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Giro Rosa 2013: Dietro alla Abbott una gran Guderzo - Le pagelle: sboccia Cauz, rinasce Häusler, delude Stevens | Cicloweb

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Giro Rosa 2013: Dietro alla Abbott una gran Guderzo - Le pagelle: sboccia Cauz, rinasce Häusler, delude Stevens

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Il podio finale del Giro Rosa: da sinistra Tatiana Guderzo, la maglia rosa Mara Abbott e Claudia Häusler © Davide Ronconi

Mara Abbott - 10
Di un altro pianeta. Quello che doveva fare l'ha fatto, né più né meno. Uscita da un biennio molto critico, la scalatrice di Boulder s'è nascosta nella prima parte di corsa, dove sembrava quasi distratta e non in grandissima condizione. Mai valutazione fu tanto errata. Ha rifilato distacchi notevoli tra Beigua e San Domenico di Varzo, facendo crollare le rivali insieme alle loro aspettative della vigilia. Forse non siamo di fronte ad una vittoria schiacciante simile a quella del 2010, quando la classifica venne chiusa da Mara sulla splendida scena del Passo dello Stelvio, ma sicuramente si tratta di un graditissimo ritorno. Porta a casa anche la maglia verde di miglior scalatrice (e ci mancherebbe!). Ecco, se corresse più spesso in gare Uci, confrontandosi maggiormente con le avversarie che ha stracciato qui, sarebbe ancora meglio, ma non si può avere tutto dalla vita. Bentornata.

Tatiana Guderzo - 9.5
Quanto ci va vicino a quella maglia rosa... Dopo un inizio di stagione non troppo felice, ha preso ad andar forte al Tour Languedoc Roussillon. Passando per Trentino e Campionati Italiani (ha vinto quello a crono) è arrivata all'appuntamento più importante della prima metà di stagione davvero in forma. Sempre pronta sin dalle prime tappe, è rimasta con le immediata inseguitrici della Abbott (Cauz e Luperini) sul Beigua, dove ha chiuso 4a. A San Domenico ripete il piazzamento e conserva la seconda piazza nella generale fino a Cremona. Per lei è il miglior risultato ottenuto alla corsa rosa, contro una Abbott così dà l'impressione di dare il massimo. E non è soltanto un'impressione.

Claudia Häusler - 9
Finalmente Claudietta! Aveva vinto un Giro nel 2009, deluso discretamente negli anni successivi, cambiando spesso squadra (Cervélo, Diadora, Orica...), ottenendo poco o nulla. Alla TIBCO Manel Lacambra la motiva nella giusta maniera, già in precedenza quest'anno aveva fatto bene, ma più negli States che in Europa. Determinata a ritrovarsi, la "Rana" in questo Giro zompa ed a Cerro al Volturno è 2a, poi 5a a Castelfidardo, 6a sul Beigua, dove perde 2'49" dalla Abbott. Il giorno dopo, a San Domenico, è caricata a molla e sarà seconda ancora dietro alla Abbott. Forte di testa e di gambe, ritrova un podio che potrebbe voler dire molto di più di quanto significhi ora.

Fabiana Luperini - 8.5
Giudizio sospeso, come sospesa è l'atleta della Faren-Kuota dopo la tappa di San Domenico. E dire che fino all'arrivo in salita del VCO la "Lupa" era parsa in forma smagliante, da podio, probabilmente non da maglia rosa. Ma se a 39 anni vi par poco... È 4a a Cerro al Volturno, 7a a Castelfidardo, 3a sul Beigua, dove si arrende ad Abbott ed alla ragazzina terribile Cauz. A San Domenico è 4a ma la sua bici è troppo leggera e la giuria caccia l'atleta di Pontedera dalla corsa. Rimpianti, perché in quel momento era 2a in classifica generale, un gran bel risultato.

Shara Gillow - 8
La Campionessa d'Australia a crono aveva già vinto l'ultima tappa al Trentino dopo una fuga ed è una che sa nascondersi, anche se in fondo in fondo c'è. Infatti non si vede finché la strada inizia a salire, sul Beigua, dove chiude 5a. Meno bene a San Domenico, dà un'ulteriore accelerata nella crono finale di Cremona, chiudendo 3a di tappa e portandosi al 4° posto nella generale (al mattino era solo 6a). Una vera cangura.

Evelyn Stevens - 5.5
Voto ottenuto rapportando aspettative della vigilia e risultati; la statunitense della Specialized-Lululemon potrebbe dare lezioni a Godot su come farsi attendere... Ogni anno pare quello giusto, ad ogni partecipazione alla corsa rosa parte con buoni favori del pronostico ma puntualmente delude. Con una Vos meno brillante in salita ed un Abbott mezza incognita pareva lei la naturale vincitrice del 24° Giro Rosa. Sul Beigua è la prima, insieme proprio alla Abbott, ad attaccare, ma sui 14 km di salita andrà in difficoltà, pagando quasi 4'. Un altro minuto e mezzo lo concede a San Domenico il giorno dopo. Ha la fortuna di trovarsi una crono, esercizio in cui se la cava bene, all'ultimo giorno e di poter scalare qualche posizione proprio negli ultimi 16 km del Giro: da 7a a 5'17" dalla Abbott chiuderà 5a a 3'39". E noi che facciamo ora? Aspettiamo Evie. Già, è vero.

Marianne Vos - 8
Voto troppo alto a fronte di una classifica non esaltante? Anche no. La scelta dell'iridata è precisa: guadagnare quanto più possibile in termini di abbuoni nelle prime tappe, consapevole che le due salite le pagherà a caro prezzo, quest'anno che la sua preparazione è cambiata. Ed infatti fino a Castelfidardo vince tutti i traguardi volanti, veste la maglia rosa sin dal primo giorno, compie una mezza impresa a Cerro al Volturno, con la vittoria dopo una novantina di chilometri in fuga. Si ripete a Castelfidardo ed ottiene due secondi posti. Il Beigua è un giudice severo, le infligge una pena di oltre 5' ma va bene così. Anche a San Domenico non brilla, mentre nella volata di Corbetta ha vita facile. Non porta in Olanda la maglia rosa, come accaduto nelle ultime due stagioni (confermando il tabù che vuole che una Campionessa del Mondo in carica non vinca il Giro), ma la classifica a punti è sua; tre vittorie e due secondi posti non si buttano via nemmeno se ti chiami Marianne Vos. Mezzo punto in più se lo guadagna grazie al numero di Pontecagnano Faiano (ed è persino poco, se pensiamo a quanti ne avrebbe potuti racimolare di sutura), quando nella volata becca un avvallamento, s'intraversa, smette di pedalare e nemmeno cade (e la Bronzini per batterla deve dare un bel colpo di reni). Numeri che non si vedrebbero neanche in una rivisitazione ciclistica di Holly e Benji...

Francesca Cauz - 9.5
Perché a 21 anni da compiere si prende delle soddisfazioni mica da ridere. Silenziosa, nascosta ma vigile fino a Castelfidardo, sul Beigua stupisce con questo 2° posto che forse nemmeno lei si sarebbe aspettato, dopo aver salutato la compagnia di gente come Tatiana Guderzo e Fabiana Luperini. È 3a anche a San Domenico, a dimostrazione che lei sulle salite, con quel fisico minuto, sa come andare. Perde un po' troppo nella crono di Cremona, passando dalla 4a piazza (con qualche piccolissima possibilità di assaltare il podio della Häusler) alla 7a posizione finale, risultato più che pregevole. Porta a casa, inoltre, la maglia di miglior giovane rifilando 3'34" a tal Rossella Ratto. Per il futuro ci farà divertire, per i Mondiali di Firenze, essendo già nel giro della Nazionale, risulterà utilissima.

Ashleigh Moolman - 7.5
Regolare, scalatrice provetta, con due arrivi in salita sarebbe stato lecito attenderla un po' più su nella generale. A Castelfidardo prova addirittura a vincere ma parte troppo presto e viene bruciata da Stevens e da quella vecchia volpe di Marianne Vos. Sulle salite tiene alla grande e chiude con un 8° posto che non le farà fre i salti di gioia ma è segno di un progressivo miglioramento della sudafricana di Pretoria.

Evgeniya Vysotska - 7
Alla soglia dei 38 anni l'ucraina ingaggiata qualche settimana fa dalla Michela Fanini dà una buonissima prova di resistenza e recupero (ma i dubbi non sussistevano), tenendo alla grande sul Beigua, dove chiude 7a, e portando a casa un 9° posto che fa il paio con il 6° ottenuto nel 2010, quando militava con il Team Valdarno. Mai troppo appariscente, dosa le energie, spendendole al momento giusto.

Alena Amialiusik - 4.5
Da lei ci si attendeva una prestazione migliore di un 10° posto, pochi giri di parole. Gran passista, ottima scalatrice, perde un sacco di tempo nella prima parte di corsa. Le salite la tirano un po' su ma dalla bielorussa ci si attenderebbe una lotta per il podio, come minimo, non per la top ten. Lotta, la prima, che di fatto non s'è mai aperta. Il 10° posto ottenuto non aggiunge granché al suo palmarès, a parte segnare un miglioramento rispetto al 2012 di due posizioni che francamente lascia il tempo che trova.

Tiffany Cromwell - 5.5
In un'Orica-AIS senza Emma Johansson i colpi più importanti dovevano venire da Shara Gillow (e infatti sono arrivati) e da Tiffany Cromwell. Alterna, quest'ultima, ottime prestazioni nella prima parte di gara a rovesci clamorosi sulle salite: sul Beigua lascia 5'15", a San Domenico quasi tre minuti. Chiude all'11° posto, non convince troppo, non ha per ora il piglio della leader, vedremo un domani. Nell'attesa di ulteriori miglioramenti, il suo Giro è stato ampiamente sottotono.

Rossella Ratto - 6
Sia ben chiaro: da un talento del genere non ci si può aspettare solo un 12° posto, questo è pacifico. È anche vero che la ragazza di Colzate è solo una '93, che si è trovata capitana dell'Hitec Products-UCK all'improvviso, dopo l'infortunio di Elisa Longo Borghini, e che corre da febbraio quasi senza sosta. A Cerro al Volturno dà ottimi segnali con un 5° posto, a Castelfidardo ha la sfortuna di forare nell'ultimo chilometro. Il Beigua non l'accoglie come una cara amica e le fa pagare 5' e passa: arriverà con Guarnier, Cromwell e Vos. Anche a San Domenico non pare troppo a suo agio e nella crono di Cremona la Cromwell le soffia pure l'11° posto. Non conquista nemmeno la maglia bianca di miglior giovane, obbiettivo dichiarato, ma onestamente contro questa Cauz che in salita volava c'è stato poco da fare. Tutta esperienza per questo talento smisurato che l'anno prossimo tornerà con la top ten come obbligo ed il podio nel mirino.

Anna Van der Breggen - 4.5
La giovane promessa olandese è ormai una realtà ma non così solida, se è vero che per i primi giorni viaggia bene, ottenendo anche un 6° posto di tappa a Castelfidardo e strappando la maglia bianca alla Ratto (entrambe l'hanno tenuta un solo giorno). Da lì in avanti un mezzo calvario: paga oltre 9' sul Beigua, perde il primato tra le giovani, chiude con un 8° posto nella crono cremonese ed un 18° nella generale. Dopo il 5° posto al Tour Languedoc Roussillon ed il 4° all'Emakumeen Bira era lecito aspettarsi di più.

Giorgia Bronzini - 8.5
Che di birra ne avesse lo si era visto ancora ai Campionati Italiani, quando su un percorso non troppo adatto alle sue caratteristiche (che stanno leggermente mutando) era giunta seconda. In realtà parte malissimo, con la sfortuna ad assisterla: a Margherita di Savoia infatti fora ai -5 km e la volata se la sogna. Si rifà il giorno dopo a Pontecagnano Faiano, dove batte la Vos (complice la buca assassina posta a 10 metri dall'arrivo in cui incappa l'iridata). A Corbetta è ancora volata e Giorgia sta sulle ruote dell'olandese, poi ai 150 metri esce e viene sorpassata, chiudendo 2a. In due sprint disputati una vittoria (un'italiana non portava a casa una tappa al Giro dal 2009, con la Cantele a Cerro al Volturno) ed una piazza d'onore. Quasi perfetta.

Shelley Olds - 5
E siamo generosi. Ampiamente sottotono la sprinter statunitense della TIBCO. A Margherita di Savoia ci si aspetterebbe un podio ed invece chiude 7a, mentre solo a Corbetta ottiene un 3° posto che potrebbe rinfrancarla ma il suo bilancio non può essere certamente positivo.

Barbara Guarischi - 7
Bene nel complesso la lecchese in forza al Vaiano-Fondriest. Se a Margherita di Savoia non va oltre un 12° posto, si rifà a Pontecagnano Faiano con il suo primo podio in una gara di elevato livello. In quell'occasione conquista anche la maglia bianca di miglior giovane (ricordiamo che è soltanto una classe '90). A Corbetta altra bella prestazione, un 5° posto che fa sperare la lecchese in una seconda metà di stagione che può essere ricca di soddisfazioni.

Valentina Scandolara - 6.5
Più per la perseveranza che per i risultati. "Cavallo pazzo" va in fuga, insegue, lancia e rilancia. La ragazza ne ha, sa quando lavorare per la squadra e quando ritagliarsi uno spazio. Veste per i primi tre giorni di gara la maglia verde di miglior scalatrice, non centra una top ten una ma la rabbia agonistica c'è e si vede. Decisamente ritrovata, la gamba c'è, ora servirà qualche bel risultato. Avanti così.

Marta Tagliaferro - 7.5
Velocista tanto forte quanto sfortunata (a doversi misurare contro mostri sacri dello sprint). A Margherita di Savoia è subito 3a dietro a Wild e Vos, una mezza vittoria per lei, ma il suo nome non rimarrà negli annali. Veste per i primi due giorni di corsa la maglia azzurra di miglior italiana, a Pontecagnano Faiano è 10a ed a Corbetta ancora tra le prime dieci, 6a. Le altre tappe non sono roba per lei. Le manca la vittoria ma prima o poi si sbloccherà, impossibile il contrario.

Kirsten Wild - 7
Ok, è reduce dalla frattura alla spalla di fine aprile, ma forse un'altra vittoria l'avrebbe potuta ottenere. Margherita di Savoia è il tipico traguardo veloce che lei ama ed infatti se lo aggiudica; a Pontecagnano Faiano si stacca mentre a Corbetta è nuovamente a ridosso del podio, 4a. Veste per un giorno la maglia ciclamino della classifica a punti, poi una Vos avida di traguardi volanti gliela porta via.

Pauline Ferrand-Prévot - 6
Alterna prestazioni disgraziate (sul Beigua perde quasi un quarto d'ora) a colpetti mica da ridere (sfiora il podio a Pontecagnano Faiano - 6a - e nella crono finale, chiusa al 4° posto). È un Giro corso in appoggio a Marianne Vos con licenza di smarcarsi, quello della francesina dalla bionda treccia. Nella Rabo Liv/Giant ottime anche Megan Guarnier e Lucinda Brand (voto 7.5 per entrambe), con la prima angelo custode di una Vos alla deriva sul Beigua, la seconda che denota una gran gamba, accompagna la fuga dell'iridata in varie occasioni (da Cerro al Volturno ai primi chilometri verso San Domenico) e la lancia in volata a Corbetta come meglio non avrebbe potuto fare.

Chloe Hosking - n.g.
La combattiva e simpatica velocista della Hitec si ritira dopo un 13° posto ottenuto a Margherita di Savoia. Quando non c'è la salute... Nella squadra di Karl Lima, pressoché decimata (a proposito, quanto potrebbe giovare il Tour de Lourdes?), si segnala in particolare l'ottima prestazione della danese Julie Leth (voto 6 per lei): classe '92, passista veloce, veste per il primo giorno la maglia bianca, mantenendola nella squadra norvegese (nel 2012 fu di Elisa Longo Borghini, sempre di Hitec si parla). Poi Julie scompare ma come esordio non è per niente male.

Tatiana Antoshina - 6
Stiracchiato, perché da lei ci si aspetterebbe qualcosa di più ma comprendiamo come il lavoro svolto per l'altra Tatiana giallofluo (Guderzo) sia stato logorante. È una donna che ha fatto tredici al Totocalcio, questa russa della MCipollini: sono infatti tre, più il piazzamento finale, le volte in cui chiude 13a. Del resto la regolarità è sempre stata la sua forza.

Linda Villumsen - 7
Nel 2013 ha corso, per scelta, solo i campionati nazionali neozelandesi, è storia dello scorso gennaio. Qui ritorna ad attaccare il numero sulla schiena e resta con le migliori sul Beigua, dove di fatto si decide la classifica. La crono finale è della Van Dijk e la Villumsen chiude al 5° posto. Nella generale una 14a piazza che migliora il risultato del 2012 ed eguaglia quello del Giro 2010 (ma è solo la sua terza miglior prestazione di sempre). Non era scontato che andasse così bene.

Georgia Williams - 6.5
Continua la rapida ascesa della classe '93 neozelandese in forza alla BePink. Zitta zitta resta davanti a parecchie scalatrici navigate sulle salite e, come niente fosse, chiude la corsa rosa al 17° posto. Ha un bel futuro davanti a sé. Delude un po' invece la fresca campionessa italiana Dalia Muccioli (voto 5 per lei): d'accordo lavorare per la Amialiusik ma un paio di tappe, specie quella del Beigua, la scalatrice di Cesenatico le aveva cerchiate di rosso (non certo per vincerle ma per far bene). Proprio sul suo terreno prediletto perde minuti e la generale, sebbene non fosse un'obiettivo, è impietosa: chiude al 29° posto. Al contrario della Williams, terza miglior giovane, Dalia è 7a nella classifica della maglia bianca, a 17' e passa da Francesca Cauz. Non un disastro perché il tempo è dalla sua ma di certo poteva andare molto meglio.

Jennifer Fiori - 5
Non ce ne voglia la simpatica e colorita (di chioma) atleta della Top Girls. Al Trentino volava e quasi quasi riusciva a tenere il passo delle migliori in salita. Viene al Giro consapevole per la prima volta che magari si può chiudere tra le prime dieci ma alle prime salite si scioglie e finisce per lavorare - giustamente - per Francesca Cauz. Un 19° posto finale che non si butta via, per carità, ma la stessa atleta marchigiana si aspettava qualcosa di più da se stessa.

Jessie Daams - 5.5
Mezzo punto d'incoraggiamento, perché la giovane belga (è nata nel 1990) cresce ed anche benino. D'accordo, non sarà una campionessa, però quando c'è da lottare si fa vedere, è davanti o tra le primissime inseguitrici. Porta a casa una 20a piazza che per lei al Giro significa miglior risultato assoluto. Nella Dolmans va segnalata Adrie Visser (voto 4), che se non latita ci va davvero vicina. Aveva ottenuto buoni piazzamenti in precedenza, coglie solo un 14° posto a Pontecagnano Faiano.

Eleonora Van Dijk - 6.5
Angelo custode della capitana Evelyn Stevens, la passistona olandese non disdegna le volate, senza ottenere troppi successi. Prova senza successo a tenere in salita, non può steccare la crono finale ed infatti la fa sua rifilando mezzo minuto alla capitana Stevens, un'eternità a tutte le altre.

Francesco Sulas

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