobridge (Belkin) e a 70 chilometri dall'arrivo gli uomini in testa alla corsa sono diventati nove. Da qui in poi non c'è stato praticamente un attimo di respiro in corsa: alcuni contrattacchi (Caruso, Aru e Selvaggi in evidenza) non sono andati a buon fine ed il gruppo tirato da Cannondale e Lampre ha sempre tenuto i battistrada a meno di 30".
Nel frattempo la fuga ha iniziato a perdere i primi pezzi, Bilbao per primo, poi Agnoli e quindi anche Vorganov nonostante fosse uscito da poco: il ricongiungimento definitivo è arrivato al km 158, ai piedi dello strappo più duro del percorso, la Côte de la Montagne. Neanche il tempo di fare un punto della situazione che sullo strappo è partito un nuovo tentativo di fuga: a fare il forcing per primo è stato Marco Marcato con Daniel Oss e Yoann Offredo; la BMC aveva evidentemente il piano di rendere più tirata possibile la corsa, infatti è stata proprio una lunga trenata di Oss a scavare un buon margine sul gruppo.
Ai tre atlete già citati se ne sono poi aggiunti altri quattro: i primi a rientrare sono stati Chernetskiy e Devenyns, poi Thurau e Lagutin, ma il copione è sempre lo stesso con la Cannondale a tirare ed il distacco che sale oltre i 20". A due giri dalla fine è nuovamente tutto da rifare e stavolta è toccato a George Bennett a provare a sganciarsi in testa: il corridore della RadioShack è rimasto da solo in testa per 7 km ma ancora una volta il gruppo s'è rifatto sotto ai piedi della Côte de la Montagne.
Sulle brevi ma impegnative rampe della salita il primo ad attaccare in questo penultimo passaggio è stato Ryder Hesjedal che è riuscito anche a far sì che il gruppo si spezzasse: arrivati in cima, però, tra un attimo di rilassamento e uno di disorganizzazione è scattato tutto solo Niki Terpstra. L'olandese della Omega Pharma ha scelto l'attimo giusto per partire e il suo vantaggio è cresciuto subito fino a 25": per un ottimo passista come lui non è utopia pensare di fare 15 km da solo, specie se ci si aggiunge la voglia di dimostrare qualcosa per l'esclusione dalla formazione per il Mondiale (però al momento Hoogerland non sta benissimo). Ai meno 10 addirittura il ritardo del gruppo da Terpstra era di 35" ed un gran lavoro della Omega Pharma nel rompere i cambi poteva far sognare l'olandese.
A rovinare i piani di Terpstra è stata la Sky con con Geraint Thomas e David López ha tirato a tutta per portare Chris Froome nella posizione migliore all'inizio dell'ultimo strappo della Montagne: ai meno 4 però non è Froome ad allungare bensì Peter Sagan, sempre più focalizzato alla gara fiorentina quando essendo da solo contro tutti non gli potrà bastare rimare sulle ruote ad aspettare lo sprint. Gli ultimi 4000 metri sono stati di rara bellezza: a chiudere su Sagan è stato un ottimo Matteo Trentin, poi lo slovacco allunga ancora ai 2500 metri, quindi è toccato a Jan Bakelants ed in contropiede ci ha provato Greg Van Avermaet ma Sagan ancora non si è fatto sorprende e ad 1.5 km dal traguardo Terpstra è stato finalmente ripreso.
In tutto questo Gesink è sempre rimasto ben presente nelle prime posizioni e lui stesso s'è messo a tirare per non far rientrare troppi corridori nel tratto finale in leggera salita. A 800 metri dall'arrivo Simon Geschke ha provato ad anticipare lo sprint e alla sua ruota s'è portato ancora un infaticabile Terpstra ed è toccato al portoghese Rui Costa il poco gradito compito di andare a chiudere il buco, una mossa che ha riaperto i giochi ma che purtroppo è stata anche fatale per il corridore della Movistar.
Il verso sprint è iniziato a poco più di 200 metri dall'arrivo con il campione francese Arthur Vichot a lanciarsi per primo seguito da Robert Gesink: Peter Sagan ha provato ad uscire da dietro ma ha finito presto la benzina ed è stato costretto a rialzarsi. Rimasto in testa, nessuno è più riuscito ad affiancare Gesink che quindi è andato a centrare il suo primo successo del 2013 davanti all'ottimo Vichot, terzo Greg Van Avermaet che forse ha qualche rimpianto e che ha iniziato la volata da troppo indietro rimontando molto negli ultimi metri. Quarto posto per Fabian Wegmann seguito nell'ordine da Rui Costa, Terpstra, Slagter, Breschel, Geschke e Sagan a completare la top 10. Per trovare il migliore degli italiani bisogna scendere al 27° posto di Gasparotto, spentosi nel finale, mentre Pozzato che ha fatto lavorare tanto la squadra è arrivato 35° accusando dolori al fegato nell'ultimo giro.