Vuelta a España 2013: Chris, 42 anni e non sentirli - Record di longevità per Horner
Versione stampabileI record sono fatti per essere battuti ma la Vigo-Mirador de Lobeira, terza tappa della Vuelta a España, potrebbe essere una frazione destinata a restare a lungo in un ipotetico Guinness dei Primati ciclistico: con i suoi 41 anni e 308 giorni Christopher Horner è diventato il più vecchio corridore di sempre a vincere una tappa ed a conquistare la testa della classifica generale in una delle tre grandi corse a tappe, Giro, Tour e Vuelta. Il precedente detentore del primato era addirittura Pino Cerami e bisogna tornare indietro di 50 anni: al Tour de France del 1963 il corridore italo-belga riuscì a vincere la nona tappa a 41 anni e 95 giorni, 7 mesi più giovane di Horner.
Chris Horner è nato il 23 ottobre del 1971 a Okinawa, in Giappone, ma è cresciuto e risiede (quando non è in Europa per le corse) nell'Oregon: per poco più di un mese Jens Voigt gli toglie la possibilità di essere il corridore meno giovane del World Tour. Con il tedesco, oltre alla maglia della RadioShack, condivide anche un'infinita passione per la bicicletta e la voglia di non fermarsi mai: Voigt ha un contratto con la Trek per il 2014, Horner attualmente è in scadenza di contratto ma la sua intenzione è quella di andare ancora avanti, non si sa per quanto, e questo exploit alla Vuelta potrebbe facilitargli le cose.
Tralasciando per un attimo i discorsi sull'età del corridore americano, bisogna evidenziare come in gruppo Horner sia un corridore quasi unico nel suo genere. La prima cosa a colpire è il suo stile in salita, Horner infatti è capace di restare per più chilometri in piedi sui pedali a spingere e a fare veloce: oggi da quando è scattato non si è mai seduto fino al traguardo, ancor più impressionante fu nella sua vittoria al Tour of California 2011 e nel 2008 nel finale di una tappa della Cascade Classic negli Stati Uniti si mise in sella un corridore con la bici fuori uso (il campione olimpico e mondiale di Combinata Nordico Bill Demong) a circa 2 km dall'arrivo e lo portò fino al traguardo. Se possibile Horner è ancor più unico per quanto riguarda le abitudini alimentari visto che nella sua dieta non si fa mai mancare hamburger e snack vari tanto che lui stesso dice di riuscire a controllare meglio il peso così piuttosto che con cibi più tradizionali.
Un tipo così particolare ovviamente non può avere una carriera banale. Nel 1993 quando è ancora dilettante entra nella formazione californiana diretta da John Wordin: si chiama Lite Beer, diventerà poi Nutra-Fig e con questa maglia Horner farà il suo esordio da professionista nel 1995 (Danny Van Poppel, corridore più giovane del World Tour, neanche aveva 2 anni. Nelle corse nordamericane il giovane Horner si mette in evidenza per i risultati (nel 1996 è terzo al campionato nazionale) ma non riesce a guadagnarsi la convocazione per i Giochi Olimpici di Sydney: nonostante ciò lo nota Alain Gallopin che nel 1997 porta lui e la sua lunga chioma bionda (impensabile ad oggi) in Francia alla Française des Jeux. Per Horner la prima esperienza europea è abbastanza traumatica anche per alcune difficoltà ad integrarsi in squadra: nel 1998 avrebbe dovuto esordire al Tour de France ma un infortunio glielo impedì e così nel 2000 tornò negli Stati Uniti alla Mercury, di nuovo alla corte di John Wordin, che poi fallirà nel 2001.
In questi anni Horner diventa uno dei corridori più forti e regolari del calendario americano tanto che per anni di fila (2002-2003-2004) è riuscito a vincere la classifica a punti del NRC: in particolare il 2004 è una grande annata per Horner e al Mondiale di Verona rimane tra i migliori e si piazza ottavo. Quello stesso anno, sempre grazie a Gallopin, chiude la stagione con la Saunier Duval e nel 2005 vince una tappa al Tour de Suisse ed esordisce al Tour de France. Da lì in poi Horner si costruisce in Europa una fama di buone corridore, regolare ad alto livello anche nelle corse importanti ma non un vincente. Dopo un paio d'anni un po' sottotono la svolta arriva nel 2010 con la maglia della RadioShack: vince il Giro dei Paesi Baschi, è tra i migliori in tutto il trittico delle Ardenne e poi fa 9° al Tour de France chiudendo in crescita.
Nel 2011, pur senza vittorie, parte fortissimo ed al Tour of California domina in modo impressionante sulla difficile salita di Sierra Road: fa tutta l'ascesa sui pedali e lascia Andy Schleck 2° a 1'15". Dopo quel trionfo arriva addirittura ad affermare che l'unico corridore al mondo che potrebbe staccarlo in salita è Alberto Contador autocandidandosi ad un ruolo da favorito per il Tour de France: la sua Grande Boucle, però, dura appena 7 tappe e le cadute lo costringono al ritiro. I problemi alla schiena, risalenti già al 2006, peggiorano e gli condizionano molto il rendimento tra alti e bassi: l'anno scorso ha perso la Tirreno nella crono finale da Vincenzo Nibali per il resto va benino ma non eccelle.
Anche quest'anno era partito bene alla Tirreno poi ai problemi alla schiena s'è aggiunta un'infiammazione tendinea ad un ginocchio che tra visite e terapie l'ha tormentato per mesi: dopo aver perso anche il California Horner ha deciso di ricorrere ad una moderna tecnica chirurgica per provare a risolvere il problema. Il Tour de France a quel punto era troppo vicino per sperare di farcela e così saggiamente Horner ha deciso di allenarsi con calma senza forzare per essere al via della Vuelta: al Tour of Utah, appena rientrato, è subito riuscito a vincere la tappa con arrivo in salita ed in Spagna dopo l'ottima cronometro a squadre aveva dichiarato che avrebbe provato a prendersi la maglia rossa in una di queste tappe. Detto, fatto: e ora sarà interessante vedere fin dove riuscirà ad arrivare il "nonnetto" che in salita sa il fatto suo e che non ha paura di nessuno.