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Vuelta a Burgos 2013: Quintana, un km di devastazione - Nibali battuto, ma è sul podio con Arroyo. Bene Basso

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Nairo Quintana, vincitore della Vuelta a Burgos, sul podio finale tra David Arroyo, secondo, e Vincenzo Nibali, terzo © www.movistarteam.comQuel che si dice "chiusura col botto" è quello cui abbiamo assistito oggi alla Vuelta a Burgos, col gran finale della breve corsa a tappe spagnola consumato sull'arrivo in salita di Lagunas de Neila con una bella sfida tra i più blasonati atleti in gara. Nairo Quintana, che era del resto il favorito, non ha fatto prigionieri, come si suol dire. È arrivato tutto solo al traguardo dopo aver spazzato via Vincenzo Nibali nell'ultimo chilometro, e dopo essersi disfatto anche di Ivan Basso e David Arroyo, mentre l'ex leader della classifica, Anthony Roux, si era già staccato da tempo sotto i colpi sapienti della Movistar, che ha lavorato tutto il giorno per preparare il terreno all'affondo del suo capitano.

Quintana, dopo l'entusiasmante secondo posto al Tour de France, condito dalla conquista della maglia a pois di migliore scalatore e di quella bianca di miglior giovane, non è ancora sazio (e vorremmo anche vedere se a 23 anni ci si può dire sazi). Col Giro dei Paesi Baschi conquistato in aprile, è questa di Burgos la seconda gara a tappe spagnola che fa sua in questa stagione; non potrà riprovarci alla più importante, la Vuelta, visto che non sarà al via (la squadra sarà tutta per Valverde), ma certo pensare di non vedere questo Quintana tra meno di 15 giorni sulle strade del GT iberico provoca più di un rammarico.

Chi invece ci sarà è Nibali, che - ripartito con un po' di ritardo di condizione dopo la pausa post-Giro - sta via via ritrovando una forma accettabile, e non si può certo dire che il Vincenzo visto oggi, benché battuto da Quintana, sia lo stesso che arrancava nel gruppone sulle salite trentine del Giro di Polonia, ancora pochi giorni fa. La forma cresce e, dopo la sonora lezione subita oggi nell'ultimo chilometro per mano (o meglio, gambe) del colombiano, siamo certi che - per reazione - cresceranno anche gli stimoli per far sempre meglio.

Così come siamo certi che Ivan Basso si presenterà alla Vuelta per non fare la comparsa. Deludente ai GT dello scorso anno (prese parte a Giro e Tour), ancora al palo in questo 2013 (non ha potuto prender parte alla corsa rosa - che era il suo obiettivo centrale in stagione - a causa di un infortunio), sa bene che la corsa spagnola non è certo la più adatta a lui e al suo fisico da diesel, ma c'è da scommettere che il varesino saprà lottare per un posto al sole, sia esso quantificabile in una non disprezzabile top ten o addirittura in qualcosa di meglio.

La quinta e ultima tappa della Vuelta a Burgos è partita a gran ritmo, con numerosi tentativi di fuga prima che, sull'Alto del Cargadero, al km 52, fosse il lussemburghese Gastauer a proporre un attacco che ha coagulato intorno a sé un gruppetto con Chalapud, Txurruka, subito rientrato con l'obiettivo di raccogliere quanti più punti Gpm possibile, e poi anche con Merino e il nostro Failli, che hanno raggiunto i tre al comando in discesa, al km 62. I 5 hanno messo insieme un vantaggio massimo di 2'50", toccato al km 88, e la Movistar non ha concesso più di questo spazio.

Tanto è bastato a Txurruka per fare effettivamente incetta di punti, transitando in testa ai primi 4 Gpm di giornata (uno di terza e tre di seconda categoria) e assicurandosi così il successo nella relativa classifica. La fuga, rimasta intoccata da un tentativo di contropiede di Luis Mas (partito sul secondo passaggio al Cargadero, al km 112, e rimasto a bagnomaria tra attaccanti e plotone per una ventina di chilometri), è invece stata demolita dall'aumento del ritmo della Movistar, che l'ha annullata sul Pasil de Rozavientos, a 35 km dal traguardo. Contestualmente a ciò, è partito in contropiede Mikel Bizkarra, ma l'unico risultato che ha ottenuto è stato quello di transitare in testa al Gpm, prima di essere ripreso nei chilometri successivi.

Tra il Rozavientos e il successivo Collado, la Movistar (con Szmyd, Visconti e José Herrada sugli scudi) ha selezionato per benino il gruppo, facendo staccare il leader Anthony Roux (da cui ci si aspettava che tenesse almeno fino all'inizio della salita finale) e tanti altri, al punto che ci si è presentati ai piedi di Lagunas de Neila con una composizione del drappello principale di appena 18 uomini, dal quale mancavano quasi tutti i nomi che fino a stamattina erano in alta classifica. Chi c'era, invece: i tre gregari di Quintana intorno al colombiano, Nibali accompagnato da Tiralongo, Basso con Sarmiento, Landa e Samu Sánchez per la Euskaltel, Cherel da solo, Giampaolo Caruso scortato dal sorprendente Chernetskiy, Arroyo e Andre Cardoso in rappresentanza della Caja Rural, e poi ancora gli ultimi superstiti dei precedenti attacchi, ovvero Chalapud e Failli e Bizkarra.

Il ritmo Movistar in salita è stato spezzato dagli attacchi di Cardoso ai -5.6, e poi di Tiralongo e Sarmiento 500 metri dopo. Sánchez tra gli altri ha subito mollato la presa, così come i tre fuggitivi attivi in precedenza, mentre Nibali, incoraggiato dall'azione del suo compagno di squadra, si è messo lui a guidare il gruppo con una progressione che ha fatto saltare il banco: Quintana ha risposto subito alla rasoiata del siciliano, e così ha fatto pure Basso, che però ci ha messo qualche decina di metri (concedendosi un po' di sano elastico) per trovare il ritmo giusto che non lo facesse più staccare.

Non solo Basso si è rimesso a ruota di Nibali e Quintana, ma ha anche imposto a tratti il proprio ritmo, sicuramente più regolare e meno fastidioso per la produzione di acido lattico; approffittando proprio di un ritmo meno sostenuto, ai 4 km si è rifatto sotto pure Arroyo, andando curiosamente a completare nel drappello di testa - con i due italiani - il podio del Giro d'Italia 2010 intorno al temutissimo Nairo.

Arroyo, che in classifica aveva lo stesso tempo di Quintana (mentre Nibali partiva con 7" di handicap, e Basso era decisamente più indietro), sapeva di dover staccare il colombiano per poter sperare di vincere la Vuelta a Burgos; ci ha provato allora a 3.6 km dalla fine, ma ha subìto il contrattacco di Nibali (mentre Quintana controllava e Basso soffriva). Intanto più indietro, il gruppetto con Landa, Tiralongo, Chernetskiy e Sarmiento non solo doveva fare i conti con la fatica del dover inseguire, ma anche con le pale dell'elicottero che, condotte a una quota troppo bassa dall'improvvido pilota, hanno provocato uno spostamento tale da buttare giù tutti e quattro i malcapitati. Fortunatamente non ci sono state conseguenze di rilievo, e tutti si sono rapidamente rimessi in sella, limitandosi a inviare qualche improperio al cielo (non in senso blasfemo, ma perché proprio lì stava l'elicottero...).

Ai 3 km Nibali era ancora impegnato a tentare la via del forcing, ma senza che ciò provocasse scompensi negli altri; Arroyo ci ha riprovato in maniera seria ai 2 km, con uno scatto molto bello che gli ha permesso di guadagnare 10-15". Ma si aveva la sensazione che, nel momento in cui uno tra Nibali e Quintana avesse aperto il gas, quel gap sarebbe stato annullato. E così è stato: ai 1200 metri Nibali è partito stavolta molto forte, ma ancora senza staccare Quintana, il quale, 100 metri più avanti, ha preso in mano la situazione attaccando a sua volta e ottenendo così due cose: di far staccare definitivamente Basso (per cui certi cambi di ritmo sono sempre indigesti) e di riportarsi su Arroyo (che era già stato avvicinato molto con l'azione di Nibali).

Ah no, c'è anche un terzo risultato ottenuto da Nairo: l'aver mandato fuorigiri Nibali. Il messinese, volendo forse più testarsi in chiave Vuelta che provare a vincere la corsa odierna, non ha badato a spese (di energie) e ha tentato di tenere la ruota del sudamericano nel momento di massimo impegno di quello (e di massima pendenza - oltre il 13% - della strada). Il risultato è stato quasi brutale per Vincenzo, a cui si è di colpo spesa la lampadina, diciamo intorno al triangolo rosso dell'ultimo chilometro: e così, mentre Nairo se ne andava definitivamente, Nibali a stento teneva le ruote di Arroyo, da cui si è poi proprio staccato agli 800 metri.

Mentre Quintana volava e Basso, andando su con la consueta regolarità, riusciva a superare Nibali e ad affiancare Arroyo, la Vuelta a Burgos 2013 viveva i suoi ultimi momenti di agonismo, nell'attesa di quanto avrebbe certificato l'ordine d'arrivo, e cioè quanto segue: Quintana primo con 23" su Arroyo e 25" su Basso, con 48" (persi tutti in un chilometro!) su Nibali e 1'08" su Cardoso e Tiralongo; con 1'18" su Caruso e 1'24" su Landa, e 1'44" su Chernetskiy e Sarmiento. Sánchez ha chiuso all'undicesimo posto a 2' tondi dal vincitore. Anthony Roux, per la cronaca, ha pagato 8'20", piazzandosi in 31esima posizione di tappa.

La classifica che ne consegue è quella in cui Quintana vince la VAB con 23" su Arroyo, 55" su Nibali, 1'14" su Caruso, 1'16" su Cardoso, 1'24" su Landa, 1'29" su Chernetskiy (da qui in poi lo seguiremo con attenzione, il giovane russo), 1'53" su Sánchez, 2'07" su Sarmiento e 2'17" su Basso che alla fine è riuscito ad acciuffare la top ten. Da qui alla Vuelta mancano 13 giorni, nei quali qualcuno dei protagonisti attesi farà magari qualche comparsata in gare di secondo livello (non sarà il caso di Nibali), giusto per affinare la condizione; il World Tour invece torna già domani (e fino a domenica prossima), con l'Eneco Tour tra Belgio e Olanda.

Marco Grassi

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