Vuelta a España 2013: Il grande gioco delle coppie - Basso e Nibali di qua, Valverde e Rodríguez di là: Horner in mezzo
E giunse il primo, mai così desiderato giorno di riposo della Vuelta a España. Una corsa difficilissima e per i percorsi a dir poco esigenti, e per l'interpretazione che si deve dar loro. Non è un caso se troviamo in maglia roja chi davvero non ci saremmo mai aspettati (o che avremmo visto davanti a tutti solo nei sogni), Chris Horner. Non perché dubitassimo delle qualità del 42enne della RadioShack, ma perché le forze in campo facevano pensare più che altro ad un Italia-Spagna, con qualche underdog e/o giovane rampante ad inserirsi nella lotta per le primissime posizioni. In realtà non siamo così lontani da quest'Italia-Spagna, anzi. Considerando che la Vuelta, come da secoli a questa parte, si deciderà in montagna (quest'anno più che mai), saranno appunto due spagnoli e due italiani a giocarsi l'ultima grande corsa a tappe della stagione. I "loro": Joaquim Rodríguez ed Alejandro Valverde.
I "nostri": Vincenzo Nibali ed Ivan Basso. Come in un gioco delle tre carte da podio, che però si tramuta in gioco delle coppie e finisce per frastornare prima il lettore, quindi l'avversario, là sulla strada, saranno presumibilmente questi i nomi che si giocheranno la Vuelta. Non ce ne voglia il pur bravissimo Chris Horner, o i vari Nicolas Roche, Dani Moreno, Leopold Konig, tutti vincitori di almeno una tappa, o ancora il ritrovato Thibaut Pinot ed il sempre pericoloso Rafal Majka, ma Joaquim Rodríguez, Valverde, Basso e Nibali si apprestano a diventare giorno dopo giorno i veri protagonisti della Vuelta.
Finora c'è chi ha dimostrato di essere veramente forte ed in palla (ed in crescita), come Nibali, sin da subito in testa, e chi strada facendo s'è rivelato in grado di scatenare tempeste perfette, come Ivan Basso. I due iberici invece si sono appigliati alla classe, alla forza, ma il fatto di aver corso il Tour potrebbe essere per loro un piccolo handicap (ricordiamo tutti come Chris Froome, nel 2012 reduce dal podio alla Grande Boucle, si sciolse alla Vuelta nelle ultime due settimane dopo un inizio abbastanza promettente). Se finora c'è chi ha lanciato qualche piccolo petardo (ora Basso, ancora ieri Nibali), mantenendo comunque la situazione in equilibrio in attesa dei botti finali, vediamo cosa potremmo attenderci da chi, di queste coppe italo-spagnole.
Vincenzo Nibali
Il favorito. Di tutti. Arrivato alla cronosquadre d'apertura con la maglia rosa nel cassetto ed una roja datata 2010, lo Squalo dello Stretto ha subito messo le cose in chiaro. Già al comando dopo la seconda tappa, Nibali può vincere perché il 2013 è l'anno in cui s'è espresso ai suoi massimi livelli, perché nonostante il Giro dominato ha ancora fame e proprio perché, con la corsa rosa in saccoccia, non ha la pressione di dover far bene (ossia vincere, non giriamoci intorno) un GT. Conosce bene Joaquim Rodríguez e Valverde, conosce ancor meglio Ivan Basso. E proprio dal varesino potrebbe ottenere qualche piccolo favore, magari anche involontariamente, per far fuori a fuoco lento JRO e Valverde. Il rischio per Vincenzo è che ritenendolo mezza spanna sopra di loro, JRO, Valverde ed appunto Basso facciano fronte comune per tagliarlo fuori dai piani alti della classifica. Rischio terribilmente concreto, visto che il messinese, che pure da Basso ha pagato qualcosa di troppo sull'Alto de Peñas Blancas, sull'arrivo dell'Alto de Hazallanas è parso il più forte, l'unico in grado di inseguire Horner. Ed in questo 2013 le volte che ha perso dai diretti avversari si contano davvero sulle punte delle dita.
Ivan Basso
Profondo negli attacchi sulla strada (ma mai quanto nei bellissimi tweet), IB è tornato a livelli che non ammiravamo dal 2010. A quasi 36 anni sa come vincere un GT, ed anche come perderlo. Partito con il piede sbagliato (nella cronosquadre la sua Cannondale ha pagato 1'26" all'Astana di Nibali), s'è dimostrato strada facendo deciso a vincere in Spagna, concentrato sull'obiettivo stagionale, in gran forma. Ha staccato JRO, Valverde e sì, Nibali (insieme a molti altri), sull'arrivo dell'Alto de Peñas Blancas. Le pendenze dell'Alto de Hazallanas parevano ai più svantaggiarlo, ma il varesino ha tenuto botta eccome, restando con JRO e Valverde, non riuscendo a tenere né Horner né, soprattutto, Nibali. Reputa la tripletta pirenaica (Collada de la Gallina, Peyragudes e Sallent de Gállego, nel prossimo fine settimana) decisiva per le sorti della sua Vuelta. Così come decisivo potrebbe essere il suo giovin, vecchio gregario, Vincenzo Nibali, nell'aiutarlo a far fuori i due spagnoli per poi giocarsela, o solo per guadagnare posizioni nella generale. Da non sottovalutare come mine vaganti anche Nicolas Roche e Thibaut Pinot, in montagna davvero in forma. È forse dei quattro quello con la squadra meno forte ed attrezzata ma ha il piglio del leader, di chi sa muovere e far muovere i suoi uomini alla perfezione. E soprattutto, che gamba...
Joaquim Rodríguez
Simpatico garagista che sta diventando uomo da piazzamenti nei GT, ha puntato tanto, se non tutto, sul Tour, ottenendo un terzo posto. Giunge alla Vuelta con chissà quante energie nel serbatoio, sicuramente meno di Nibali (che ha corso sì da gennaio fino a fine Giro, ma dopo s'è rigenerato) e di Basso (che sulla Vuelta punta da più di un po'). Finora ha mandato avanti il suo delfino Dani Moreno, con il risultato che costui ha vinto due tappe e preso la roja per un giorno. Il vero uomo di classifica della Katusha (ottima squadra che però ha perso un uomo preziosissimo come Losada) non può che essere JRO, la testa dice questo. Ma le gambe risponderanno in maniera adeguata? E Valverde come la vedrà un'alleanza con Purito per tagliar fuori Basso e Nibali, ad oggi dimostratisi nettamente più forti degli spagnoli? Da uomo di fondo, potrebbe uscire tra una settimana, sui Pirenei (anzi, eliminiamo il condizionale). E già allora, con la crono di Tarazona alle spalle e nelle gambe, potrebbe essere troppo tardi. Forse.
Alejandro Valverde
Non tanto stupisce il fatto di vederlo là davanti dopo le fatiche del Tour (identico discorso, podio a parte, di JRO), ma meraviglia che il corridore-anima della Movistar non sia ancora incappato in qualche incidente di percorso in grado di comprometterne la situazione di classifica (per citare l'ultimo, ricordiamo la tappa dei ventagli al Tour, a Saint Amand Montrod). Forse tra i tre citati finora è parso il meno in palla, staccandosi per qualche metro dai migliori sull'ascesa dell'Alto de Hazallanas, sotto le accelerazioni di Basso, Nibali e JRO. Ha corso una Grande Boucle dispendiosissima e che dal punto di vista dei risultati non può averlo soddisfatto, eppure è qui a (provare a) giocarsi la Vuelta. Su certi arrivi non ha troppi rivali, sulle montagne - e ce ne sono davvero parecchie, s'è detto e ripetuto - gli altri tre hanno una marcia in più del murciano, almeno per ora. Far fuori Nibali e Basso con l'aiuto di JRO? Facile a dirsi, difficile a farsi, specie se le gambe non risponderanno come Valverde s'aspetterà (e considerando che Basso e Nibali, almeno finora, si sono dimostrati più forti). La sua vittoria, che andrebbe a far coppia con quella del 2009, è una mezza scommessa, ma da uno con il suo talento ci si può aspettare di tutto.
In conclusione, Basso e Nibali contro JRO e Valverde, ciascuno ha interesse ad andare a braccetto con il connazionale per provare a vincere questa corsa. Senza dimenticare che davanti a tutti c'è ancora Chris Horner che potrà cedere, potrà accusare, potrà calare, ma al momento s'è dimostrato solidissimo. Attaccare lo statunitense e farlo fuori potrebbe essere più semplice del previsto oppure diventare un'impresa giorno dopo giorno. Realizzare quest'impresa, nel caso, spetterebbe sempre ai soliti noti: Vincenzo Nibali ed Ivan Basso di qua, Joaquim Rodríguez ed Alejandro Valverde di là. Comunque vada, buon divertimento.