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Giro di Toscana WE 2013: Bronzini vigile nell'ora di punta - Giorgia precede Ratto e Vos. Caos e traffico sul percorso

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A Massa e Cozzile Giorgia Bronzini precede Rossella Ratto (fuori quadro) e Marianne Vos © Ufficio Stampa della corsaChe Marianne Vos non fosse imbattibile s'era già visto in molte occasioni nell'arco di questa stagione. Che le italiane in particolare riuscissero a metterla in difficoltà era risultato altrettanto chiaro. Nella prima tappa del Giro della Toscana quelle che quasi sicuramente vestiranno la maglia azzurra il 28 settembre a Firenze hanno provato, con grande successo, a rendere la vita difficile all'olandese.

Vos che sul traguardo di Massa e Cozzile ha chiuso solamente al terzo posto dietro a quella Giorgia Bronzini che ad oggi parrebbe la candidata numero uno per rivestire il ruolo della punta al Mondiale. Bronzini e Ratto davanti a tutte, con Vos terza ed altre dieci atlete alle loro spalle.

Più indietro il caos: traffico aperto tra il passaggio di un gruppo e l'altro, ragazze che venivano sviate nel loro percorso verso il traguardo, sicurezza all'acqua di rose, «e non è nemmeno la prima volta qui in Toscana», tuona dal suo blog Annemiek Van Vleuten, una tra le più furiose, nel post intitolato "In mezzo al traffico verso il traguardo".

«È stato molto pericoloso, è stato il caos», commenta ancora l'olandese della Rabo Liv/Giant, come molte altre atlete, per la maggior parte straniere (ma non solo), tra lo stupito e l'indignato con chi le fa correre in situazioni imbarazzanti, con il traffico aperto, le segnalazioni carenti, come se la corsa fosse un evento marginale.

Già, perché se il ciclismo femminile è considerato sport minore, con conseguenti problemi che al Tour nemmeno si porrebbero (ricordiamo ancora la tappa di Pontecagnano Faiano al Giro Rosa, quel rettilineo finale con un avvallamento nei pressi del traguardo che costrinse Marianne Vos ad una vera e propria acrobazia per restare in piedi nel bel mezzo della volata), si dà il caso che da quest'anno il Giro della Toscana sia di categoria 2.HC, ovvero la massima categoria per le corse a tappe (è peraltro l'unica ad essere categorizzata così).

E trovarsi a correre in mezzo ad automobili e camion ad ogni giro del circuito di Massa e Cozzile, con notevole incremento in occasione dell'arrivo ed appunto il caos, non è proprio da corsa hors catégorie. Pazienza se è sempre successo, perché qui le ragazze rischiano seriamente la vita.

Per questo, e per avere corse migliori, farebbero bene loro stesse, in prima persona, a protestare sin da domani anziché sfogarsi solo ed esclusivamente sui social network (non apriamo - almeno non ora - il capitolo "Uci, ma come assegni le categorie alle corse?", altrimenti non ne usciamo).

In mezzo a tutto questo c'è la diciassettesima vittoria del 2013 di Giorgia Bronzini, mai tanto vincente in un annata; la piacentina più s'avvicina al mondiale, più si testa, prova, riprova, infine decolla. A Massa e Cozzile precede un'altra che ritroveremo in maglia azzurra, Rossella Ratto, e nientemeno che Marianne Vos. Tappa non facile, quella che da Bottegone conduceva a Massa e Cozzile attraverso 126.2 km e quattro ascese di 4 km, salita dove le italiane fanno prove di Fiesole e Via Salviati.

Non prendono il via Tayler Wiles e Julia Soek, al traguardo saranno 124 delle 137 partite ieri sera. Al passaggio sul primo Gpm il gruppo esplode e si fraziona, con Noemi Cantele a dettare il ritmo in testa, con scatti ripetuti che mettono in difficoltà la maglia rosa di Marianne Vos e non solo.

Ad ogni tornata, la Cantele scatta in salita, la Vos è costretta ad inseguire, spendendo buona parte delle forze che le sarebbero servite per sprintare davanti a Giorgia Bronzini (la quale attraversa un periodo di santità, come detto). All'ultimo giro ci provano Valentina Scandolara e Francesca Cauz ma vengono riprese a 19 km dal traguardo. All'uscita di Vangile è ancora la veronese della MCipollini-Giordana ad allungare prima da sola, poi con la statunitense Kristin McGrath.

Ai -10 km restano davanti solo tredici atlete. Anche perché le altre o vengono sviate, o si ritrovano in mezzo al traffico «aperto dopo il passaggio del primo gruppo», come racconta il ds della Rabo Liv/Giant, Koos Moerenhout. Davanti se la giocano, ci si aspetta la solita zampata della Vos con Giorgia Bronzini ad infastidire l'olandese, invece è proprio l'opposto, con l'atleta piacentina a precedere la portacolori della Hitec Products-UCK Rossella Ratto, quindi Marianne Vos.

Ai piedi del podio la coppia Orica formata da Emma Johansson e Tiffany Cromwell, Anna Van der Breggen, Claudia Häusler, a 3" Tatiana Antoshina (la russa, recente vincitrice della classifica finale al Tour de l'Ardèche, aveva anche provato l'azione solitaria), Evelyn Stevens, a 5" Tatiana Guderzo, che chiude la top ten, con l'attivissima Noemi Cantele 11a, quindi la canadese Joëlle Numainville ed Andrea Dvorak. Al 14° posto Elisa Longo Borghini, attardata di 1'50", ed anche lei non particolarmente entusiasta del traffico aperto. Francesca Cauz, che ha sbagliato strada nel finale insieme alla Van Vleuten, chiude 17a a 2'03", Valentina Scandolara è 18a a 2'39", con i distacchi delle altre che si elevano dai 5'59" agli oltre 9'.

La classifica generale vede sempre in testa Marianne Vos. L'olandese dovrà gestire i 5" che la separano da Giorgia Bronzini per mantenere la maglia rosa. Terzo posto provvisorio per Tiffany Cromwell, a 10", stesso distacco di Rossella Ratto. Emma Johansson è 5a seguita da Anna Van der Breggen, entrambe a 12", quindi Tatiana Guderzo, Evelyn Stevens, Noemi Cantele e Claudia Häusler a completare la top ten provvisoria, tutte staccate di 18" dalla Vos. Le altre italiane: Elisa Longo Borghini è 15a a 2'05", Francesca Cauz 17a a 2'35", Valentina Scandolara 18a a 2'47".

Domani seconda tappa, 110 km da Porcari a Pontedera, un piattone senza nemmeno una salita, se si esclude il Colle di Compito dopo una ventina di chilometri, non valido come Gpm. La volata di gruppo, con gran possibilità di ripetersi per Giorgia Bronzini, parrebbe cosa scontata. Traffico permettendo, naturalmente.

Francesco Sulas

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