Vuelta a España 2013: Attacca-tutto Riis, Movistar scollata - Bjarne ci prova con Roche, Valverde poco pimpante
Se è per provarci Bjarne Riis ci ha provato, oggi più che mai. Aveva mandato in avanscoperta Majka e Zaugg, che erano restati là davanti in attesa di un segnale ben preciso: l'attacco di Nicolas Roche.
E l'irlandese, forte sì, tant'è che ha vinto la seconda tappa della Vuelta sull'Alto do Monte da Groba, ma non un fuoriclasse, ha pure attaccato.
A 32 km dall'arrivo, sul Port de Balès, Roche ha allungato e se n'è andato. Trovando sulla strada Zaugg e Majka, che nel finale, quando il figlio d'arte è stato riassorbito dal gruppo, ha lavorato per lui, Roche ha avuto un buonissimo appoggio.
Se poi le gambe oltre un certo limite proprio non vanno non è colpa di Roche, né di Riis. Il sagace Team Manager danese ha lanciato, probabilmente senza volerlo, un messaggio alla Movistar di Valverde (che è pur sempre terzo in classifica): si può attaccare sempre e comunque. Il problema è vedere come vanno a finire gli attacchi, perché alla fine la somma di tutti questi scatti, contro scatti, allunghi, discese tiratissime, si farà sentire.
Se il risultato è quasi pari a zero (oggi Roche ha guadagnato sul gruppo di Nibali 14", abbuono incluso) è più che lecito chiedersi se valesse la pena andare là davanti, così per la gloria. C'è da dire che Riis ed i suoi uomini hanno uno scopo preciso in ogni loro azione, e con questo siamo già a metà dell'opera. Obiezione: avesse Contador anziché Roche sì che la Saxo potrebbe fare la differenza.
A parte che, fino a ieri, Riis aveva a disposizione quel Roman Kreuziger che aveva chiuso il Tour al 5° posto (ma alla Vuelta non aveva inciso affatto, va detto), proprio la Grande Boucle ci ha insegnato molto in termini di attacchi.
In Francia Contador, con l'aiuto propio di Kreuziger, avrebbe voluto scalare la classifica, giungere al podio finale, magari al gradino più alto. Altro metodo che l'attacco a Froome non ve n'era: la premiata ditta Kreuziger-Contador attaccò sì, nella frazione dell'Alpe d'Huez, ad esempio, ma in discesa, guadagnando non più di 20" sulla maglia gialla.
Il finale è noto, con Nairo Quintana e Joaquim Rodríguez che buttano giù dal podio Contador e Kreuziger. Sempre dal Tour ci giunge l'immagine di una Movistar che tirò eccessivamente i freni, specie nella tappa di Bagnères-de-Bigorre, quando non attaccò un Chris Froome rimasto isolato (non che la Saxo fece qualcosa per cambiare la situazione).
Alla Vuelta ci troviamo con una Saxo arrembante, ma incocludente, ed una Movistar al solito stretta attorno a Valverde, il quale probabilmente non ne ha, non così tanta come pareva ancora ieri, visto che di attacchi alla maglia roja nemmeno l'ombra. E dire che gli uomini di Unzué spesse volte si ritrovano con un uomo in avanscoperta (ma altrettante con il capitano in difficoltà nelle retrovie, ancora ieri), eppure non ne vengono a capo.
È anche vero che Valverde in queste prime due settimane di Vuelta non ha palesato una forma superiore a quella di chi lo precede in classifica, ossia Horner e Nibali, anzi, s'è spesso staccato dai migliori. Ancora oggi, al primo vero scatto di Nibali (eseguito in faccia ai Movistar, che in quel momento stavano scandendo il ritmo), Valverde non è andato dietro alla maglia roja ma è rientrato su Nibali poco dopo, tagliando il traguardo proprio alle sue spalle.
La Saxo vorrebbe ma non può e la Movistar potrebbe ma non riesce? Possibile, l'una per evidenti limiti tecnici del capitano, l'altra per una condizione che non assiste Valverde (il quale, come s'è spesso ricordato, esce pur sempre dal Tour) e lo costringe a giocare di rimessa.
In questo quadro s'inserisce anche la Katusha che oggi, tra Dani Moreno ed il capitano Joaquim Rodríguez s'è rivelata parecchio attiva. Non che Purito dia l'impressione di poter spaccare il mondo, men che meno di disarcionare Nibali dalla vetta, ma il catalano potrebbe crescere, come accaduto al Tour, per strappare il podio proprio a Valverde, magari sull'Angliru. La cosa non ci stupirebbe, anche perché Rodríguez può contare in ogni tappa su un gregario d'oro come Dani Moreno.
Tra ipotesi di imboscate, progetti d'attacco, allunghi più o meno infruttuosi degli uomini di Riis, su tutti Nicolas Roche, i giorni trascorrono veloci, le tappe - nonostante il maltempo e le salite - scorrono veloci. E Vincenzo Nibali, sera dopo sera, se la ride sempre di più.