Tour de Pologne 2013: Wiggins ritrova la puntualità - Batte Cancellara a crono. Weening supera Riblon e vince la corsa
- Tour de Pologne 2013
- Cannondale Pro Cycling Team 2013
- Euskaltel - Euskadi 2013
- Lampre - Merida 2013
- Orica - GreenEDGE 2013
- RadioShack - Leopard 2013
- Team Saxo - Tinkoff 2013
- Bradley Wiggins
- Chris Anker Sørensen
- Christophe Riblon
- Diego Ulissi
- Fabian Cancellara
- Ion Izagirre Insausti
- Ivan Santaromita
- Marco Pinotti
- Pieter Weening
- Rafal Majka
- Sergio Luis Henao Montoya
- Taylor Phinney
- Uomini
È una doppia doppia V, quella che troviamo nell'ultima tappa del Tour de Pologne. Una corsa che nonostante gli abbuoni notevoli messi in palio dall'Attractivity Contest s'è decisa negli ultimi 37 km, la crono che da Wieliczka portava a Cracovia.
Wieliczka è nota per la miniera di sale in tutta Europa, non si poteva evitare di metterne un bel po' anche sulla corsa, rendendo difficile il compito di Riblon, ossia difendere la maglia gialla. Non ci riuscirà, ed il 70° Tour de Pologne finirà a Pieter Weening, olandese, portacolori dell'Orica-GreenEDGE, un regolarista che talvolta sa incidere. Su di lui torneremo.
L'altra "W" che caratterizza questa crono finale è quella di Wiggins, il quale si ritrova, dopo un periodo non certo dei più felici. Finalmente una vittoria per Sir Bradley Wiggins, in questo 2013 che ricorderemo sicuramente per le crisi di testa nelle discese verso Pescara (e non solo) al Giro, per la superiorità di Froome al Tour, tanto da indurre Wiggo a non prendervi neppure parte (ufficialmente per infortunio), e per zero vittorie fino ad oggi, se non si tiene conto di un paio di cronosquadre (quella del Giro e quella del Trentino).
Tornando indietro di dodici mesi avremmo trovato un Wiggins che s'era aggiudicato Parigi-Nizza, Romandia, Delfinato e Tour, oltre che (vogliamo dire soprattutto?) l'oro olimpico londinese nella prova contro il tempo. Quest'ultimo evento aveva luogo esattamente 367 giorni fa ed oggi Wiggins ha dimostrato che è ancora lui, che le crisi sono cambiamenti traumatici, spesso non semplici da superare, ma che alla lunga riportano a galla il campione che c'è e che c'era stato.
Sir Bradley Wiggins è tornato, in parole povere, dopo la decisione - forse infelice, ma crediamo di no - di correre un Giro abbastanza fallimentare, di lasciare campo libero a Froome al Tour. Al Giro di Polonia, nella crono finale, Wiggo ha rifilato 56" al Signor Fabian Cancellara, che non è mai un risultato da poco.
Forse Wiggins semplicemente non se n'era mai andato. Il passo e lo stile con cui piomba sul rettilineo della centralissima Piazza del Mercato di Cracovia, dov'è posto il traguardo, sono quelli dei tempi migliori. Il tempo, appunto, è decisamente buono, diciamo pure ottimo: se l'intertempo era secondo solo a quello di Marco Pinotti (ma per 2"), il 46'36" che stacca sul traguardo migliora il 47'32" di Fabian Cancellara di 56" ed il 47'50" di Taylor Phinney, autore di una vittoria stupenda a Katowice, di 1'14".
Un Wiggins in grandissimo spolvero, che infligge distacchi ben oltre al minuto a tutti quanti (in pratica, solo Cancellara incassa meno dal britannico), un Wiggins che pare pronto per un Mondiale a crono che non gli può certo sfuggire, né lui vuol farlo andare ad altri. Wiggins concentrato, Wiggins determinato, che sa quello che vuole e come ottenerlo: «Ho fatto un periodo di riposo forzato dopo lo stop al Giro - dichiarava pochi giorni fa ai microfoni di Sky - poi sono riuscito a ripartire con gli allenamenti con un programma lungo e intenso. È sicuro che non farò la Vuelta, come è altrettanto certo che sto pensando al Mondiale, ma faccio un passo alla volta».
Un primo passo è stato fatto, il Bradley Wiggins originale s'è rivisto sulla scena, è l'inizio della seconda parte di stagione per il campione britannico. Mentre ci si stupiva (ma nemmeno più di tanto) per il tempone fatto segnare da Wiggo, più indietro si lottava per la classifica generale, per la maglia gialla.
Chi ieri aveva dato Christophe Riblon come quasi vincitore del Polonia non aveva tenuto conto dei vari Jon Izagirre, distante solo 19" dal francese, e soprattutto dell'olandese Pieter Weening. Quest'ultimo, con il suo rapportone, incalzava sempre più il buon Riblon, che da par suo ci metteva l'anima per conservare un primato ottenuto con immenso sforzo ieri (ed idealmente coronamento della vittoria di domenica sul Pordoi) Jon Izagirre deludeva mentre Weening si portava a 8" da Riblon.
Mentre l'olandese concludeva a 1'44" da Wiggins e Jon Izagirre pagava 2'05" al britanico, il ritardo di Riblon era più elevato: 2'27", 14° e addio classifica finale. In giallo ci va Pieter Weening, che dopo il Tour Down Under 2012 di Simon Gerrans e la Volta a Catalunya di Michael Albasini regala all'Orica la terza corsa a tappe della sua storia.
Sul secondo gradino del podio c'è Izagirre a 13", quindi RIblon a 16", Majka a 26", Henao e Capecchi (primo italiano) a 51", Pozzovivo a 1'14", Basso a 1'38", Kangert a 2'35" e Chris Anker Sørensen a 2'50". Altri dei nostri: Santaromita è 14° a 3'25", Rebellin 21° a 11'18" (da lui una vittoria di tappa era lecito aspettarsela), il primo vincitore Ulissi 29° a 27'08" e via andare. Non bene per i colori italiani Michele Scarponi, mai in luce ed alla fine 45° a 46'38", mentre Nibali, alla prima corsa dopo il Giro vinto, ha chiuso 53° ad oltre un'ora (ma lui punta a Vuelta e Mondiali).
Un Giro di Polonia tutto sommato avvincente, che è stato reso ancor più intrigante dalle squadre da sei (meno dagli abbuoni), ed al quale manca davvero poco per essere annoverato tra le corse ben organizzate. Certo, vedere nell'albo d'oro, dopo Sagan e Moser, Pieter Weening, non sarà proprio il massimo, ma non c'è altro da aggiungere. L'olandese avvezzo al rapportone questa vittoria se l'è davvero meritata.