Lo speciale: Cara Euskaltel, ci mancherai - Dopo quasi vent'anni l'arrembante squadra basca abbandona il ciclismo
La notizia, purtroppo, era nell'aria da tempo e forse proprio per questo è stata un po' meno dolorosa, ma oggi per il ciclismo professionistico è un giorno triste perché s'è chiuso un capitolo di storia lungo 20 anni: a fine stagione l'Euskaltel-Euskadi chiuderà i battenti, negli ultimi tempi nessun nuovo sponsor s'è fatto avanti per affiancare la compagnia telefonica basca e così la squadra non continuerà la propria attività, neanche a livello inferiore con una Professional o con una Continental. In tutti questi anni l'Euskaltel è stata la massima espressione della passione e del calore di una regione poco più grande della Puglia: quando si pensa alle salite pirenaiche del Tour de France è dura che la mente non vada a visualizzare la grande quantità di maglie arancioni (la marea naranja) e di bandiere bianche, rosse e verdi del Paese Basco, l'Ikurriña. Sono tanti i motivi per cui l'Euskaltel-Euskadi ha saputo entrare nel cuore di molti appassionati di tutto il mondo e non solo di quelli baschi: c'era un nome che è rimasto sempre lo stesso per 16 anni, una maglia praticamente identica da 14 anni, uno stile di corsa spesso aggressivo e spettacolare specialmente in montagna, ma soprattutto c'era il fatto di non essere una squadra come tutte le altre per la scelta di schierare solo corridori baschi o di formazione ciclistica basca, un particolare che dava quella sensazione di squadra sfavorita in partenza e che quindi generava una grande simpatia su di essa.
1994-1996: Gli esordiL'idea di una formazione professionista tutta basca nacque nel 1992 in concomitanza con la partenza del Tour de France da San Sebastián e viene sviluppata da José Alberto Pradera e Miguel Madariaga: un anno e mezzo di lavoro ed il debutto avviene all'inizio della stagione 1994. In origine la squadra porta una maglia con i colori della bandiera basca e la prima vittoria porta la firma di Agustín Sagasti che si aggiudica in fuga una semitappa del Giro dei Paesi Baschi. Gli inizi sono difficilissimi soprattutto dal punto di vista economico e più che i risultati la dirigenza è costretta a fare la conta dei debiti: tuttavia nella rosa del 1994 ci sono corridori di talento come Iñigo Cuesta, Iñigo González (campione di Spagna a crono nel 1996), Roberto Laiseka e Alvaro González de Galdeano che nel 1995 verrà raggiunto dal fratello Igor.
1997-2001: Euskaltel e le prime vittorie nei GTLa vera svolta per la squadra arriva a metà del 1997 quando la compagnia telefonia Euskaltel fa il suo ingresso come sponsor principale: le finanze vengono sanate, la maglia passa ad un colore azzurro e per la stagione 1998 viene ingaggiato Julián Gorospe come nuovo direttore sportivo. Proprio Gorospe porta un grande rinnovamento nel team e nel 1999 arriva la prima vittoria di tappa alla Vuelta a España: l'impresa è di Roberto Laiseka con sull'Alto de Abantos batte tutti gli uomini di classifica. Nel 2000 si vede per la prima volta quella è diventata la classica maglia arancione dell'Euskaltel-Euskadi ed è ancora Laiseka a dare alla squadra la gioia più grande vincendo la tappa della Vuelta con arrivo a Ordino-Arcalis. I risultati sempre migliori non passano ovviamente inosservati anche a livello internazionale e nel 2001 arriva l'invito al Tour de France ed è subito un successo: il protagonista è sempre il solito Roberto Laiseka, il traguardo invece è a Luz Ardiden (dopo aver scalato il Tourmalet).
2002-2004: Gli anni di Iban MayoNel frattempo tra le fila dell'Euskaltel c'è un ragazzo di Igorre che si fa notare per le sue doti da scalatore: è Iban Mayo che dopo un buon 2001 riesce a classificarsi in quinta posizione alla Vuelta. L'anno d'oro di Mayo è il 2003: nel mese di aprile diventa il beniamino dei tifosi baschi vincendo tre tappe e la classifica finale della Vuelta al País Vasco e due settimane più tardi è 2° alla Liegi-Bastogne-Liegi; dopo aver vinto due tappe al Delfinato arriva al Tour con grandi ambizioni e riesce a trionfare sull'Alpe d'Huez anche se in classifica non va oltre la sesta posizione. Nel 2004 tenta di nuovo l'assalto alla Grande Boucle. Mayo vince subito cinque corse in Spagna poi al Delfinato trionfa nel prologo e distrugge la concorrenza nella cronoscalata del Mont Ventoux: quel giorno Mayo rifila due minuti ad Armstrong e si candida a grande rivale del texano; al Tour però va tutto storto, cade ed esce di classifica nella tappa del pavé e poi malato si ritira. Da lì in poi Mayo non sarà più lo stesso. Intanto nel 2003 era arrivato un altro successo di tappa alla Vuelta con Unai Etxebarria.
2005-2006: Da subito nel Pro TourIl 2005 è l'anno della grande riforma del ciclismo voluta dall'UCI e l'Euskaltel-Euskadi è subito ammessa tra le squadre di prima fascia, quelle del Pro Tour. La squadra fa così il suo debutto al Giro d'Italia ma il meglio arriva nel mese di luglio con i successo di Iñigo Landaluze al Delfinato e Aitor González al Tour de Suisse. Alla Vuelta arrivano poi altre due vittoria di tappa: prima con il grande Roberto Laiseka, poi con un 27enne che fino a quel giorno vantava una sfilza infinita di piazzamenti anche importanti ma nessuna vittoria, un certo Samuel Sánchez (che deve ringraziare il colombiano Ardila per il regalo). Tra il 2005 ed il 2006 la convivenza nello staff tecnico tra Igor González e Gorospe si fa sempre più complicata ed a lasciare il gruppo è proprio quest'ultimo a fine 2006. L'annata vede gli ultimi acuti spagnoli di Mayo ma in squadra si afferma sempre più Samuel Sánchez che vince una tappa alla Vuelta (una tappa anche per Antón) e il Campionato di Zurigo oltre a fare podi alla Freccia Vallone ed al Lombardia: i tempi sembrano maturi per puntare finalmente a qualcosa di più.
2007-2009: L'esplosione di Samuel SánchezOrmai il simbolo ed il leader della squadra naranja è Samuel Sánchez ma la definitiva consacrazione del corridore asturiano arriva tra il 2007 ed il 2008: a livello di squadra queste stagioni portano "solo" 16 vittorie ma l'Euskaltel riesce a tagliare nuovi traguardi. Nel 2007 arriva finalmente il primo podio alla Vuelta proprio con Sánchez: l'avvio di corsa di Samu è da dimentare ma giorno dopo giorno la gamba migliora e vince tre tappe (15a, 19a e 20a) e rimonta fino alla terza posizione finale a soli 15" dal secondo posto di Sastre. Terminata la Vuelta Samuel riesce ancora a fare 7° al Mondiale e 3° al Lombardia. A questo punto Sánchez diventa anche uno dei corridori più rappresentativi di tutta la Spagna. Il 9 agosto 2008 è una data storica per l'Euskaltel-Euskadi sebbene quel giorno non ci sia nessuna maglia arancione impegnata in corsa: a Pechino, davanti alla grande muraglia cinese, Samuel Sánchez vince la prova in linea dei Giochi Olimpici, un risultato storico. Il risultato porta una grande motivazione in tutto l'ambiente ed Egoi Martínez alla Vuelta segna un'altra prima volta per il team: il corridore basco veste per cinque giorni la maglia di leader della corsa, mai successo prima nei tre grandi giri. Nel 2009 Astarloza vince una tappa al Tour ma, causa doping, gli verrà revocata; poi Sánchez va di nuovo all'assalto della Vuelta: solo 55" lo separano dal successo finale che va a Valverde e poi lo ritroveremo 4° al Mondiale di Mendrisio (come a Salisburgo 2006) e ancora sul podio al Lombardia.
2010-2011: La maglia a pois al TourAll'ombra di Samuel intanto ha cominciato a ritagliarsi spazi sempre maggiori anche lo scalatore Igor Antón e quindi Igor González si convince che nel 2010 i due possono dividersi la leadership nelle grandi corse: Samuel va al Tour, Igor punta tutto sulla Vuelta. La scelta è quella giusta e, grazie ad una corsa molto regolare, Sánchez è quarto a Parigi: un po' di amaro in bocca ma tempo dopo questo risultato diventerà il primo podio dell'Euskaltel al Tour perché Contador viene squalificato per la vicenda del clenbuterolo e tutti scalano in avanti di una posizione. In Spagna invece Antón è uno dei maggiori protagonisti vincendo la 4a e l'11a tappa e indossando la maglia di leader della corsa: sembra inattaccabile per gli avversari, non per la malasorte visto che cade, si fa male e si ritira nella 14a tappa. In segno di riscatto sempre alla Vuelta c'è la bella vittoria di Mikel Nieve, un altro bel corridore portato alla ribalta dalla squadra basca. I fantastici tre (Sánchez, Antón e Nieve) sono i grandi protagonisti del 2011, un'annata indimenticabile per l'Euskaltel: arrivano i primi successi al Giro d'Italia con Antón che trionfa sullo Zoncolan e Nieve che si ripete il giorno successivo al Gardeccia; il meglio però deve ancora venire perché al Tour de France Sánchez imita Laiseka andando a vincere la tappa a Luz Ardiden e poi salendo sul podio finale di Parigi per ricevere la maglia a pois di miglior scalatore. A completare lo "Slam" di vittorie in tutti e tre i grandi giri ci ha pensato quindi Antón: dopo 33 anni la Vuelta torna a fare tappa nei Paesi Baschi ed Igor arriva da solo a braccia alzate nel cuore di Bilbao applaudito da una folla oceanica. È probabilmente il punto più alto toccato dall'Euskaltel nella sua lunga storia.
2012: La vittoria nella corsa di casaRipetersi ai livello del 2011 è difficile se non impossibile e tutti i corridori lo sanno bene. Prima di concentrarsi sul Tour, però, Samuel Sánchez riesce a togliersi una splendida soddisfazione conquistando la vittoria finale della Vuelta al País Vasco, una corsa di cui era stato sempre un grande interprete ma che gli era sempre sfuggita; all'Euskaltel questa vittoria mancava dal 2003 di Iban Mayo. Il vivaio basco continua a sfornare prospetti davvero interessante ed in questa stagione sboccia il talento dei fratelli Izagirre: Ion, il minore, vince prima la crono della Vuelta Asturias e poi la tappa di Falzes al Giro d'Italia, Gorka invece fa sua la Classica di Ordizia. Quella di Ion Izagirre è la 18a vittoria della squadra in una grande corsa a tappe: 3 al Giro, 3 al Tour e 12 alla Vuelta. L'annata si chiude in maniera terribile per la squadra, prima con la tragica scomparsa di Victor Cabedo, uno dei tanti giovani promettenti della squadra, poi con la situazione finanziaria che si è aggravata di colpo e che aveva messo in pericolo il futuro del team.
2013: Gli stranieri e l'addio al ciclismoTra la fine del 2012 e l'inizio del 2013 Igor González de Galdeano e l'azienda Euskaltel pianificano un nuovo progetto chiamato Basque Cycling Pro Team che si scinde dalla Fundación Euskadi di Miguel Madariaga che aveva guidato la squadra fino a quel momento. Il primo punto chiave del nuovo progetto, orientato su quattro anni con un investimenti di Euskaltel di poco meno di 40 milioni di euro, è la permanenza nel World Tour ad ogni costo e così, per la prima volta, Igor González apre le porte a corridori stranieri o comunque non legati al ciclismo basco: arrivano due tedeschi, due sloveni, uno spagnolo, un marocchino, un greco, un portoghese ed un russo e la mossa non è vista di buon occhio dai tifosi. I nuovi innesti, infatti, sono tutti corridori di secondo o terzo piano che hanno in dote tanti punti (alcuni neanche quelli) ottenuti in gare minori: dal punto di vista sportivo va anche peggio visto Serebryakov è fermato per doping a marzo, Chaoufi non termina la stagione per nostalgia di casa e, tolti i due titoli greci di Tamouridis, il numero di vittorie della squadra è fermo a quattro. Con gli enti locali baschi in crisi e che non hanno più versato un euro è diventata necessaria la ricerca di un secondo sponsor, non essendo stato trovato è arrivata quindi la decisione di chiudere la squadra, un fallimento incredibile per un progetto lanciato solo pochi mesi fa. Adesso con tutti i corridori liberi e che dovranno andare a caccia di una sistemazione non sarà facile affrontare al meglio il finale di stagione ma la speranza è di vedere ancora quelle maglie arancioni all'attacco in montagna e sul gradino più alto del podio, magari proprio nella Vuelta che sta per iniziare.